Giorgio II di Grecia
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Giorgio II di Grecia, in greco Γεώργιος Β' [Geōrgios] Βασιλεύς των Ελλήνων (Tatoi, 20 luglio 1890 – Atene, 1 aprile 1947), fu re della Grecia dal 27 settembre 1922 al 25 marzo 1924 e dal 3 novembre 1935 al 1 aprile 1947.
Primogenito di Costantino I di Grecia della casata reale dei Glücksburg e della Principessa Sofia di Prussia. Succedette al padre dopo la sua abdicazione, e alla sua morte gli succedette il fratello Paolo di Grecia.
Il 27 febbraio 1921 sposò la Principessa Elisabetta di Romania, figlia del Re Ferdinando di Romania e la Principessa Maria di Edimburgo, a Bucharest. Non ebbero figli ed il 6 luglio 1935 divorziarono.
Nel 1917 seguì suo padre in esilio, e nel 1920 tornò con questi dopo la morte di suo fratello Alessandro e la sconfitta elettorale di Eleftherios Venizelos. Il 27 settembre 1922 suo padre abdicò e Giorgio gli succedette sul trono greco. Verso la fine del 1923 gli fu chiesto dal governo di partire dalla Grecia “in ferie” mentre l’Assemblea Nazionale considerava la questione della forma futura del governo. Acconsentì e partì per la Romania, e dopo per la Gran Bretagna. Fu deposto ufficialmente quando il 25 marzo 1924 la Grecia fu dichiarata una repubblica. Il 3 novembre 1935 fu riportato sul trono dopo un colpo di stato militare contro la Repubblica. Approvò la stabilizzazione e sostenne la dittatura di Ioannis Metaxas (il "Regime del 4 agosto"). Malgrado le tendenze quasi fasciste del regime ed i forti legami economici con la Germania nazista, Giorgio rimase sempre favorevole alla Gran Bretagna e perciò, durante la Seconda Guerra Mondiale, la Grecia si schierò con gli Alleati.
Il 23 aprile 1941 abbandonò Atene con il resto del governo dopo l’invasione tedesca e andò a Creta. Dopo l’attacco aereo dai tedeschi sull’isola, però, si ritirò in Egitto. Di nuovo si recò in esilio in Gran Bretagna. Durante la guerra rimase riconosciuto internazionalmente come capo dello Stato greco, appoggiato dal governo in esilio e dalle forze greche nel Medio Oriente. Nella Grecia occupata, però, i partigiani di sinistra del EAM/ELAS trasformarono il loro movimento nel più grande movimento di resistenza, acquistando una notevole popolarità. Quando tuttavia la liberazione si avvicinò, la prospettiva che il Re tornasse causò contrasti tanto in Grecia quanto tra i greci all’estero. Una gran parte del popolo e molti politici rifiutarono il suo ritorno a causa del suo sostegno accordato alla dittatura di Metaxas, e si giunse all'accordo che la questione del suo ritorno e del futuro della monarchia sarebbero stati decisi con referendum nazionale.
Il referendum si svolse il 28 settembre 1946, fra accuse di frode elevate dalla sinistra, mentre il paese era coinvolto in una guerra civile (vedi la Guerra civile greca). Giorgio morì di un improvviso attacco cardiaco nel Palazzo Reale ad Atene, e a lui succedette suo fratello, Paolo di Grecia.
A causa dei suoi numerosi esili, si dice che egli affermasse che “l’oggetto più importante di un Re di Grecia è la valigia.”
Nel 1942 gli fu conferita la Croce di guerra norvegese.
[modifica] Onorificenze
[modifica] Voci correlate
Ottone (1833-1862) - Giorgio I (1862-1913) - Costantino I (1913-1917) - Alessandro (1917-1920) - Costantino I (1920-1922)
Giorgio II (1922-1924) - Giorgio II (1935-1947) - Paolo (1947-1964) - Costantino II (1964-1973)
