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Storia della chirurgia - Wikipedia

Storia della chirurgia

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Extracción de la piedra de la locura, de Hieronymus Bosch.
Extracción de la piedra de la locura, de Hieronymus Bosch.

La chirurgia (dal greco, cheiros: mano e ergon: lavoro) è un ramo della medicina che manipola fisicamente la struttura del corpo a fine diagnostico, preventivo o curativo. Ambroise Parè, chirurgo francese del secolo XVI, le attribuì cinque funzioni:
- eliminare il superfluo,
- ridurre ciò che si è dislocato,
- separare ciò è stato unito,
- riunire ciò che è stato separato,
- riparare ai difetti della natura.

Da quando l'uomo produce ed usa utensili e strumenti ha anche utilizzato il proprio ingegno per sviluppare tecniche chirurgiche sempre più sofisticate. Sarà necessario però arrivare alla rivoluzione industriale per vincere i 3 principali ostacoli con cui si scontrava questa specialità medica, ovvero: l'emorragia, il dolore e l'infezione. Gli avanzamenti in questi campi hanno trasformato la chirurgia da un'arte rischiosa (e quindi sottovalutata per questo), ad una capace dei risultati più sorprendenti.

Indice

[modifica] Generalità

Le professioni del chirurgo e del medico hanno subito molti incontri e scontri nel corso della storia. In generale il chirurgo (barbiere, arruffone) è stato considerato il tecnico, mentre il medico (più relazionato storicamente con il sacerdote o lo sciamano) era un autentico terapeuta.
Durante lo sviluppo della medicina moderna, la conoscenza di ambo le discipline si raggruppò nella medesima formazione accademica la quale, nella maggior parte dei paesi sviluppati permette l'ottenimento del titolo congiunto di laurea in medicina e chirurgia. Buona parte della sua storia è relazionata con la storia della medicina in generale.
Le nuove tecnologie applicate all'archeologia confermano che la sua origine si rifà all'origine stessa dell'homo sapiens la cui vita in libertà era oggetto di numerosi incidenti, ferite ed emorragie suscettibili di trattamento chirurgico mediante tecniche rudimentali.

[modifica] Origini della chirurgia

Le prime tecniche chirurgiche si utilizzarono per il trattamento delle ferite ed i traumi prodotti nel corso della vita. La combinazione di studi archeologici ed antropologici offre informazioni sui metodi rudimentali di sutura, amputazione, drenaggio e cauterizzazione di ferite con strumenti incandescenti.
Esistono numerosi esempi:
- un misto di salnitro e di zolfo, posti sulla ferita, veniva incendiato, metodo usato da alcune tribù asiatiche;
- la tecnica di drenaggio di alcune tribù dakota, mediante l'impiego dell'anima di una piuma connessa ad una vescica animale per succhiare il materiale purulento,
- la ricerca di aghi dell'età della pietra che avrebbero potuto essere utilizzati in suture (i Masai utilizzavano aghi di acacia per lo stesso scopo),
- l'ingegnoso metodo sviluppato da alcune tribù in India e in Sud America, che schiudevano le ferite minori, applicando termiti o coleotteri ai quali, dopo che hanno morso i bordi avvicinati della ferita, viene torto il collo, così da lasciare la testa rigidamente agganciata come graffe.[1]

Cráneo datado en el Neolítico, 3500 a. C., conservado en el Museo de Historia Natural de Lausanne, trepanado posiblemente con sílex. Se cree que tras la operación el paciente sobrevivió.
Cráneo datado en el Neolítico, 3500 a. C., conservado en el Museo de Historia Natural de Lausanne, trepanado posiblemente con sílex. Se cree que tras la operación el paciente sobrevivió.

Tra i trattamenti applicati dagli aztechi, secondo la descrizione dei testi spagnoli durante la conquista del Messico, si trovava questa raccomandazione per trattare le fratture: l'osso rotto deve essere steccato, esteso ed aggiustato, e se questo non sara sufficiente, si farà un'incisione nell'estremo dell'osso inserendo un ramo di abete, nella cavità midollare. .[2] La medicina contemporanea ha sviluppato questo metodo di fissazione ossea nel secolo XX chiamandola fissazione midollare. Esistono ritrovamenti archeologici di cranii con segni evidenti di trapanazione (perforazione delle ossa piatte della testa per accedere all'encefalo), datate intorno all'anno 3000 a. C., nel quale si postula la sopravvivenza del paziente dopo l'intervento. Le più antiche trapanazioni sono state fatte nella conca del Danubio, però esistono reperti simili negli scavi effetttuati in Danimarca, Polonia, U.K., Svezia e Spagna. Folke Henschen, medico e storico svedese, afferma che i ritrovamenti archeologici sovietici sulle rive del fiume Dniepr (negli anni 60), dimostrano l'esistenza di trapanature nei crani datati nel mesolitico intorno all'incirca a 12000 anni prima di Cristo.[3]

La teoria della sopravvivenza alla trapanazione del cranio poggia sull'evidenza della formazione di nuovo tessuto osseo o di callo osseo attorno all'orifizio prodotto dalla trapanazione.
In alcuni studi il tasso di sopravvivenza supera il 50%.[4]
Un'altra tecnica chirurgica della quale esistono evidenze da migliaia di anni è l'anestesiologia. L'alcool (arabo al-khwl الكحول, o al-ghawl الغول) è probabilmente uno degli anestetici più antichi, e il suo impiego è stato constatato varie migliaia di anni prima della nostra epoca.[5] Inoltre si conosce l'impiego dell'oppio da migliaia di anni (alcuni cilindri babilonesi e bassorilievi mesopotamici mostrano delle teste di papavero da oppio) per uso anestetico oltre che ricreativo.[6] Altre piante utilizate nell'antichità con lo stesso fine furono l'estratto di Cannabis sativa, il ginepro comune, la pianta di coca o la mandragora.

Hirudo medicinalis. Sanguijuela para sangrías.
Hirudo medicinalis. Sanguijuela para sangrías.

Altra tecnica antica è il salasso o flebotomia, attestata da numerose società nel corso della storia inca peruviani, india (ayurveda), Greci (ippocrate), effettuato mediante strumenti taglienti o l'utilizzo di sanguisughe. Nel papiro Kahun si menziona la tecnica del salasso utilizzata da alcuni veterinari egizi. Questa tecnica si estese con una grande diffusione in occidente, a modo che nel rinascimento si potevano vedere Calendari dei salassi che raccomandavano il suo utilizzo in momenti particolari dell'anno. É stata utilizzata per la cura di dolori disparati come l'infiammazione, l'infezione, l'ictus, la fase maniacale delle psicosi bipolari, ed anche come metodo preventivo di molte altre infermità.[7]


[modifica] Mesopotamia

Beroso, filosofo caldeo del secolo III riportò molte tradizioni scritte su Babilonia (principalmente negli archivi di Borsippa), ed arrivò ad affermare che da quando il dio Oannes insegnò al popolo Sumero tutto il conoscibile riguardo la civilizzazione, nulla di nuovo fu inventato. Questa affermazione sorprendente sembra meno iperbolica quando si analizzano le tavole sumere e si evidenzia tutto ciò che la civiltà sumera sviluppò ed inventò varie migliaia di anni prima della nostra era.

Nel codice di Hammurabi esistono alcune leggi che si riferiscono in modo specifico alla chirurgia.
Nel codice di Hammurabi esistono alcune leggi che si riferiscono in modo specifico alla chirurgia.

Circa nel 4000 a.C. si stabilisce in Mesopotamia ( tra il Tigri e l'Eufrate) la civiltà Sumera, che ha sviluppato la forma di scrittura più antica che si sia mai conosciuta. Tra le 30.000 tavolette cuneiformi scoperte, circa 800 trattano temi medici (ed in una di queste c'èla prima ricetta medica conosciuta). Il nome del primo chirurgo conosciuto è Urlugaledin, del 4000 a.C., il cui simbolo personale mostra due coltelli circondanti una pianta medicinale. Questo timbro si trova nel museo del Louvre a Parigi.

Il modello di salute e malattia tra i sumeri si basava su una concezione sovrannaturale della malattia: questa era un castigo divino imposto da differenti dèmoni in seguito alla rottura di alcuni tabù. Così la prima cosa che il medico doveva fare era identificare quale dei circa 6000 possibili dèmoni aveva causato il problema. Per farlo utilizzavano tecniche divinatore basate sullo studio del volo degli uccelli, della posizione degli astri o del fegato di alcuni animali. In questo modo la medicina era profondamente legata al sacerdozio, e la chirurgia restava relegata a specialità medica di seconda categoria. [8]

Ciò nonostante lo sviluppo delle tecniche chirurgiche è notevole: a Ninive sono stati ritrovati strumenti di bronzo e ossidiana di elegante fattura, come bisturi, seghe, trapani etc.

Il codice di Hammurabi (ritrovato a Susa, Iran, e conservato nel museo del Louvre), d'altra parte, protegge la chirurgia con la sua abbondante legislazione. Alcuni frammenti di questo codice trattano specificamente gli interventi chirurgici:[9]

Se un medico ha curato un uomo per una grave infermità e lo cura, o apre con un coltello un'infezione e salva l'occhio del paziente, deve ricevere dieci sicli d'oro. Se il paziente è un uomo libero, l'onorario sarà di cinque sicli. Se è uno schiavo, il padrone pagherà due sicli op. cit.

Se un medico con il bisturi causa una grave ferita allo schiavo di un uomo libero e lo uccide, il medico deve sostituire lo schiavo con un altro. Se cura un uomo libero e gli causa una ferita mortale, o se ha aperto un ascesso e l'uomo libero resta cieco, gli si taglieranno le mani op. cit.

[modifica] Egitto

Intorno al 3100 a.C. comincia il periodo di splendore della civiltà egizia, quando Narmer, il primo faraone, stabilisce la capitale a Memphis. Come accade con la civiltà sumera e la scrittura cuneiforme, si conserva un gran numero di documenti su questa civiltà grazie all'uso della scrittura geroglifica.

Il primo trattato di chirurgia data alla prima epoca monarchica (2700 a.C.); è stato scritto da Imothep, visir del faraone Necherjet Dyeser, sacerdote, astronomo, medico e primo architetto di cui si abbia notizia. La sua fama di guaritore fu tale che venne deificato e considerato il dio egizio della medicina.[10] Altri famosi medici dell'Antico Impero (dal 2500 al 2100 A.C.) furono Sachmet, medico del faraone Sahure, o Nesmenau, una sorta di primario dell'epoca. Su uno degli stipiti all'entrata del tempio di Memphis si trova il bassorilievo più antico relativo a un intervento chirurgico: una circoncisione. Tra i vari papiri conservati se ne conoscono nove relativi a materie mediche; tra essi il più famoso e importante è quello denominato dal suo scopritore: George Ebers.


[modifica] Il papiro Ebers

Grabado representando una circuncisión en una tumba de Saqqara, frente a Menfis, Egipto.
Grabado representando una circuncisión en una tumba de Saqqara, frente a Menfis, Egipto.

Il papiro Ebers, conservato all'Università di Laipzig, è considerato uno dei più antichi trattati di medicina conosciuti. La sua composizione è datata intorno all'anno 1550 a.C., ed è lungo circa 20 metri. Vi sono scritte ricette, una farmacopea e la descrizione di numerose malattie, nonché alcuni trattamenti cosmetici. Riguardo alla chirurgia, si fa menzione dei morsi di coccodrillo e delle ustioni. Raccomandave il drenaggio dei gonfiori, anche se avvisava che determinate patologie della pelle non dovevano essere toccate.

Strumenti chirurgici in un bassorilievo del tempio di Kom Ombo, Egipto.
Strumenti chirurgici in un bassorilievo del tempio di Kom Ombo, Egipto.

Se incontri il grande gonfiore del Dio Xensus ad una estremità, considera quanto sia molto fastidiosa e che può produrre molto pus; si forma un qualcosa come il vento e provoca irritazione. Il gonfiore ti dice con voce forte: La piaga purulenta non è la puù repulsiva tra tutte? Macchia la pelle e lascia dei segni,. Tutte le membra arrivano ad assomigliarsi a quello che fu affetta per prima. Quindi si deve affermare: E' il gonfiore del dio Xensus, non la toccare! op. cit.

[modifica] Il papiro Edwin Smith

Il papiro Edwin Smith è un documento meno conosciuto, datato nell'anno 1600 a. C.



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