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Festa di Santa Rosalia - Wikipedia

Festa di Santa Rosalia

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Festa di Santa Rosalia

IL'ingresso del santuario di Santa Rosalia situato sul Monte Pellegrino a Palermo
IL'ingresso del santuario di Santa Rosalia situato sul Monte Pellegrino a Palermo
Festa religiosa
Data 15 Luglio
Periodo 10/15 Luglio
Data nel 2008 {{{data nel 2008}}}
Celebrata in Palermo
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Religione Cattolicesimo
Avvenimento celebrato Scomparsa della peste
Festività correlate
Tradizioni Trasporto del carro, spettacolo teatrale, fuochi d'artificio
Tradizioni religiose {{{tradizioni religiose}}}
Tradizioni profane spettacoli teatrali, concertistici e pirotecnici
Tradizioni culinarie Pasta con le sarde, Babbaluci
Data d'istituzione secolo XVII
Chiamata anche u fistinu

La Festa di Santa Rosalia ('u fistinu in siciliano) si svolge nel mese di luglio a Palermo.

Indice

[modifica] La nascita della festa

Nel 1624 nella città di Palermo, martoriata dalla peste la popolazione si affidava invano alle sante protettrici della città e dei quattro mandamenti cittadini: Sant'Agata, Santa Cristina, Sant'Oliva e Santa Ninfa.
Durante questa crisi, secondo la leggenda, l'allora poco nota Santa Rosalia apparve ad un saponaio di nome Vincenzo Bonello, indicando l'ubicazione delle proprie spoglie e ingiungendo che solo se i propri resti fossero stati portati in processione la peste sarebbe terminata. Nella grotta indicata dalla visione vennero trovate 27 reliquie e il giorno 15 Luglio l'arcivescovo seguito da tutto il clero, dal senato palermitano e da alcuni cittadini eminenti fece una processione attraverso le strade della città con le reliquie della santa. In pochi giorni la città venne liberata dalla peste. Dal 1625 la Chiesa autorizzò il culto, anche se Rosalia venne proclamata santa soltanto il 26 gennaio 1630.[1] [2]

[modifica] Il rito nel passato

Nel [[1625] le reliquie vennero poste all'interno di uno scrigno in argento e vetro, custodito all'interno del Palazzo Arcivescovile, e dallo stesso anno vennero portate in processione per ricordare il miracolo compiuto, inaugurando una tradizione che in più di tre secoli ha subito ben poche interruzioni.

[modifica] La processione

L'effige della santa

La prima celebrazione del 1625 fu particolarmente breve: le reliquie vennero spostate per pochi metri, dal Palazzo Arcivescovile fino alla cattedrale. Il percorso divenne sempre più lungo e complesso con i passare degli anni, fino a coinvolgere buona parte della città. Alla processione partecipano di diritto molte confraternite costituite nel corso dei secoli, la più antica e famosa è la Confraternita di Santa Rosalia dei Sacchi, costituita nel 1635 e formata da barbieri e calzolai (varberi e scarpari).
La confraternita, che prende il nome dall'abbigliamento usato durante la processione, ha il compito di trasportare l'effige della santa che durante l'anno viene conservata nella Chiesa di Casa Professa. Tutte le confraternite dovevano portare un mantello con l'effige della santa e grossi ceri in processione. In occasione della festa, sin dal XVII secolo, il Cassaro veniva addobbato con fastose architetture temporanee.

[modifica] Il carro

I quattro piccoli carri utilizzati per le prime processioni vengono sostituiti nel 1686 da un grosso carro trionfale. Il carro, metafora del trionfo della santa, diventa ben presto il centro della celebrazione, assume da subito dimensioni notevoli e ed è stato più volte sostituito, nella ricerca di effetti scenografici sempre più solenni. Tra il Settecento e l'Ottocento molti famosi architetti palermitani si cimentarono nella sua progettazione.
Nel 1701 ad opera dell'architetto Paolo Amato, assunse per la prima volta la forma di vascello, idea ripresa anche in tempi moderni. Durante il periodo borbonico, fino al 1860 si mantenne a lungo il carro settecentesco, che mostrava l'opulenza della corte. In occasione dell'unificazione dell'Italia venne creato un nuovo carro, una grande vasca ornata da puttini. Nel 1896, su ispirazione di Giuseppe Pitrè, venne costruito un carro di dimensioni tali da non potere passare attraverso le strade del del centro, ma dalle vie più esterne della città. Nel 1924, in occasione del terzo centenario del ritrovamento delle reliquie, venne costruito un carro fisso con una torre centrale alta 25 metri.[3]

[modifica] Il rito nel presente

Ancora adesso il "festino" è una grande festa popolare che richiama centinaia di migliaia di fedeli, curiosi e turisti[4], e che consiste in spettacoli, mostre e concerti che iniziano i primi giorni di luglio e si concludono con le celebrazioni religiose del 15 luglio. Ogni anno viene sviluppato un tema differente, mantenendo però di base la storia del miracolo della vittoria sulla peste.

[modifica] La processione

La statua della santa di fronte alla Cattedrale di Palermo

La notte del 14 luglio la festa giunge all'apice, con una solenne processione dal Palazzo dei Normanni, lungo l'antico asse viario del Cassaro fino al mare, passando attraverso Porta Felice, secondo un itinerario ideale dalla morte (la peste) alla vita (la luce dei fuochi d'artificio in riva al mare).
La processione, composta da un carro trionfale con la statua della santa, trainato da buoi, e da carri allegorici, si ferma davanti alla Cattedrale, ai quattro canti (momento in cui, tradizionalmente, il sindaco in carica depone dei fiori ai piedi della statua della Santa gridando "Viva Palermo e Santa Rosalia!") e alla Marina, dove ha luogo un grande spettacolo pirotecnico (10.000 tubi di lancio nel 2005)[5] accompagnato da musica sinfonica eseguita dal vivo.

Accompagnano la processione canti di devozione in rima:

"Uno. Notti e ghiornu farìa sta via!
Tutti. Viva Santa Rusulia!
U. Ogni passu ed ogni via!
T. Viva Santa Rusulia!
U. Ca nni scanza di morti ria!
T. Viva Santa Rusulia!
U. Ca nn'assisti a l'agunia!
T. Viva Santa Rusulia!
U. Virginedda gluriusa e pia
T. Viva Santa Rusulia!”

ed ogni tanto il grido “E chi semu muti? Viva viva Santa Rusulia”.

[modifica] Il carro

Nel 1974 viene costruito un carro di ispirazione settecentesca, a forma di vascello, che raggiunge i dieci metri d'altezza e i nove metri di lunghezza ed è trasportato da buoi. Da questo momento il carro in sé diviene un piccolo palcoscenico coreografico. Nel 2006 viene costruito un nuovo carro, per il quale si abbandonano le forme barocche in favore di una più semplice forma di imbarcazione con una vela interamente di cristallo Swarowsky.

[modifica] Lo spettacolo

Dalla fine degli anni 90 lo spettacolo, un tempo una mera tradizione popolare, è divenuto una rappresentazione teatrale a tutti gli effetti, con giochi di luce spettacolari e danze acrobatiche, che rappresentano gli ultimi giorni della peste a Palermo. Lo spettacolo ha carattere itinerante, infatti dopo la rappresentazione cittadina viene rappresentato in vari parti del mondo, in modo da recuperare parte delle spese affrontate per l'intero festino.

[modifica] Tradizioni culinarie

Durante le celebrazioni si consumano cibi che fanno parte della tradizione popolare palermitana: la Pasta con le sarde (a pasta chi sarde), i babbaluci (lumache bollite con aglio e prezzemolo), lo sfincione (u sfinciuna), il polpo bollito (u purpu), Calia e simenza (u scaccio) e l'Anguria (detto u muluna).

[modifica] Bibliografia

  • Sara Cabibbo. Santa Rosalia tra cielo e terra. Storia, rituali, linguaggi di un culto barocco . Palermo, Sellerio, 2004 .
  • Umberto Santino. I giorni della peste. Il festino di santa Rosalia tra mito e spettacolo . Palermo, Edizioni Di Girolamo, 2006 .
  • Rodo Santoro. Il Festino di santa Rosalia . Palermo, Flaccovio, 2003 .

[modifica] Note

  1. ^ http://www.palermoweb.com/santarosalia/altrestorie.htm
  2. ^ http://www.santiebeati.it/dettaglio/69050
  3. ^ http://www.italiaestera.net/modules.php?name=News&file=article&sid=2543
  4. ^ Spettacolo 2005
  5. ^ Il festino

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni


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