Difterite
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Difterite | |
Classificazione e risorse esterne | |
ICD-9-CM | (EN) 032 |
ICD-10 | (EN) A30 |
La difterite è una malattia infettiva, acuta e contagiosa, con la caratteristica di creare placche sulle mucose, particolarmente delle vie aeree.
Indice |
[modifica] Eziologia
La difterite è provocata da un batterio specifico, aerobio, immobile e non sporigeno, il Corynebacterium diphtheriae, la cui scoperta si deve a Edwin Klebs nel 1883.
La diffusione della malattia nell'uomo avviene per contatto diretto, caratterizzandosi specificamente con:
- a livello topico, formazione di pseudomembrane molli di colore grigio, costituite da leucociti e fibrina capaci di agglomerare i microbi patogeni;
- a livello generale, un processo di intossicazione, dovuta al propagarsi del microbo patogeno proveniente dal punto di contagio.
[modifica] Diffusione
La difterite è una malattia endemica con caratteristiche stagionali, diffusa nei climi temperati, ove coinvolge soprattutto l'apparato respiratorio, con picco di incidenza nei mesi freddi. Prima dell'introduzione della vaccinazione era principalmente una patologia infantile, colpendo fino al 10% dei bambini, che divenivano suscettibili a 6-12 mesi di vita (ossia al momento della scomparsa delle IgG materne dal circolo). Tassi di mortalità del 30-40% erano frequenti se la malattia non era trattata, e raggungevano il 50% in caso di epidemie.
[modifica] Patogenesi
La tossina difterica agisce sia a livello locale sia a livello sistemico. A livello locale contribuisce direttamente alla formazione della pseudomembrana, mentre a livello sistemico causa miocardite, neurite e necrosi di vari organi (reni, fegato, surreni).
[modifica] Tipologia
Esistono alcune forme di difterite particolari:
- Difterite ombelicale, un tipo particolare di difterite che colpisce i neonati. Si tratta della forma molto grave di difterite, per quanto sia la più rara. La tossina difterica raggiunge il circolo del neonato attraverso i grossi vasi ombelicali. Le lesioni conseguenti, molto gravi, sono a carico del cuore e del sistema nervoso.
[modifica] Clinica
L'esordio è solitamente graduale, con febbre relativamente modesta, mal di gola, stanchezza; in meno della metà dei pazienti si ha disfagia, cefalea, cambiamenti nel tono della voce. Nel 10% circa dei pazienti è presente edema del collo, fenomeno associato ad un aumento del rischio di mortalità. Se è presente un grave stato tossico si può avere una stanchezza profonda associata a pallore e tachicardia.
[modifica] Profilassi
La difterite viene trattata grazie all'ausilio di un siero, sviluppato dal biologo francese Emile Roux nel 1894. Il siero antidifterico, unica soluzione utilizzata, viene inoculato per via intramuscolare, con dosi variabili a seconda del grado di infezione tossica raggiunta.
Oggi, per l'immunizzazione dei nuovi nati, si usa un vaccino costituito da anatossina difterica che è stato prodotto per la prima volta nel 1920.
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