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Il fu Mattia Pascal - Wikipedia

Il fu Mattia Pascal

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bussola Nota disambigua – Se stai cercando altri significati, e per un elenco di adattamenti del romanzo, vedi Il fu Mattia Pascal (disambigua).
Il fu Mattia Pascal
Titolo originale
Autore: Luigi Pirandello
Anno
(1ª pubblicazione):
1904
Genere: romanzo
Sottogenere: classico
Ambientazione:
Anno di ambientazione: fine '800 - inizi '900.
Protagonista: Mattia Pascal (Adriano Meis)
Coprotagonisti:
Antagonista:
Personaggi secondari: Roberto Pascal, zia Scolastica, Batta Malagna, Marianna Dondi, Romilda Pescatore, Anselmo Paleari, Adriana Paleari, la signorina Caporale, Pinzone, Pomino
Serie:
Preceduto da:
Seguito da:
EDIZIONE RECENSITA
Anno: 2001
Editore: Mondadori
Edizione:
Traduzione:
Collana: Classici moderni
Pagine: 240
Capitoli 28
ISBN 8804492503
ISSN
Progetto Letteratura

Il fu Mattia Pascal è un celebre romanzo di Luigi Pirandello che apparve dapprima a puntate sulla rivista "Nuova Antologia" nel 1904 e pubblicato, nello stesso anno, in volume.



Indice

[modifica] Trama

Mattia Pascal vive in un immaginario paese ligure, Miragno, dove il padre, che si era arricchito con i traffici marittimi e il gioco d'azzardo, ha lasciato in eredità alla moglie e ai due figli una discreta fortuna. A gestire l'intero patrimonio è un avido e disonesto amministratore, Batta Malagna, la cui nipote, Romilda, viene messa incinta da Mattia dopo che non è riuscito a farla sposare all'amico Pomino. Mattia viene costretto a sposare Romilda e a convivere con la suocera vedova che non manca di manifestare il suo disprezzo per il genero che considera inetto.
Tramite l'amico Pomino, Mattia ottiene un lavoro come bibliotecario ma dopo un po' di tempo, infelice per il lavoro che trova umiliante e per il matrimonio che si è rivelato sbagliato, decide di fuggire da Miragno e di tentare l'avventura in Francia.

Arrivato a Montecarlo e fermatosi a giocare alla roulette, in seguito ad una serie di vincite fortunate, diventa ricco. Deciso a ritornare a casa per riscattare la sua proprietà e vendicarsi dei soprusi della suocera, un altro fatto muta il suo destino.
Mentre è in treno legge per caso su un giornale che a Miragno è stato ritrovato nella roggia di un mulino il cadavere di Mattia Pascal.

Sebbene sconvolto, comprende presto che, credendolo tutti ormai morto, può crearsi un'altra vita. Così, con il nome di Adriano Meis, inizia a viaggiare prima in Italia e poi all'estero, fintantoché decide di stabilirsi a Roma in una camera ammobiliata sul Tevere.

Si innamora, ricambiato, di Adriana, la dolce e mite figlia del padrone di casa, Anselmo Paleari, e sogna di sposarla e di vivere un'altra vita, ma presto si rende conto che la sua esistenza è fittizia. Infatti, non essendo registrato all'anagrafe, è come se non esistesse e pertanto non può sposare Adriana, non può denunciare il furto subito da Terenzio Papiano, un losco individuo che lo ha raggirato, e non può fare tutte quelle cose della vita quotidiana che necessitano di una identità. Finge così un suicidio e, lasciato il suo bastone e il suo cappello vicino a un ponte del Tevere, ritorna a Miragno come Mattia Pascal.
Sono intanto trascorsi due anni e arrivato al paese, Mattia viene a sapere che la moglie si è risposata con Pomino e ha avuto una bambina. Si ritira così dalla vita e trascorre le sue giornate nella biblioteca polverosa dove lavorava in precedenza a scrivere la sua storia e ogni tanto si reca al cimitero per portare sulla sua tomba una corona di fiori.

[modifica] La Premessa seconda

Nella Premessa seconda (filosofica) a mo' di scusa il protagonista decide di mettere per scritto la sua strana vicenda: Mattia lascerà il manoscritto nella biblioteca dove aveva lavorato con l'obbligo però di aprirlo soltanto cinquant'anni dopo la sua terza, ultima e definitiva morte. Il consiglio di mettere per scritto il suo caso viene a Mattia da un suo amico bibliotecario, il quale inoltre gli suggerisce di scrivere il libro sul modello di quelli scovati nella biblioteca. Mattia però ribatte che non era più tempo di scrivere libri, neppure per scherzo, da quando Copernico ha scoperto che gli uomini sono atomi infinitesimali su un granellino di sabbia impazzito, che gira e rigira senza sapere perché, le storie degli uomini non hanno più alcun valore. Tuttavia, data la stranezza del suo caso, egli parlerà di sé, ma il più liberamente possibile.

La motivazione dell'inutilità della letteratura poggia quindi sulla figura simbolica e "umoristica" di Copernico: a lui si deve che gli uomini abbiano perso fiducia nel proprio valore, che sappiano di essere dei vermucci o atomi infinitesimali. I libri che poggiavano sulla considerazione del valore della vita umana sono dopo Copernico "morti". Certo ne sono stati scritti molti altri, ma inutili e insignificanti per statuto, dei libri che, grazie a una momentanea distrazione, parlano di cose che nulla contano come se contassero. Il libro, il romanzo, del passato è diventato uno "spazio finto" per l'esistenza reale. La motivazione della scelta di scrivere il libro è duplice: da una parte vi è la ragione universale della distrazione provvidenziale, dall'altra quella individuale che è ancora la "stranezza" del caso narrato. La prima motivazione conserva il sentimento della vita distraendolo fuori dall'universo copernicano, la seconda diviene spia di un superamento sia della nullità di valore dei casi esistenziali sia dei libri del passato o che il passato continuano come non fosse morto.

In questa premessa Pirandello si interroga sul senso di scrivere un romanzo: il libro riflette su sé stesso e sulla sua tecnica costruttiva, l'atto stesso di scrivere diventa uno dei protagonisti del romanzo.

Nell'invettiva contro Copernico, Pirandello sembra aderire al lamento leopardiano sui mali che derivano dalla coscienza umana, dal progresso della scienza e dall'evoluzione del pensiero filosofico, anche se la pratica umoristica comporta la scelta di un'affermazione sfumata e ironicamente paradossale dei concetti.


[modifica] I temi dell'opera

I temi che vengono affrontati in "Il fu Mattia Pascal" sono molteplici ma tra i principali si ricordano il tema della forma, quello della famiglia, quello dell'identità,quello dell' "inettitudine", e infine quello del "gioco d'azzardo e dello spiritismo".

[modifica] Il tema della forma

Il romanzo è il simbolo del Relativismo Orizzontale. Mattia Pascal è in una forma, ha una famiglia e un lavoro, ma il Caso lo fa uscire dalla forma Mattia Pascal per entrare nella forma di Adriano Meis.

Adriano si accorge che la sua forma non gli va più bene e vorrebbe tornare ad essere Mattia, ma questo non può accadere perché il passare del tempo proibisce di rientrare nella stessa forma.

[modifica] Il tema della famiglia

Il secondo tema principale è la famiglia, che può essere vista sia come un nido, come la famiglia d'infanzia, che come una prigione da cui evadere, come la convivenza con la moglie e la suocera.

[modifica] Il tema dell'identità

Il tema centrale dell'opera è quello della perdita dell'identità che Mattia prima caccia via e poi riottiene e accetta. L'identità è qualcosa di importante che ogni individuo deve preservare per far sì che il suo ricordo rimanga per sempre. Inoltre un individuo non può privarsi della sua identità, poiché ciò gli proibisce di vivere innanzitutto alcuni aspetti sociali della vita, e per di più, è impossibile scordarsi della "vita passata". Si può anche considerare quello dell'identità come una problematica utopica: l'uomo che, a partire da se stesso, inizia a ripensarsi ed a ricostruirsi. In Pirandello l'utopia purtroppo crolla, l'unica variante è nel 'fu', che dice il passaggio narrativo da una temporalità ad un'altra, il movimento ad anello annulla l'utopia. Pascal é sempre in cerca dell' identità ma non riesce mai a trovarla...

[modifica] Il tema dell'inettitudine

Mattia Pascal è un inetto, un velleitario, uno sconfitto dalla vita che, proprio per questa sua incapacità di adattarsi alla vita, finisce col guardarsi vivere da una posizione di estraneità e di distacco.

[modifica] Gioco d'azzardo e spiritismo

Il tema del gioco d'azzardo è presente in quanto serve a sottolineare l'idea di relativismo e di mancanza di punti di riferimento nella vita dell'uomo: vengono palesemente mostrati tutti i limiti della volontà e della ragione umane di fronte al potere della sorte e del caso. Allo stesso modo il tema dello spiritismo sottolinea la crisi del razionalismo positivista, la mancanza di certezze razionali e il conseguente interessamento per fatti che la ragione e la scienza non possono spiegare.

[modifica] La narrazione

[modifica] Il narratore

Il narratore della vicenda è lo stesso Mattia che in prima persona ricorda le vicende accadute. Il tipo di focalizzazione è interna. Il narratore è autodiegetico.

[modifica] Fabula e intreccio

Fabula e intreccio non coincidono. Infatti il libro inizia proprio dalla narrazione di eventi già accaduti.

[modifica] Luogo

I due luoghi principali dove si svolge la vicenda sono Miragno, suo paese natale, e Roma, dove risiede presso la famiglia Paleari. Durante la narrazione Mattia compie molti viaggi visitando sia città estere che italiane, come Montecarlo, Torino, Pisa, Colonia e Worms.

[modifica] Tempo

L'autore non riferisce precisi elementi che riescano a determinare l'anno preciso dell'ambientazione dell'opera, ma, grazie alle informazioni che dà di Roma, ormai diventata capitale del Regno d'Italia, si sa che si svolge tra il 1870 e l'inizio del ‘900. Si può dedurre anche dal fatto che ci sono i tram e quindi l'elettricità.

[modifica] I personaggi

Sono molteplici i personaggi analizzati da Pirandello, tutti con caratteristiche psicologiche molto particolari.

[modifica] Mattia Pascal

È il protagonista e narratore della vicenda.

[modifica] Roberto Pascal

È il fratello maggiore di Mattia. Tra i due è sempre presente un buon rapporto di complicità e di affetto. Secondo i commenti del fratello, Roberto è più attento al suo aspetto fisico. Alla fine della vicenda lo ritroviamo più maturo, capace di compensare i debiti causati da Batta Malagna, sposandosi con una ragazza ricca e vivendo nella sua casa natale.

[modifica] La madre di Mattia

Mattia ha un particolare rapporto di devozione e di affetto nei confronti della donna che l'ha messo al mondo.
È una donna molto gracile e ha una voce nasale è viene definita da Mattia stesso una bambina, una bambina cieca che non si accorge di ciò che la Talpa sta facendo. È sempre stata molto buona con i suoi figli e non gli ha mai fatto mancare niente neanche nei periodi nei quali, per colpa del marito, la famiglia è piena di debiti. La donna è succube dei maltrattamenti della suocera del figlio, suocera che non voleva questo matrimonio.

[modifica] Batta Malagna

Batta Malagna, "la Talpa" è l'amico a cui il padre ha dato il controllo delle sue ricchezze dopo la sua morte, controllo che ha portato alla rovina della famiglia di Mattia. Ha un viso lungo incorniciato da baffi melensi e pizzo; il pancione languido che sembrava arrivasse fino a terra, le gambe corte e tozze: insomma, secondo Mattia, aveva il volto e il corpo che più non si addicevano ad un ladro come Malagna. Anche in altre cose, come l'amore, Malagna è sempre pronto a rovinare tutto, come nel caso di Olivia, ragazza amata da Mattia ma successivamente sposa di Malagna. È un personaggio negativo, infertile.

[modifica] Romilda Pescatore

È la moglie di Mattia. All'inizio Mattia è molto attratto da questa ragazza e vuole a tutti i costi innamorarsi di lei; ma successivamente, a causa dei contrasti con la suocera e alle malattie dei figli, Mattia inizia a ripudiarla e a non provare più niente per lei. Tuttavia dopo essere tornato a Miragno la trova di nuovo in forma e molto più affascinante. I loro sguardi lasciano presumere un nuovo matrimonio ma Mattia mantiene fede alla promessa di lasciare la donna all'amico Pomino con cui si è sposata.

[modifica] La vedova Pescatore, Marianna Dondi

Un altro personaggio, non disonesto, ma negativo è la mamma di Romilda Pescatore, ovvero la terribile suocera del povero Mattia, cugina di Batta Malagna. È paragonabile ad una strega, sempre pronta a criticare e a offendere, ed è la rovina della consuocera. Ha sempre considerato suo genero uno sfaccendato e povero. Il suo personaggio esprime antipatia, ma è molto divertente vedere il comportamento del protagonista nei suoi confronti, quanto poco venga considerata e rispettata.

[modifica] Adriana Paleari

È la figlia di Anselmo Paleari, proprietario della pensione di via Ripetta a Roma dove Mattia Pascal, sotto l'identità di Adriano Meis, alloggia durante il suo soggiorno nella capitale.
È una ragazza pura, gentile, educatissima, tenera e discreta ma allo stesso tempo è responsabile di sé stessa e di tutta la famiglia. È molto amata da Mattia proprio per queste sue doti particolari che la rendono unica, lei ricambia l' amore ma la "non identità" del protagonista impedirà il matrimonio e quindi qualsiasi altra evoluzione del rapporto.

[modifica] Terenzio Papiano

Terenzio è il cognato di Adriana (era il marito dell'ormai defunta sorella della fanciulla) e cerca a tutti i costi di sposarsi con la ragazza per non perdere la dote. È un uomo spietato pronto a fare di tutto per il denaro. È proprio lui che durante la seduta spiritica deruba del denaro a Mattia. È un personaggio negativo che sfrutta anche il fratello malato.

[modifica] Gerolamo Pomino

È un amico d'infanzia di Mattia Pascal che già da ragazzo nutre un profondo affetto per Romilda Pescatore. Infatti Mattia conosce quest'ultima proprio per metterla in contatto con Pomino. Tuttavia dopo una relazione si trova costretto a sposarla. Pomino però non serba rancore e aiuta Mattia a trovare lavoro presso la biblioteca del paese per risollevare la situazione finanziaria della famiglia. Quando Mattia ritorna rivelando di essere vivo, egli si è sposato con Romilda e fanno una vita agiata e tranquilla con una figlia. Pomino è spaventato da un eventuale ritorno di fiamma e appare insicuro, timoroso e impacciato.

[modifica] Pinzone

Insegnante dei due Pascal , spesso complice dei due nelle loro scorribande. Il suo vero nome sarebbe stato Francesco, o Giovanni, di cognome Del Cinque, narra Mattia nel racconto; anche se dice che tutti lo chiamavano Pinzone e che infine si presentava lui stesso come Pinzone. Il suo aspetto fisico appariva ossuto: di una magrezza da far ribrezzo; e molto alto.

[modifica] Zia Scolastica

Zia di Mattia, che nei momenti di difficoltà aiuta sia la cognata che il nipote e cerca di aprire gli occhi alla cognata ma inutilmente mentre Batta Malagna continua scavar loro la fossa sotto i loro stessi piedi.

[modifica] Oliva

Ragazza del villaggio in cui vive Mattia, di cui quest'ultimo si innamora. è costretta a sposare il Malagna . Ha un figlio che però è dello stesso Mattia.

[modifica] Anselmo Paleari

Padrone della casa in cui Adriana risiede, è un appassionato delle teorie sulla post-morte e sul soprannaturale.

[modifica] Al cinema

Sono tre le riduzioni cinematografiche dell'opera di Pirandello.

La prima - muta - risale già al 1924: Il fu Mattia Pascal, per la regia del francese Marcel L'Herbier e con Ivan Mosjoukine nel ruolo di Mattia.

Nel 1937 è ancora la volta di un regista francese, Pierre Chenal, che scelse Pierre Blanchar come protagonista per il suo Il fu Mattia Pascal.

La più recente versione è italiana: nel 1985 Mario Monicelli dirige Le due vite di Mattia Pascal, una versione trasferita ai giorni nostri, con Marcello Mastroianni.

[modifica] A teatro

Il romanzo di Pirandello è stato adattato anche per il teatro, nel 2004, da Tullio Kezich. Massimo Dapporto recitava la parte di Mattia Pascal....

[modifica] Nei fumetti

Il numero 67 di Dylan Dog, intitolato "L'Uomo Che Visse Due Volte", è il romanzo di Pirandello in chiave horror: si narra infatti di un uomo che ha perso la memoria, un certo Matthew Pascal, che deve fare i conti con la sua metà oscura, che di nome fa Adrian Mehis.

[modifica] Altri progetti

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