La sposa turca
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La sposa turca | |
Titolo originale: | Gegen die Wand |
Paese: | Germania/Turchia |
Anno: | 2004 |
Durata: | 121' |
Colore: | colore |
Audio: | sonoro |
Genere: | drammatico |
Regia: | Fatih Akin |
Soggetto: | Fatih Akin |
Sceneggiatura: | Fatih Akin |
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Fotografia: | Rainer Klausmann |
Montaggio: | Andrew Bird |
Musiche: | canzoni di Lisa Carbon, Marc Chung, Andrew Eldritch, Tim Friese-Greene, Martin Gore, Alexander Hacke, Mark Hollis, Mona Mur, Maceo Parker, Frank Ziegert |
Scenografia: | Tamo Kunz, Sirma Bradley, Nergis Çaliskan |
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La sposa turca (Titolo originale: Gegen die Wand, in italiano: Contro la parete) è un film del 2004, diretto dal regista Fatih Akin.
Amburgo, quartiere turco. L'immigrato turco di seconda generazione, il quarantenne vedovo trasandato, manesco ed ubriacone Cahit, diventato tale per il dolore dovuto alla perdita della moglie, visto che non può farla resuscitare, decide di raggiungerla nell'aldilà dirigendo la sua auto a tutta birra contro una parete in cemento. Inspiegabilmente, esce vivo dal botto zoppicando, con qualche graffio qua e là ed un colpo di frusta, ma niente di rotto.
Dopo il colloquio con un inverosimile psicologo della mutua, incontra Siebel, la minorenne figlia di immigrati turchi ma bene ed irrimediabilmente permeata dalla moderna mentalità nord-occidentale, spostata più di lui (minorenne solo anagraficamente, poiché in fatto di sesso e droga ne ha da insegnare ai più navigati). Questa, desiderando liberarsi dalla tutela opprimente di genitori e fratello (turchi ed osservanti del Corano), gli chiede di sposarla ed al suo ripetuto diniego si taglia le vene dei polsi con i cocci di una bottiglia, rotta lì per lì. Il manesco si commuove e la soccorre: mal gliene incoglierà. Decide infatti di assecondarla e, con la complicità dell'amico del cuore (Seref), turco pure lui, che raccontando un sacco di balle, convince la famiglia di lei a dare il consenso alle nozze.
Dopo il matrimonio succede di tutto: il manesco, senza aver consumato il matrimonio, caccia la sposa di casa, però le trova un lavoro presso la sua gelosa amica, la parrucchiera Maren, con la quale va ogni tanto a letto; naturalmente, ogni tanto prende a cazzotti quelli che gli stanno intorno. Ma a poco a poco Cahit cala nella parte del marito, finché, quando un ex ganzo di Sibel ne descrive pubblicamente le qualità amatorie, lo fa secco con un paio di sganassoni. Carcerato e condannato a più anni di galera con tanto di cronaca e foto sui giornali locali, viene compianto dalla giovane moglie la quale, accusata dall'amico del marito di averlo rovinato (il marito), non trova di meglio che tagliarsi di nuovo le vene dei polsi per poi essere salvata dallo stesso accusatore.
Inseguita dal fratello che vorrebbe farne polpette per lavare l'onta caduta sulla famiglia a causa del di lei comportamento, se ne va ad Istanbul, presso una cugina (Selma), donna in carriera ed aspirante direttrice di Grand Hotel. Appena trovato un lavoro, Sibel si dà da fare per procurarsi la droga, la trova e con questa pure un amante, uno spacciatore che finisce male. Aggredita da tre truci personaggi, non trova di meglio che insultarli e si becca una coltellata in pancia che avrebbe dissanguato in pochi minuti anche un toro. Sopravvive, metterà su famiglia ed avrà pure una bambina. Ma Cahit ha intanto scontato la sua pena e, grazie alla generosità dell'onnipresente amico, parte per Istanbul ove la carrierista arrivata gli spiega come stanno le cose. Vogliamoci bene per la prima e l'ultima volta. Così, dopo un amplesso assatanato con Sibel, Cahit prende da solo l'autobus per Mersin, suo paese natale.
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