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La 25ª ora (film) - Wikipedia

La 25ª ora (film)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La 25ª ora

Una scena del film
Titolo originale: 25th Hour
Lingua originale: inglese, russo
Paese: Stati Uniti
Anno: 2002
Durata: 135'
Colore: colore
Audio: sonoro
Rapporto: 2,35:1
Genere: drammatico
Regia: Spike Lee
Soggetto: David Benioff
Sceneggiatura: David Benioff
Produttore: Spike Lee, Jon Kilik, Julia Chasman, Tobey Maguire, Edward Norton
Produttore esecutivo: {{{produttoreesecutivo}}}
Casa di produzione: 40 Acres & A Mule Filmworks, Touchstone Pictures, Gamut Films, Industry Entertainment
Distribuzione (Italia): Buena Vista International Italia
Storyboard: {{{nomestoryboard}}}
Art director: {{{nomeartdirector}}}
Character design: {{{nomecharacterdesign}}}
Mecha design: {{{nomemechadesign}}}
Animatori: {{{nomeanimatore}}}
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Episodi:
Fotografia: Rodrigo Prieto
Montaggio: Barry Alexander Brown
Effetti speciali:
Musiche: Terence Blanchard
Tema musicale: {{{temamusicale}}}
Scenografia: James Chinlund
Costumi: Sandra Hernandez
Trucco:
Sfondi:
  • 2003 Central Ohio Film Critics (miglior colonna sonora: Terence Blanchard)
  • 2003 Las Vegas Film Critics Society Awards (miglior colonna sonora: Terence Blanchard)
  • 2004 Sant Jordi Awards (miglior attore straniero: Edward Norton)
Sequel: {{{nomesequel}}}
Si invita a seguire le linee guida del Progetto Film
« No. No, in culo a te, Montgomey Brogan. Avevi tutto e l'hai buttato via, brutta testa di cazzo! »
(Monty, davanti allo specchio)

La 25ª ora è un film del 2002, diretto da Spike Lee, tratto dal romanzo omonimo scritto da David Benioff.

È uno dei primi film ambientati a New York dopo la tragedia dell'11 settembre 2001, ed il primo a mostrare Ground Zero.[1]

Considerato uno dei migliori film di Spike Lee,[1] è stato presentato in concorso al Festival di Berlino.

Indice

[modifica] Trama

Monty Brogan (Edward Norton) è uno spacciatore di droga, fidanzato con Naturelle (Rosario Dawson), una ragazza portoricana. I suoi migliori amici sono Jacob (Philip Seymour Hoffman), un insegnante innamorato di una sua studentessa, e Frank (Barry Pepper), un agente di borsa. Monty ha anche un cane, con il quale passeggia per le strade di New York. Il padre, James (Brian Cox), è un vigile del fuoco in pensione che pensa ai colleghi uccisi l'11 settembre.

Monty è stato condannato a sette anni di carcere, dopo che la polizia a seguito di una soffiata ha trovato nel suo appartamento molti chili di droga, e si appresta a vivere l'ultima sua notte di libertà in compagnia dei suoi amici e della sua fidanzata.

Monty non riesce a capacitarsi della sua colpa e in un monologo inizia a insultare tutti, prima di capire che il solo colpevole è lui:

« Sì, vaffanculo anche tu. Affanculo io? Vacci tu! Tu e tutta questa merda di città e chi la abita. In culo ai mendicanti che mi chiedono soldi e che mi ridono alle spalle. In culo ai lavavetri che mi sporcano il vetro pulito della macchina. In culo ai Sikh e ai pachistani che vanno per le strade a palla con i loro taxi decrepiti, puzzano di curry da tutti i pori. Mi mandano in paranoia le narici. Aspiranti terroristi! E rallentate, cazzo! In culo ai ragazzi di Chelsea con il torace depilato e i bicipiti pompati, che se lo succhiano a vicenda nei miei parchi. E te lo sbattono in faccia su Gay Channel. In culo ai bottegai coreani con le loro piramidi di frutta troppo cara, con i loro fiori avvolti nella plastica. Sono qui da dieci anni e non sanno ancora mettere due parole insieme. In culo ai russi di Brighton Beach. Mafiosi e violenti, seduti nei bar a sorseggiare il loro tè, con una zolletta di zucchero tra i denti. Rubano, imbrogliano e cospirano. Tornatevene da dove cazzo siete venuti! In culo agli ebrei ortodossi, che vanno su e giù per la quarantasettesima, nei loro soprabiti imbiancati di forfora, a vendere diamanti del Sudafrica dell'apartheid. In culo agli agenti di Borsa di Wall Street, che pensano di essere i padroni dell'universo. Quei figli di puttana si sentono come Michael Douglas-Gordon Gekko e pensano a nuovi modi per derubare la povera gente che lavora. Sbattete dentro quegli stronzi della Enron a marcire per tutta la vita. E Bush e Cheney non sapevano niente di quel casino? Ma fatemi il cazzo di piacere! In culo alla Tyco, alla ImClone, alla Adelphia, alla WordCom! In culo ai portoricani, venti in una macchina, e fanno crescere le spese dell'assistenza sociale. E non fatemi parlare di quei pipponi dei dominicani! Al loro confronto i portoricani sono proprio dei fenomeni. In culo agli italiani di Bensonhurst, con i loro capelli impomatati, le loro tute di nylon, le loro medagliette di Sant'Antonio. Che agitano la loro mazza da baseball firmata Jason Giambi sperando in un'audizione per I Soprano. In culo alle signore dell'Upper-East Side, con i loro foulard di Herme e i loro carciofi di Balducci da 50 dollari, con le loro facce pompate di silicone, truccate, laccate e liftate: non riuscite ad ingannare nessuno vecchie befane. In culo ai negri di Harlem. Non passano mai la palla, non vogliono giocare in difesa, fanno cinque passi per arrivare sotto canestro, poi si girano e danno la colpa al razzismo dei bianchi. La schiavitù è finita centotrentasette anni fa. E muovete le chiappe, è ora! In culo ai poliziotti corrotti che impalano i poveri cristi e li crivellano con quarantuno proiettili nascosti dietro il loro muro d'omertà. Avete tradito la nostra fiducia! In culo ai preti, che mettono le mani nei pantaloni di bambini innocenti. In culo alla chiesa, che li protegge non liberandoci dal male. E dato che ci siamo, ci metto anche Gesù Cristo. Se l'è cavata con poco. Un giorno sulla croce, un weekend all'inferno, e poi gli alleluia degli angeli per il resto dell'eternità. Provi a passare sette anni nel carcere di Otisville. In culo a Osama Bin Laden, a Al Qaeda e a quei cavernicoli retrogradi dei fondamentalisti di tutto il mondo. In nome delle migliaia di innocenti assassinati, vi auguro di passare il resto dell'eternità con le vostre settantadue puttane ad arrostire a fuoco lento all'inferno. Stronzi cammellieri con l'asciugamano in testa, baciate le mie nobili palle irlandesi! In culo a Jacob Elinski, lamentoso e scontento. In culo a Francis Slaughtery, il mio migliore amico, che mi giudica con gli occhi incollati sulle chiappe della mia ragazza. In culo a Naturelle Riviera, le ho dato la mia fiducia e mi ha pugnalato alla schiena: mi ha venduto alla polizia... maledetta puttana. In culo a mio padre con il suo insanabile dolore, che beve acqua minerale dietro al banco del suo bar, vendendo whisky ai pompieri e inneggiando ai Bronx Bombers. In culo a questa città e a chi ci abita. Dalle casette a schiera di Astoria agli attici di Park Avenue, dalle case popolari del Bronx ai loft di Soho, ai palazzoni di Alphabet city alle case di pietra di Park Slope e a quelle a due piani di Staten Island. Che un terremoto la faccia crollare. Che gli incendi la distruggano. Che bruci fino a diventare cenere, e che le acque si sollevino e sommergano questa fogna infestata dai topi. No. No, in culo a te, Montgomey Brogan. Avevi tutto e l'hai buttato via, brutta testa di cazzo! »

Il gruppo si reca così in una discoteca, per salutare Monty. Questi però è convinto che non reggerà alla galera perché ha paura che lo violentino o lo uccidano. Si fa così picchiare da Frank, quindi saluta Naturelle e sale in auto con il padre, per recarsi in carcere.

James non si dirige verso la galera, ma intraprende un viaggio in una metaforica venticinquesima ora, dove Monty potrà rifarsi una vita e rimediare ai suoi errori. Ma è solo un sogno, il futuro di Monty è il carcere.

[modifica] Produzione

[modifica] Sceneggiatura

Il romanzo di David Benioff fu letto dall'attore Tobey Maguire, che avrebbe voluto interpretare Monty. Acquistati i diritti del romanzo dalla Touchstone Pictures, Benioff iniziò a scrivere la sceneggiatura. In seguito Maguire fu scelto per il ruolo di Spiderman, e rinunciò al progetto.

Benioff, ultimato il copione lo mandò a Spike Lee che, letto anche il romanzo, lo invitò nel suo ufficio. «In sostanza quello che mi disse fu: 'Il tuo romanzo mi è piaciuto molto, non riesco però a capire perché tu non sia rimasto fedele alla storia anche nel copione', e poi aggiunse: 'Hai tagliato tutte le mie scene preferite!', una delle quali era il lungo monologo di Monty allo specchio. Spike volle sapere perché avevo tagliato quella scena, e io gli risposi che non riuscivo ad immaginare come si potesse riprodurre un momento del genere sul grande schermo e riuscire a renderlo veramente drammatico. E lui: 'Tu pensa a scrivere. Al resto penso io'. E ho fatto come diceva», disse lo scrittore. La sequenza del monologo del film diventò la scena più memorabile del film. «Senza dubbio è quella che la gente cita più spesso quando parla del film», dichiarò Benioff.[1]

I cambiamenti apportati da Spike Lee alla sceneggiatura riguardarono il lutto inferto alla città di New York dagli attacchi terroristici dell'11 settembre. «Il romanzo è ambientato prima dell'11 settembre, ma il problema per noi era molto semplice: sentivamo che girare un film come questo a New York, così poco tempo dopo l'attacco, ci imponeva di doverlo realizzare anche come se fosse un commento alla città dopo l'11 settembre. Per questo abbiamo trasformato New York in un personaggio della storia, trattandola come una città ferita, popolata da persone che cercano semplicemente di vivere le proprie vite. C'è una battuta molto importante nel film, quando nell'appartamento che si affaccia su Ground Zero Jacob chiede a Frank: 'Pensi di traslocare altrove?' e lui risponde: 'Col cazzo. Per quanto mi riguarda, Bin Laden può venire qui e farlo di nuovo se ne ha il coraggio'. Quello non è solo Frank che parla, ma 8 milioni di newyorkesi che dichiarano: 'Noi da qui non ce ne andiamo»,[1] asserì il regista. Quindi il padre di Monty fu trasformato in un vigile del fuoco e a Frank fu dato un appartamento che si affacciava di fronte a Ground Zero. Altri riferimenti all'11 settembre furono il pub del padre di Monty, tappezzato di bandiere statunitensi e di fotografie dei vigili del fuoco morti durante l'attacco, e la sequenza dei titoli di testa, che mostra i due grandi fasci di luci sistemati al posto delle torri gemelle.

[modifica] Cast

Accettata la regia, Spike Lee iniziò a selezionare il cast. Norton aveva già aderito, quindi Lee scelse Brian Cox per il ruolo del padre di Monty e Rosario Dawson per quello della fidanzata Naturelle. Per la parte dei due migliori amici di Monty, Lee scelse Berry Pepper, allora poco conosciuto, e Philip Seymour Hoffman, attore feticcio di Paul Thomas Anderson.

Per quanto riguarda il ruolo di Mary D'Annunzio, la studentessa che Jacob ama segretamente, fu scelta Brittany Murphy, che però fu subito licenziata perché non mostrava l'impegno necessario. Per sostituirla fu scelta quindi Anna Paquin.[1]

Due settimane prima dell'inizio delle riprese, Lee e il cast al completo si riunirono per studiare il copione. Terminata la riunione, il regista fece vedere agli attori alcuni film, come Un uomo da marciapiede, per come mostra New York, e Fronte del porto, per il protagonista che affronta una crisi morale.[1]

[modifica] Riprese

Una fotografia di "Ground Zero"
Una fotografia di "Ground Zero"

Il film ebbe un budget di 15 milioni di dollari.

La lavorazione del film non presentò molti problemi. Per il montaggio del film, Lee ritornò a lavorare con Barry Alexander Brown, montatore di film quali Fa' la cosa giusta e Malcolm X. A Brown, Lee chiese di lasciare alle scene più respiro rispetto ai suoi film precedenti. Lee chiamò per tagliare un paio di sequenze anche Sam Pollard, montatore del precedente Bamboozled. Pollard montò la scena in cui Monty e Naturelle dialogano seduti sui gradini della loro casa e quella della loro lite.[1]

La sequenza finale, quella del sogno, della "25ª ora", durava nel copione quattro minuti. Spike Lee, che stava registrando la voce fuori campo di Brian Cox che accompagna la sequenza, chiamò Benioff per dirgli che aveva una ripresa del deserto che durava cinque minuti. «Gli dissi: 'D'accordo, te la faccio avere tra una settimana' E lui: 'No, forse non hai capito. Sono con Cox nello studio di registrazione in questo momento. Mi serve tra un'ora'. Fortunatamente sentivo di conoscere il personaggio abbastanza bene per descrivere quello che gli passava per la testa senza starci troppo a pensare. O forse non mi sono fatto prendere dal panico solo perché non ne avevo tempo», dichiarò Benioff.[1]

[modifica] Accoglienza

Il film uscì nelle sale cinematografiche statunitensi il 22 dicembre 2002, incassando in totale 13.084.595 $.[2]

[modifica] Critiche

Le recensioni dei critici statunitensi furono contrastanti. Il San Francisco Chronicle definì il film «triste e potente, il primo grande film del Ventunesimo secolo su un tema del Ventesimo secolo».[1] Altri critici trovarono il film noioso o la storia già vista.[1] Il New Yorker scrisse: «Il film coglie alla perfezione il clima ammareggiato, teso quasi oltre i limiti, della città dopo l'11 settembre».[1]

In Europa il film fu accolto molto positivamente, e fu considerato uno dei migliori, se non il migliore, di Spike Lee.[1]

[modifica] Colonna sonora

La colonna sonora del film fu affidata a Terence Blanchard, uno dei collaboratori storici di Spike Lee. Blanchard inserì in orchestra delle cornamuse e accostò alla musica irlandese quella mediorientali. «Attraverso le musiche, credo che Spike stesse cercando di comunicare un messaggio agli Stati Uniti. Troppo spesso la musica mediorientale e la musica irlandese sono state associate solo a determinati segmenti della vita statunitense, mentre quello che Spike stava cercando di dire è:'Tutto questo è Stati Uniti'», disse Blanchard.[1]

La colonna sonora presenta i seguenti brani:

  1. Warm It Up Kane (Big Daddy Kane)
  2. Flava in Ya Ear (Craig Mack)
  3. Put the Music Where Your Mouth Is (Olympic Runners)
  4. White Lines (Don't Don't Do It) (Grand Master e Melle Mel)
  5. Cavern (Liquid Liquid)
  6. Bra (Cymande)
  7. Dove (Cymande)
  8. The Message (Cymande)
  9. The Fuse (Bruce Springsteen)

[modifica] Collegamenti ad altre pellicole

  • La sequenza del monologo di Monty davanti allo specchio del bagno, in cui vengono visualizzate tutte le etnie che esso insulta, presenta delle analogie con una sequenza di Fa' la cosa giusta, diretto da Spike Lee nel 1989, in cui gruppi di etnie differenti si insultano a vicenda.
  • La sequenza dello specchio ricorda anche quella di Taxi Driver, diretto da Martin Scorsese nel 1976.
  • Il personaggio dell'agente Flood apparirà anche in Lei mi odia, diretto da Lee nel 2004.
  • Quando Monty si riferisce a Douglas-Gekko intende riferirsi a Wall Street, diretto da Oliver Stone nel 1987.
  • Alcune sequenze accelerate della città di New York ricordano quelle presenti in Koyaanisqatsi, diretto da Godfrey Reggio nel 1982.
  • Nell'appartamento di Monty è presente il poster di Nick mano fredda, diretto da Stuart Rosenberg nel 1967.

[modifica] Note

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m . Spike Lee, Kaleem Aftab Questa è la mia storia e non ne cambio una virgola. Milano, Kowalski editore, 2005.
  2. ^ "La 25ª ora", scheda disponibile qui; ultimo accesso il 19 settembre 2007.

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni

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