Alfonso I di Aragona
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Alfonso Sanchez (ca. 1073 – Huesca, 7 settembre 1134) detto il Battagliero, fu re di Aragona e di Navarra (1104 - 1134) ed inoltre fu re di León e Castiglia dal 1109 al 1114 e da quel periodo adottò il titolo di imperatore, esattamente: «Rey y Emperador de Castilla, Toledo, Aragón, Pamplona, Sobrarbe y Ribagorza».
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[modifica] Origine
Figlio di Sancho Ramirez re (Sancho I) di Aragona e (Sancho V) di Navarra e di Felícia di Roucy (?-1123), figlia d'Ilduíno IV di Roucy, conte di Montdidier. era quindi fratellastro del suo predecessore Pietro I
[modifica] Biografia
I suoi primi anni li passò nel monastero di Siresa, a Valle de Hecho, (Huesca), dove fu istruito nell'arte delle armi, ma anche in letteratura. negli anni successivi la sua formazione fu completata anche sull'arte di governare.
Nel 1094, alla morte del padre, il fratellastro Pietro I divenne re d'Aragona e di Navarra, mentre Alfonso entrò a far parte dell'esercito Aragonese con sempre maggiori responsabilità, sino a diventarne comandante in capo.
In questo periodo prese parte a tutte le campagne militari di Pietro, prese parte alla conquista di Huesca, nel 1095, dopo aver sconfitto, nei pressi della città, alla battaglia di Alcoraz, il re di Saragozza, Al-Musta'in II; fu a fianco del Cid, nel 1097, alla battaglia di Bairén, che fermò l'avanzata degli almoravidi; nel 1101, fu a fianco del fratellastro nella conquista di Barbastro e Sariñena.
Nel 1103, morì l'erede al trono Pietro, figlio del fratellastro, Pietro I, che rimase senza discendenti.
Alla morte di Pietro I, 28 settembre 1104, nella Val d'Aran, Alfonso I, gli successe.
Continuò nelle campagne militari iniziate dal fratello tanto da conqistarsi l'ammirazione di tutti i regni cristiani ed il soprannome de il Battagliero.
Conquistó Ejea de los Caballeros y Tauste (1105), Tamarite de Litera, y San Esteban de Litera (1107). E poi sconfisse, per la seconda volta, nel 1110, al-Mustain II, re della taifa di Saragozza, a Valtierra.
Nel 1009, il re di León e Castiglia, Alfonso VI, morì, lasciò unica erede la figlia Urraca.
I nobili castigliani non gradirono, perché avrebbero preferito un re combattivo e convinsero la regina (che in un primo tempo si era opposta) a risposarsi, in seconde nozze, nell'autunno del 1009, col re di Aragona e Navarra, Alfonso I il Battagliero. Furono proclamati entrambi re di Castiglia e di León mentre il giovane figlio di Urraca, Alfonso Raimundez veniva assegnata la Galizia.
Fu un matrimonio disgraziato tra due persone incompatibili, il matrimonio sarà costellato di conflitti ed incomprensioni sia sul piano personale che su quello politico. Tra i coniugi scoppiarono quasi subito delle ostilità che portarono ad una guerra civile, in cui giocò un ruolo importante il cognato di Urraca, Enrico di Borgogna, marito della sorellastra di Urraca, Teresa, che, desideroso, assieme alla moglie, di avere una parte del regno di León e Castiglia, alleandosi ora con uno, ora con l'altro coniuge faceva vincere una fazione oppure l'altra.
Nel 1111, la lega tra Enrico ed Alfonso I sconfisse la regina, Urraca, a Campo d'Espina, che, col pretesto delle infedeltà della regina, la rinchiuse in un castello nei pressi di Zamora.<br<I nobili castigliani però, che non sopportavano più Alfonso I, perché privilegiava nella concessione di cariche pubbliche gli aragonesi ed i navarri, convinsero Urraca ad impegnarsi a consegnare una parte del regno ad Enrico ed alla sorellastra Teresa, per cui le alleanze furono ribaltate e, nel 1112, unendo le loro forze, Enrico ed Urraca costrinsero Alfonso I a Peñafiel, dove lo assediarono.
La regina accondiscese alla divisione del suo regno; vedendo, però, che i soldati portoghesi trattavano Teresa come una regina, Urraca, indispettita, segretamente fece la pace col marito ed annullò il patto con Enrico e Teresa.
Teresa, definita dai cronisti, bella ed astuta, rimasta vedova (probabilmente nel 1112), si precipitò a corte per reclamere i diritti che spettavano a lei ed all'unico figlio maschio sopravissuto al padre, Alfonso Henriquez, il futuro Conquistatore, di tre (o cinque anni). Non ottenendo soddisfazione, accusò la sorellastra di voler avvelenare il marito; l'accusa probabilmente non era del tutto infondata perché Alfonso si separò dalla moglie, la regina Urraca, senza perderne i possedimenti. Ma i nobili ed i cittadini leonesi e castigliani si schierarono con la regina ed Alfonso fu costretto a rientrare in Aragona.
Si rese ben presto necessario lo scioglimento del matrimonio che venne concesso dal Papa Pasquale II (che aveva già in precedenza dichiarato nullo il matrimonio per ragioni di parentela, ambedue discendevano da Sancho III Garcés di Navarra e li aveva scomunicati) lasciando la sola Urraca regina di Castiglia e León. La separazione, avvenuta nel 1114 diede inizio a un periodo di profonda instabilità per i confini dei regni, che Alfonso I, risolse, dopo la morte(1126) di Urraca, con Alfonso VII occupando alcuni territori castigliani (Calahorra, e le province di Guipuzcoa e di Alava).
Nel 1118, a Tolosa, fu celebrato un concilio che decise una crociata per la liberazione di Saragozza dai Mori. All'impresa parteciparono anche cavalieri francesi, ed a maggio, dello stesso anno, fu posto l'assedio; la città cadde il 18 dicembre e divenne la capitale del regno d'Aragona.
In quel periodo conquistò anche Fuentes de Ebro, Tudela, Cervera, Tarazona, Magallón, Borja, Alagón, Novillas, Mallén, Rueda ed Épila (1119).
Ripopolò Soria ed i suoi dintorni; nel 1119, dopo aver posto l'assedio a Calatayud, dovette far fronte ad un esercito di almoravidi, che sconfisse nella battaglia di Cutanda, Calamocha, provincia di Teruel, poi tornò a Calatayud e la conquistò; inoltre, nel 1120, occupò Bubierca, Alhama de Aragón, Ariza e Daroca.
Nel 1122 fondò a Belchite un ordine militare, che fu pioniere degli ordini militari in Aragona, per la lotta contro i musulmani; i musulmani, però, che vivevano nelle città conquistate da Alfonso non solo vennero difesi da eventuali angherie, ma furono anche beneficiati con particolari privilegi.
Nel 1125 tentò inutilmente di invadere i terrori di Valenza, Murcia e Andalusia orientale.
Nel 1126 organizzò una incursione militare contro Granada e contro Cordova; al termine della campagna riportò con sé 14.000 mozarabi, con cui ripopolò i territori a sud dell'Ebro, ed un grande bottino.
Nel 1131 pose l'assedio a Bayonne, dove redasse il testamento che lasciava tutti i suoi regni all' Ordine del Tempio del Santo Sepolcro, che conquito dopo un anno di assedio.
Spostò quindi il suo obiettivo militare nella parte orientale del regno, allo scopo di poter conquistare tutta la valle dell'Ebro, sino alla foce del fiume.
Assediò ed occupò Mequinenza, nel 1133.
Assediò Fraga con soltanto 500 cavallieri, tra cui Garcia IV Ramirez, futuro re di Navarra, ma il 17 luglio del 1134 fu sconfitto.
Allora passò ad assediare il castello di Lizana, nella zona di Huesca, dove morì, il 7 settembre 1134, in seguito alle ferite ricevute nella battaglia avvenuta tra le località di Sariñena e Grañén.
Fu sepolto nell'abbazia di Montearagón, nelle vicinanze di Huesca.
Il suo testamento non fu accettato né dalla chiesa né dalla nobiltà che, dato che Alfonso non aveva eredi, decisero per la separazione dei due regni:
- la Navarra andò a Garcia IV Ramirez, il Restauratore, discendente dal re di Navarra, Garcia III Sanchez
- l'Aragona andò al fratello di Alfonso, Ramiro II il Monaco.
[modifica] Discendenza
Alfonso ed Urraca non ebbero discendenza e non si conoscono neppure figli illegittimi di Alfonso.
Predecessore: Pietro I |
1104-1134 |
Successore: Ramiro II |
Re di Navarra 1104-1134 |
Successore: Garcia IV Ramirez |
[modifica] Voci correlate
- Storia della Gallia tardo-antica e alto-medioevale
- Franchi (storia dei regni Franchi)
- Elenco di re franchi
- Elenco di duchi d'Aquitania
- Elenco dei duchi di Guascogna
- Elenco di monarchi d'Aragona
- Elenco di conti di Tolosa
- Storia della Francia
- Tabella cronologica dei regni della Penisola iberica
[modifica] Bibliografia
Rafael Altamira, La Spagna (1031-1248), in <<Storia del mondo medievale>>, vol. V, 1999, pp. 865-896
Edgar Prestage, "Il Portogallo nel medioevo", in Storia del mondo medievale', vol. VII, 1999, pp. 576-610
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