Stibnite
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Stibnite | |
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Classificazione Strunz | II/D.08-20 |
Formula chimica | Sb2S3 |
Proprietà cristallografiche | |
Gruppo cristallino | trimetrico |
Sistema cristallino | ortorombico |
Classe di simmetria | dipiramidale |
Parametri di cella | a = 11.229, b = 11.31, c = 3.893 |
Gruppo puntuale | 2/m 2/m 2/m |
Gruppo spaziale | Pbnm |
Proprietà fisiche | |
Densità | 4,63 g/cm³ |
Durezza (Mohs) | 2 |
Sfaldatura | perfetta secondo {010} |
Frattura | concoide |
Colore | grigio piombo o acciaio con sfumatura blu-verdastra; gli aggregati a volte neri |
Lucentezza | metallica |
Opacità | opaca |
Striscio | grigio-piombo |
Diffusione | abbondante |
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La stibnite è un minerale, un solfuro di antimonio. Sono suoi sinonimi antimonite e stibina.
Il nome stibnite deriva da +stibio, voce desueta per antimonio, e (antimo)nite. Il nome stibina deriva dal greco στίβι = nero-antimonio, conosciuto già nell'antichità. Il nome antimonite deriva forse dall'arabo 'utmud o dalla leggenda descritta nella sezione Curiosità
Indice |
[modifica] Abito cristallino
Cristalli in prismi allungati, striati longitudinalmente, talvolta ricurvi, fibrosi, aciculari; esistono anche geminati. I cristalli di Ichinokawa, nell'isola di Shikoku, in Giappone sono eccezionali, alcuni esemplari raggiungono i 50 cm!
[modifica] Origine e giacitura
L'origine è prevalentemente idrotermale. Ha paragenesi con orpimento, realgar, oro, berthierite, jamesonite, cinabro e arsenopirite.
[modifica] Forma in cui si presenta in natura
In natura si presenta in forma di sottili cristalli colonnari, in aggregati fibrosi o vetrosi come l'asbesto, o in granuli di aspetto fratturato o compatto.
La varietà amorfa è la metastibnite.
[modifica] Caratteri fisico-chimici
I piani di sfaldatura hanno una forte lucentezza metallica. I cristalli sono abbastanza flessibili. La colorazione del minerale superficialmente è blu scura.
È solubile in HNO3 e HCl caldo; fonde facilmente al cannello. Dà origine ad una patina bianca su carbone in fiamma ossidante; annerisce in KOH.
[modifica] Località di ritrovamento
Ad Harz e Wolfsberg, in Germania; a Milesov e Kremnica, in Slovacchia; belle druse sono state trovate a Baia Sprie, in Romania; in varie località dell'ex-URSS; a Gebel Hamimat, in Algeria. In cristalli molto grandi a Ichinokawa, nell'isola di Shikoku, in Giappone il giacimento è esaurito; i maggiori depositi al mondo sono quelli dello Hunan e dello Kwantung in Cina, dove è associato al cinabro.
In Italia un modesto giacimento è a San Bartolomeo Val Cavargna, in provincia di Como; a Viarago, nel comune di Pergine, in Trentino; in una miniera di Renon, in provincia di Bolzano si trovavano cristalli lunghi fino a 2 cm; cristalli aghiformi sono rarissimi nell'arenaria di Calafuria, in provincia di Livorno; molto belli i cristalli delle Cetine di Cotorniano, presso Sovicille, in provincia di Siena e infine a Scansano e a Monticiano, in provincia di Grosseto. I giacimenti più importanti si trovano nella zona di Manciano (provincia di Grosseto)ove molteplici minere (Tafone, Poggio Fuoco, Montauto, ecc.) furono sfruttate fino alla metà degli anni '90.
[modifica] Utilizzazioni
I giapponesi i cristalli di quelle enormi dimensioni li usavano come tutori per i fiori o per piccoli recinti intorno ai giardini. È importante in molte leghe metalliche, nelle batterie elettriche, in pirotecnia, nell'industria tessile, della gomma, del vetro, sanitaria. Nel Medioevo era utilizzato per la fabbricazione di cosmetici e medicamenti.
[modifica] Curiosità
Una curiosa leggenda è legata al nome antimonite. Secondo alcuni il termine deriverebbe da anti-monaco; pare infatti che nel primo Medioevo ci fossero alcuni frati che avessero confezionato delle posate con l'antimonio. Essi, dopo mangiato, si sentivano molto male senza capire il perché di tali disturbi. Fino a quando un medico non li mise in guardia contro una proprietà dell'antimonio: quella di essere emetico, cioè una sostanza che favorisce il vomito. Da allora venne chiamato antimonio proprio perché aveva danneggiato quei frati per molti mesi.