Seneghe
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Seneghe | |||||||||
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Stato: | Italia | ||||||||
Regione: | Sardegna | ||||||||
Provincia: | Oristano | ||||||||
Coordinate: | |||||||||
Superficie: | 57,82 km² | ||||||||
Abitanti: |
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Densità: | 34,11 ab./km² | ||||||||
Comuni contigui: | Bonarcado, Cuglieri, Milis, Narbolia, Santu Lussurgiu, San Vero Milis | ||||||||
CAP: | 09070 | ||||||||
Pref. tel: | 0783 | ||||||||
Codice ISTAT: | 095053 | ||||||||
Codice catasto: | I605 | ||||||||
Nome abitanti: | seneghesi | ||||||||
Santo patrono: | San Sebastiano | ||||||||
Giorno festivo: | 20 gennaio | ||||||||
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Seneghe è un comune di 1.972 abitanti della provincia di Oristano. Situato a 305 metri sul versante orientale del Montiferru.
Indice |
[modifica] Origine del nome
L’archeologo e storico Giovanni Spano sostiene che il toponimo Seneghe deriva dalla voce fenicia scin, cioè dente, facendo riferimento all’aspetto della montagna che sovrasta l’abitato e la cui cima appare dentellata. Egli fa rimarcare che altre località hanno avuto lo stesso nome, come un distrutto villaggio della antica diocesi di Dolia ed un nuraghe dell’agro di Suni e, sull’origine di quel nome, cita addirittura il biblico Monte Sinai, dicendolo così chiamato per la sua cresta dentellata.
Monsignor Giovanni Antonio Deriu, parroco a Seneghe dal 1885 al 1927, in una monografia manoscritta ha sostenuto che sen, la radice del toponimo, è comune a quello di molte altre località dell’isola, come Senis, Senorbì, Sennori, rispetto alle quali non si può fare riferimento a nulla di “dentellato”. Inoltre, la radice s’ena, o bena, con l’aggiunta alla prima vocale della consonante b, nel dialetto seneghese, è comune a quella di varie località del territorio e significa “vena o striscia di fertile terra”. Se ne trovano diversi esempi in S’ena ‘e Bobboi (terra di Salvatore), Beneidi (terra di vite), Benalonga (striscia di terra lunga), S’ena ‘e su pirastru (terra di peri selvatici), Benandria (terra di Andria).
La seconda parte del toponimo (ghe) varia a seconda del periodo temporale di riferimento e degli scrittori, e in diversi documenti storici viene trascritto come Senege, Sehenes oppure Senecae. Infine, durante il dominio di Aragona e Spagna, e nel primo secolo della dominazione sabauda, il comune viene indicato come Senegui o Senegue nei documenti pubblici e negli atti notarili del periodo. Dalla metà del secolo XIX il toponimo è definitivamente fissato in Seneghe.
Il ghe del toponimo deriverebbe dalla lettera ebraica ghimel, da cui la voce ghil, che assume il significato di “allegra” o “alta”; quindi, secondo queste interpretazioni il nome di Seneghe significherebbe S’ena (terra) + ghe (alta), in virtù del posizionamento geografico in cima a una collina.
Deriu scrive nel suo manoscritto che «bene conviene a Seneghe il nome di vena di terra fertile, feracissima per frumento, olive vigne, castagneti, pascoli, con montagne ricche di boschi di sugheri e di elci, irrigata da copiose fonti di finissime acque».
[modifica] Cenni storici
Grazie al felice posizionamento naturale del territorio, a Seneghe esistono numerosissimi altipiani e nel periodo nuragico ci fu un gran fiorire di costruzioni: proto-nuraghi, nuraghi, complessi nuragici con più torri, fortificazioni, di cui resta un impressionante numero di testimonianze. Sono almeno cento, cifra approssimata per difetto, alcuni dei quali ancora superbamente eretti o quasi completamente distrutti, a cui sono da aggiungere le numerosissime tombe a cumulo, tombe dei giganti, dolmen, menhir, betili.
Come non ricordare tra le tante, la bellissima Tomba dei Giganti sita in località Serrelizzos, oppure l'altra impropriamente chiamata “S'omo de sas Zanas” posta nell’omonima località S’omo de sa Zanas. Non meno importanti e bellissimi sono i punici di S’Issizzu, dove troviamo una fonte punica, e di Mesone Majore e Zippiriu.
I Fenici e ai Romani dimostrarono molto interesse per la zona di Seneghe. Ne sono testimonianza l’altissimo numero di reperti e siti pervenuti ai nostri giorni, quali oggetti d’utilizzo comune e in alcuni casi di resti di fondamenta di fabbricati. Esiste, ad esempio, al Museo Archeologico di Cagliari una bella testa femminile in marmo, donata dal precedente proprietario che l’aveva rinvenuta attorno al 1880 in località Barili. Dalla stessa zona proviene un medaglione in bronzo con tracce di doratura di ottima fattura e una piccola testa di leone, anch’essa in bonzo.
Del periodo fenicio possiamo trovare intatto in alcuni punti il selciato di una strada che portava da Cornus al villaggio proto-sardo di Serrelizzos, località sita intorno alla superba reggia ciclopica di Mesone Majore. Questa strada era importantissima per i Fenici da un punto di vista strategico, in quanto garantiva il trasporto delle proprie merci dal mare ai monti del Montiferru, in quel tempo chiamati Monti Menomeni.
Anche della dominazione Romana rimangono numerose tracce. La più importante si trova nella località di Sa Funtana Fraigada, fonte termale risalente proprio al periodo romano. Inoltre, numerosi cimeli e utensili sono stati rinvenuti nelle zone di Barili, Cannas de Piscamu e Zippiriu.
Le monete rinvenute indicano con precisione i periodi in cui le località del territorio furono abitate: alcuni bronzi punici con le spighe di Astarte, dei bronzi con l’effige del Pater Sardus, dei sesterzi e assi coniati da vari imperatori romani, e piccoli bronzi risalenti al tardo impero. Questi reperti dimostrano il perdurare della vita nella zona di Seneghe nel corso dei secoli.
Nell’area dell’attuale centro abitato esisteva un antico popolo già dai tempi dei protosardi. Questo centro rappresentava un punto di confluenza per coloro che stanziavano nel territorio, in modo da riuscire a contrastare le continue scorrerie dei popoli invasori. Col tempo molti si insediarono permanentemente, dando così origine alla Villa de Seneghe. Nel punto in cui sorge l’attuale casa Pili, in via Roma, furono rinvenuti i resti di un nuraghe durante l’ampliamento dello stabile nel 1947. Resti di mura megalitiche furono trovate nel punto in cui sorge la chiesa parrocchiale; con tutta probabilità si tratta di resti di un antico luogo di culto, al quale succedette un tempio cristiano e, infine, l’attuale costruzione.
Dopo il Mille il paese è citato nel “Condaghe”, ovvero il grande libro nel quale i monaci di S. Maria de Bonacatu di Bonarcado registravano i confini dei loro possedimenti. Nel 1191 la chiesa di Santa Maria viene dichiarata come facente parte della circoscrizione religiosa della mitria arborense, sotto Pietro, primo arcivescovo di Oristano.
Nell’atto solenne di pace firmato tra Eleonora d’Arborea e il re Giovanni IV d’Aragona, il 24 gennaio 1388, vi sono nominati otto rappresentanti di Seneghe tra cui il maggiore Troisco Manca e altri giurati.
Le cronache del tempo ci raccontano che nel 1692 morirono oltre cinquecento abitanti, a causa di una pestilenza che cessò grazie all’intercessione di San Sebastiano Martire. Il santo fu scelto in seguito dalla popolazione come patrono in segno di gratitudine, mentre la chiesa rimase intitolata all’Immacolata Concezione.
Dalla metà del secolo XVIII ebbe molti cittadini avviati agli studi, anche grazie al contributo del Convitto Nazionale di Cagliari. Attorno al 1850 il paese contava una popolazione di 2.150 abitanti. Di questi 650 erano agricoltori, 90 pastori e 50 erano applicati a mestieri ed altre professioni.
[modifica] Ambiente ed economia
La posizione geografica di Seneghe ha condizionato notevolmente la sua economia e la sua società: il 35% della popolazione attiva è occupata all’allevamento bovino e ovino occupando l’81% della superficie comunale, di cui la maggior parte è utilizzata per prati e pascoli, mentre la parte restante viene spartita in seminativi e coltivazioni permanenti. Le principali colture sono l’olivo, la vite e le foraggiere.
Trovandosi in una zona collinosa e di passaggio tra il Campidano ed il Montiferru, ha sviluppato una cultura composta da elementi appartenenti ad entrambe le due aree, per cui presenta un’economia fortemente agricola e al contempo pastorale. L’economia agricola e la sua struttura socio economica ad essa legata si è sviluppata in quanto gran parte della sua produzione era destinata al sostegno dell’allevamento bovino. La struttura della società e il suo calendario lavorativo e festivo erano legati all’annata agraria, quindi ritmi e azioni erano inseriti in un ciclo periodico attraverso il quale si ribadivano i ruoli di ciascuna famiglia, persona e istituzione.
Questo ripetersi era reso possibile grazie all’economia di sussistenza che reggeva tutto il sistema, pressoché autonomo ed indipendente, tipico dell’economia tradizionale della Sardegna. Il commercio con l’esterno era legato alle Fiere, a loro volta dipendenti dalle festività e dagli spostamenti ambulanti, ma in tempi recenti si cerca di estenderlo con l’esportazione dei prodotti tipici, quali l’olio, la carne e il formaggio.
[modifica] Feste, sagre e folclore
Seneghe vanta una lunga tradizione di feste ed eventi tradizionali ripartiti durante tutto il corso dell'anno. Molte di esse sono legate a celebrazioni religiose, a cui vengono affiancate generalmente festeggiamenti laici organizzati dai comitati. Altre sono iniziative culturali proposte dalle istituzioni comunali e dalle associazioni.
Il 20 gennaio vengono eseguiti i festeggiamenti in onore di San Sebastiano, patrono del paese. Dallo stesso giorno ha inizio il Carnevale Seneghese, che si protrae fino al giorno di Martedì Grasso. Nelle domeniche intermedie del Carnevale hanno luogo nella Piazza Mannu - nota come Partz'è sos ballos - i balli serali, sia in costume tradizionale che in borghese. La mattina del Martedì Grasso nella stessa piazza viene eseguito esclusivamente un ballo chiamato Sas Danzas, caratterizzato da una coreografia molto suggestiva e dinamica e definita unica nel suo genere.
Il 13 giugno viene festeggiato Sant'Antonio di Padova, al quale è dedicata una piccola chiesa interna al paese.
Il 2 luglio viene festeggiata Santa Maria della Rosa, alla quale è dedicata una piccola chiesa interna al paese. I festeggiamenti durano tre giorni grazie all'impegno del comitato. Nel giorno principale, a seguito della celebrazione religiosa e della processione, i cavalieri sono chiamati a partecipare all'ardia attorno alla chiesetta, la quale è circondata da un sagrato.
Il 3 luglio, quindi subito dopo Santa Maria della Rosa, si festeggia Santa Elisabetta.
Il 31 agosto viene celebrato San Raimondo.
I primi giorni di settembre l'Associazione Perda Sonadora organizza una tre giorni con tema la poesia, la letteratura e l'arte in genere. Tre giorni per ascoltare poesia dalla voce degli stessi autori, che vengono ospitati nel paese, con appuntamenti giornalieri sempre numerosi. Fanno da cornice al tutto diverse opere artistiche, come dipinti, foto, materiale audio e video. Potete seguirne gli sviluppi e scaricare il programma annuale dal sito ufficiale: www.settembredeipoeti.it
L'ultima domenica di novembre si tiene la manifestazione Prentzas Apertas. Le macine storiche presenti all'interno del paese vengono aperta ai visitatori, e in ognuna di esse i privati e varie associazioni espongono i loro prodotti o creano intrattenimento con musica, canti, proiezioni e mostre.
Premio nazionale Montiferru di Seneghe
Il concorso è dedicato all'olio extravergine d'oliva italiano e mira a premiarne la qualità e l'immagine. L'esame viene effettuato dalla giuria nazionale di assaggiatori tra Seneghe e Oristano e termina con la cerimonia di premiazione nella Casa Aragonese. Il programma e le date sono variabili per cui è necessario fare riferimento alla programmazione che pubblicheremo prima della manifestazione.
[modifica] Amministrazione Comunale
Comune di Seneghe
Piazza G. A. Deriu, 1
tel. 0783 548012 - 0783 548013
fax. 0783 51652
e-mail: comune.seneghe@tiscali.it
Sindaco: Diego Feurra. In carica dal 30/05/2006. Eletto nella lista “Insieme con impegno”.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Collegamenti esterni
Siti informativi: www.senegheonline.it
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