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Catenaccio - Wikipedia

Catenaccio

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Il catenaccio di Rappan e Herrera: 5-4-1 (5-3-2) con libero
Il catenaccio di Rappan e Herrera: 5-4-1 (5-3-2) con libero

Il catenaccio è un modulo di gioco del calcio. Consiste prevalentemente in uno schieramento 5-4-1 che si caratterizza per una spiccata propensione difensiva.

Sotto la definizione di catenaccio ricadono una serie di moduli e schemi che hanno come summa il particolare atteggiamento del reparto difensivo di una squadra, volto essenzialmente ad impedire i goal della squadra avversaria, chiudendo a chiave, appunto, la propria porta. Il termine catenaccio ha dato origine all’aggettivo catenacciaro (al giorno d'oggi utilizzato con fini quasi sempre spregiativi) per indicare l'allenatore o la squadra dediti alla difesa a oltranza, alla distruzione del gioco altrui e alla rinuncia a costruire qualsiasi trama di gioco d’attacco pur di non permettere che gli attaccanti avversari giungano a tirare in porta.

Indice

[modifica] Storia

[modifica] Origini

Nonostante il nome italiano con cui è ormai noto anche nelle altre lingue, il catenaccio ebbe le sue origini negli anni trenta in Svizzera, per iniziativa del tecnico austriaco Karl Rappan (1905-1996).

Rappan propose per la prima volta il catenaccio nel 1932 quando sedeva sulla panchina del Servette. Nel modulo cosiddetto del "sistema", in auge nel calcio di allora, i difensori erano tre (due terzini ed un difensore centrale, detto stopper), generalmente impegnati in una marcatura a uomo. Evolvendo da questo schema Rappan ebbe l'idea di togliere i due mediani da centrocampo: uno di essi venne affiancato alla linea difensiva, che veniva così portata a quattro uomini; l'altro mediano veniva arretrato dietro la linea dei difensori, rendendolo "libero" da qualsiasi compito di marcatura fissa; il libero era infatti destinato a eventuali raddoppi di marcatura e a recuperare i palloni eventualmente sfuggiti ai compagni di reparto.

Rappan ripropose il catenaccio allorché si trovò a guidare la nazionale elvetica al campionato del mondo del 1938 in Francia. Con questa variazione del sistema, che fu battezzata in francese, verrou cioè, appunto, "catenaccio", la modesta nazionale Svizzera ben figurò nel torneo, eliminando la Germania al primo turno e arrivando fino ai quarti di finale, nei quali cedette all’Ungheria, futura finalista.

[modifica] Dall'Italia al resto del mondo

Nereo Rocco
Nereo Rocco

Nereo Rocco fu tra i primi ad applicare il catenaccio in Italia, fin dal 1946/47, sua prima stagione come tecnico della Triestina. Il modulo di Rocco, cui talora ci si riferisce come il "vero" catenaccio, prevedeva comunemente una formazione del tipo 1-3-3-3 con un atteggiamento rigidamente difensivo. Alcune variazioni sul tema prevedevano schemi come l'1-4-4-1 e 1-4-3-2.

Valendosi di questo schema Rocco riuscì addirittura a portare la squadra giuliana ad un sorprendente secondo posto finale nel campionato 1947/48), ripetendosi dieci anni dopo col Padova, giunto terzo nella stagione 1957/58. Una volta passato sulla panchina del Milan, riuscì a vincere nel decennio dei sessanta due titoli italiani, due Coppe dei Campioni, una Coppa intercontinentale ed una Coppa delle Coppe.

Helenio Herrera
Helenio Herrera

Un altro famoso interprete del catenaccio fu l’allenatore argentino dell'Inter Helenio Herrera che, sempre negli anni sessanta, era solito adottarlo per ottenere la vittoria senza particolari preoccupazioni per quanto riguarda lo spettacolo. Spesso, infatti, le partite terminavano con il risultato favorevole di 1-0, frutto di una condotta di gara accorta e molto concreta.

Nella versione di Herrera il catenaccio assomigliava alla primitiva versione di Rappan: il modulo prevedeva lo schieramento di quattro difensori cui erano assegnati compiti di stretta marcatura sull'uomo con un libero alle loro spalle. Davanti al pacchetto arretrato si posizionava un regista (generalmente Suárez), capace di lunghi e precisi passaggi per superare il centrocampo avversario e servire i centrocampisti avanzati e le punte. Anche Herrera collezionò allori in ogni campo: con l'Inter ottenne tre scudetti, un primo posto a pari merito col Bologna poi vincitore dello spareggio, due secondi posti, due Coppe dei Campioni e due Coppe intercontinentali.

In reazione ed in opposizione al catenaccio, verso la fine degli anni Sessanta nacque, soprattutto ad opera delle squadre del nord Europa, la filosofia del "calcio totale", destinata a dominare negli anni Settanta con squadre di club come l'Ajax e le nazionali di Olanda e Germania. La finale di Coppa dei Campioni del 1967 tra l'Inter di Herrera e gli scozzesi del Celtic di Glasgow può essere considerata un vero e proprio passaggio di consegne tra le due scuole. L'Inter andò in vantaggio su rigore con Mazzola all'8° minuto del I tempo, difendendosi poi dai veementi assalti del Celtic, che pareggiò al 65° (goal di Gemmel) e passò in vantaggio all'85° (Chalmers), vincendo il trofeo e ponendo fine al ciclo della "Grande Inter". Il Celtic durante l'incontro aveva tirato in porta in almeno quaranta occasioni. Tra le dichiarazioni del dopo partita si registrò anche quella di Herrera: "Il Celtic ha meritato di vincere, e la loro è stata la vittoria dello sport".

[modifica] Il catenaccio oggi

Oggi il catenaccio, almeno nella sua forma più rigidamente difensivistica, è caduto in disuso, sebbene venga adottato da un discreto numero di squadre più deboli per mascherare il divario tecnico che le separa dai grandi club. Una visione stereotipata ma ancora molto diffusa internazionalmente attribuisce alle squadre italiane l'utilizzo del catenaccio, sebbene oramai molti club italiani preferiscano adottare moduli più moderni come il 4-4-2, con i difensori liberi di spostarsi in tutte le zone del campo.

Differente è il discorso per quanto riguarda la nazionale che, soprattutto con Maldini e Trapattoni, ha utilizzato in diverse competizioni di primo piano (mondiali '98 e 2002) schemi in qualche modo riconducibili al vecchio "catenaccio".

[modifica] Squadre che hanno utilizzato il catenaccio

Ecco una lista di squadre che guadagnarono alcuni successi giocando con il catenaccio:

[modifica] Voci correlate


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