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Basilica di San Giovanni in Laterano - Wikipedia

Basilica di San Giovanni in Laterano

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Coordinate: 41°53′09″N 12°30′22″E / 41.885905, 12.506155

Archibasilica Sanctissimi Salvatoris
Basilica del Santissimo Salvatore
e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista
in Laterano
La facciata della basilica
La facciata della basilica
Città Roma
Regione Lazio
Stato bandiera Italia
Religione Cattolica
Diocesi Diocesi di Roma
Anno di consacrazione IV secolo
Architetto {{{Architetto}}}
Stile architettonico Architettura paleocristiana e Barocco
Inizio della costruzione
Completamento
Sito web
Note {{{Note}}}

La Basilica di San Giovanni in Laterano è la cattedrale della diocesi di Roma e la sede ecclesiastica ufficiale del Papa, quella dove il papa esercita la funzione di vescovo di Roma. È inoltre la basilica più antica d'Occidente.[1]

Attualmente l'arciprete della basilica è il cardinale Camillo Ruini, cardinale vicario generale per la diocesi di Roma.

Indice

[modifica] Storia

Lapide con il Titolo della Basilica
Lapide con il Titolo della Basilica

Il nome ufficiale del Laterano è Archibasilica Sanctissimi Salvatoris. Tutte le cattedrali patriarcali (da non confondere con le basiliche patriarcali romane dato che San Giovanni è la sola cattedrale patriarcale latina intendendosi il Papa come Patriarca d'occidente titolo ora abbandonato a favore di quello di Patriarca della Chiesa Latina) sono infatti intitolate al Salvatore, cioè Gesù Cristo e la dedica ai due San Giovanni, voluta da papa Gregorio Magno, è solo secondaria: Santissimo Salvatore e Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano[2].

È la più antica e di rango più alto tra le quattro basiliche maggiori ed ha il titolo onorifico di "Omnium urbis et orbis ecclesiarum mater et caput", ovvero di "Madre e capo di tutte le chiese della città [di Roma] e del mondo".
Detto per memoria, le altre tre basiliche maggiori, tutte caratterizzate da una Porta Santa ed un Altare Papale, sono:

  • la Basilica Vaticana che manifesta la Chiesa apostolica fondata sull'apostolo Pietro;
  • la Basilica Ostiense che manifesta la Chiesa cattolica, fondata sulla missione itinerante di Paolo;
  • la Basilica Liberiana che manifesta la Chiesa santa generata con Cristo da Maria.

La basilica sorse nel IV secolo sulle terre dei Laterani, nobile famiglia romana caduta in disgrazia sotto Nerone, le cui proprietà erano quindi passate nel demanio imperiale. Il palazzo pervenne a Costantino I quando sposò la sua seconda moglie Fausta, sorella di Massenzio, ed era noto col nome di "Domus Faustae". Per questo Costantino ne disponeva quando vinse la battaglia di Ponte Milvio, nel 312.

La tradizione cristiana aulica vuole che i terreni e la residenza dei Laterani siano stati donati al vescovo di Roma. La data della donazione non è certa ma dovrebbe essere avvenuta durante il papato di papa Milziade, in segno di gratitudine dell'imperatore al Cristo che gli aveva fatto vincere la battaglia preannunciandosi in sogno.

[modifica] La leggenda di papa Silvestro e Costantino

Affresco in una navata laterale della chiesa.
Affresco in una navata laterale della chiesa.

Un'altra famosa Legenda Aurea di Jacopo da Varagine del trecento, più popolare, racconta la storia in un altro modo, intitolando la donazione a papa Silvestro I.

Pare che Costantino fosse stato colpito da lebbra, nel 313. Rifiutatosi di sacrificare bambini il cui sangue lo avrebbe guarito, Costantino avrebbe sognato due sconosciuti di nome Pietro e Paolo, che gli dicevano di mandare a cercare un eremita di nome Silvestro, che con i suoi compagni si era sottratto alle persecuzioni anticristiane in una grotta del monte Soratte e avrebbe saputo guarirlo.

Costantino li scambiò per dei e mandò a chiamare Silvestro, che, arrivato, gli mostrò due ritratti degli apostoli Pietro e Paolo, nei quali l'imperatore riconobbe i suoi "dei" del sogno. Allora Silvestro impose all'imperatore di liberare i cristiani carcerati e digiunare una settimana, poi lo immerse nel fonte battesimale e l'imperatore ne uscì guarito.

Costantino dedicò allora gli otto giorni successivi a fare leggi sulla cristianizzazione di Roma e sullo stabilimento della potestà dei vescovi e della chiesa.

L'ottavo giorno, dice la leggenda, l'imperatore andò alla chiesa di san Pietro, dove confessò piangendo le sue colpe. Prese poi il piccone e iniziò personalmente lo scavo per costruire la basilica e portò via sulle sue spalle dodici carichi di terra.

[modifica] Dedicazione

La prima e più antica dedicazione della basilica lateranense risale all'anno 314, da parte di papa Milziade, che la consacrò dedicandola al Redentore. La dedicazione ufficiale della Basilica e del Palazzo del Laterano fu compiuta da papa Silvestro I nel 324, che dichiarò entrambi Domus Dei. In conseguenza del primato della Basilica nel mondo sulla facciata sono incise le parole Sacrosancta Lateranensis ecclesia omnium urbis et orbis ecclesiarum mater et caput.

La Basilica ed il Palazzo del Laterano sono stati dedicati altre due volte. Papa Sergio III li dedicò a San Giovanni Battista nel X secolo, consacrando il battistero. Nel XII secolo papa Lucio II dedicò il Palazzo del Laterano e la Basilica anche a San Giovanni Evangelista. La chiesa divenne così la più importante in onore dei due santi, che non sono spesso venerati congiuntamente. In seguito nel Palazzo del Laterano fu insediato un monastero di Benedettini.

[modifica] Il Laterano

Accanto alla Basilica è situato il Palazzo del Laterano, il cosiddetto Patriarchìo, cioè la residenza di un Patriarca, in questo caso il Patriarca di Roma. Fino al 1309 il Palazzo del Laterano era la residenza ufficiale dei Papi. Resti del vecchio Palazzo sono ancora visibili nella cappella detta Sancta Sanctorum che si trova in cima alla Scala Santa. Fino al XIX secolo tutti i Papi furono incoronati in Laterano. Papa Bonifacio VIII, indisse qui il primo Giubileo del 1300, e diede inizio alle celebrazioni dal loggiato, come ricordato da un frammento d'affresco di Giotto, conservato all'interno della Basilica.

la Scala Santa
la Scala Santa
Bonifacio VIII
Bonifacio VIII

La Basilica Laterana sorgeva originariamente al centro dei palazzi lateranensi, ed era l'unica delle tre grandi basiliche risalenti a Costantino che si trovava all'interno delle mura della città. Le basiliche di San Pietro e di San Paolo fuori le mura si trovavano sulle tombe degli Apostoli, fuori dalle mura aureliane. In quanto cattedrale del Vescovo di Roma e Patriarca della Chiesa Latina, contiene il trono papale (Cathedra Romana) ed è perciò di rango superiore a tutte le altre chiese nella Chiesa Cattolica, perfino alla Basilica di San Pietro in Vaticano. Perciò vi si fece battezzare, nel 774 Carlo Magno.

Dall'interno della basilica si accede anche al chiostro (opera dei più celebri Maestri Cosmateschi romani). Nel chiostro, oltre ad alcune testimonianze dell'antico Patriarchìo, sono visibili opere di Arnolfo di Cambio e di altri artisti.

[modifica] La decadenza e la ricostruzione

L'interno dopo i lavori di Borromini
L'interno dopo i lavori di Borromini

Ripetutamente distrutta e riedificata lungo il medioevo - da Alarico e dai Vandali nel V secolo, da un terremoto nell'896, da due incendi, nel 1307 e nel 1361, la decadenza del Laterano cominciò con la Cattività avignonese. Ci furono invii di somme di denaro da Avignone per il suo mantenimento, ma la chiesa non tornò più al suo splendore originario.

Al ritorno da Avignone i papi scelsero di spostare la loro residenza al Vaticano e il Laterano perse parte della sua importanza.

Alla fine del XVI secolo papa Sisto V fece demolire sia il palazzo che la basilica e li fece costruire ex novo.

Tra i molti progetti di ricostruzione della basilica, Sisto V scelse quello del suo architetto preferito, Domenico Fontana.

Un'ulteriore risistemazione dell'interno ebbe luogo in seguito sotto la direzione di Francesco Borromini, incaricato da papa Innocenzo X.

La visione di papa Clemente XII per la ricostruzione fu ambiziosa. Indisse una gara per progettare una nuova facciata. Il vincitore fu Alessandro Galilei. La facciata come appare oggi fu completata nel 1735. La facciata del Galilei ha tuttavia rimosso tutte le vestigia dell'architettura tradizionale dell'antica basilica.

[modifica] Storia architettonica: le origini

Sul primitivo aspetto della basilica dopo l'editto di Milano ci sono note alcune fonti ed è possibile anche basarsi sulle ricostruzioni che fino ad un certo periodo ne rispettarono la struttura originaria.

La chiesa era con la facciata ad occidente e l'altare ad oriente, come consigliava un testo attribuito a Clemente I; ma forse del IV secolo, a proposito della costruzione delle basiliche: "[Preghiamo Dio] che ascese sopra il cielo dei cieli verso oriente, ricordando l'antica passione per il Paradiso, posto a oriente, da dove il primo uomo, disobbedendo a Dio, persuaso dal consiglio del serpente, fu cacciato." Oriente era quindi il luogo dove si trova il Paradiso e dove si trova quindi Cristo, che tornando sulla terra proverrà da tale direzione. Nello stesso testo si recita come il seggio del vescovo debba stare al centro, affiancato dai sacerdoti, e che i diaconi abbiano la cura disporre in zone separate i laici, divisi tra uomini e donne; nel mezzo, in un luogo rialzato, doveva stare il lettore dei testi sacri.

San Giovanni in Laterano aveva una forma oblunga e disponeva di cinque navate fortemente digradanti in altezza, divise da colonnati: la navata centrale era la più larga e più alta e si elevava sopra delle altre permettendo di aprire luminose finestre nel cleristorio. Il soffitto era coperto a capriate, che probabilmente dovevano essere a vista. Opposta alla facciata era presente un'unica abside. In fondo alle navate esisteva una navatella trasversale, il primitivo transetto, nella quale prendevano posto durante la celebrazione il vescovo di Roma (al centro, su un seggio rialzato) e i sacerdoti, disposti ai lati. Tra le navate ed il transetto due possenti colonne sostenevano un grande arco detto "arco trionfale".

Verso il centro della navata si disponeva il lettore dei testi sacri, che doveva disporre di una struttura rialzata.

[modifica] Storia architettonica: il Medioevo

L'abside della Basilica, che racchiude la cattedra papale, rendendo questa basilica la Cattedrale di Roma. Notare il decoro cosmatesco.
L'abside della Basilica, che racchiude la cattedra papale, rendendo questa basilica la Cattedrale di Roma. Notare il decoro cosmatesco.

Poche tracce rimanenti degli edifici originali possono essere identificate nelle mura aureliane, fuori Porta San Giovanni ed una grande parete decorata con pitture fu trovata nel XVIII secolo all'interno della basilica stessa, dietro la cappella Lancellotti. Poche altre tracce dell'edificio più vecchio vennero alla luce durante i lavori di scavo effettuati nel 1880, quando erano in corso i lavori per allargare l'abside, ma non fu scoperto niente di importante o di valore.

Molte e importanti donazioni da parte dei papi e di altri benefattori alla basilica sono registrate nel Liber Pontificalis: Lo splendore dei primi periodi della Basilica era tale che era conosciuta come "Basilica Aurea". Questo splendore le indirizzò contro l'attacco dei Vandali, che la privarono di tutti i tesori. Papa Leone Magno la restaurò verso il 460 e di nuovo fu restaurata da papa Adriano I, ma nell'896 la basilica per un terremoto "sprofondò dall'altare alle porte" (ab altari usque ad portas cecidit). I danni furono così ampi che era difficile seguire le linee della vecchia costruzione, ma questi furono essenzialmente rispettati e la nuova costruzione era delle stesse dimensioni di quella vecchia.

Questa seconda chiesa durò quattrocento anni ed andò distrutta in un incendio nel 1308. Fu ricostruita da papa Clemente V e da papa Giovanni XXII, solo per essere bruciata una volta di più nel 1360, e ricostruita di nuovo da papa Urbano V.

Nonostante queste varie vicissitudini la basilica mantenne la sua forma antica, essendo divisa da file delle colonne in navate e presentando nella parte anteriore un peristilio circondato da un colonnato con una fontana nel centro, la disposizione tardo-antica convenzionale che era seguita anche dalla vecchia Basilica di San Pietro. La facciata aveva tre finestre ed era abbellita con un mosaico che rappresentava il Cristo Salvatore. I portici erano affrescati, probabilmente non precedenti al XII secolo, commemoravano la Flotta romana sotto Vespasiano, la presa di Gerusalemme, il battesimo dell'imperatore Costantino e la sua "donazione" alla Chiesa. All'interno della basilica le colonne correvano senza dubbio, come in tutte le altre basiliche dello stesso periodo, per tutta la lunghezza della chiesa da est ad ovest, ma durante una delle ricostruzioni, probabilmente quella effettuata da papa Clemente V, fu introdotta una navata trasversale, imitata senza dubbio da quella aggiunta molto prima alla Basilica di San Paolo fuori le mura. La chiesa fu ingrandita probabilmente in questo momento.

Alcune parti delle costruzioni più vecchie ancora sopravvivono. Fra esse la pavimentazione cosmatesca medioevale e le statue di San Pietro e di San Paolo, ora nel chiostro. Il grazioso baldacchino sopra l'altare maggiore, che sembra così fuori posto nell'ambiente attuale, data dal 1369. La "stercoraria", o trono di marmo rosso su cui sedevano i papi, è ora ai Musei Vaticani. Deve il suo nome disgustoso all'antifona cantata durante l'incoronazione papale "De stercore erigens pauperem" ("Sollevando il povero dal letamaio", dal Salmo 112). Dal quinto secolo c'erano sette oratori che circondano la basilica, in seguito parzialmente incorporati nella chiesa. Da questo nacque la tradizione di dotare le chiese di sette altari.

[modifica] Storia architettonica: dal Quattrocento al Novecento

Nella storia degli interventi alla basilica si segnalano un baldacchino gotico (seconda metà del XIV secolo), tuttora conservato, e un ciclo di affreschi, a suo tempo ammiratissimo seppure incompleto, ma cancellato dal restauro di Borromini, di Gentile da Fabriano e Pisanello, commissionato da Martino V.

San Giovanni: il ciborio (tardo XIV secolo)
San Giovanni: il ciborio (tardo XIV secolo)

Sul finire del XVI secolo, Sisto V fece distruggere quasi completamente il Patriarchio medievale, ormai pericolante, per sostituirlo con il nuovo Palazzo Lateranense. In quest'occasione fu ricostruita la facciata del transetto, fondale prospettico dell'antica via Triumphalis rivolta verso la città, con una nuova loggia delle Benedizioni. Architetto del complesso fu il ticinese Domenico Fontana, che innalzò anche, di fronte alla nuova loggia, l'antico Obelisco Lateranense.

San Giovanni: Facciata settentrionale, o Loggia delle Benedizioni (D. Fontana)
San Giovanni: Facciata settentrionale, o Loggia delle Benedizioni (D. Fontana)
Stampa di San Giovanni
Stampa di San Giovanni

Una ulteriore campagna decorativa fu portata avanti da Clemente VIII negli anni dell'ultimo Manierismo, che fece affrescare il transetto da un gruppo di pittori (tra cui il giovanissimo Morazzone) capeggiati dal Cavalier d'Arpino.

Come s'è detto, Innocenzo X fece ricostruire la basilica da Francesco Borromini, che, pur vincolato dalle preesistenze (il soffitto, opera del Manierismo attribuito a Daniele da Volterra o Francois Boulanger, e il pavimento cosmatesco, da lui restaurato e integrato) creò qui uno dei suoi più alti capolavori, specie nella fuga di spazi delle navate minori, caratterizzate da un uso estroso ed intellettuale delle fonti luminose, dette camere di luce, espediente che permette l'illuminazione diffusa degli spazi architettonici e dallo stucco bianco. Francesco Borromini racchiuse le colonne dell'antica navata centrale in nuovi pilastri, alternati ad archi e caratterizzati da un ordine colossale di paraste. Sui pilastri collocò delle nicchie dalla forma di tabernacolo, riutilizzando parte delle splendide colonne in marmo verde antico che sostenevano le volte delle navate laterali. Nel secondo ordine fece in modo di alternare ai finestroni delle cornici ovali adornate dai motivi vegetali della palma, dell'alloro, della quercia e di essenze floreali, al cui interno lasciò visibili, quali reliquie, lacerti dell'antica muratura costantiniana. La ricostruzione dell'interno ebbe fine al principio del XVIII secolo, ad opera di Clemente XI, che dotò le nicchie borrominiane delle monumentali statue degli Apostoli, commissionate agli scultori più in voga del momento (tra cui Pierre Le Gros e Camillo Rusconi su disegni di Carlo Maratta) e fece eseguire una serie di ovali con Profeti a un gruppo di pittori scelti (tra cui Francesco Trevisani, Giovanni Odazzi, Sebastiano Conca, Giuseppe Bartolomeo Chiari, Benedetto Luti).

San Giovanni: galleria interna
San Giovanni: galleria interna

La facciata fu invece costruita da Alessandro Galilei (1735), dopo un concorso che lo vide primeggiare, per essere conterraneo del papa fiorentino Clemente XII Corsini su architetti ben più celebri di lui (come Luigi Vanvitelli, Nicola Salvi, autore della Fontana di Trevi, Ferdinando Fuga, e Ludovico Rusconi Sassi, e dopo che Filippo Juvarra fu invitato a partecipare al confronto solo come giudice. Tuttavia l'opera del Galilei ha il merito di allontanarsi da un repertorio barocco ormai esaurito e di avvicinarsi ai nuovi dettami dell'architettura classica. La facciata, tra le più suggestive di Roma, si presenta come uno schermo davanti all'originaria basilica, generando così un nartece o vestibolo che, rapportato alla navata centrale e alle due navate laterali, ha richiesto una parte centrale più larga del resto. Galilei ha allargato la finestra centrale fiancheggiandola con due colonnine che sostengono l'arco, secondo lo schema della familiare finestra Palladiana. Portando la parte centrale un po' in avanti e ricoprendola con un frontone che si rompe nella balaustra del tetto, Galilei fornisce una porta d'entrata su una scala più che colossale, incorniciata da colossali pilastri di ordine composito accoppiati, che lega la facciata nel modo introdotto da Michelangelo nel Palazzo Senatorio.

Più avanti, sempre nel XVIII secolo, si segnalano i progetti monumentali (al limite dell'utopia) di Giovan Battista Piranesi per un nuovo, grandioso presbiterio, eseguiti per conto di Clemente XIII, mai posti in opera.

Nei primi del XX secolo dopo che un avveniristico progetto di traslazione non poté esser messo in opera in ragione dei costi elevati che avrebbe comportato, l'abside antica fu abbattuta per volontà di Leone XIII e ricostruita in posizione diversa per ospitare un nuovo coro, turbando così la spazialità della basilica.

Il 28 luglio 1993 l'entrata laterale e parte della facciata del palazzo furono danneggiati gravemente da un attentato dinamitardo: esplose un'auto bomba. Anche se la statica della facciata fu danneggiata, fu possibile riparare i danni rapidamente. Questo attentato fu considerato come un avvertimento al papa che poco prima in Sicilia aveva parlato contro la Mafia. Il posto è ora sottoposto a limiti di circolazione.

[modifica] Chiostro Lateranense

Il chiostri del monastero, con le decorazioni cosmatesche.
Il chiostri del monastero, con le decorazioni cosmatesche.

Fra la basilica e le mura aureliane ci fu in periodi precedenti un grande monastero, in cui abitava la comunità dei monaci addetti ai servizi nella basilica. È il più grande di Roma, con i suoi 36 metri di lato. L'unica parte che ancora rimane è il chiostro, circondato da graziose colonne di marmo intarsiato. Sono di uno stile intermedio fra il Romanico vero e proprio e quello Gotico, opera di stile cosmatesco dei Vassalletto, famosa famiglia di marmorari romani, databile all'inizio del XIII secolo.

[modifica] Battistero Laterano

Il Battistero Laterano, con la sua pianta ottagonale, si leva separato dalla basilica. È stato fondato da papa Sisto III, forse su una struttura precedente, dato che una leggenda dice che Costantino I fosse stato battezzato là ed avesse arricchito la struttura; in realtà fu battezzato in oriente, da un vescovo ariano. Questo Battistero è stato per molte generazioni l'unico Battistero a Roma e la sua struttura ottagonale, concentrata sul grande bacino per le immersioni complete, ha fornito un modello per altri battisteri per tutta l'Italia e perfino il motivo iconico per la cosiddetta "fontana di vita" dei manoscritti alluminati.

Sezione del Battistero
Sezione del Battistero

[modifica] Liturgie e tradizioni di san Giovanni in Laterano

Ettore Roesler Franz, la festa di San Giovanni sotto l'obelisco
Ettore Roesler Franz, la festa di San Giovanni sotto l'obelisco

Nel calendario liturgico della Chiesa Cattolica, la festa della Dedicazione della Basilica di San Giovanni in Laterano è il 9 novembre.

Come sede vescovile di Roma, san Giovanni ospita grandi liturgie, ed era anticamente meta delle principali processioni della Roma papalina. Proprio in funzione di tutto ciò papa Gregorio XIII aprì alla fine del '500 la via Merulana, poi prolungata da Sisto V per offrire un adeguato scenario a processioni e cortei pontifici tra Santa Maria Maggiore, San Giovanni in Laterano, la Scala Santa e Santa Croce in Gerusalemme. Di queste grandi e frequenti processioni sussiste ancora solo quella del Corpus Domini, ripristinata da papa Giovanni Paolo II.

La festa popolare di san Giovanni, tuttavia, era quella del 24 giugno, solennità della Natività di S. Giovanni Battista, festa romana, carica di tutte le tradizioni popolari legate al solstizio d'estate: le streghe, che si raccoglievano di notte sui prati davanti alla basilica, lasciavano il posto di giorno a scampagnate, bancarelle, gran bevute e gran mangiate di lumache, stornelli, pacificazioni e risse d'osteria.

[modifica] La Piazza antistante

La Piazza davanti al Palazzo Laterano ospita un obelisco di granito rosso alto più di 30m, forse il più grande esistente. L'obelisco fu realizzato all'epoca dei faraoni Tutmosis III e Tutmosis IV (XV secolo a.C.) e proveniente dal tempio di Ammone a Tebe (Karnak) in Egitto. Fu portato a Roma dall'imperatore Costanzo II nel 357 e collocato sulla spina del Circo Massimo, dove già si trovava l'obelisco Flaminio. Fu ritrovato rotto in tre pezzi nel 1587, insieme all'obelisco Flaminio, e fu eretto nel 1588 dall'architetto Domenico Fontana per volontà di papa Sisto V nella Piazza San Giovanni.

Mosaico del triclinium di papa Leone III
Mosaico del triclinium di papa Leone III

Un'abside decorata con mosaici ed aperta all'aria, situata accanto a San Salvatore della Scala Santa, conserva ancora la memoria di una delle più grandi sale del palazzo antico, "il Triclinium" di papa Leone III, che era la sala per i banchetti di stato. La struttura attuale non è antica, ma è possibile che alcune parti dei mosaici originali siano state conservate in un mosaico in tre parti: Nel centro Cristo affida agli Apostoli la loro missione, a sinistra consegna le chiavi a san Silvestro ed il Labaro a Costantino, mentre sulla destra san Pietro dà la stola a Leone III e le insegne a Carlo Magno.

Nel 1929 i Patti Lateranensi assicurarono la sovranità alla Città del Vaticano, e, tra le altre cose, lo status extraterritoriale al Laterano ed a Castel Gandolfo, come possedimenti della Santa Sede.

Recentemente in piazza di Porta San Giovanni è nata una nuova "tradizione" quella del Concerto del Primo Maggio, infatti è ormai da parecchi anni che nella piazza antistante la Basilica il Primo Maggio viene organizzato dai Sindacati CGIL, CISL e UIL un grande concerto, a cui partecipano tutti i più importanti cantanti italiani, in onore della festa dei lavoratori. Questo concerto raccoglie ogni anno centinaia di migliaia di giovani che accorrono da tutta Italia.

[modifica] Arcipreti della Basilica di San Giovanni in Laterano

Di fronte al Palazzo del Laterano si trova l'Obelisco Lateranense.
Di fronte al Palazzo del Laterano si trova l'Obelisco Lateranense.

[modifica] Curiosità

[modifica] L'origine del nome

Nel Medioevo nacque una leggenda che legava il nome "Laterano" all'imperatore romano Nerone. La storia narra che l'imperatore avesse il desiderio di provare le gioie di essere, oltre che padre, anche madre; costrinse quindi i medici di Roma di trovare un modo per ingravidarlo e farlo partorire. Al fine di evitare delle tragiche conseguenze i medici decisero di far ingoiare a Nerone un girino vivo, che poi sarebbe cresciuto nel suo stomaco fino a diventare una rana.

Quando l'imperatore fu colto da dolori, che lui credeva dovuti alle doglie del parto, i medici gli somministrarono un potente lassativo affinché Nerone potesse "mettere al mondo" la rana. Tale fu la gioia dell'imperatore a seguito del "parto" che faceva girare la sua rana per Roma su un carro d'oro e d'argento trainato da un cervo, accompagnata dalla nutrice e da vari paggi. Tuttavia, un giorno, mentre il carro attraversava un ponte sul Tevere, la rana spiccò un salto e scomparve nelle acque del fiume. Adirato per questo fatto Nerone fece uccidere la nutrice, i paggi e il cervo, ma i principi romani a seguito di questo ennesimo atto di crudeltà si ribellarono all'imperatore e lo uccisero.

Tutta questa storia è nata per dimostrare che il termine "Laterano" derivi da "lata rana", o "latitans rana", che dovrebbe significare "rana partorita" o "rana sparita".

[modifica] La tomba di papa Silvestro II

In San Giovanni esiste, piuttosto nascosta, la tomba di un altro papa Silvestro, Silvestro II, uomo di grande sapienza al quele nel Medioevo si aggiunse una sinistra fama di mago. Si dice che la tomba originale, erettagli da papa Sergio II, si inumidiva quando si avvicinava la morte di un cardinale, mentre trasudava acqua quando un papa veniva a morte. Questo fino a 1648, quando venne aperta per un'ispezione e le spoglie del papa, trovate intatte, si dissolsero al contatto con l'aria. Una parte dell'iscrizione sulla tomba di Gerberto[3] recita Iste locus Silvestris membra sepulti venturo Domino conferet ad sonitum ("Questo luogo, all'arrivo del Signore, renderà al suono dell'ultima tromba i resti sepolti di Silvestro II"): la traduzione erronea di conferet ad sonitum con "emetterà un suono" diede adito alla curiosa leggenda che le sue ossa sbatacchino subito prima della morte di un papa.

Il secondo sepolcro venne innalzato da Francesco Borromini; la tomba attuale venne eretta nel 1910, a seguito della distruzione di quella borrominiana, su progetto dell'architetto Gzila Nalder.

[modifica] Il processo a papa Formoso

Sinodo del cadavere, Jean-Paul Laurens (1870), Nantes, Musée des Beaux-Arts
Sinodo del cadavere, Jean-Paul Laurens (1870), Nantes, Musée des Beaux-Arts

La basilica di San Giovanni fu teatro di uno degli avvenimenti più drammatici nella storia della Chiesa cattolica: il processo a papa Formoso, detto anche il Sinodo del cadavere.

Papa Formoso morì nell'896, probabilmente avvelenato. Il suo successore, Stefano VII, fu costretto ad istruire un processo contro Formoso che era ritenuto colpevole di essere salito al soglio pontificio grazie all'appoggio del partito filogermanico.

La mummia fu riesumata dal sepolcro, abbigliata con i paramenti pontifici e collocata su un trono nella sala del concilio, per rispondere a tutte le accuse che erano state avanzate da papa Giovanni VIII. La macabra adunanza si svolse nella Basilica con i cardinali e i vescovi riuniti sotto la presidenza di Stefano VII. Il verdetto stabilì che il deceduto era stato indegno del pontificato. Tutti i suoi atti e le sue misure vennero annullati, e gli ordini da lui conferiti vennero dichiarati non validi. Le vesti papali vennero strappate dal suo corpo, le tre dita della mano destra, usate dal Papa per le consacrazioni, vennero tagliate e il cadavere fu poi trascinato per le vie di Roma e gettato nel Tevere.

[modifica] Preziose reliquie

In cima al baldacchino che sovrasta l'altare papale sono conservate, dentro degli splendidi reliquiari, le teste degli apostoli San Pietro e San Paolo. I reliquiari sono del 1804 e sostituiscono quelli andati persi durante la prima Repubblica Romana e che erano stati realizzati da Giovanni di Bartolo.

Oltre le teste dei due apostoli un'altra preziosa reliquia conservata nella basilica di San Giovanni è un frammento della tavola dove, secondo una leggenda medievale, Gesù avrebbe consumato assieme agli apostoli l'Ultima Cena.

[modifica] Note

  1. ^ [1]
  2. ^ Diocesi di Roma: [2]
  3. ^ [3]

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti

 È raggiungibile dalla stazione San Giovanni.

[modifica] Altri progetti

[modifica] Bibliografia

  • Heinz-Joachim Fischer: Rom. Zweieinhalb Jahrtausende Geschichte, Kunst und Kultur der Ewigen Stadt. DuMont Buchverlag, Köln 2001, S. 303-307, ISBN 3-7701-5607-2
  • Anton Henze: Kunstführer Rom. Philipp Reclam GmbH, Stuttgart 1994, S. 178-188, ISBN 3-15-010402-5
  • Peter Paul Ausserer: Pilger-Führer oder Wegweiser nach Rom und durch die Heiligthümer der heiligen Stadt. Mainz 1873
  • Walter Buchowiecki: Handbuch der Kirchen Roms. 3 Bde., Wien 1967-74
  • Bettina Burkert: Der Lateran Sixtus V. und sein Architekt Domenico Fontana. Diss, Bonn 1989
  • Mario Cempanari / Tito Amodei: La Scala Santa (Le Chiese di Roma Illustrate, n. s. 23) Roma 1989; dies., Scala Santa et Sancta Sanctorum: Storia Arte Culto del Santuario. Roma 1999
  • Julian Gardner (Hrsg.): Sancta Sanctorum. Mailand 1996
  • Hartmann Grisar: Die römische Kapelle Sancta Sanctorum und ihr Schatz. Meine Entdeckungen und Studien in der Palastkapelle der mittelalterlichen Päpste. Freiburg 1908
  • Herbert Kessler / Johanna Zacharias: Rome 1300. On the path of the pilgrim. New Haven / London, 2000
  • Philippe Lauer: Le palais de Latran. Étude historique et archéologique, Paris 1911.
  • Carlo Pietrangeli (Hrsg.): Il palazzo apostolico Lateranense. Roma 1992
  • G. Rohault de Fleury: Le Latran au moyen-age. Paris 1877
  • Willy Pocino. Le curiosità di Roma . Roma, Newton & Compton Editori, 2005 . ISBN 88-541-0340-3
  • Carpaneto Giorgio; et al.. La grande guida dei rioni di Roma. Roma, Newton & Compton Editori, 2005. ISBN 88-8289-388-X
  • Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, I tempi dell'arte, volume 1, Bompiani, Milano 1999.

[modifica] Collegamenti esterni

  • Roma Portale Roma: accedi alle voci di Wikipedia che parlano di Roma
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