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Francesco Rutelli - Wikipedia

Francesco Rutelli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Stemma del Senato della Repubblica Italiana Parlamento Italiano
Senato della Repubblica
Sen. Francesco Rutelli

Luogo nascita Roma
Data nascita 14 giugno 1954
Luogo morte {{{luogo_morte}}}
Data morte {{{data_morte}}}
Titolo di studio Diploma di maturità classica
Professione politico, giornalista
Partito Partito Democratico
Legislatura XVI
Gruppo Partito Democratico
Coalizione L'Unione
Circoscrizione Umbria
Regione {{{regione}}}
Collegio {{{collegio}}}
{{{mandato}}}
Elezione {{{elezione}}}
Senatore a vita
Nomina {{{nomina_senatore_a_vita}}}
Data nomina {{{data_nomina_senatore_a_vita}}}
Incarichi parlamentari

III Commissione permanente (Affari esteri, emigrazione) dal 22 maggio 2008
Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica:
Membro: 21 maggio 2008
Presidente dal 22 maggio 2008

Pagina istituzionale
Stemma della Camera dei deputati Parlamento Italiano
Camera dei deputati
On. {{{nome}}}
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Luogo nascita {{{luogo_nascita}}}
Data nascita {{{data_nascita}}}
Luogo morte {{{luogo_morte}}}
Data morte {{{data_morte}}}
Titolo di studio {{{titolo}}}
Professione {{{professione}}}
Partito {{{partito}}}
Legislatura IX, X, XI, XIV, XV
Gruppo Partito Democratico
Coalizione L'Unione
Circoscrizione XV (Lazio)
Regione {{{regione}}}
Collegio {{{collegio}}}
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Elezione {{{elezione}}}
Senatore a vita
Nomina {{{nomina_senatore_a_vita}}}
Data nomina {{{data_nomina_senatore_a_vita}}}
Incarichi parlamentari

III Commissione (Affari esteri e comunitari) dal 6 giugno 2006

[{{{sito}}} Pagina istituzionale]

Francesco Rutelli (Roma14 giugno 1954) è un politico italiano.

Ha ricoperto le cariche di Ministro per i beni e le attività culturali e di Vicepresidente del Consiglio nel governo Prodi II, mentre è co-fondatore e co-presidente (assieme a François Bayrou) del Partito Democratico Europeo (PDE) presso il Parlamento europeo.

È stato eletto sindaco di Roma nel 1993 e nel 1997, carica che ha ricoperto fino al 2001. Inoltre è stato presidente nazionale e leader del partito politico "La Margherita" dal 2001 (anno della sua fondazione) fino allo scioglimento del partito avvenuto nel 2007.

È stato candidato sindaco di Roma nel 2008 per uno schieramento che ha raccolto varie liste, tra cui il Partito Democratico, L'Italia dei Valori, la Sinistra Arcobaleno e il Partito Radicale, ma è stato sconfitto da Gianni Alemanno al secondo turno, c.d. di ballottaggio.

Indice

[modifica] Biografia

Figlio di un architetto (Marcello Rutelli) e nipote dello scultore Mario Rutelli, autore di famose opere a Roma, studia presso il Liceo Classico Massimo, gestito dai gesuiti, finendo tuttavia il Liceo nello statale Socrate,[1] dove consegue la maturità classica. Si iscrive alla Facoltà di Architettura dell'Università La Sapienza, rimasto orfano dei genitori non porta a termine gli studi.

[modifica] L'attività politica nel Partito Radicale

Rutelli si avvicina alla politica iscrivendosi al Partito Radicale. Particolare è la decisione di aderire al partito di Marco Pannella: il giovane Rutelli infatti, dopo un'iniziale vicinanza al mondo cattolico, testimoniata dalla partecipazione ai "concorsi veritas",[2] le prove di cultura promosse dal Vaticano, decide di appoggiare i radicali dopo la morte della madre, con cui aveva un forte legame, e dopo alcuni scontri con i gesuiti che gestivano il liceo Massimo e non permettevano l'apertura della scuola anche alle ragazze.

Nel 1979, a 25 anni, è segretario regionale del Lazio del partito, e un anno dopo viene eletto alla segreteria nazionale.

Nel 1983 viene eletto alla Camera dei Deputati ed è capofila delle battaglie per i diritti civili proposte dai radicali. In questo periodo è arrestato per aver fumato uno spinello durante una manifestazione, come esempio di disobbedienza civile.[3]

Durante gli anni ottanta, il Partito Radicale diventa Partito Radicale Transnazionale, dunque non presenta più liste autonome alle elezioni e si trasforma in "un'associazione di cittadini, parlamentari e membri di governo di differenti nazionalità".

In questo quadro gli aderenti al movimento radicale, pur sentendo sempre la comunanza culturale laico-progressista, si iscrivono ad altri partiti: Francesco Rutelli, insieme ad altri amici, dopo un periodo in cui aveva incoraggiato l'attività comune dei gruppi parlamentari Radicale, Verde, e Demoproletario, iniziò la formazione delle liste Verdi Arcobaleno.

[modifica] Dall'uscita dal Partito Radicale alla nomina a Ministro

Nel 1989 il Partito Radicale si trasforma in Partito Radicale Transnazionale e cessa di partecipare a competizioni elettorali di qualunque natura. Il giovane Rutelli partecipa alla nascita, insieme ad alcuni compagni radicali ed a fuoriusciti di Democrazia Proletaria, di una nuova formazione ecologista di sinistra: i Verdi Arcobaleno, poi confluiti (con le Liste Verdi) nella Federazione dei Verdi, della quale diventa coordinatore nazionale nel 1992 e capogruppo alla Camera.

L'anno seguente Carlo Azeglio Ciampi lo vuole nel suo governo come ministro dell'Ambiente: Rutelli accetta, ma si dimette dopo solo un giorno, assieme agli altri ministri dei Verdi e del PDS, per protestare contro il Parlamento che ha negato l'autorizzazione a procedere penalmente contro Bettino Craxi, già presidente del Consiglio dei ministri. Famoso l'augurio che fa al leader socialista di "mangiare il rancio a San Vittore". Lo stesso Rutelli, nel 2000, ha ammesso che questa frase era stata "troppo forte e dura".

[modifica] Sindaco di Roma

Rutelli a Rocca di Papa (il quarto a partire da sinistra)
Rutelli a Rocca di Papa (il quarto a partire da sinistra)

Nel dicembre del 1993 la coalizione di centrosinistra lo propone come sindaco di Roma: Francesco Rutelli batte al ballottaggio Gianfranco Fini, leader del Movimento Sociale Italiano (poi Alleanza Nazionale) diventando, così, primo cittadino della capitale. È riconfermato in questa carica anche nel 1997, battendo il candidato del Polo delle Libertà Pierluigi Borghini.

Durante il suo secondo mandato da sindaco gestisce l'organizzazione del Giubileo del 2000. Sotto i mandati di Francesco Rutelli a Roma inizia la costruzione di due opere che verranno poi inaugurate dal successivo sindaco Walter Veltroni: l'Auditorium Parco della Musica di Renzo Piano e la nuova copertura dell'Ara Pacis dell'architetto Richard Meier.

Nel 1999 è eletto deputato al Parlamento europeo nelle file del movimento politico i Democratici (riformisti filoeuropeisti) in seguito alla fusione del movimento dei sindaci Centocittà, fondato con Massimo Cacciari ed Enzo Bianco.

[modifica] Leader dell'Ulivo e della Margherita

Nel 2001 è proposto dalla coalizione di centro-sinistra, L'Ulivo, quale candidato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. La coalizione guidata da Francesco Rutelli perde la competizione elettorale contro Silvio Berlusconi e la Casa delle Libertà, risultato che mina la sua leadership nel centro-sinistra.

Nel 2002 contribuisce a condurre I Democratici, il PPI e Rinnovamento Italiano a fondersi nel nuovo partito centrista della Margherita, di cui diviene presidente federale.

In questa veste fu favorevole al progetto della Federazione dei Riformisti (composta dai DS, dalla Margherita, dallo SDI e dal Movimento Repubblicani Europei) ed accolse la proposta di Romano Prodi di presentare alle elezioni europee del 2004 una lista unitaria Uniti nell'Ulivo.

In Inciucio Peter Gomez e Marco Travaglio sostengono che in quel periodo Rutelli abbia smesso di battersi contro la censura televisiva perché la moglie Barbara Palombelli ottenne un contratto da 300.000 euro con la RAI.[4]

[modifica] Gli incarichi nel Governo Prodi e nel futuro Partito Democratico

Rutelli a Trieste (2007)
Rutelli a Trieste (2007)

Nel maggio del 2005, dopo il buon risultato della Margherita alle elezioni regionali, portò il partito, pur continuando a sostenere il progetto della Federazione dei Riformisti, verso un primo veto alla presentazione della lista unitaria per le politiche del 2006, ma dopo il successo di partecipazione delle elezioni primarie dell'Unione, è promotore del rilancio di una lista comune con i DS, finalizzata al raggiungimento di quello che Rutelli considera un sogno politico: la costituzione di un grande Partito Democratico.

Al termine delle elezioni politiche del 2006 riceve un nuovo mandato parlamentare alla Camera. Il 17 maggio 2006 viene nominato Vicepresidente del Consiglio, carica che ricopre anche Massimo D'Alema nello stesso governo, e Ministro dei Beni Culturali del Governo Prodi II.

Dal 23 maggio 2007 è uno dei 45 membri del Comitato nazionale per il Partito Democratico che riunisce i leader delle componenti del futuro PD.

A fine luglio dichiara il proprio sostegno alla candidatura di Walter Veltroni a segretario del PD e si fa promotore di un manifesto politico-programmatico con altre note personalità del mondo della cultura e della politica intitolato "Per il coraggio delle riforme" (poi ribattezzato "Manifesto dei coraggiosi").Il manifesto è stato sottoscritto da alcuni esponenti e amministratori locali di quello che diventerà il Partito Democratico. Il nucleo del manifesto consiste in un incitamento al nuovo partito affinché si faccia promotore di riforme in senso liberale: crescita economica, snellimento burocratico, sì alle infrastrutture, tutela dell'ambiente e del clima, sostegno alle famiglie, impegno per la pace e la solidarietà con l'Africa. In chiusura del manifesto si sottolinea la necessità di attuare le riforme vincendo il "conservatorismo di sinistra" e, qualora il Governo Prodi non riuscisse ad attuare le riforme auspicate, indica la strada possibile di un centrosinistra diverso ("di nuovo conio") rispetto all'Unione. Il documento sostiene esplicitamente la candidatura Veltroni. Il manifesto ha visto l'adesione di

[modifica] Il ritorno come candidato sindaco a Roma

In seguito alle annunciate dimissioni da sindaco di Walter Veltroni per correre come candidato premier del Partito Democratico alle elezioni politiche del 13 e 14 aprile 2008, Francesco Rutelli annuncia l'8 febbraio una campagna d'ascolto della città della durata di 10 giorni per valutare una sua eventuale candidatura come sindaco della capitale. Durante questa campagna, che prende lo slogan di "Roma merita ascolto", conduce una serie di blitz a sorpresa nei vari quartieri della città per ascoltare dal vivo l'opinione degli abitanti. Il 18 febbraio 2008 scioglie la riserva e si candida a sindaco di Roma costituendo il Comitato per Rutelli Sindaco.

Il 27 febbraio annuncia il raggiunto accordo tra il Partito Democratico, di cui è un membro fondatore, e la Sinistra Arcobaleno per il sostegno della sua candidatura. Nei giorni successivi la sua coalizione registra l'alleanza con il Partito Radicale, L'Italia dei Valori e l'Unione Democratica dei Consumatori. Della coalizione fanno parte anche la Lista Civica per Rutelli, la Lista Under 30 e la lista I Moderati per Roma - Al centro con Rutelli.

Alle elezioni del 13 e 14 aprile ottiene il miglior risultato con il 45.77% dei voti (761.126 voti assoluti), seguito da Gianni Alemanno del centrodestra con il 40.74% dei voti (677.350 voti assoluti) e da altri candidati tra cui Francesco Storace de La Destra - Fiamma Tricolore, Luciano Ciocchetti dell'UDC, Serenetta Monti della Lista Civica Amici di Beppe Grillo e Franco Grillini del Partito Socialista. Al ballottaggio del 27 e 28 aprile 2008, tuttavia, è sconfitto da Alemanno, ottenendo il 46,343 % contro il 53,656 % del suo avversario.[5]

[modifica] La vicenda giudiziaria delle consulenze al Comune di Roma

La vicenda giudiziaria trae origine da un esposto-denuncia pervenuto alla Procura Regionale il 27 ottobre 1995 e trasmesso dai consiglieri comunali di Roma Antonio Alibrandi e Teodoro Buontempo che segnalavano la particolare situazione creatasi nell'ambito dell'Amministrazione in ordine alla copertura di posti dirigenziali ed all'affidamento di incarichi professionali a collaboratori esterni. Il processo presso la Corte dei Conti vede coinvolti l'allora sindaco di Roma Francesco Rutelli e altri tredici assessori della sua giunta comunale, oltre ad alcuni dirigenti dell'amministrazione comunale.

Processo di primo grado - Il 25 settembre 2001 c’è stato un processo con relativa condanna: Francesco Rutelli e vari membri delle giunta vengono condannati a restituire 2.238.664.265 di Lire.[6]

Appello - Successivamente un appello con conferma della condanna. Il danno va quantificato, secondo le indicazioni della parte attrice, in complessive 1.090.547.564 di Lire. Rutelli Francesco deve restituire 301.674.228 di Lire.[7]

Cassazione - La Corte di Cassazione Sezioni Unite Civili, 25 gennaio 2006, con la Sentenza n. 1379 rigetta il ricorso e quindi la condanna dell'appello risulta confermata.[8]

[modifica] Posizioni politiche

A settembre 2006, nell'ambito del dibattito sull'eutanasia riproposto dal Presidente Napolitano, ha dichiarato la sua contrarietà alla "dolce morte" «finché c'è speranza per il malato», ribadendo anche la necessità di evitare l'accanimento terapeutico.[9]

[modifica] Vita privata

Si è sposato con la giornalista Barbara Palombelli nel 1982 con rito civile. Dalla loro unione è nato Giorgio. Hanno inoltre tre figli adottivi: Francisco, Serena e Monica. Nel 1995 fu celebrato il matrimonio religioso dal cardinale Achille Silvestrini.[10]

Ama ascoltare la radio. Tra i suoi artisti preferiti: Baglioni, Bocelli, Morricone, Trovaioli e i Beatles. È tifoso della Lazio e della squadra romana di basket della Virtus.[citazione necessaria]

[modifica] Note

  1. ^ Francesco Rutelli - La vita & le opere. Oikos. URL consultato il 2007-03-15.
  2. ^ Giovanbattista Brambilla. Liff.it - Sfogliando la Margherita. Liff.it. URL consultato il 2007-03-12.
  3. ^ Le sette vite di Rutelli dall'antimilitarismo a Bava Beccaris. Il Secolo d'Italia. URL consultato il 2007-03-15.
  4. ^ "Recensione di Inciucio, di Peter Gomez e Marco Travaglio" su Indipendenza n. 19-20 (febbraio/maggio 2006), riportata sul sito di Marco Travaglio.
  5. ^ Elezioni Comunali del 27 - 28 aprile 2008 - II Turno. Ministero dell'Interno. URL consultato il 28/4/2008.
  6. ^ Sentenza di Primo Grado della Corte dei Conti sulle consulenze al Comune di Roma. Osservatorio sulla Legalità e sui Diritti. URL consultato il 2008-03-15.
  7. ^ Sentenza d'Appello della Corte dei Conti sulle consulenze al Comune di Roma. Associttadini. URL consultato il 2008-03-15.
  8. ^ Sentenza della Cassazione sulle consulenze al Comune di Roma. AmbienteDiritto.it. URL consultato il 2008-03-15.
  9. ^ Bertinotti: «Giusto l'invito di Napolitano». Corriere della Sera, 25 settembre 2006. URL consultato il 9-12-2007.
  10. ^ Marco Castoro. Rossella sorprende tutti: Palombelli al Tg5. il Tempo, 29 settembre 2006. URL consultato il 2007-03-15.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni

Predecessore: Sindaco di Roma (categoria) Successore:
Stemma di Roma
Franco Carraro 1993 - 2001 Walter Veltroni
MPE italiano Gruppo Lista di elezione Partito italiano Area Preferenze
1999 - 2004 ELDR I Democratici I Democratici - -
Predecessore: Presidente della Margherita Successore: [[Immagine:{{{immagine}}}|30x30px]]
nessuno 2002 - 2007 nessuno I
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con
con
nessuno {{{data}}} nessuno
Predecessore: Ministro per i Beni e le Attività Culturali Successore:
Rocco Buttiglione 17 maggio 2006 - 8 maggio 2008 Sandro Bondi I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Rocco Buttiglione {{{data}}} Sandro Bondi
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