I due orfanelli
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I due orfanelli | |
Titolo originale: | I due orfanelli |
Paese: | Italia |
Anno: | 1947 |
Durata: | 90' |
Colore: | B/N |
Audio: | sonoro |
Genere: | Commedia |
Regia: | Mario Mattoli |
Soggetto: | Mario Mattoli, Steno |
Sceneggiatura: | Age, Steno, Jean Jacques Rastier |
Produttore: | Excelsa, Roma |
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Fotografia: | Jan Stillich, Tino Santoni |
Montaggio: | Ferdinando Tropea |
Musiche: | Eldo Di Lazzaro diretta da Pippo Barzizza |
Scenografia: | Gastone Medin, Roland Quignon |
Costumi: | Maria De Matteis |
Si invita a seguire le linee guida del Progetto Film |
I due orfanelli è un film del 1947, diretto da Mario Mattoli. Si tratta di una parodia del film muto di David Wark Griffith Le due orfanelle.
Indice |
[modifica] Trama
Parigi, epoca del secondo impero napoleonico. In un collegio di orfanelle Matilde, una delle ragazze, è innamorata di Giorgio, un ufficiale che vede clandestinamente dalla direttrice. Il loro matrimonio è però ostacolato dalla di lui famiglia per via delle origini sconosciute della povera Matilde. Intenzionata a scoprire la verità, incarica gli inservienti Gasparre e Battista (anche loro orfani dei genitori) di recarsi da una chiromante con una ciocca dei suoi capelli per scoprire le sue origini. Gasparre perde però questa ciocca, rimpiazzandola con una propria. Egli viene così a scoprire le proprie origini nobiliari. Recatosi alla casa del Duca suo zio per reclamare la propria eredità viene accolto con apparente benevolenza, mentre nel buio i famigliari ordiscono la trama per eliminare il nuovo pretendente. Dopo una ripetuta serie di fallimenti, Gasparre cade nella trappola, sedotto da Susanne de la Pleine ed è costretto a battersi in duello; la fortuna lo accompagna ancora una volta e riesce a salvarsi per una provvidenziale battaglia. Attirati poi con l'inganno in un noto night club parigino, vengono coinvolti in un attentato ai loro danni e riescono miracolosamente a fuggire nelle fogne di Parigi dove incontrano l'abate Faria, anch'egli evaso e con lui tentano di risalire in superficie: sfortuna vuole che i tre si trovino ad emergere in una stanza del palazzo reale dove Napoleone III sta posando per un quadro. Convinto che siano dei cospiratori della corona, l'Imperatore ordina il loro arresto: Battista riesce a fuggire, mentre Gasparre viene catturato, imprigionato e condannato a morte come cospiratore. Tornato al collegio confessa l'accaduto alla direttrice che gli consegna l'indirizzo di suo padre e una medaglietta che aveva un tempo per riconoscimento. Giunto alla casa del padre, egli scopre che il proprio genitore non è un nobile né un musicista come egli aveva sempre ritenuto, ma è in realtà il boia di Parigi e lo coinvolge per aiutarlo a salvare l'amico Gasparre, condannato alla ghigliottina. Il giorno dell'esecuzione, dopo una serie di rocamboleschi tentativi di salvare l'amico, si scopre che in realtà la vicenda è tutta un sogno e la vita trascorre come sempre al collegio.
[modifica] Curiosità
Il film si conclude con un'amara considerazione sull'ingiustizia della vita, dove i buoni vengono puniti ed i cattivi continuano a perpetrare le loro angherie indisturbati.
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[modifica] Voci correlate
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