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De Havilland DH.98 Mosquito - Wikipedia

De Havilland DH.98 Mosquito

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il titolo di questa voce non è corretto per via delle caratteristiche del software MediaWiki. Il titolo corretto è de Havilland DH.98 Mosquito.
De Havilland DH.98 Mosquito F Mk XIX

Un Mosquito XVIII con i colori usati durante lo sbarco in Normandia
Descrizione
Ruolo Cacciabombardiere
Equipaggio 2
Primo volo gennaio 1944
Entrata in servizio 1941
Costruttore de Havilland
Progettista {{{progettista}}}
Esemplari costruiti 220 (su 7781 totali)
Dimensioni
Lunghezza 12,54 m
Apertura alare 16,51 m
Angolo di freccia alare
Altezza 3,81 m
Superficie alare 42,18
Carico alare {{{carico alare}}}
Superficie degli alettoni {{{superficie alettoni}}}
Freccia dello stabilizzatore {{{freccia stabilizzatore}}}
Area dello stabilizzatore {{{area stabilizzatore}}}
Freccia della deriva {{{freccia deriva}}}
Area della deriva {{{area deriva}}}
Carreggiata del carrello {{{carreggiata}}}
Passo del carrello {{{passo}}}
Peso
A vuoto 7.244 kg
Normale
Massimo al decollo 9865 kg
Capacità combustibile
Capacità combustibile {{{capacità_combustibile}}}
Capacità di carico {{{capacità}}}
Propulsione
Motore due Rolls-Royce Merlin 25 da 1600hp.
Potenza {{{potenza}}}
Spinta {{{spinta}}}
Prestazioni
Velocità massima {{{velocità_max}}}
Velocità di stallo {{{stallo}}}
Fattore di carico {{{g load}}}
Velocità variometrica {{{climb_rate}}}
Tempo di salita {{{tempo di salita}}}
Corsa di decollo {{{decollo}}}
Ingombro di pista {{{atterraggio}}}
Autonomia 3020 km
Raggio d'azione {{{raggioazione}}}
Tangenza 8530 m
Vita operativa {{{vita operativa}}}
Armamento
Mitragliatrici 4 da 7,7 mm
Cannoni 4 da 20 mm
Bombe
Missili {{{missili}}}
Piloni
Altro
Note
Le versioni dotate di motori Merlin 25, cacciabombardieri o caccia che fossero, erano velivoli poco prestanti alle alte quote, per le quali erano necessari i Merlin 61, 76 o superiori.
Lista di aerei militari

Il de Havilland DH.98 Mosquito ("Zanzara" in inglese) è uno dei più notevoli aerei da combattimento di tutti i tempi, impiegato per ogni sorta di missione, che verteva all'inizio nel bombardamento leggero, poi arrivarono anche i compiti di caccia notturna, ricognizione e attacco al suolo. Venne realizzato in Gran Bretagna durante la seconda guerra mondiale.

Non ebbe mai un armamento difensivo, lasciando alla velocità l'esclusiva della sua sopravvivenza. Fu una scommessa vinta che consentì di limitare la vulnerabilità dell'aereo ad un livello ridottissimo, con perdite modeste, anche con un carico pesante (1360 kg, poi 1800), autonomia elevata ed una quota di tangenza di oltre 11000 metri. La velocità era tra i 585 e i 655 km/h, a seconda del modello.

Vennero prodotti oltre 7000 esemplari, che fecero del "Wooden wonder" (era soprannominato "Meraviglia di legno": era infatti costruito in legno)e rappresentava una delle più eminenti eccezioni alla superiorità delle strutture metalliche.

Indice

[modifica] Sviluppo

La ditta di Geoffrey de Havilland, importante e originale progettista inglese, partecipò alla gara per rispondere alla specifica P.13/36 con il bombardiere derivato dal DH.91 Albatross, un aereo da trasporto passeggeri quadrimotore che poteva raggiungere Berlino alla velocità di 338 km/h con un carico di bombe di 2700 kg (6000 libbre). La specifica venne vinta dal più convenzionale Manchester, aereo che ebbe non pochi problemi, ma che ebbe anche il merito di dare origine al Lancaster.

Per nulla scoraggiato, il team di progettisti capeggiato da Ronald E. Bishop continuò gli studi, focalizzandosi su di una macchina veloce e capace di sopravvivere esclusivamente grazie alla velocità.

Non era certo la prima volta che una macchina del genere veniva concepita, a cominciare dai DH.4 della prima guerra mondiale, sempre della stessa ditta. Il bombardiere veloce era in netto contrasto con le macchine pesanti, parecchio armate ma lente rispetto ai caccia intercettori e molto costose.

Il 7 luglio 1938 la nuova proposta venne sottoposta al Ministero dell'Aria britannico (con a capo Sir W. Freeman), ma non ottenne finanziamenti. La nuova macchina, che era totalmente diversa dalla linea di bombardieri veloci inglesi in quel tempo realizzata dalle altre industrie, aerei convenzionali, metallici, dalle prestazioni oneste ma nulla di più, venne accolta con notevole scetticismo, visto che sembrava impossibile che un aereo senza armamento potesse sopravvivere in combattimento. Un'altra grande fonte di perplessità era il fatto che il nuovo aereo fosse costruito di legno, dopo che ormai la Royal Air Force cominciava ad avere in linea velivoli esclusivamente metallici. Il progetto del Mosquito venne approvato definitivamente solo con parecchio ritardo, il 29 dicembre 1939. Nel frattempo i bombardieri inglesi cominciarono già ad operare, e centinaia di giovani aviatori perdevano la vita nei primi anni di guerra senza infliggere danni sensibili alla Germania. Alla fine della guerra, il Bomber Command ebbe oltre 50.000 caduti, più i feriti e prigionieri. Ma ben pochi si sarebbero registrati nelle unità con i Mosquito.

Nella specifica allora redatta, la I/40, venne richiesto un bombardiere "veloce come un caccia" che portasse 450 kg di carico bellico a 2425 km di distanza. La De Havilland propose, ancora una volta, il Mosquito, che non aveva ancora questo nome, ma solo DH.98, e ricevette un ordine per 50 esemplari in data 1° marzo 1940.

Lo scetticismo riguardo al bombardiere in legno era molto elevato, ma nonostante il bombardamento aereo eseguito da uno Junkers Ju 88 tedesco (aereo grossomodo simile) il 2 ottobre 1940 sullo stabilimento di Salisbury Hill, il nuovo aereo continuò rapidamente lo sviluppo. Quando il prototipo W4050 volò il 25 novembre 1940, solo 11 mesi dopo l'avvio della progettazione, era presente a bordo il figlio di de Havilland e J.E.Walker. I motori erano due Rolls-Royce Merlin 21 da 1280 cv al decollo e 1480 ad una quota di 1830 m.

Il prototipo del Mosquito W4050
Il prototipo del Mosquito W4050

A quel punto vennero richiesti 30 caccia e 10 ricognitori, ma solo 10 bombardieri.

Nel frattempo vennero prodotti oltre 4000 bombardieri Fairey Battle e Bristol Blenheim, che in un certo qual modo erano "veloci", ma in pratica risultarono vulnerabili anche a caccia biplani, pagando spesso un prezzo elevatissimo per le loro missioni belliche. Mentre questo accadeva, il prototipo DH.98 fece molto di più di quanto aspettato, ottenendo velocità (destinate, beninteso, a calare con le attrezzature belliche) tra i 697 e i 706 km/h, che gli avrebbero consentito, di battere numerosi record di velocità se soltanto fosse stata utilizzato anche per questo scopo. Ma nasceva "figlio" dell'emergenza bellica e nessuno pare si sia mai occupato di questo aspetto.

Nessun altro aereo della RAF ottenne velocità analoghe o superiori praticamente fino alla fine della guerra, inclusi i primi jet Gloster Meteor. La cosa può sembrare straordinaria, ma il DH.98 non è il solo apparecchio veloce dell'epoca: più o meno contemporaneamente, il sovietico Pe-2 e il giapponese Ki-46 stavano ottenendo risultati non dissimili.

Il 15 maggio 1941 decollò il prototipo del caccia, matricola W4052, mentre il ricognitore giunse al battesimo dell'aria il 10 giugno.

La drammatica situazione inglese del 1940-41 comportò che il Mosquito, come da qualche mese era stato battezzato, venisse subito collaudato nell'estate successiva e mandato in azione alla fine della stagione.

Il primo Mosquito che operò una vera missione di guerra era un PR Mk I, ovvero il prototipo, matricola W 4055, che partì il 20 settembre , accorpato in un reparto da ricognizione strategica, per un'azione sulla Francia. Venne affrontato a circa 7000 m di quota da 3 Messerschmitt Bf 109, ma li eluse con facilità nonostante che fossero i migliori apparecchi da caccia tedeschi. Il Mosquito, veloce e privo di armamento com'era, non avrebbe mai decorazioni per azioni eroiche ai mitraglieri, ma poteva quasi sempre ritornare alla base, anche perché si dimostrò molto affidabile sia come macchina, che come motori.

Nel contempo, per dare un'idea, venivano utilizzati anche i bombardieri B-17C di fornitura americana, che nonostante la loro velocità (erano i più veloci della loro categoria, 515km/h) e complessità, fornirono risultati quantomeno deludenti, con 9 macchine perse su 20 in poche azioni d'attacco.

I primi Mosquito bombardieri, gli Mk IV, raggiungevano i 585 km/h a pieno carico, e sostituirono i Blenheim nel 1942 in carico al No.105 Squadron. Poco dopo arrivarono anche i caccia notturni in carico al 23° e 157° Sqn.

Nel frattempo il Mosquito ebbe un concorrente, il progetto 1005 della Hawker, che assieme ad altri cercò di partecipare alle forniture per la RAF, ma nonostante la specifica emessa nel tardo 1941 per un nuovo bombardiere veloce, a cui parteciparono anche altre macchine, il risultato fu deludente: vinse il Bristol Buckingham, ma questo non incise per nulla sul successo del Mosquito.

[modifica] Tecnica

Un Mosquito con le insegne del 653 Bomb Squadron in un museo
Un Mosquito con le insegne del 653 Bomb Squadron in un museo

Anzitutto, la costruzione del Mosquito, macchina paragonabile in termini di prestazioni al tedesco Ju 188 e il sovietico Petlyakov Pe-2, è stata totalmente sviluppata con l'uso di un materiale non strategico. Tutto l'aereo era costruito infatti in legno, cosa che lo fece battezzare "the wooden wonder". Si tratta dell'apparecchio operativo più veloce mai costruito con struttura lignea, il che costituisce un fatto straordinario se si considera come le costruzioni metalliche avessero dimostrato ampiamente la loro superiorità su quelle di origini "vegetali" (legno e tela) dell'era precedente.

Ma la situazione in cui versava la Gran Bretagna nel 1940 e la cura aerodinamica con cui la macchina è stata progettata l'hanno resa fin da subito più veloce di oltre 100 km/h rispetto al Ju-88, bombardiere standard della Luftwaffe.

Le versioni del Mosquito, soprannominato anche "Jack of all trades" in alcuni testi aeronautici, che significa grossomodo "l'uomo dai mille mestieri", sono state innumerevoli e hanno coperto praticamente tutti i ruoli: bombardiere, ricognitore, caccia pesante notturno e cacciabombardiere. Da un ramo della famiglia, passando attraverso il modello Sea Mosquito, derivò anche il Sea Hornet, eccezionale macchina da caccia ed attacco ad elica, imbarcata, con circa 750 km/h di velocità massima.

La struttura lignea offriva vantaggi di vario genere su quella metallica, a cominciare dalla possibilità di non essere legati a fonti strategiche come nel caso dei metalli, specialmente l'alluminio. Questo comporta che non erano necessari né giacimenti, né impianti estrattivi, né industrie specializzate per la loro trasformazione. Inoltre non vi erano necessità vincolanti di elaborare la materia prima, come nel caso delle leghe metalliche continuamente perfezionate.

Il secondo vantaggio era che anche piccole officine, e persino artigiani, potevano costruire strutture complesse e inviarle poi per l'assemblaggio. Questo significa che in caso di guerra era possibile ottenere la produzione di velivoli anche nelle situazioni più difficili.

Solo nel caso delle componenti critiche, armamento, carrello d'atterraggio e motori, questo non era vero, ma si trattava di una riduzione molto marcata rispetto al normale livello per una macchina completamente metallica.

Per contro, esistevano altri problemi riassumibili in tal modo: la necessità di progettare strutture più spesse e più pesanti, la necessità di una manodopera abbondante (impossibile progettare strutture stampate con il legno), la vulnerabilità al fuoco e agli agenti atmosferici, la maggiore rapidità di logorio e la necessità di manutenzione.

La struttura del Mosquito era stata pensata con un doppio rivestimento per la fusoliera, balsa esterna, compensato interno. Le ali erano bilongherone. Non esistevano rivestimenti in tela verniciata, come ad esempio avveniva negli aerei italiani costruiti in legno.

In ogni caso, tutte le versioni del Mosquito presentavano la stessa configurazione base, cominciando dall'ala, monoplana alta, ad elevato allungamento e superficie, con bordo d'attacco praticamente piano, anche se quello d'uscita moderatamente angolato a freccia negativa. Nel bordo d'uscita erano presenti alettoni, e più all'interno (in prossimità della fusoliera) gli ipersostentatori.

Le superfici di coda orizzontali erano ellittiche, molto allungate, come anche le stesse ali. Il timone verticale era anch'esso molto allungato e di struttura non molto dissimile. Alette di compensazione (trim) erano presenti sia sugli alettoni che sul timone verticale e servivano per "accordare" i comandi alle variazioni di assetto, specie per i pesi.

La fusoliera era estremamente affusolata, sezione ovoidale, partendo dal muso relativamente tozzo, rastremandosi progressivamente verso i piani di coda. L'abitacolo, in genere per due persone, era incassato nel muso, con un limitato campo visivo ma totalmente vetrato. I modelli da bombardamento e ricognizione avevano una finestra nel musetto, i tipi da caccia notturna e cacciabombardieri una o due batterie di cannoni.

Il carrello era triciclo posteriore della Dowty. L'elemento sterzante era in coda, sotto il timone verticale, mentre i due elementi principali, con gomme di elevato diametro e telaio ad H, erano alloggiato nelle gondole alari, dietro i motori veri e propri, che forse anche per questo erano molto sporgenti in avanti.

I motori erano sistemati nelle ali, con gondole di disegno particolare che presentavano una sorta di incremento di stabilità per l'aereo, essendo profonde, allungate (oltre il bordo d'uscita) e quindi con un supplemento di stabilità durante il volo. Il Mosquito aveva una motorizzazione che, a differenza del Bristol Beaufighter, il predecessore a tutti gli effetti del Mosquito, comprendeva solo motori a cilindri in linea, di tipo Merlin, con potenze tra i 1200 e i 1700 cavalli. I Rolls-Royce Merlin consentivano una velocità che a seconda delle versioni, variava tra i 585 e i 680 km/h e una tangenza che, nella versione specializzata per la caccia ad alta quota, arrivava a oltre 13000 m, 2000 sopra il normale.

I radiatori erano presenti nel bordo d'attacco dell'ala interna , tra la fusoliera e i motori. La soluzione consentiva un minimo attrito aerodinamico, senza quasi controindicazioni. Le eliche Rotol, metalliche a passo variabile, erano tripala ad alto allungamento. La capacità di carburante era in origine di 3200 l, tutti nelle ali.

Un Mosquito B Mk XVI inglese
Un Mosquito B Mk XVI inglese

Il vano portabombe ospitava un totale di 907 kg di bombe, tipicamente 4 da 227 kg, che in alcuni modelli sono stati incrementati a 1814 kg. Non esistevano freni di picchiata, ma soprattutto, non esisteva armamento difensivo di sorta, in nessuna versione.

L'armamento principale era costituito, nelle sole versioni da caccia notturna, da una batteria di 4 cannoni da 20 mm Hispano-Suiza nel muso, sistemati tutti alla stessa altezza, con 130-150 colpi ciascuno, oltre al radar di ricerca di vario tipo. Al di sopra vi erano 4 mitragliere Browning da 7,7 mm.

Le corazzature erano presenti dietro l'abitacolo sotto forma di una piastra di ampia estensione. Le dotazioni comprendevano anche, nel Mosquito Mk IV, due telecamere sistemate nella parte centrale della fusoliera e un lanciatore di bengala (simile a quelli moderni, in un certo senso, ma all'epoca non esistevano missili con guida IR e esso serviva solo per illuminare bersagli o aeroporti d'atterraggio).

La colorazione era generalmente nera sui fianchi e ventre, nera per i modelli da caccia notturna anche superiormente, oppure, inizialmente, in verde-marrone. Molti Mosquito bombardieri e soprattutto cacciabombardieri avevano invece superfici chiare e grigio-verde superiormente, similmente ai caccia. L'araldica era, dato il frequente impiego notturno, poco appariscente, tranne che nelle macchine con striature chiare e nero sulle ali e la fusoliera.

[modifica] Versioni

Il numero di esemplari costruiti non risultò eccezionale, anche considerando che si trattava di un bimotore, ma anche così il Mosquito, nonostante la sua potenzialità multiruolo, per esprimersi al meglio ha avuto bisogno di piccole riprogettazioni strutturali e molte variazioni nell'impiantistica. Le differenze maggiori erano, ovviamente, tra le versioni da bombardamento e quelle per la caccia notturna.

Vennero realizzate moltissime versioni del Mosquito, anche se a volte le differenze tra due versioni erano minima; la RAF comunque considerò "la meraviglia di legno" un ottimo progetto e cercò di aggiornalo il più possibile. All'epoca gli aerei metallici, anche importanti, venivano prodotti in poche versioni e, quando obsoleti, venivano semplicemente rottamati o passati in seconda linea.

Il problema maggiore della De Havilland, dato il successo del progetto, fu quello di organizzare una produzione in massa che non richiedeva molte materie prime ma, in compenso, vi era la necessità di molti falegnami ed altri lavoratori manuali. Così alcune ditte inglesi ne ebbero alcuni in appalto, ma soprattutto l'allora multinazionale aeronautica passò i progetti alle sue filiali nel Commonwealth. Persino così, il numero di Mosquito prodotti non arrivò mai ai livelli desiderati.

Nota circa la sigle, secondo lo standard della RAF F significa caccia, FB cacciabombardiere, B bombardiere , PR ricognizione e T addestramento. Mk sta per Mark, modello. I numeri sono romani e descrivono l'apparizione progressiva di tipi senza tenere conto dei loro compiti, mentre verso la fine della guerra vennero adottati numeri arabi.

[modifica] Ricognitori

  • PR Mk I: il primo modello del Mosquito entrato in servizio era un ricognitore, con motori Merlin 21/23 da 1480 hp, 3 fotocamere verticali ed una obliqua. Furono costruiti 10 esemplari in tutto, a partire dal giugno 1941; venne impiegato in servizio operativo dal settembre dello stesso anno.
  • PR Mk VIII: 5 macchine per alte quote, con motori Merlin 61 da 1290 hp, vennero estrapolate dal B.Mk IV
  • PR MK IX: 90 macchine per alta quota, con motori Merlin 72,73,76, o 77. Il primo volo avvenne il 6 maggio 1943.
  • PR Mk XVI: 432 esemplari con Merlin 72/73 da 1680 hp ma basati, a differenza dei tipi precedenti, sui B.Mk XVI. Primo volo: gennaio 1944.
  • PR Mk 32: 5 esemplari per alte quote, derivati dal B.Mk XVI ma con motori Merlin 113/114 da 1690 hp.
  • PR Mk34: Mosquito a grande autonomia per l'impiego nel Pacifico, dotato di motori Merlin 76, 113 e 114. Vennero costruiti 50 esemplari a partire dal dicembre 1944.
  • PR Mk 41: Mosquito da ricognizione con i Merlin 69, costruito in Australia per un totale di 28 esemplari. Un'altra macchina simile era la Mk 42, costruita in un unico esemplare.

[modifica] Caccia e cacciabombardieri

  • F Mk II: caccia notturni con motori Merlin 21, 22, o 23 da 1480 cv. Vennero realizzati in 466 esemplari a cominciare dal 15 maggio 1941, data del primo volo. Erano armati di 4 cannoni Hispano e 4 mitragliatrici Browning da 7,7 mm, mentre nel muso si notava l'antenna ad arpione del radar AI ("Air Intercept") Mk IV o V, con talvolta anche i fari Turbinlite.
  • FB Mk VI: la necessità di una macchina d'attacco moderna poteva essere soddisfatta anche dal Mosquito, equipaggiato con 4 cannoni da 20 mm e 4 mitragliatrici, 2 bombe sotto le ali e 2 dentro un vano ricavato nella fusoliera, 8 razzi aria-superficie (in alternativa alle bombe alari) e motori Merlin 21, 22, 23 o 25, che assicuravano potenze variabili da 1480-1620 cv. Il decollo inaugurale avvenne il 1 giugno 1942; questa macchina venne prodotta in quantità molto consistenti, la più numerosa di tutti i tipi di Mosquito, con 3300 esemplari costruiti.
  • NF Mk X: versione da caccia notturna con motori Merlin 61 non realizzata, come anche la FB Mk XI cacciabombardiere, sempre con gli stessi motori. La versione NF Mk XIV era equipaggiata con motori Merlin 67 o 72, ma anch'essa non venne realizzata.
  • NF Mk XII: conversione di 97 NF Mk II, grazie al nuovo radar AI Mk VIII, che era racchiuso da un radome di materiale dielettrico che all'epoca era fatto in legno piuttosto che in fibra di vetro o plastica. Questa innovazione gli dava un muso più grande, ma le mitragliatrici leggere erano state soppresse.
  • NF Mk XIII: caccia notturno con derivazione dal modello Mk VI, con muso modificato, motori Merlin 21, 23 e 25. Vennero costruiti 270 esemplari, il primo dei quali decollò nell'agosto 1943.
  • NF Mk XV: caccia speciali per l'intercettazione dei ricognitori tedeschi ad alta quota, con ala allungata a 19,05 m, alleggeriti il più possibile, motori Merlin 61, 73 o 77 e radar AI Mk VIII. Il primo volo avvenne nel settembre 1942, a cui seguì una modesta produzione di 5 esemplari in tutto. La loro quota operativa superava i 13000 m e l'armamento si limitava alle sole 4 mitragliatrici leggere del muso.
  • NF Mk XVII: caccia Mk XIII con radar migliorato AI Mk X o SRC-720 o successivi. Vennero costruiti 100 esemplari, mentre 220 erano Mk XIX, con muso di tipo Universal, radar Mk VIII o successivi, sia americani che inglesi. Primo volo: maggio 1944.
  • FB Mk XVIII: basato sull'Mk VI, era un cacciabombardiere dotato di un'arma speciale, il cannone Molins da 57 mm con 23-25 colpi, e 4 mitragliatrici da 7,7 mm. Vennero costruiti 18 esemplari sui 25 pianificate; il primo volo avvenne il 25 agosto 1943. Vennero assegnati al 248° Squadron di Banff, nel gennaio 1944.
  • F Mk XIX, caccia notturni derivati dall'Mk III con i motori Merlin 25 e radar di vario genere SCR-720 USA o Mk X inglesi. Primo volo maggio 1944, prodotti complessivamente 220.
  • FB Mk 21: erano 3 aerei costruiti come cacciabombardieri con motori Packard Merlin, costruiti su licenza in Canada, da 1300 cv. La versione FB Mk 24 non venne realizzata, e verteva sulla realizzazione di un motore Packard Merlin 301.
  • FB Mk 26: l'industria canadese entrò con questa versione a pieno titolo nella storia del Mosquito, grazie alla produzione di cacciabombardieri Mk VI o Mk 21, che vennero riequipaggiati con i motori packard Merlin 225, di costruzione canadese. Vennero costruiti 338 esemplari.
  • NF Mk30: caccia notturni d'alta quota costruiti sulla base dell'Mk XIX, modificati con motori Merlin 72, 76 o 113, realizzati in 350 esemplari; il primo volo ci fu nel marzo 1944. Gli NF Mk 31 erano Mk 30 con motori Packard Merlin 69, ma non vennero realizzati.
  • TF Mk 33 Sea mosquito: costruito con l'obiettivo di ottenere una macchina imbarcata multiruolo, venne realizzato con motori Merlin 35, eliche quadripala e, dal 14° esemplare, dotati di ali ripiegabili. Questo aereo molto evoluta arrivò tardi, con il primo volo solo il 10 novembre 1945; pertanto dei 97 ordinati ne vennero realizzati solo 50.
  • NF Mk 36: caccia notturni con radar americano SRC-720 o successivo, motori Merlin 113/114 o 113A/114A. Anch'essa era una versione sostanzialmente postbellica, volando proprio nel maggio 1945, quando finirono le ostilità in Europa. Nondimeno ne vennero realizzati 266.
  • TR Mk 37: 6 Mosquito di tipo navale, con motori Merlin 25 e radar di ricerca ASV Mk VIII; primo volo nel 1946
  • NF Mk 38: caccia notturni con radar AI MkIX e motori Merlin 114A. Ultimo tipo prodotto nel Regno Unito, esso è stato prodotto a partire dal 18 novembre 1947. Vennero realizzati 81 esemplari.
  • FB Mk 40: basati sull'Mk VI, venivano costruiti su licenza in Australia ed erano dotati di motori Packard-Merlin 31 o 33. Il primo volo avvenne il 23 luglio 1943. Sei esemplari divennero Mk 40 da ricognizione.

[modifica] Bombardieri

  • B Mk IV: la prima versione bombardiere era suddivisa in 9 esemplari della prima serie, con gondole motori corte, e 264 della seconda, che a differenza dei primi vennero usati anche in maniera operativa e non solo come addestratori. I motori erano i Merlin 21 o 23; 32 esemplari furono convertiti in PR Mk IV.
  • B Mk V: macchina sperimentale con l'ala Basic, venne usato come progetto base per i successivi B Mk VII, con motori Merlin 31, costruiti dalla Packard. Vennero realizzati in 25 esemplari e il primo volo ci fu nel settembre 1942.
  • B Mk IX: bombardieri d'alta quota, con motori Merlin 72/73 o 76/77, vano per bomba da 1814 kg e capacità di volo ad alta quota. Vennero costruiti 54 esemplari, il cui primo volo avvenne il 25 marzo 1943.
  • B Mk XVI: la più diffusa versione da bombardamento, costruita con motori Merlin 72/73 o 76/77, volò il capodanno 1944, e venne realizzato un totale di 1200 esemplari.
  • B Mk XX: macchine canadesi con motori Packard-Merlin 31 e 33, realizzati in 145 esemplari e usati anche come ricognitori dall'USAAF, ribattezzati F-8. Erano basati sull'Mk IV.
  • B Mk 23: versione non realizzata, dotata di motori Merlin 69.
  • B Mk 25: costruzione canadese, basata sulla versione Mk XX, con motori Merlin 225. Vennero realizzati 400 esemplari.
  • B Mk 35: 122 bombardieri prodotti dalle industrie minori Airspeed e Percival, dotati di motori Merlin 113A

[modifica] Addestratori

  • T Mk III: fin dall'inizio venne previsto l'uso come macchina da addestramento per il Mosquito, che era dotato di prestazioni troppo elevate per essere agevolmente "domato" dai cadetti. Era dotato di motori Merlin 21, 23 e 25, ed costruito sulla base dell'Mk III, dotato di doppi comandi e privato dell'armamento, per un totale di 314 esemplari costruiti, il primo dei quali decollò il 30 gennaio 1942.
  • T Mk 22: 6 aerei da addestramento costruiti in Canada, con motori Merlin-Packard. Erano basati sugli Mk III o Mk 21.
  • T Mk 27: addestratori con motori Packard Merlin 225 da 1620 cv, costruiti in Canada su base Mk 22. Vennero prodotti 49 esemplari.
  • T Mk 28: addestratore previsto ma non costruito.
  • T Mk 29: si trattava di 34 Mk 26 cacciabombardieri allestiti come addestratori.
  • TT Mk 39: Mk XVI convertiti come traino bersagli, in servizio nella Royal Navy a partire dal 1948.
  • T Mk 43: 21 addestratori prodotti in Australia con motori Packard Merlin 33. Erano strutturalmente uguali agli Mk III; il primo esemplare venne consegnato il 27 giugno 1944.

Ecco una scheda su 3 versioni tipiche del Mosquito, per 3 differenti ruoli fondamentali.

Dati Mosquito B Mk XVI Mosquito FB Mk VI Mosquito PR Mk IX
Tipo Bombardiere Cacciabombardiere Ricognitore
Esemplari/primo volo 1.200/1-1-1944 3300/1-6-1942 90/6-5-1943
Apertura alare 16,51m 16,51m 16,51m
Lunghezza 12,34 m. 12, 43 m. 13,56 m.
Altezza 3,81 m. 4,65 m. 3,81 m.
Superficie alare 42,18 mq. 42,18 m. 42,18 mq.
Motori 2 R.R. Merlin 76/77 2 RR. Merlin XXI 2 RR. Merlin 25
Potenza 1290 hp. al decollo, max. 1710 1230 hp. 1620 hp. al decollo
Peso min./max. 6.650/10.400 kg. 6.430/10.015 kg 6.600/9.980kg.
Velocità massima 656 kmh/7.920 m. 612 kmh a 4300 m. 656 kmh.
Salita A 4500 m. in 7,75 minuti A 4500m. in 7 minuti A 6.000m. in 10 minuti
Tangenza 11.275 m. 10.900 m. 11.580 m.
Autonomia 3.020 km. 2092 km. 3.050 km.
Armamento 1800 kg. bombe 4 cannoni da 20 mm.+4 da 7,7 e 900 kg. bombe nessuno

Dei 7781 apparecchi prodotti, 3299 provenivano dalla de Havilland di Hatfield, altri 1627 da quella di Leavesten, più i 122 della Airspeed, 245 della Percival e 1065 della Standard Motors. Inoltre ne vennero prodotti 1133 della de Havilland Canada e 278 della de Havilland Australia.

[modifica] Impiego

Nonostante il Mosquito fosse stato concepito come bombardiere, la sua prima e prioritaria mansione è stata quella di ricognitore e caccia. La sua capacità di assumere i ruoli più vari, e di svolgerli tutti in maniera eccellente, era straordinaria e non potrebbe essere meno ben espressa da questa diversione dalla specifica originaria. Il Mosquito era di fatto una macchina che anticipava i tempi pur essendo di costruzione lignea.

La sua velocità era la caratteristica fondamentale, ma abbinando la finezza aerodinamica alla potenza dei motori, era possibile avere anche altre interessanti capacità, come una grande autonomia ed una elevata tangenza. Il Mosquito, per quanto meno "tattico" del sovietico Pe-2 (niente aerofreni né armamento difensivo), era capace di impieghi più marcatamente strategici.

Nonostante i tedeschi abbiano ben presto avuto a che fare con il "Mossie" (altro soprannome del Mosquito), non riuscirono a fermarlo quasi fino alla fine delle ostilità. Solo i caccia Messerschmitt Me 262 e gli Heinkel He 219 Uhu erano in grado di intercettarlo, ma non era mai un compito facile visto che i Mosquito erano in grado di superare in agilità i jet tedeschi, e solo di poco più lenti rispetto agli Uhu.

Mosquito B Mk IV allineati su di un aeroporto inglese
Mosquito B Mk IV allineati su di un aeroporto inglese

La loro capacità di attaccare, facendo rischiare la vita a solo 2 o 3 uomini di equipaggio, con un costo di produzione limitato (per esempio nessuna arma difensiva e relative torrette servocomandate, pochi materiali strategici, solo 2 motori) era un'altra rivoluzione, che metteva in contrapposizione netta la filosofia dell'area bombing con gli attacchi di precisione. Non c'è da stupirsi che persone come Guy Gibson erano fortemente avverse alla politica inaugurata da Artur "The Butcher" Harris, che consisteva nella distruzione a tappeto di intere città tedesche. Gibson, con l'incursione sulle dighe della Rurh condotta con i Lancaster, dimostrò che era possibile e fattibile colpire anche obiettivi difficili con attacchi di precisione a bassa quota, persino usando bombardieri classici come il Lancaster. In pratica, i Mosquito e anche altri aerei dimostrarono come la filosofia di attaccare a bassa quota e colpire con precisione fosse non solo fattibile, ma anche vantaggiosa per gli attaccanti, oltre che di pericolo limitato per la popolazione civile coinvolta.

Ma rimase inascoltato dal grosso del Bomber Command, che pure, in una singola missione su Norimberga perse 108 aerei e 700 uomini, mentre molti successi ottenuti si riferirono alla distruzione spietata di intere città tedesche, come Dresda, con massacri terrificanti di civili.

In pratica, il Mosquito aprì la strada ai moderni aerei d'interdizione e alle missioni pianificate con astuzia e abilità individuale invece che con l'uso massiccio della forza bruta, tanto che nell'albero evolutivo della RAF viene messo, in sostanza, assieme al Camberra, al Buccaneer e al Tornado.

L'impresa più clamorosa del Mosquito fu l'attacco alla fortezza di Amiens, trasformata in carcere per i partigiani francesi. Essa era piena di detenuti, circa 700, che un giorno del febbraio 1944 erano al di fuori delle celle durante l'ora d'aria. A quel punto arrivarono 20 FB Mk VI con bombe dotate di scoppio ritardato per 11 secondi. Volando a 5-10 metri dal terreno colpirono la base delle mura, come anche alcune caserme. La detonazione delle bombe causò una cinquantina di vittime tra i tedeschi, ma soprattutto fece crollare una parte delle mura, il che consentì la fuga di almeno 258 detenuti.

L'operazione venne chiamata Jericho ed era molto pericolosa anche concettualmente, ma molti di quei detenuti erano destinati alla fucilazione e i vertici militari pensarono che comunque valeva la pena fare un tentativo. La presenza di una troupe da ricognizione su uno dei velivoli filmò l'azione. Gli equipaggi erano australiani (464° Squadron), neozelandesi (487°), inglesi (21°), al comando del Capitano P. C. Pickard. Naturalmente, la propaganda inglese magnificò l'evento anche oltre la sua effettiva importanza, ma soprattutto passò un importante messaggio: quello che gli inglesi erano disposti e capaci di colpire ovunque pur di causare danni ai tedeschi e sollievo alla popolazione occupata da questi.

Altre azioni furono condotte contro l'archivio della Gestapo, a Copenaghen, che venne colpito in pieno. Ma avenne anche una tragedia: un "Mossie" colpì un palo elettrico e precipitò su di una scuola, il che indusse alcuni apparecchi a colpirla senza capire di che si trattava, vedendo il fumo che saliva.

Altre missioni vennero svolte in Norvegia nel settembre 1942 o sopra Berlino, il 31 gennaio 1943, quando un'incursione disturbò (intenzionalmente) una importante parata militare.

Gli attacchi al suolo erano svolti con efficacia, con aerei armati di cannoni, bombe, razzi e mitragliere. Le prestazioni erano apparentemente inferiori, ma la massima velocità era raggiunta a circa 4000 m piuttosto che 7000, il che implicava che gli aerei d'attacco erano dotati di maggiore velocità a bassa quota.

Il basso carico alare del Mosquito, circa 200-220 kg/m², un buon rapporto potenza/peso, per non dire dell' armonia dei comandi, aiutati dal lungo braccio garantito da una fusoliera lunga che dava efficacia alle superfici di coda con un braccio elevato rispetto al punto di baricentro, e il tutto consentiva al "Mossie" una buona agilità. Esso era di fatto molto più leggero rispetto ad altri aerei da caccia pesante di ultima generazione, e nell'insieme non sfigurava nei combattimenti aerei manovrando con successo contro i caccia Me 262 a getto, più veloci ma molto meno agili, e persino con i caccia Bf 109 e 110, che pure erano più leggeri, riusciva a cavarsela bene, riuscendo quantomeno a difendersi.

Il cannone Molins, invece, non ebbe molto successo. La sua massa era di circa 907 kg, e le forze di rinculo danneggiavano il muso dell'aereo. I razzi furono trovati molto più efficaci nel compito di colpire un bersaglio prima di sorvolarlo.

Nonostante fosse un bombardiere, la RAF lo considerò inizialmente molto più importante come ricognitore e come caccia notturno, per poi finalmente apprezzare il velivolo come bombardiere ma anche in funzione di pathfinder, guida per gli stormi di bombardieri pesanti. Il Mosquito venne utilizzato anche come loro caccia di scorta, nonostante la difficoltà di riconoscere nel buio i bombardieri dai caccia notturni nemici. John Cunninghan, soprannominato "Cat's eye", divenne il maggior asso inglese della caccia notturna con 21 vittorie aeree, sia offensive che difensive. La versione cacciabombardiere Mk VI venne prodotta, nonostante fosse meno prestante del solito, in quantità maggiori che qualunque altra.

L'USAAF lo utilizzò come ricognitore in numerosi esemplari. Almeno un centinaio vennero forniti con vari reparti operativi, con la sigla F-8. Si trattava di PR Mk XV e B Mk VII e XX adattati alla ricognizione. Il fatto che gli americani avessero gli F-5, ovvero gli ottimi caccia P-38 modificati come ricognitori d'alta quota, parla concretamente sulla validità che dovette dimostrare il 'Mossie'.

Un Mosquito B.Mk 35, una delle ultime versioni bombardiere prodotte
Un Mosquito B.Mk 35, una delle ultime versioni bombardiere prodotte

Nel dopoguerra il Mosquito continuò ad essere prodotto in una certa quantità e venne utilizzato anche da altre nazioni, come Israele (che probabilmente li usò fino al 1956), ma la sua struttura lignea ne provocò l'usura rapida, specie in zone umide come la Malesia, dove venne sostituito dal Beaufighter. Tra i vari Paesi che lo impiegarono figuravano anche Belgio, Birmania, Cecoslovacchia, Cina e Francia, per arrivare a Svizzera, Sud Africa e Unione sovietica.

L'ultima missione operativa di un Mosquito della RAF ebbe luogo a metà dicembre 1955, da parte dell'81 Squadron, in Malesia, che in quell'occasione inviò un ricognitore PR Mk 34. Visto che altri aerei bellici continuarono le loro operazioni in unità di seconda linea, praticamente il "Mossie" sopravvisse fino all'epoca degli aerei da Mach 2, che a quel punto rendevano decisamente lento anche il "wooden wonder".

La sua struttura base venne impiegata anche per realizzare un aereo da caccia imbarcato, e il suo derivato più piccolo e potenziato Sea Hornet divenne il più veloce caccia a pistoni inglese, con oltre 750-762 kmh.; questa eccellente macchina, molto più piccola, metallica e monoposto, apparve solo nel dopoguerra e sebbene fosse veloce quasi quanto i primi caccia a reazione, nonché con molta più autonomia, ebbe una carriera a quel punto compromessa dalla superatezza dei motori a pistoni per un caccia di prima linea.

Il concetto di velocità e quota venne ripreso per tutti gli altri bombardieri inglesi: a partire dal Camberra, esattamente il successore del Mosquito (con l'aiuto dell'intermedio Hornet, per via della sua progettazione metallica), nessuna macchina di nuova concezione (eccetto quindi, il Lincoln, versione del Lancaster, o i Boeing Washington, il B-29 fornito alla RAF), ha più avuto armi difensive.

Alcuni Mosquito vennero utilizzati ampiamente come aerei da trasporto veloce, postali, ricognizione e aerofotogrammetria per numerosi anni nel dopoguerra, concludendo in maniera pacifica la propria carriera operativa.

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