Arte egizia
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L'arte egizia ha origine antichissime (III millennio a.C.) e si intrecciò nei secoli con quella delle culture vicine (siro-palestinese e fenicia).
L'arte nell'Antico Egitto fu da sempre legata a intenti celebrativi e di propaganda del potere centrale assoluto, con complesse simbologie legate alla religione e alle tradizioni funerarie.
Indice |
[modifica] Architettura
L'espressione più nota di tale cultura è l'architettura delle colossali piramidi: già nella III dinastia il faraone Gioser (secolo 2600 a.C.) si fece costruire la prima piramide a gradoni a Saqqara, prendendo ispirazione dalle ziqqurat della Mesopotamia. In seguito questa tipologia funeraria ebbe un'evoluzione indipendente con i lati lisci a triangolo isoscele, ed ebbe il coronamento nelle celeberrime piramidi di Giza, tra le quali spicca la Piramide di Cheope (IV dinastia), uno degli edifici più antichi e impressionanti al mondo.
Per quanto riguarda i grandi complessi architettonici, quali Luxor e Karnak, ogni elemento è indirizzato a infondere un senso di sacralità e di mistero attorno al sacello divino: già in pianta si può notare la complessa articolazione degli spazi, disposti in una lunga successione di cortili, porticati, atrii, sale ipostile via via più piccole e buie, con l'uso enormi lastre monolitiche sostenute da colonne che schermano la luce.
[modifica] Scultura
La grande abbondanza di materiale lapideo in Egitto determinò fin dalle origini una notevole ricchezza di opere scultoree. Nella scultura a tutto tondo o ad altorilievo le figure sono presentate in maniera rigidamente frontale, e sebbene siano talvolata inscenati dei movimenti di braccia e gambe, il risultato è sempre sostanzialmente statico. Grande attenzione viene di solito posta nei volti, con una maggiore delicatezza nella resa del modellato e dei lineamenti.
[modifica] Convenzioni espressive
Nella rappresentazione bidimensionale (bassorilievo e pittura) gli artisti egizi manifestano nell'arco di secoli una netta aderenza a una serie di convenzioni che rendono l'arte egizia unica ed immediatamente riconoscibile.
L'interesse degli artisti egizi nella raffigurazione di un oggetto o di una figura umana era quello di presentarne il più possibile la totalità fisica, senza la "scelta" di un punto di vista unico, anzi selezionando anche più punti di vista in modo da avere la migliore prospettiva per ogni singolo elemento che compone la figura, studiata quindi parte per parte e non nella sua interezza. Si ottenevano così rappresentazioni per "assemblaggio" logico, senza nessun interesse nell'illusionismo di creare figure che dessero l'idea allo spettatore di averle realmente davanti.
Le conseguenze di questa visione sono che in una figura umana le spalle e il busto sono di solito collocati frontalmente, il bacino di tre quarti, le gambe di profilo, di solito aperte della larghezza di una passo; il viso è di profilo, ma l'occhio è raffigurato di fronte.
Sono tipiche le proporzioni "gerarchiche", cioè i personaggi più importanti raffigurati in scala maggiore. Per alludere alla profondità spaziale veniva usata spesso una serie di fasce, disposte incolonnate verticalmente, dove quella più in basso rappresentava la scena sul piano più vicino allo spettatore.
La scelta dei colori in pittura rivestiva spesso un significato simbolico, in stretta relazione con le iscrizioni in geroglifico che accompagnavano le scene.
[modifica] Immagini
Menkaura e Regina, Museum of Fine Arts di Boston |
[modifica] Bibliografia
- Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, I tempi dell'arte, volume 1, Bompiani, Milano 1999.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Altri progetti
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