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Topolino (giornale) - Wikipedia

Topolino (giornale)

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bussola Nota disambigua – Se stai cercando altri significati di Topolino, vedi Topolino (disambigua).

Voce principale: Topolino (fumetto).

Topolino giornale
fumetto
Editore Arnoldo Mondadori Editore
1ª edizione dicembre 1932
Periodicità settimanale
Rilegatura spillato
Arnoldo Mondadori Editore
Fumetto e animazione (uso del template)

Nel 1932 viene assegnato a Disney uno speciale Oscar per la creazione del personaggio di Topolino. La notizia ha ampio risalto sui principali giornali di tutto il mondo e, come ovvio, anche l'Italia da il giusto peso alla notizia. Il grande can can spinge allora Giuseppe Nerbini, edicolante ed editore fiorentino, a dedicare un intero giornale illustrato al nuovo eroe dei ragazzi.

Così, nel Natale del 1932 fa il suo ingresso nelle edicole italiane una nuova pubblicazione, dal titolo Topolino, anticipando di appena un mese la prima pubblicazione americana, il Mickey Mouse Magazine edito da Herman Kamen nel formato digest che più tardi avrebbe fatto il successo, in Italia, di una nuova iniziativa editoriale dedicata all'eroe Disney. La rivista di Kamen, però, veniva distribuita solo nei grandi magazzini o nelle sale che proiettavano i film: per la diffusione nelle edicole bisognerà infatti attendere il 1935.

Ma torniamo in Italia. Sulla falsariga del celebre Corriere dei Piccoli, anche Topolino si presenta ai lettori con periodicità settimanale e si apre con una breve storia in cui le didascalie sono scritte in rima e realizzata da Giove Toppi: in un certo senso è qui che inizia la grande scuola italiana Disney. Questo stesso numero, secondo fonti accreditate, aveva una tiratura iniziale inferiore alle 30.000 copie che però si sarebbero decuplicate nel giro di poche settimane.

Sul settimanale della Nerbini, comunque, trovano spazio soprattutto le strisce e le tavole realizzate da Floyd Gottfredson, mentre il primo episodio in assoluto del Topolino dei fumetti, realizzato dai suoi creatori con la collaborazione di Win Smith e apparso in originale il 13 gennaio del 1930, verrà proposto da Nerbini solo nel 1934, sul Supplemento al giornale, con il titolo di Le audaci imprese di Topolino nell'isola misteriosa. L'edizione italiana ha, però, una particolarità rispetto all'originale: si avvale infatti dell'opera di Giorgio Scudellari, illustratore di origine cilena, che corregge alcuni errori ed incongruenze presenti nella storia.

Sul primo numero, però, fa il suo esordio Le grandi avventure di Topolino e Topolina nel West, tratte dalle tavole domenicali The Lair of Wolf Barker e scritte da Ted Osborne e disegnate da Floyd Gottfredson con le chine di Al Taliaferro e di Ted Thwaites. In queste storie vengono anche introdotte delle didascalie in rima, scritte dal primo direttore della rivista, Paolo Lorenzini (detto Collodi Nipote in quanto nipote di Carlo Collodi), e viene anche assegnato il nome definitivo alla spalla di Topolino, ovvero quel Pippo un po' lunatico e un po' svampito che sui libri della Salani veniva ancora chiamato Medoro. La differenza di nome, però, non è solo italiana: anche negli USA Pippo ebbe due nomi: Dippy tha Dawg agli esordi, per poi diventare Dippy the Goof e finalmente Goofy.

Purtroppo Nerbini non si era assicurato correttamente i diritti di pubblicazione: quando aveva varato la sua rivista, infatti, si era rivolto al Consorzio Cinematografico E.I.A., il distributore dei cortometraggi di Topolino, quando in realtà i diritti per le riviste erano stati dati in mano al giornalista Guglielmo Emanuel dallo stesso Disney. Per cui, per un paio di numeri, la testata passò da Topolino a Topo Lino, per poi riprendere la nota testata con il n. 7.

Il Topolino giornale era formato da otto pagine e non conteneva solo storie a fumetti disney ma anche storie non-disney che anzi erano di solito la maggioranza delle storie presenti in un numero.

Il numero 137 del Topolino giornale, dell'11 agosto 1935, segna il passaggio di consegne da Nerbini alla Mondadori.

Il rapporto tra Walt Disney e Arnoldo Mondadori è molto stretto (durerà oltre trent'anni), improntato sulla fiducia e il rispetto reciproco, e soprattutto è molto proficuo per entrambi. Con l'avvento del fascismo, però, iniziano i primi problemi. Dal 1938, infatti, il Min.Cul.Pop. (Ministero della Cultura Popolare) impone alla stampa una serie di dure restrizioni, prima fra tutte quella di non editare più i protagonisti del fumetto popolare americano. Il solo Topolino è risparmiato, e così il suo logo e il suo personaggio possono continuare ad esistere nelle edicole italiane, ma in piena seconda guerra mondiale, a partire dal n. 476 del 27 gennaio 1942, anche il settimanale è costretto a cedere alle restrizioni.

Lo sostituisce Tuffolino, un ragazzetto dalle medesime caratteristiche fisiche, disegnato dal grande illustratore Pierlorenzo De Vita. La crisi, e la momentanea sostituzione, però, non evita la sospensione della testata, che avviene con il n. 564 del 21 dicembre 1943, per poi riprendere a guerra conclusa il 15 dicembre 1945.

Alla fine degli anni Quaranta, però, i giornali a fumetti che pubblicavano storie a puntate di non più di due tavole ad episodio erano irrimediabilmente in crisi, e così lo stesso Topolino, le cui vendite erano di gran lunga calate rispetto al periodo d'oro. Mondadori, però, non poteva rinunciare alla rivista da edicola per non perdere i ricchi diritti delle pubblicazioni da libreria, così decise un doloroso ma necessario cambio di formato e periodicità.

A quel tempo, infatti, l'editore dava alle stampe la Selezione dal Reader's Digest (ottobre 1948), e utilizzava appositamente una nuovissima e costosissima macchina, che restava inutilizzata nei lunghi periodi di attesa tra un numero e l'altro. Inevitabile, quindi, l'idea di utilizzare la macchina anche per produrre il nuovo Topolino, che ne ricalcherà, così, il formato (12,5 × 18 centimetri) e tutti i successivi cambiamenti (aumenti di pochi centimetri nelle dimensioni, il passaggio dalla spillatura alla brossura, cambi nel tipo di carta impiegata).

L'aprile 1949 è così un nuovo, importante punto di inizio: ampiamente pubblicizzato sugli ultimi due numeri del giornale, il 737 e il 738, tornava nelle edicole, con un nuovo numero 1, Topolino, questa volta un mensile di 100 pagine di storie esclusivamente disneyane, al prezzo di 60 lire, anziché le 15 del precedente settimanale.


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