Barbiano di Cotignola

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Barbiano
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Nome ufficiale:	{{{nomeUfficiale}}}
Stato:	Italia
Regione:	Emilia-Romagna
Provincia:	Ravenna
Comune:	Cotignola
Coordinate:	44°23′N 11°53′E / 44.3875, 11.88278
Altitudine:	+ 18 m s.l.m.
Abitanti:
Nome abitanti:	barbianesi
Santo patrono:	S. Stefano
Giorno festivo:	26 Dicembre
Giorno festivo:	{{{valFestivo}}}
Pref. telefono:	0545	CAP:	48010
Sito istituzionale
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Barbiano (Barbiân in romagnolo) è una frazione del territorio di Cotignola, comune in provincia di Ravenna.

Il toponimo deriva da una pieve risalente all'Alto Medioevo, Sancti Stephani in Barbiano.

Le prime notizie sulla pieve risalgono in data 8 luglio 993, ma, secondo un documento del 826, la pieve sarebbe stata donata da Eugenio II, signore dell'esarcato di Ravenna, a Everardo, figlio di Desiderio, ultimo re longobardo, dopo il consiglio di Ludovico il Pio, ultimogenito di Carlo Magno. Con questa donazione, Everardo ricevette anche il titolo di Conte di Cunio (località situata 5-6 Km ad est di Barbiano ed oggi non più esistente) e di Lugo. La pieve doveva essere di una certa importanza poiché dipendeva da essa anche l'ampio territorio di Lugo, oggi capoluogo del comprensorio.

In un documento del 1235 dell'archivio comunale di Faenza (città distante una dozzina di chilometri), si legge il nome di Villa Barbiani.

La prima rocca di Barbiano venne fatta costruire da Rainero I, nipote di Everardo, nel 860 e, successivamente alla distruzione del castello di di Cunio (avvenuta del 1296), il castello divennne una semplice fortezza, abbattutta nel 1409, all'epoca di Alberico da Barbiano, grande condottiero della seconda metà del 1300, morto nel 1409.

Le glorie militari per questo paese sembravano definitivamente tramontate finché un giorno, tre secoli dopo, si verificò un fatto insolito. Nei pressi di Barbiano dinanzi al palazzo dei conti Bolis fu teso dai lughesi un agguato alle truppe napoleoniche intervenute per sedare la rivolta di Lugo. I contadini di Barbiano vi presero parte e anch'essi ottennero una facile vittoria che purtroppo fu preludio pochi giorni dopo ad una dura rappresaglia francese sfociata sin nella razzia dell'abitato barbianese e lughese.

Questo piccolo paese tuttavia non diede i natali solo a condottieri e a uomini ardimentosi mossi da giuste cause, ma anche ad alcuni personaggi che, lusingati di poter vivere senza troppo faticare imboccarono la via del crimine.

All'epoca del famoso bandito Stefano Pelloni detto il "Passatore", un così minuscolo centro contribuì a comporre la squinternata schiera degli accoliti del brigante con ben due elementi, Pietro Tasselli detto "Pierone o Giazzolo", nato a Barbiano e Andrea Montanari prete-bandito, anch'egli nativo dello stesso paese, ambedue forse ispiratori della visita nella locale canonica del Passatore.

«Sull'imbrunire della sera dell'11 giugno 1849 taluni masnadieri invasero la canonica di Barbiano. Allo strepito di coloro, spaventatosi quell'arciprete D. Matteo Zuffi, si chiuse nella propria camera, suonando la campana a stormo. Nondimeno i malandrini violentati diversi mobili, ne involarono denaro ed effetti per un complessivo valore di scudi 180, quindi partirono non senza aver ferito Giuseppe Zuffi, padre del prefato arciprete.» (Da "Atti del governo delle Romagne" 1860).

Oggi Barbiano è un borgo di alcune migliaia di anime situato lungo la strada provinciale che collega Lugo con Faenza. Dispone di una stazione ferroviaria, un ufficio postale, una chiesa parrocchiale del 1792 e dei servizi essenziali (scuola elementare, banche ecc.). Ogni anno, alla fine di Maggio, si svolge il palio in onore di Alberico da Barbiano, che vede impegnati i quattro rioni (Rose, Ballardini, Alberico e Quercia) in una gara di Tiro alla fune.