Marin Sanudo
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Marin Sanudo conosciuto anche col nome italianizzato di Marino Sanuto il giovane (Venezia, 22 maggio 1466 – Venezia, 4 aprile 1536) è stato uno storico e politico italiano, della Serenissima Repubblica di Venezia.
Fu attivo come diarista e cronista a cavallo tra il XV e il XVI secolo.
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[modifica] Formazione
Nato a Venezia nella parrocchia di San Giacomo dall’Orio la sua famiglia possedeva il Palazzo Sanudo sul Canal grande, quello che poi diverrà il Fontego dei Turchi ed oggi ospita il Museo di storia naturale della città lagunare. Il padre, senatore della Serenissima, era Leonardo Sanudo, che morì nel 1476 mentre era a Roma quale oratore della Repubblica, lasciando il giovane Marin solo, all’età di dieci anni.
Il ragazzo venne cresciuto dalla madre, con l’aiuto degli zii. I Sanudo erano una famiglia di origine longobarda, risalente al nono secolo come i Candiani, che secondo molti storici e come afferma lo stesso Marin nelle Vite dei Dogi, erano la medesima famiglia, probabilmente rifugiatasi nella pianura veneta a seguito della conquista dei franchi. Compose il suo primo lavoro all’età di quindici anni nel 1481, il Memorabilia Deorum Dearumque opera, in latino dedicata allo zio, che conosciamo attraverso la stessa citazione dell’autore nella sua Storia sulla guerra di Ferrara. Il giovane Marin nel 1483 accompagnò il cugino Mario, nominato come uno dei tre Sindici inquisitori in una spedizione nella terraferma veneziana e nell’Istria, dopo che la Repubblica aveva istituto questo ufficio nelle terre conquistate. Marin Sanudo colse l’occasione per documentare questo suo viaggio nel suo diario, dal quale poi produrrà l’opera Itinerario per la terraferma veneziana. In questo viaggio compiuto all’età di diciotto anni, il giovane Sanudo ebbe anche le sue prime esperienze amorose, lasciando sulla carta una delle opere più alte dei suoi componimenti in campo amoroso.
[modifica] Prime Opere
Il 23 ottobre 1484 ricevette la balla d’oro, ossia l’autorizzazione a poter accedere al Maggior Consiglio. Si tratta di uno dei momenti più produttivi del giovane autore, che compilò componimenti e resoconti quali: • Notatorio di Collegio • Elenco degli ordini religiosi in Venezia • Lettera del Petrarca nuovamente ritrovata • Descrizione della Patria del Friuli Una raccolta di epitaffi ed epigrafi, ma anche la Dissertazione sulle Metamorfosi di Ovidio, la Vita dei Pontefici e un saggio di traduzione del Liber Secretorum fidelium crucis del suo illustre antenato Marino Sanuto detto Torsello.
[modifica] Opere Importanti
Comporrà poi un'altra opera di importanza storica, La spedizione di Carlo VIII in Italia, che Marin Sanudo sentiva come un evento contemporaneo molto importante. Ma la sua più grande fatica sarà la composizione dei Diarii, una cronaca dettagliata dei fatti e degli avvenimenti susseguitisi nell'arco della sua vita senza retorica, ma da attento cronista, descrivendo minuziosamente ciò che accadeva e i personaggi che vi erano coinvolti, sia per quanto riguarda la storia di Venezia che delle altre città di cui aveva notizia nel bacino del Mediterraneo. I Diarii sono un'opera non ancora completamente studiata, composta di 58 volumi che ci tramandano uno spaccato dei fatti accaduti in Venezia tra la fine del 1400 e i primi 30 anni del 1500.
[modifica] La Vita
Sposò il 15 febbraio 1505 Cecilia Priuli di Costantino, vedova di Girolamo Barbarigo di Francesco, che aveva già una figlia, Elena, maritatasi nel 1510 a Vincenzo Malipiero di Andrea. Non ebbe figli legittimi, ma due figlie naturali, delle quali non è mai stato possibile risalire alle madri.
Negli anni tra il 1510 e il 1516 fu impegnato per la Repubblica in varie missioni recuperando tasse nella varie città per finanziare le difese delle città stesse. Allora lo troviamo a Mestre, Treviso, Chioggia, Legnaro, Padova. Poi nel 1516 non riusci ad essere rieletto e il suo dispiacere copre una intera pagina del suo diario il 23 aprile di quell’anno.
Continuerà la sua vita dedicandosi alla compilazione dei suoi diari e continuando con l’amore che aveva per la sua biblioteca, dove lui stesso cita di aver volumi rari come le cronache di Altino, una cronaca della storia di Venezia, alcune opere di Angelo Poliziano e Ovidio, anche perché amico del curatore Aldo Manuzio. Altra delusione l’avrà a causa di Andrea Navegero che, incaricato di redigere la storia di Venezia dal senato, non lo interpellerà. Alla sua morte nel 1529 gli succederà Pietro Bembo. Solo nel 1531 il senato riconoscerà il lavoro di Sanudo, concedendogli un vitalizio di 150 ducati d’oro all’anno. Interromperà la cronaca dei suoi diarii nel settembre 1533, perché gravemente malato. Morirà nel 1536.
[modifica] Bibliografia
- Prefazione ai Diarii di Marino Sanuto di Guglielmo Berchet, Venezia 1879-1902 pubblicati a cura di Rinaldo Fulin, Federico Stefani, Nicolò Barozzi, Guglielmo Berchet e Marco Allegri- e-book consultabile in Internet su www.liberliber.it.
- Spunti liberamente tratti da un articolo di Angela Caracciolo Aricò, reperibile in Internet nel sito dell’università di Venezia www.unive.it cercando presso il Dipartimento di lettere.
[modifica] Altri progetti
- Wikisource contiene il testo completo del testamento di Marin Sanudo
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