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Fegato - Wikipedia

Fegato

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Un fegato di pecora. 1 lobo destro, 2 lobo sinistro, 3 lobo caudato, 4 lobo quadrato, 5 arteria epatica e vena porta, 6 linfonodi epatici, 7 cistifellea
Un fegato di pecora. 1 lobo destro, 2 lobo sinistro, 3 lobo caudato, 4 lobo quadrato, 5 arteria epatica e vena porta, 6 linfonodi epatici, 7 cistifellea

Il fegato è una ghiandola esocrina localizzata principalmente nell'ipocondrio destro e in parte nell'epigastrio e nell'ipocondrio sinistro. È l'organo più voluminoso del corpo umano dopo la cute. Gioca un ruolo fondamentale nel metabolismo e svolge una serie di processi tra cui l'immagazzinamento del glicogeno, la sintesi delle proteine del plasma e la purificazione del sangue. Inoltre produce la bile, importante nei processi della digestione.

I termini medici relativi al fegato utilizzano spesso l'aggettivo "epatico" o il prefisso "epato-", dal nome in lingua greca del fegato, hepar, hepatos (ἣπαρ, ἣπατος) ; il suo nome in italiano deriva invece dal latino iecur ficatum (fegato coi fichi), una ricetta in voga nell'antica Roma, che consisteva nell'ingrassare, riempire o cuocere il fegato d'oca con dei fichi.

Indice

[modifica] Anatomia

Vista dal basso
Vista dal basso

Il fegato di un essere umano adulto pesa tra 1,3 e 3,0 kg, è soffice e di colore marrone rosato. È la più grande ghiandola del corpo umano, in cui si trova immediatamente al di sotto del diaframma, sul lato destro dell'addome superiore. Si trova a destra dello stomaco e alloggia nella sua forma concava la cistifellea. Al lobo destro del fegato giungono due vasi sanguigni principali: l'arteria epatica e la vena porta. L'arteria epatica giunge dal tronco celiaco. La vena porta trasporta il sangue venoso dalla milza, dal pancreas e dall'intestino tenue in modo che il fegato possa metabolizzare le sostanze nutrienti e i sottoprodotti della digestione. Le vene del fegato sfociano nella vena cava inferiore. La bile prodotta nel fegato è raccolta nei canalicoli biliari che si uniscono a formare i dotti biliari. Questi successivamente sfociano nei condotti epatici destro e sinistro che a loro volta si fondono a formare il dotto epatico. Il dotto cistico, proveniente dalla cistifellea, si unisce al condotto epatico formando il dotto biliare. La bile può andare direttamente nel duodeno attraverso il dotto biliare o venire temporaneamente immagazzinata nella cistifellea attraverso il dotto cistico. Sia il dotto biliare che il dotto pancreatico entrano nel duodeno attraverso l'ampolla di Vater. Le ramificazioni dei condotti biliari ricordano in qualche modo quelle di un albero, per questo a volte viene usata l'espressione "albero biliare". Il fegato è uno dei pochi organi interni umani capaci di rigenerazione dei tessuti persi. Un fegato ridotto al 25% del volume iniziale può rigenerarsi in un nuovo organo intero. Questo è dovuto al fatto che gli epatociti possono comportarsi come cellule staminali unipotenziali (ovvero da un epatocita genitore possono nascere due epatociti figli). Sono inoltre presenti alcune cellule staminali bipotenziali, dette cellule ovali che possono differenziarsi sia in epatociti che in colangiociti (le cellule che formano i condotti biliari).

[modifica] Anatomia descrittiva

Il fegato è il più grande organo interno del corpo umano.
Il fegato è il più grande organo interno del corpo umano.

Il fegato è il più voluminoso dei visceri. È posto nella cavità addominale immediatamente al di sotto della porzione destra del diaframma. Svolge numerose funzioni: nell’ambito della digestione secerne in qualità di ghiandola esocrina la bile che poi riversa nel duodeno. Riceve il sangue refluo dalla milza, dallo stomaco, dall’intestino tenue e da parte dell’intestino crasso. Elabora i nutrienti in arrivo processandoli e reimmette il sangue attraverso le vene epatiche nella cava inferiore. Funge da organo di deposito per composti glucidici, lipoproteici e per alcuni materiali proteici svolgendo un ruolo importantissimo nell’omeostasi dei parametri ematochimici. Il fegato si presenta all’esame superficiale come un ovoide allungato trasversalmente, pesa circa 1,5 kg; la superficie è liscia e offre una faccia anterosuperiore convessa detta anche faccia diaframmatica e una faccia postero-inferiore piano-concava detta anche faccia viscerale, una faccia posteriore, un margine anteroinferiore, un margine postero-superiore e posteroinferiore. La faccia diaframmatica è attraversata dal solco sagittale superiore a livello del quale si ha la riflessione delle lamine peritoneali che costituiscono il legamento falciforme.

Il fegato non è più suddiviso, come si usava in base ai procedimenti anatomici, in lobi destro e sinistro dal legamento falciforme, ma viene invece studiato in base criteri vascolari. Il parenchima viene quindi diviso dal piano della vena porta in due metà orizzontali, una craniale e una caudale, mentre verticalmente si individuano tre piani che decorrono lungo le vene epatiche laterale, media e mediale. Il margine tra lobo destro e sinistro non è delimitato dal legamento falciforme, ma dalla vena media, che disegna un piano passante tra vena cava e fossa colecistica.
In base a questa segmentazione si distinguono cranialmente e lateromedialmente i segmenti VII, VIII, IVa, II, mentre in posizione caudale, sempre lateromedialmente abbiamo i segmenti VI, V, IVb, III. Il primo segmento, o lobo caudale, si trova posteriormente al lobo IVb, e può essere vascolarizzato sia dall'arteria di destra che da quella di sinistra.

Si possono trovare in corrispondenza del lobo di dx impressioni diaframmatiche, più in basso una depressione lasciata dall’arcata costale e più in alto solchi minori lasciati dalle coste. La faccia diaframmatica del lobo sx è meno estesa e convessa e presenta in prossimità del solco sagittale superore l’impressione cardiaca determinata dall’apice del cuore. La faccia anterosuperiore del fegato è quasi completamente in rapporto con la cupola diaframmatica, e tramite l’interposizione del diaframma si pone in contatto con la cavità pleurica di sx, con il pericardio, la faccia inferiore e l’apice del cuore. In avanti è in rapporto con la parete addominale (vedi triangolo di Labbè). La faccia posteroinferiore o viscerale si presenta come una superficie piano concava percorsa da 3 solchi: solco sagittale di dx, solco sagittale di sx e solco trasverso (quest’ultimo coincide con l’ilo epatico). Il solco sagittale di destra anteriormente presenta la fossa cistica e posteriormente la fossa della vena cava; tra le 2 fosse si pone il processo caudato]]. Il solco sagittale di sx presenta anteriormente il legamento rotondo(TERES), posteriormente il legamento venoso di Aranzio. Il solco trasverso coincide con l’ilo del fegato attraversata dall’avanti all’indietro da vena porta, arteria epatica e dotti epatici destro e sinistro. I solchi consentono di suddividere la faccia viscerale del fegato in 4 lobi. A dx del solco sagittale di dx vi è il lobo dx, a sx del solco sagittale di sx il lobo di sx, al davanti del solco trasverso il lobo quadrato e posteriormente ad esso il lobo caudato che invia un prolungamento detto processo caudato interposto tra fossa cistica e fossa della vena cava inferiore. La faccia posteriore o margine posteriore si presenta convessa posteriormente e nel suo punto di mezzo mostra l’incisura vertebrale dovuta al rapporto con T9 T10 e T11; in questo tratto la faccia posteriore del fegato si mette in rapporto con le formazioni che attraversano il diaframma che sono la vena cava inferiore l’aorta e l’esofago. In corrispondenza della faccia posteriore del fegato si trovano due linee di riflessione peritoneale che costituiscono il foglietto superiore e il foglietto inferiore del legamento coronario.Il piccolo omento è una riflessione peritoneale formata da due foglietti, che si estende dal solco trasverso alla prima porzione del duodeno (pars tensa) e al margine dx o piccola curvatura dello stomaco (pars flaccida). La pars tensa contiene al suo interno le formazioni del peduncolo epatico. Il legamento epatoduodenale viene a delimitare il foro epiploico di winslow. Al di sotto del rivestimento peritoneale il fegato è rivestito intimamente da una capsula fibrosa ricca di fibre collagene e povera di fibre elatiche detta GLISSONIANA, che si addentra nel parenchima inviando dei setti. In corrispondenza dell’ilo la capsula si ispessisce e penetra all’interno dell’organo accompagnando le ramificazioni dei vasi, dei condotti biliari e dei nervo. Il parenchima epatico è suddiviso in lobuli delimitati da connettivo. Ogni lobulo ha lamine cellulari di epatociti disposti in un monostrato e convergenti a raggiera verso l’asse del lobulo occupato dalla vena centrolobulare. Tra le lamine di epatociti corrono i sinusoidi epatici. I sinusoidi hanno parete formata da cellule endoteliali fenestrate senza membrana basale, quindi vengono a porsi in contatto con gli epatociti tramite uno stretto spazio detto di Disse, sito in cui vengono riversati gli elaborati del fegato. Vi si trovano inoltre particolari tipi cellulari, dette cellule di ITO o lipociti.Le cellule di kupffer assieme alle cellule della milza partecipano all’eritrocateresi e alla rimozione dal circolo di detriti particolari. Sono compresi nello spessore del rivestimento endoteliale da cui sporgono. Le cellule di ito, difficilmente distinguibili al microscopio ottico hanno nel citoplasma gocce lipidiche ripiene di vitamina A e sono capaci di sintetizzare componenti della matrice extracellulare tipo le fibre collagene. Sono coinvolte con qualche probabilità nel processo fibrotico caratteristico della cirrosi epatica. Gli epatociti hanno forma esagonale e formano lamine unicellulari anastomizzate e interposte tra i sinusoidi.

POLI VASCOLARI:facce che volgono verso i sinusoidi che presentano microvilli.

POLI BILIARI:superfici cellulari piane incavate a doccia in un tratto che vanno a delimitare con l’analoga fessuta dell’epatocita adiacente un canalino che è la parete del capillare biliare. I canalicoli non possiedono parete propria ma sono piccoli canali costituiti dalla membrana plasmatica di cellule adiacenti. I canalicoli biliari appartenenti a piani di epatociti adiacenti che si uniscono a formare i canali di Hering prima di sboccare nel canale biliare interlobulare.

[modifica] Anatomia funzionale

Per scopi quali la chirurgia epatica avanzata, è di cruciale importanza capire l'importanza del fegato sul sistema sanguigno e sul sistema biliare. L'area centrale, dove il dotto biliare, la vena porta e l'arteria epatica entrano nell'organo è l'ilo o "porta hepatis". Il dotto, la vena e l'arteria si dividono in due rami, destro e sinistro, ciascuno dei quali serve il lobo funzionale corrispondente. I lobi sono divisi da un piano che unisce la fossa della cistifellea con la vena cava inferiore. Nel sistema Coinaud i lobi funzionali sono divisi in un totale di otto segmenti, sulla base delle ramificazioni dei vasi sanguigni. I segmenti corrispondenti ai lobi dell'anatomia descrittiva sono i seguenti:

Lobo segmento di Couinaud
Caudato 1
Sinistro 2, 3
Quadrato 4
Destro 5, 6, 7, 8

[modifica] Fisiologia

Le funzioni del fegato sono espletate dalle cellule del fegato, gli epatociti.

Attualmente non esiste un organo artificiale capace di emulare tutte le funzioni del fegato. Alcune di esse sono emulate dalla dialisi epatica, trattamento sperimentale per casi di grave insufficienza epatica.

[modifica] Disintossicazione

Una delle principali attività del fegato è la disintossicazione dell'organismo da tossine, scorie ed altri elementi nocivi.

La più importante di tali azioni disintossicanti è la trasformazione dell'ammoniaca presente nel sangue (sostanza tossica derivata dalle proteine) in una sostanza tollerabile a concentrazioni più alte, l'urea. L'urea viene poi reimmessa nel sangue.

[modifica] Relazioni con altri organi

Le caratteristiche citologiche degli epatociti rispecchiano la funzione detossificante della ghiandola. Essi infatti presentano un reticolo endoplasmatico liscio molto abbondante. Quest'organulo infatti, oltre a presiedere alla sintesi di alcuni steroidi è intensamente implicato proprio nell'attività di detossifacazione di molecole potenzialmente nocive o estranee (alcool, farmaci, etc.)

[modifica] Malattie del fegato

Molte malattie del fegato sono accompagnate dall'itterizia causata dall'incremento dei livelli di bilirubina nell'organismo. La bilirubina è il risultato della decomposizione dell'emoglobina dei globuli rossi morti; normalmente viene rimossa dal fegato e escreta attraverso la bile.

  • l'epatite, infiammazione del fegato, viene causata da vari virus, ma anche da alcune sostanze tossiche, da malattie autoimmuni e da condizioni ereditarie;
  • la cirrosi epatica è la formazione di tessuto fibroso all'interno del fegato in sostituzione degli epatociti morti. La morte delle cellule epatiche può essere causata da epatite virale, alcolismo o intossicazione da altre sostanze tossiche;
  • l'emocromatosi è un disturbo ereditario che causa l'accumulazione di ferro nel corpo, portando nel lungo periodo ad un danno per il fegato;
  • tumori benigni come l'adenoma, l'angioma, l'iperplasia focale nodulare.
  • il cancro del fegato; primario come carcinoma epatocellulare o colangiocarcinoma oppure come metastasi di cancro in altre zone dell'apparato digerente;
  • la malattia di Wilson è un disturbo ereditario che causa l'accumulazione di rame nel corpo;
  • la colangite sclerotizzante primaria, una malattia autoimmune infiammatoria a carico del dotto biliare;
  • la cirrosi biliare primaria, malattia autoimmune dei dotti biliari minori;
  • la sindrome di Budd-Chiari, ovvero l'ostruzione della vena epatica
  • la sindrome di Gilbert, una malattia genetica del metabolismo della bilirubina.

Numerose sono anche le malattie del fegato in età pediatrica.

Le corrette funzionalità del fegato possono essere verificate attraverso numerosi test clinici dedicati, che misurano la presenza o l'assenza di enzimi tipici, metaboliti o sostanze legati ad una regolare attività del fegato.

[modifica] Sviluppo

Nel feto il fegato si sviluppa a partire dal diverticolo epatico e attinge al sangue delle vene vitelline che trasportano il sangue dal sacco vitellino. La parte superiore del diverticolo dà origine agli epatociti e ai dotti biliari, quella inferiore diventa la cistifellea con il dotto cistico.

Durante lo sviluppo del feto la principale fonte di sangue per il fegato è la vena ombelicale, che trasporta al feto le sostanze nutrienti. La vena ombelicale entra nell'addome all'altezza dell'ombelico e sale lungo l'estermità libera del legamento falciforme fino alla superficie inferiore del fegato, dove si unisce al ramo sinistro della vena porta. Il dotto venoso porta il sangue dal ramo sinistro della vena porta al ramo sinistro della vena epatica e quindi alla vena cava inferiore, permettendo al sangue della placenta di aggirare il fegato del feto.

Nel feto il fegato si sviluppa durante la gestazione e non esegue le normali funzioni di purificazione del sangue. Non esegue nemmeno le operazioni connesse alla digestione, dato che il feto viene nutrito direttamente dal sangue della madre attraverso la placenta. Il fegato del feto rilascia alcune cellule staminali che migrano fino al timo del feto e produce globuli rossi e linfociti T. Dopo la nascita, la produzione delle cellule staminali si sposta nel midollo osseo.

Entro cinque giorni dalla nascita la vena ombelicale e il dotto venoso si chiudono, il primo diventa il ligamentum teres e il secondo il ligamentum venosus. In caso di cirrosi o ipertensione della vena porta, la vena ombelicale può nuovamente riaprirsi.

[modifica] Il fegato come alimento

Fegato di maiale
Valori nutrizionali per 100 g
Calorie 561 KJ
Proteine 21 g
Grassi 3,7 g
Carboidrati 2,5 g
Ferro 23 mg
Sodio 87 mg
Vitamina A 6500 µg
Fonte: USDA database

I fegati di mammiferi e uccelli sono normalmente consumati come cibo. Sia questi che i fegati di pesce sono ricchi di vitamina A, di cui l'olio di fegato di merluzzo è usato come integratore dietetico. Un eccesso di vitamina A può essere tossico, viene raccomandato di non superare i 3000 µg al giorno, corrispondenti a circa 50 g di fegato di maiale crudo [1], tuttavia un'acuta intossicazione da vitamina A è poco probabile da aversi per assunzione di fegato, è più probabile invece se si fa ricorso ad integratori alimentari specifici [2]

[modifica] Il fegato nelle culture umane

Nella mitologia greca, Prometeo fu punito dagli dèi per aver rivelato agli esseri umani il segreto del fuoco. Per punizione fu incatenato ad una roccia e a farsi mangiare il fegato da un avvoltoio o da un'aquila ogni giorno, con il fegato che ogni notte si rigenera. È possibile che nell'antica Grecia ci si fosse resi conto che il fegato è l'unico organo umano capace di rigenerarsi, forse notando la sopravvivenza di alcuni dei feriti in battaglia.

Il Talmud (trattato Berakhot 61b) vede nel fegato la sede della rabbia e nella cistifellea il suo contrario.

In arabo e in farsi il fegato è spesso usato come figura retorica per indicare il coraggio; lo stesso avviene per l'espressione in italiano "avere fegato".

[modifica] Note

  1. ^ A. Aggrawal, Morte da Vitamina A
  2. ^ Myhre et al., "Preparati a base di retinolo solido, emulsionato o solubile in acqua sono più tossici dei preparati oleosi", Am. J. Clinical Nutrition, 78, 1152 (2003)

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni


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