Pietro Sordi
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Pietro Sordi (Gragnola, 19 novembre 1894 – Aulla, 26 settembre 1970) è stato un aviatore italiano. Combatté nel primo conflitto mondiale e fu pilota d'idrovolanti da competizione.
Di origini modeste, a 18 anni si arruolò come mozzo apprendista nella Regia Marina. Volontario nella guerra 1915-18, divenne pilota militare di idrovolanti e fu assegnato alla specialità della ricognizione e bombardamento. Volle sostituire il fratello Vittorio (medaglia di bronzo al valor militare), deceduto in missione di guerra e fu dunque destinato alla 251ª squadriglia, presso la stazione idrovolanti "Miraglia" a Venezia.[1][2] Gli furono conferite la medaglia d'argento al valor militare e la croce al merito di guerra. La motivazione della medaglia d'argento recita: "Pilota d'idrovolanti, dotato di eccezionale sentimento del dovere, si distinse affrontando serenamente l'efficace fuoco avversario in numerose azioni di bombardamento e di mitragliamento di truppe e in ricognizione sulle linee nemiche e sulla Piazza marittima di Pola. Alto Adriatico, aprile-settembre 1918".[3]
Nel 1923 passò nei ranghi della nascente Regia Aeronautica, diventandone uno degli ufficiali piloti più prestigiosi e decorati: nell'intervallo fra le due guerre stabilì vari primati nelle competizioni riservate agli idrovolanti e in particolare si distinse nella settimana idroaviatoria tenutasi a Napoli nel 1922.[4][5]
Istruttore di volo per i cadetti dell'Accademia Aeronautica, fu insignito della medaglia "Fondatori" dell'Accademia stessa.[6][7]
L'8 gennaio 1928 fu chiamato a Roma per esibirsi in volo al cospetto del re dell'Afghanistan, Amanullah Shah. Il sovrano, favorevolmente impressionato dall'esibizione dei piloti italiani, decise di far istruire i primi allievi piloti afghani presso l'Accademia Aeronautica italiana. Partecipò nel 1928 e nel 1929 alle trasvolate mediterranee, importanti e inedite manifestazioni aviatorie che imposero l'Aeronautica italiana all'attenzione mondiale.[8][9] Il ministro dell'Aviazione Italo Balbo lo definì: "Una specie di gigante alto e biondo, formidabile pilota e navigatore di primo ordine".[10]
Fu costretto a congedarsi nel 1932 perché aveva avviato una relazione affettiva con la nota scrittrice Liala, già coniugata con il conte Pompeo Cambiasi: le norme dell'epoca non consentivano che un ufficiale della Regia Aeronautica convivesse con una donna separata. Egli dunque fu il pilota di idrovolanti che ispirò Liala e le fornì gli spunti per i suoi romanzi, ambientati nel mondo della Regia Aeronautica[2]. Il percorso letterario della massima esponente italiana del romanzo popolare si può intendere appieno solo quando se ne consideri la vicenda biografica, che a esso è legata da uno strettissimo rapporto: dopo la fine della convivenza (durata dal 1930 al 1948) con Pietro Sordi, i romanzi di Liala non furono più ambientati nel mondo dell'Aeronautica ed ella iniziò a indicare il marchese Vittorio Centurione Scotto come suo ispiratore. La stessa critica letteraria ha sottolineato soltanto "le minuziose descrizioni estetizzanti di ambienti altoborghesi e aristocratici", ignorando i riferimenti alle classi sociali inferiori, riferimenti che nel periodo più precoce (1931-1949) dell'attività letteraria di Liala appaiono in maggiore evidenza, mentre la trama dei romanzi suggerisce che prima della nobiltà derivante dalla stirpe e dal censo esiste la nobiltà d'animo.[11]
[modifica] Bibliografia
- ^ Archivio Storico della Marina Militare, cartelle 904, 920, 921, 931.
- ^ a b Roberto Cappuccio, Il coraggio e il dovere. Aviatori lunigianesi nel primo conflitto mondiale, in "Cronaca e Storia di Val di Magra", anno XXV, Aulla, 1996.
- ^ Albo d'oro dell'Aeronautica, Provveditorato Generale dello Stato (Libreria), Roma, 1928, vol. I, p. 121.
- ^ "L'Ala d'Italia", anno I, nn. 1,2,3, luglio-settembre 1922.
- ^ Valfredo Fradeani, Storia di un primato. Dalla coppa Schneider all'impresa di Agello, Mursia, Milano, 1976.
- ^ Ufficio Storico dell'Aeronautica, [a cura di] Regia Accademia Aeronautica, notizie storiche 1 novembre 1923-31 dicembre 1933, s.i.e.,s.l.,s.d.).
- ^ Alberto Rea, L'Accademia Aeronautica, Stato Maggiore Aeronautica, Ufficio Storico, Roma, 1977.
- ^ Aa.Vv., Passeggiate aeree sul Mediterraneo, Treves, Milano, 1929.
- ^ Ranieri Cupini, Cieli e mari. Le grandi crociere degli idrovolanti italiani 1925-1933, Mursia, Milano, 1973.
- ^ Italo Balbo, Da Roma a Odessa sui cieli dell'Egeo e del Mar Nero, Treves, Milano, 1929, pag. 72.
- ^ Roberto Cappuccio, L'aviatore dagli occhi d'oro, Pisa, edizioni ETS, 1998.