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Campanile Basso - Wikipedia

Campanile Basso

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Campanile Basso
Campanile Basso
Campanile Basso
Paese bandiera Italia
Regione Trentino-Alto Adige
Provincia stemma Trento
Contea {{{contea}}}
Altezza 2.877 m s.l.m.
Catena Alpi
Cratere {{{diametrocratere}}} m
Prima eruzione {{{primaeruzione}}}
Ultima eruzione {{{ultimaeruzione}}}
Coordinate 46°09′15″N 10°53′55″E / 46.154167, 10.898611
Altri nomi e significati Campanil Bass (dialetti locali), Guglia di Brenta
Data prima ascensione 18 agosto 1899
Autore/i prima ascensione Otto Ampferer e Karl Berger
Campanile Basso (Italia)
Campanile Basso
Campanile Basso
SOIUSA
Grande Parte: Alpi Orientali
Grande Settore Alpi Sud-orientali
Sezione Alpi Retiche meridionali
Sottosezione Dolomiti di Brenta
Supergruppo: Gruppo di Brenta e della Paganella 
Gruppo Gruppo di Brenta
Sottogruppo Gruppo centrale di Brenta 
Codice II/C-28.IV-A.1.e
Visita il Portale della Montagna

Coordinate: 46°09′15″N 10°53′55″E / 46.154167, 10.898611

Il Campanile Basso è una cima situata nella catena centrale del Gruppo delle Dolomiti di Brenta, nel Trentino occidentale.

Alto 2.877 metri sul livello del mare, è un guglia solitaria, a sezione tendenzialmente quadrata, situata tra il Campanile Alto (2937 metri) e la cima Brenta Alta.

Il monolito, che svetta nel cuore del gruppo, è stato per lungo tempo considerato una montagna inaccessibile, in ragione dell'apparente assenza di fessure e della forte esposizione delle pareti.

A più di cento anni dalla prima ascensione alla vetta, il mito del Campanile affascina ancora molti alpinisti, che giungono sul Brenta da tutto il mondo per scalarlo.

Indice

[modifica] La storia

[modifica] I primi tentativi

Il primo alpinista a tentare l'ascensione al Campanile fu il trentino Carlo Garbari, uno dei più validi scalatori della fine del diciannovesimo secolo, assistito dalla guida Antonio Tavernaro e dal portatore Nino Pooli. Il tentativo fu intrapreso la mattina del 12 agosto 1897, dall'attacco della parete est. I tre, partiti dal rifugio Pedrotti, arrampicarono per dieci ore, ed abbandonarono l'opera ad appena venti metri dalla vetta.

In quell'occasione, Garbari lasciò un biglietto in una bottiglia incastrata sotto una roccia, in cui scrisse "chi raggiungerà questo biglietto? A lui auguro maggior fortuna!".

« Il forte Nino (mi assalgono ancora i brividi a rammentarlo) fece l'ultimo tentativo. Dopo che il Tavernaro ebbe fissata la corda ad un blocco, egli salì adagio adagio la parete perpendicolare, gli scarsi e cattivi appigli lo lasciavano procedere assai lentamente; era cosa da far raccapricciare vederlo con le mani incerte e tremanti cercare ogni asperità, tastare coi piedi la roccia, per indovinare ogni sporgenza, appiccicarsi con tutta la persona alla parete... (il povero ragazzo aveva affidato tutto il suo peso del corpo alle prime falangi delle dita), stette lì fermo alcuni istanti, poi ridiscese »
(Carlo Garbari, Un'ascensione al Campanile Basso – Annuario SAT, Trento 1896-1898)

[modifica] La conquista della vetta

Il biglietto fu raggiunto due anni più tardi da due giovani alpinisti austriaci, Otto Ampferer e Karl Berger, che intrapresero l'ascensione dotandosi di nuovi materiali, tra cui i chiodi, al tempo molto criticati. Dopo ore di arrampicata, anche Berger e Ampferer decisero di desistere. Nella discesa, tuttavia, Ampferer trovò una piccola ed esposta cengia, che dal punto in cui si era arrestato Garbari pareva condurre alla vetta lungo il traverso della parete nord. Due giorni più tardi, il 18 agosto 1899, i due austriaci riprovarono l'ascensione e raggiunsero la sommità della guglia.

[modifica] Il dibattito sui nuovi materiali

Negli anni successivi seguirono molte altre ascensioni, anche attraverso altre vie. L'innovazione dei materiali, da cui traevano beneficio soprattutto gli alpinisti tedeschi, permisero la salita al Campanile a ben diciotto diverse cordate tra il 1899 e il 1904. Non mancarono in quegli anni feroci polemiche sull'uso dei chiodi e dei moschettoni, con i puristi dell'arrampicata che deploravano l'uso dei nuovi materiali.

Tra i puristi si annoverava il grande alpinista tedesco Paul Preuss, sostenitore dell'arrampicata senza mezzi di assicurazione e senza corda, che intervenendo nel dibattito tra “puristi” e “arrampicatori in artificiale” citò ad esempio proprio il Campanile basso

« Secondo il mio punto di vista un'assicurazione mediante chiodi, e in molti casi qualsiasi mezzo di sicurezza, nonché le discese a corda doppia e tutti gli altri sistemi di assicurarsi con la corda, che tanto spesso rendono possibile una salita o comunque vengono usati durante la stessa, sono mezzi artificiali e perciò per il vero alpinista sono inaccettabili, mentre l'arrampicatore in artificiale li trova giustificatissimi... Quando si sarà riusciti ad accettare il principio dell'uso della corda unicamente in casi di estremo bisogno, le montagne come il Campanile Basso di Brenta, la Torre Delago e il Campanile di Val Montanaia avranno visite molto più rare, ma invece qualitativamente di un valore superiore »
(Paul Preuss)

Preuss salì sul Campanile il 28 luglio 1911. Fedele alla sua idea, vi ascese da solo e senza corda, lungo la parete est. L'impresa gli valse vasta fama.

Il 5 agosto 1933 venne tentata con successo anche la prima scalata in notturna. Autori del gesto due giovani amici trentini, Nello Mantovani e Bruno Detassis. Quest'ultimo, noto come “Re del Brenta” per le eccezionali doti di alpinista, salì sul campanile per 180 volte, l'ultima delle quali all'età di settantanove anni.

[modifica] Punti di osservazione

Per chi intende osservare il Campanile da valle, i luoghi più indicati sono Molveno ed Andalo. Dal prato antistante il rifugio “Montanara” di Molveno, la guglia offre forse il suo profilo più slanciato e suggestivo.

Sempre tra Molveno ed Andalo, ma ad una quota di 2.100 metri, il monolito può essere osservato dal Passo Clamer, cui si accede dal rifugio Montanara o dalla Malga Spora.

Il panorama forse più suggestivo è offerto però dalla terrazza panoramica naturale situata lungo il sentiero attrezzato Brentari, che collega il rifugio Agostini in Val d'Ambiez al Sentiero dell'Ideale che conduce al rifugio Pedrotti.

Una vista non meno affascinante è offerto agli escursionisti esperti che si cimentano con la Via delle Bocchette centrali. Mentre si percorre in cengia la Brenta Alta, si supera la base della Sentinella e si cammina lungo la cengia scavata nella Torre di Brenta, la guglia si mostra in tutta la sua bellezza da una distanza molto ravvicinata.

[modifica] Galleria fotografica

[modifica] Collegamenti esterni


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