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Burt Lancaster - Wikipedia

Burt Lancaster

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Burt Lancaster in un'immagine tratta dal trailer di Sfida all'O.K Corral
Statuetta dell'Oscar Oscar al miglior attore 1961

Burt Lancaster, nome completo Burton Stephen Lancaster (New York2 novembre 1913 – Century City, 20 ottobre 1994), è stato un attore e regista statunitense.


Indice

[modifica] Biografia

Burt Lancaster nasce a Harlem, uno dei quartieri più poveri di New York, quarto di cinque figli di James Lancaster, impiegato postale di origine irlandese.

Si iscrive alla DeWitt Clinton High School e vince (per meriti sportivi) una borsa di studio alla New York University, ma vi rinuncia per dedicarsi alla sua più grande passione, fare l'acrobata. Insieme all'amico Nick Cravat dà vita al duo acrobatico Lang & Cravat e si esibisce come trapezista al Kay Brother Circus che dava spettacoli in Virginia. Nel 1935 sposa una collega del circo, June Ernst, anche lei trapezista. Il matrimonio durerà poco, ma i due si lasciano da buoni amici.

Nel 1941, dopo 10 anni di attività circense, si sloga un polso ed è costretto a trovarsi un'altra occupazione. Lavora per qualche tempo come commesso in un grande magazzino, poi in una fabbrica di refrigeratori, infine alle biglietterie per i concerti organizzati dalla CBS di New York.

Si arruola volontario durante la seconda guerra mondiale dove viene destinato ai servizi speciali. Nel giugno 1943 viene inviato in Africa settentrionale, successivamente sbarca in Italia con le truppe alleate. Proprio in Italia incontra Norma Anderson, ausiliaria dell'esercito, vedova di guerra e già madre di un bambino. La storia sentimentale che nasce fra i due sfocia, dopo la fine della guerra, nel matrimonio. Norma darà a Burt cinque figli e la loro unione durerà ventitré anni.

Nel 1945 la sua vita cambia quasi per caso: in ascensore un agente teatrale lo nota per il suo fisico atletico e, scambiandolo per un attore, gli propone la parte di un sergente tutto d'un pezzo in un lavoro teatrale di Broadway, A Sound of Hunting. Si tratta di un dramma bellico, da cui nel 1952 sarà tratto anche il film Otto uomini di ferro.

A Broadway avviene l'incontro con Harold Hecht, che diventa suo agente nonché suo amico, e gli procura un provino a Hollywood. Nel 1946 il produttore Hal B. Wallis lo scrittura per due film all'anno per sette anni, ma Lancaster riesce a far inserire nel contratto una clausola che gli permette di girare un terzo film all'anno per un'altra casa di produzione.

Proprio grazie a questa clausola, nell'attesa che arrivi il ruolo per il quale è stato scritturato (Furia nel deserto sarà pronto soltanto un anno dopo), gira intanto per la Universal il suo primo film, I gangsters (1946), basato su un racconto di Hemingway, che lo fa subito apprezzare dalla critica e dal pubblico per la sua recitazione asciutta e controllata ma anche per la sua prestanza fisica e il suo sorriso perfetto. Il secondo ruolo importante arriva l'anno dopo con Forza bruta, una pellicola d'ambiente carcerario in cui interpreta un detenuto che, in un tentativo di evasione, viene ucciso con i compagni.

Wallis continua a utilizzare Lancaster come protagonista, ma gli assegna ruoli da "duro", stereotipati e poco convincenti; nello stesso periodo tiene sotto contratto un altro giovane attore di bella presenza: Kirk Douglas, che stringerà con Lancaster una solida amicizia. I due compaiono insieme in Le vie della città (1948), un altro gangster-movie che non emoziona la critica.

Desideroso di ampliare la propria immagine e di dimostrare le proprie possibilità drammatiche, Burt accetta una paga inferiore e un ruolo da comprimario recitando in Erano tutti miei figli (1948), versione cinematografica del dramma di Arthur Miller che denuncia chi si è servito cinicamente della guerra per ottenere profitti immeritati. Il protagonista del film è Edward G. Robinson, che non può fare a meno di notare le capacità del giovane Lancaster dopo soli due anni di carriera, elogiandolo molti anni dopo nella sua autobiografia. Una ulteriore prova è quella de Il terrore corre sul filo (1948), che lo vede impegnato in un ruolo tutto giocato sulla psicologia dei personaggi, un thriller costruito in un unico ambiente (in origine si trattava di un radiodramma).

Finalmente soddisfatto dei giudizi della critica, Lancaster si cimenta in una ulteriore sfida: insieme a Hecht costituisce una società di produzione, per poter realizzare in autonomia i copioni che preferisce, senza condizionamenti da parte delle grandi case cinematografiche.

Dopo i primi tentativi non perfettamente riusciti, finalmente trova un copione che si addice alla sua forma fisica e ai suoi trascorsi da acrobata: La leggenda dell'arciere di fuoco (1950) gli permette di esibirsi in una serie di virtuosismi da ginnasta, per i quali la casa di distribuzione si premurerà di diffondere alla stampa la notizia che l'attore non ha avuto bisogno di controfigure. Il film, per il quale Lancaster vuole accanto a sé anche il vecchio collega Nick Cravat, è un tipico prodotto di intrattenimento e procura enormi incassi, permettendo alla neonata casa di produzione di consolidare la sua posizione economica. Di seguito, l'attore interpreterà ruoli molto diversi tra loro, dimostrando grande duttilità ed ecletticità: da parti da allegro furfante nei film d'avventura (Il corsaro dell'isola verde, 1952), a ruoli negativi come l'ubriacone in Torna piccola Sheba! (1952), dal cowboy tormentato ne La valle della vendetta (1950) al campione sportivo nel film di denuncia sociale Pelle di rame (1951).

Nel 1953 arriva un nuovo, grande ruolo: quello del sergente Warden nella riduzione cinematografica del romanzo di James Jones Da qui all'eternità. La scena sulla spiaggia tra lui e Deborah Kerr procura al film qualche noia, ma viene ancor oggi citata tra le scene d'amore più belle di tutta la storia della cinematografia. Al film verranno assegnati ben otto Oscar, ma Burt, pur avendo ricevuto la nomination, si vedrà soffiare la statuetta da William Holden per Stalag 17.

Tra i film che produce e interpreta successivamente, ricordiamo i western Vera Cruz, in cui recita accanto a Gary Cooper, e Il kentuckiano (1955), che sarà la sua prima regia, e La rosa tatuata (1955), che vede l'esordio di Anna Magnani in una produzione americana.

Nel 1956 arriva finalmente l'occasione di realizzare un film sul circo: Lancaster e Hecht mettono insieme un grosso budget e ottengono come protagonisti Tony Curtis e Gina Lollobrigida. Lo spettacolare risultato è Trapezio, che viene diretto da Carol Reed.

Nella seconda metà degli anni '50 la casa di produzione di Lancaster e Hecht comincia a sperimentare le prime difficoltà: i film realizzati (tra cui qualche titolo memorabile come Sfida all'OK Corral e Piombo rovente, entrambi del 1957) non rendono come nelle aspettative. Inoltre nascono inevitabili discussioni fra i due: Hecht è più attento al lato economico, Lancaster e più attento al lato artistico e all'impegno sociale che i copioni devono avere. Ma di nuovo arriva un'occasione d'oro: il ruolo di Elmer Gantry ne Il figlio di Giuda, che il regista Richard Brooks, detentore dei diritti, non può non affidare a Lancaster. L'attore ha sempre dichiarato che questo è il personaggio preferito tra quelli interpretati nella sua carriera: «...interpretare Elmer non significava realmente recitare... mi bastava essere me stesso». Il figlio di Giuda gli farà vincere l'unico Oscar della sua carriera, anche se altre tre volte sarà nominato come miglior attore: la prima per il già citato Da qui all'eternità, la seconda per L'uomo di Alcatraz e la terza per la matura interpretazione in Atlantic City, USA (1980).

Il successivo L'uomo di Alcatraz (1962), in cui interpreta il controverso ruolo dell'ergastolano Robert Stroud, sarà l'ultimo film prodotto dalla sua società, che per difficoltà finanziarie sarà costretto a sciogliere.

Il pubblico italiano lo ricorda con grande rispetto per il ruolo difficile e complesso del principe di Salina ne Il Gattopardo di Luchino Visconti (1963). Il film ebbe un grande successo in Italia e in Francia, ma gli incassi non riuscirono comunque a ripagare gli ingenti investimenti della produzione, veramente faraonici per l'epoca. Nel resto dell'Europa il film fu capito molto meno, e negli Stati Uniti uno sciagurato montaggio, realizzato tagliando ben quaranta minuti dall'edizione definitiva senza il consenso del regista, fu sicuramente una delle cause del colossale flop della pellicola. Lo stesso Lancaster si impegnò, con scarso esito, nell'editing della versione americana, illudendosi di poter salvare quello che considerava un capolavoro.

Nel 1964 Burt interpreta il ruolo di un fanatico generale che trama contro lo stato in Sette giorni a maggio, un inquietante thriller fantapolitico in cui recita, nella parte del suo antagonista, anche il vecchio amico Kirk Douglas. Nel 1965 è la volta de Il treno, film bellico ambientato nel 1944 nella Francia occupata dall'esercito nazista: come il precedente è diretto da John Frankenheimer, amico personale di Burt e suo grande estimatore.

Dopo l'epico-grottesco La carovana dell'Alleluia, Lancaster gira I professionisti, uno dei suoi migliori film d'azione al fianco di Lee Marvin, Robert Ryan e Claudia Cardinale. Nel 1966, stanco di ruoli di puro intrattenimento, decide di interpretare un altro ruolo anticonvenzionale in Un uomo a nudo. Il film è l'autoanalisi di un uomo appartenente alla middle class agiata, che ha sopravvalutato il benessere materiale trascurando valori più nobili. Nel corso di una lunga domenica estiva, l'uomo ripercorre la strada di casa fermandosi nelle ville dei suoi vicini e tuffandosi nelle rispettive piscine alla ricerca di se stesso. Il film, per contrasti con i produttori, esce solo nel 1968 dopo pesanti modifiche, e sarà in assoluto il film di minor successo di Lancaster. Nella maggior parte delle scene dela pellicola, l'attore recita in costume da bagno e a cinquantun anni ha modo di sfoggiare una forma fisica ancora perfetta, ma all'uscita del film si viene a sapere che paradossalmente ha dovuto seguire un corso di nuoto perché, nonostante le sue qualità atletiche, non aveva mai imparato a nuotare.

Il successivo Ardenne '44: un inferno contende a Un uomo a nudo la palma del maggior insuccesso commerciale, per cui Lancaster si decide nel 1970 a interpretare, unicamente allo scopo di risollevare le proprie quotazioni, il film che qualche anno più tardi non esiterà a definire «un mucchio di ciarpame». Si tratta di Airport, una pellicola del filone "catastrofico" che, pur snobbato dalla critica, per tutti gli anni '70, sarà un genere di grande successo di pubblico.

Dopo ben tre western (Io sono la legge, Io sono Valdez e Nessuna pietà per Ulzana), Burt Lancaster torna al film d'azione con Scorpio, Azione esecutiva, Ultimi bagliori di un crepuscolo e La lunga notte di Entebbe.

Lancaster torna in Italia per lavorare ancora con Visconti nel 1974 in Gruppo di famiglia in un interno. Lavora successivamente con Gianfranco De Bosio per il kolossal televisivo su Mosè, interpreta il patriarca di una grande famiglia emiliana con Bernardo Bertolucci nel 1976 in Novecento e un generale americano con Liliana Cavani nel 1981 in La pelle, tratto dall'omonimo libro di Curzio Malaparte.

La sua carriera è stata costellata da numerosi premi. Oltre all'Oscar per Il figlio di Giuda, al Festival di Berlino ha vinto il premio come miglior attore per Trapezio (1956) e la Coppa Volpi a Venezia per L'uomo di Alcatraz. Per L'uomo di Alcatraz e Atlantic City, USA ha vinto anche un BAFTA come miglior attore.

Colpito da un ictus, si è spento nel 1994.

Burt Lancaster con Claudia Cardinale ne «Il Gattopardo» (1963)
Burt Lancaster con Claudia Cardinale ne «Il Gattopardo» (1963)

[modifica] Filmografia

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