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Castelforte - Wikipedia

Castelforte

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Castelforte
Panorama di Castelforte
Castelforte - Stemma
Nome ufficiale: {{{nomeUfficiale}}}
Stato: bandiera Italia
Regione: Lazio
Provincia: stemma Latina
Coordinate: 41°18′0″N 13°50′0″E / 41.3, 13.83333
Altitudine: 130 m s.l.m.
Superficie: 29 km²
Abitanti:
4.254
Densità: 147 ab./km²
Frazioni: Suio 
Comuni contigui: Coreno Ausonio (FR), Rocca d'Evandro (CE), Sant'Andrea del Garigliano (FR), Santi Cosma e Damiano, Sessa Aurunca (CE), Vallemaio (FR)
CAP: 04021
Pref. tel: 0771
Codice ISTAT: 059004
Codice catasto: C104 
Nome abitanti: castelfortesi 
Santo patrono: San Giovanni Battista 
Giorno festivo: 24 giugno 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
Portale:Portali Visita il Portale Italia

Castelforte è un comune di 4.254 abitanti della provincia di Latina. Medaglia d'oro al valor civile.

Indice

[modifica] Collocazione

Il comune di Castelforte è sito al confine sud-orientale della Provincia di Latina, alle estreme propaggini del massiccio dei Monti Aurunci, gli antichi Montes Vescini. Il centro storico si trova su di un altura collinare, così come anche la frazione Suio. Da queste colline si domina la valle del fiume Garigliano. Il territorio comprende la valle che collega le due alture. Per quanto riguarda le comunità confinanti confinanti, il Garigliano divide Castelforte dal Comune di Sessa Aurunca (CE), quindi dalla Regione Campania; confina a nord-est con i Comuni di Coreno Ausonio (FR), Vallemaio (FR) e Sant'Andrea del Garigliano (FR); confina ad ovest con il Comune di Santi Cosma e Damiano (LT).

[modifica] Toponimo

Il nome Castelforte deriva dal latino Castrum Forte. L’aggettivo Forte forse è dovuto all’ottima posizione strategica di difesa data la posizione di vedetta sulla valle del Garigliano ed in particolare sulla foce stessa del fiume, una volta navigabile.

[modifica] Storia

Non si hanno notizie esatte sulla fondazione di Castelforte. Alcuni studiosi, tra i quali Figlioli sostengono che Castelforte sia sorto sulle rovine dell’antica città di Vescia, appartenente alla Pentapoli Aurunca, distrutta dai romani nel 340 a.C.

Su tutto il territorio del Comune giacciono una grande quantità di antiche vestigia, ma non si hanno notizie storiche esatte risalenti all’epoca preromana e romana a parte quelli relativi alle imponenti Terme Vescinae. Erano ubicate nel territorio delle attuali Terme di Suio, frazione di Castelforte, molto frequentate in epoca Imperiale, databili con certezza al III secolo; comunque l’esistenza della fonte termale era nota anche in epoca percedente.

Castrum Forte nacque indubbiamente prima dell'anno 1000 come difesa del retroterra od anche come rifugio degli abitanti della piana sottostante. L’impostazione urbana è di una tipica pizza d’armi: ciò si può rilevare dalla cinta muraria munita di torrioni circolari, dalla porta di accesso e dal maschio imponente, punto di avvistamento e di comunicazione con le altre fortificazioni della zona. Il castello più vicino a Castrum Forte è Castrum Suji, a Suio. Per questa che è la frazione più importante si hanno dati sulla fondazione più certi. Sorta prima di Castelforte era strettamente legata al controllo delle proprietà del monastero di Montecassino. Entrambi i castelli erano posti in posizione tale da costituire un ottimo punto di vedetta e di guardia al fiume Garigliano, all'epoca importante via fluviale di comunicazioni tra Montecassino ed il mar Tirreno.

Appare verosimile l’ipotesi che i primi insediamenti avvennero tra l’881 ed il 915 come risposta al campo trincerato saraceno, base per scorrerie, che in quel periodo sorgeva sulla riva destra del Garigliano. Nella località tuttora chiamata Vattaglia (cioè battaglia, in dialetto) si ebbe nell’agosto 915 lo scontro delle truppe della lega voluta dal Papa Giovanni X. Truppe guidate in campo dal papa stesso accorsero da tutto il regno d’Italia, appena ricostituito, per scacciare i Saraceni dai loro insediamenti sulla penisola. Alla lega partecipavano anche Longobardi e Bizantini. La battaglia del Garigliano fu il capitolo conclusivo della guerra. Tra i nobili che parteciparono alla battaglia si ricordano Alberico duca di Spoleto, Atenolfo II di Capua e figlio Landolfo II, Guasinaro II di Salerno, il duca di Napoli Gregorio IV, Giovanni I e lo stratega Niccolò Picingli, inviato da Bisanzio. Per tre mesi gli arabi resistettero in attesa di aiuti dalla Sicilia. Poi tentarono di fuggire sui monti, ma vennero raggiunti e sconfitti e così finì un lungo periodo di terrore per la Terra di San Benedetto.

Nell’ottobre del 1079 l’abate Desiderio concesse agli abitanti di Suio le “Chartae libertatis” ovvero “Carte di franchigia”, come aveva già fatto nel 1061 per Traetto in quanto nuova terra acquisita dalla Signoria di Montecassino. Queste carte includevano una serie di privilegi molto moderni.

Nel 1320, col permesso di Re Roberto d’Angiò, si erano stabiliti in pianura molti cittadini di Castri Sugii per coltivare i campi. A causa della malaria si trasferirono a Castri Forte che era assurto come il centro più importante della zona.

A Castelforte sostò Consalvo di Cordova che conduceva l’esercito spagnolo che nella battaglia del Garigliano del 29 dicembre 1503 pose fine al dominio francese sul meridione d’Italia. Ai piedi di Suio fu gettato un ponte che permise di assalire le truppe francesi di sorpresa.

Castrum Forte, la valle del Garigliano, il mar Tirreno
Castrum Forte, la valle del Garigliano, il mar Tirreno

È del 1620 il primo documento che attesta la disputa territoriale con la comunità di Santi Cosma e Damiano, allora chiamata de' I Casali. La disputa che dura fino ad oggi e nei secoli sono avvenute anche diverse aggregazioni amministrative delle due comunità.

Dal gennaio 1640 al maggio 1645, Severino Fusco, nato a Castelforte in una nobile famiglia, fu abate a Montecassino.

Tra il 1798-99 le truppe Napoleoniche attraverso l'Italia spodestando i regnanti. In questo periodo i Castelfortesi insorgono contro gli invasori e contribuirono con due compagnie di volontari alle truppe a massa di Fra' Diavolo. La prima compagnia di 105 uomini era comandata da Filippo Gionta, la seconda di 93 uomini comandata da Giuseppe Vellucci. Il sacerdote di Castelforte Don Benedetto Ciorra partecipò come cappellano. Castelforte fu assediato per ritorsione dalle truppe Franco-Polacche del gen. Dambroski nel giorno di Pasqua del 1799 ed espugnato. Seguì la rappresaglia contro la popolazione. I morti castelfortesi furono 34 ai quali devono aggiungersi gli abitanti Santi Cosma e Damiano che avevano lottato al loro fianco.

Nel 1807 Suio fu aggregato amministrativamente in maniera definitiva a Castelforte per mancanza di popolazione.

A Castelforte si costituì cellula di tipo carbonaro, la Grande Unione dell’Unità d’Italia, ispirata alle idee mazziniane. Molti Castelfortesi subirono un lungo processo per questo nell'anno 1848 dalla Gran Corte Criminale di Santa e furono imprigionati.

Il 15 gennaio 1905 nasce a Castelforte Giuseppe Aloia, futuro capo di stato maggiore dell'Esercito e della Difesa.

Nel 1943-44, durante la risalita delle truppe alleate verso Roma, per oltre nove mesi Castelforte fu sottoposto ad incessanti bombardamenti parte degli alletati che contrastare i Tedeschi che qui tenevano la linea Gustav. Centinaia di Castelfortesi sono morti per i bombardamenti, le mie e gli scoppi dei residuati bellici; molti non sono sopravvisuti anche alle vessazioni o trucidati dagli occupanti tedeschi. Nell'area di Castelforte fu attivo il Gruppo Aloia, una divisione partigiana alle dipendenze dell'allora tenente colonnello Giuseppe Aloia.

Il Comune di Castelforte fa parte della Comunità Montana Zona XVII dei Monti Aurunci e della Associazione Nazionale Comuni Termali (ANCOT).

Per approfondire, vedi la voce Suio.

[modifica] Dialetto

Castelforte si trova in una delle zone d'Italia a maggiore frammentazione dialettale: il dialetto racchiude influssi Campani e Ciociari e caratteritiche endogene. La frammentazione è tale che tra Castelforte, la frazione Suio, Santi Cosma e Damiano e Ventosa con i quali forma un'unico agglomerato urbano, vi sono vocaboli diversi.

A Castelforte molti vocaboli sono di origine "altomeridionale", ma vi è un vocalismo (sia tonico che atono) abbastanza affine al tipo "sabino" o "mediano". Si pronunciano tutte le 7 le vocali fonetiche italiane, laddove il Campano usa la "e" indistinta. L'indicativo passato tipicamente usato è il tempo passato prossimo, es. "so jito" per "sono andato" o "andai", mentre nei dialetti campani si usa per lo più il passato remoto, es. "ietti"; nel Castelfortese si usa la forma "a +infinito" in luogo del gerundio, es. "steo a fatià" per "stavo lavorando", invece forma tipiche campane è "faticannë".

Vi sono poi espressioni affini a quelle delle zone dei Monti Lepini: "glió" per "il" o "lo", "abbìa" per "soltanto", "a cché té" per "dalle parti di", "èsso-glió" per "eccolo", ecc. Alcune parole vengono rafforzate con l'aggiunta del postfisso "-né", proprio anche del Romanesco antico; in particolare per rimarcare un pronome personale di prima e seconda persona singolare ("i-né", "tu-né") o per le risposte a domanda in genere("sì-né", "no-né", "la-né").

Il Castelfortese conserva dal latino il genere neutro singolare per nomi di sostanze e materie e per parole che non ammettono forma plurale (con alcune eccezioni): maschile) "glió/chìglio cane" per "il/quel cane", neutro) "lo/chello pane" per "il/quel pane".

[modifica] Onorificenze

Il Comune è stato insegnito della Medaglia d’oro al valor civile per atti di abnegazione durante il secondo conflitto mondiale.

Medaglia d'oro al valor civile - nastrino per uniforme ordinaria

Medaglia d'oro al valor civile

«Centro strategicamente importante, situato sulla linea Gustav, durante l’ultimo conflitto mondiale si trovò al centro degli opposti schieramenti, subendo ogni sorta di violenza dalle truppe tedesche e marocchine e un gran numero di bombardamenti da parte alleata, che provocarono numerosissime vittime civili e la quasi totale distruzione dell’abitato. La popolazione tutta, con fierissimo contegno, resistette alle più dure sofferenze, offrendo un ammirevole esempio di coraggio ed amor patrio.»
— 1943/1944


[modifica] Amministrazione comunale

Sindaco: Giampiero Forte (lista civica) dal 29/05/2007
Centralino del comune: 0771 60791
Email del comune: a.tecnica@tiscali.it

[modifica] Altre Informazioni Amministrative

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti

[modifica] Fonti

  • Giuseppe Tommasino, Aurunci Patres, tipografia “Eugubina” 1942
  • Angelo Nicosia, Il Lazio meridionale tra antichità e medioevo, Caramanica 1995
  • Aldo Di Biasio, Il passo del Garigliano nella storia d’Italia, Caramanica
  • Angelo De Santis, Saggi e ricerche di storia patria Vol. I, “Il Golfo” 1989
  • Cosmo Damiano Pontecorvo, I Casali di Ss. Cosmo e Damiano e la Terra di Castelforte, “Il Golfo” 1985
  • Renzo Di Bella, Suio, borgo medioevale, Grafiche Emmegi 2004
  • Piera Casale, Gli anni della ricostruzione nel Sud Pontino, Elsa di Mambro editore 2004
  • Erasmo Falso, Ventosa, antico paese del sud, D’Arco edizioni 2004
  • Raffaele Tucciarone, I Saraceni nel ducato di Gaeta e nell’Italia centromeridionale, Gaetagrafiche 1991
  • Duilio Ruggiero, La Pasqua castelfortese del 1799, Caramanica 1999
  • A cura di Gioacchino Giammaria, Castelli del Lazio meridionale, Laterza 1998
  • Alvise Schanzer Per la conoscenza dei dialetti del Lazio sud-orientale: lo scadimento vocalico alla finale (primi risultati) , “Contributi di filologia dell’Italia mediana III” 1989
  • Franceso Avolio Il confine meridionale dello Stato Pontificio e lo spazio linguistico Campano, “Contributi di filologia dell’Italia mediana VI” 1992

[modifica] Voci correlate

  • Lazio Portale Lazio: accedi alle voci di Wikipedia che parlano di Lazio


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