Romolo Murri
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Romolo Murri (Monte San Pietrangeli, 1870 – Roma, 1944) è stato un politico ed ecclesiastico italiano.
Dopo aver studiato al seminario di Fermo ed all'Almo collegio Capranica di Roma, si laureò in teologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, fu ordinato sacerdote nel 1893. Fu tra gli esponenti italiani del modernismo cattolico e seguì le lezioni di Antonio Labriola sulla interpretazione del materialismo storico .
Nel 1894 fu tra i promotori della fondazione della FUCI, nel 1901 della Democrazia cristiana italiana, nel 1905 della Lega Democratica Nazionale. Fondò, o partecipò a fondare, anche le riviste "Vita nova" (1895)[1], "Cultura sociale" (1898)[2], "Il domani d'Italia" (1901), "Rivista di cultura" (1906), "Il commento" (1910).
Fin dall'inizio sensibile alle istanze del movimento sindacale[citazione necessaria] e di idee laiche, tenne un'intensa corrispondenza con Engels[citazione necessaria].
Murri strinse amicizia con Don Sturzo, quasi coetaneo, che ospitò per tre mesi nella sua casa romana di piazza della Torretta Borghese, nella quale si erano tenute le riunioni per la costituzione della FUCI. Avrebbe del resto ricordato lo stesso Don Sturzo in seguito: «Fu Murri a spingermi definitivamente verso la democrazia cristiana»[3]. Infatti alla fine dell'Ottocento un movimento cattolico da lui ed altri fondato venne chiamato Democrazia Cristiana e si proponeva come scopo di formare un partito cattolico.
All'interno dell'Opera dei congressi, la nascente Democrazia cristiana si presentava come una corrente la cui innovatività era vista negativamente dalla leadership allora dominante [4], che ne arginava gli impeti; se papa Leone XIII aveva garantito al movimento un occhio benevolo, alla sua morte (1903) fu eletto papa Pio X, il quale invece era assai più prossimo alle istanze dei gruppi più intransigenti [5].
Sul finire del 1905, dalle pagine di "Cultura Sociale", Murri intraprese un dibattito a distanza con il socialista Turati, che replicava dal "suo" foglio, "Critica Sociale". Murri auspicava un dialogo sulle condizioni dei meno abbienti, intendendolo peraltro come «un vantaggio non leggero per la civiltà, per la causa popolare e del paese»[6]. Turati replicò celermente che i socialisti erano «figli primogeniti del diavolo, ossia del libero esame» e che portavano cotanto padre «sugli omeri ovunque ci volgiamo»[7]. Mentre a Caltagirone, ov'era sindaco, Don Sturzo sperimentava una inedita apertura con i socialisti, Murri controreplicò a Turati su "Il Giornale d'Italia" del successivo 27 ottobre, parlando di un «cammino che si potrebbe fare insieme nelle agitazioni popolari, nelle amministrazioni locali ed eventualmente a Montecitorio». Poco dopo nacque, principalmente sotto la spinta di Murri, la Lega Democratica Nazionale, il cui primo presidente fu Giuseppe Fuschini, che in seguito divenne anche cognato di Murri [8].
Dopo un Motu proprio del 18 dicembre 1903 dal suggestivo titolo di "De populari actione christiana moderanda", Pio X rilasciò il 28 luglio 1906 l'enciclica "Pieni l'animo", in cui deplorò «lo spirito d'insubordinazione e d'indipendenza, che si manifesta qua e là in mezzo al clero» ed impose il divieto di partecipazione ad attività politiche non coordinate per via gerarchica, in particolare vietò l'adesione alla Lega Democratica Nazionale di Murri e Fuschini [9].
In forte polemica, perciò, con le gerarchie ecclesiastiche (dopo numerosi richiami ed altrettanti atti di sottomissione), fu infine sospeso "a divinis" [10] nel 1906 e addirittura scomunicato nel 1909, anno della sua elezione alla Camera per le liste della Lega Democratica nazionale).
Murri, oltre che fra gli ispiratori della Democrazia Cristiana, è per altri versi considerato uno dei primi leader del Partito Radicale[citazione necessaria]
Deputato nel 1909, non rieletto nel 1913, dopo la Grande guerra (a proposito della quale era stato interventista), si avvicinò al fascismo, allontanandosene presto ed esprimendo pesanti giudizi sul Concordato del 1929. L'ostilità delle gerarchie ecclesiastiche ed il suo antifascismo lo allontanarono dalla scena politica attiva. Si sposò ed ebbe un figlio, e fu notista per Il Resto del Carlino.
Nel 1938 firmò il Manifesto della razza, prodromo delle leggi razziali fasciste[citazione necessaria].
Nel novembre 1943 papa Pio XII ne revocò la scomunica.
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[modifica] Opere
Oltre ai numerosi scritti nei citati periodici cui partecipò, scrisse alcuni saggi.
- Battaglie d'oggi, 1901-1904
- La politica clericale e la democrazia, Cesaro, Ascoli Piceno, 1908
- Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, 1920
- Il messaggio cristiano e la storia, (1943), Macerata, Quodlibet 2007
[modifica] Note
- ^ Periodico universitario che supportava l'opera della FUCI. In occasione del congresso cattolico di Fiesole del 1986, la direzione della rivista e la stessa organizzazione della FUCI vennero tolte al Murri. Così in Gabriella Fanello Marcucci, Storia della FUCI, Studium, Roma, 1971.
- ^ La fondazione di questo periodico, annunciata da Murri, suo principale ispiratore, al congresso cattolico di Milano del 1987, rispondeva anche nel titolo alla alla recentemente fondata rivista dei socialisti "Critica sociale". Il primo numero di "Cultura sociale", cui collaborò Don Sturzo, fu stampato a Fermo nel 1898.
- ^ Luigi Sturzo, Politica di quegli anni, in Opera omnia, Zanichelli, Bologna, 1958.
- ^ Se Murri "capeggiava" la DC, sul fronte contrapposto Giambattista Paganuzzi rappresentava le istanze c.d. "intransigenti". Lo scontro fra le due linee si fece più acuto in occasione del congresso cattolico di Bologna del novembre 1903, durante il quale gli intransigenti abbandonarono i lavori e Paganuzzi fu sostituito da Giovanni Grosoli. L'Opera dei congressi sarebbe poi stata sciolta l'anno successivo. Cfr. Gabriella Fanello Marcucci, Luigi Sturzo, Mondadori, 2004.
- ^ Così in Gabriella Fanello Marcucci, ibid.
- ^ Romolo Murri, Partiti e accordi, in Cultura sociale, 16 ottobre 1905.
- ^ La replica di Turati fu riportata in Cultura sociale nel numero del 15 novembre 1905.
- ^ Nel 1911 ne sposò infatti la sorella Maria, dalla quale ebbe Gabrio.
- ^ Versione in inglese sul sito del Vaticano, versione in italiano su altro sito. Vi si legge, fra l'altro: «In modo più speciale, nominatamente, proibiamo ai medesimi, sotto pena pei chierici di inabilità agli Ordini sacri e pei sacerdoti di sospensione ipso facto a divinis, di iscriversi alla Lega democratica nazionale, il cui programma fu dato da Roma-Torrette il 20 ottobre 1905, e lo Statuto, pur senza nome dell'autore, fu nell'anno stesso stampato a Bologna presso la Commissione provvisoria.»
- ^ Revocato dallo stato clericale.