Sifilide
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Sifilide | |
Classificazione e risorse esterne |
La sifilide (conosciuta anche come lue, mal francese o morbo celtico) è una malattia infettiva a prevalente trasmissione sessuale.
È causata da un batterio (il Treponema pallidum) dell'Ordine Spirochetales, che si presenta al microscopio come un piccolo filamento a forma di spirale. Il contagio oltre che per via sessuale può estendersi, nella donna gravida con infezione recente, attraverso la placenta al feto che presenta in tal caso un quadro di sifilide connatale con malformazioni che possono interessare: la cute e le mucose, l'apparato scheletrico, l'occhio, il fegato, il rene ed il sistema nervoso centrale.
Pertanto questo morbo - scoperto da Fritz Schaudinn e Paul Erich Hoffmann nel 1905 - può essere contratto, nella forma connatale, prima ancora della nascita attraverso il sangue materno infetto o alla nascita, durante la discesa nel canale del parto. Comunque, nella maggior parte dei casi, il contagio (possibile fin dalle primissime fasi della malattia) avviene attraverso i rapporti sessuali. Per i controlli accurati che vengono effettuati prima che il sangue venga trasfuso, sono ormai rarissimi nel mondo i casi di acquisizione della malattia con le trasfusioni. Ad August von Wassermann va il merito di aver scoperto il metodo biologico per fare una diagnosi precisa sulla malattia.
Indice |
[modifica] Diagnosi
L'evoluzione della malattia è contraddistinta da tre periodi:
- primario
- secondario
- terziario
[modifica] Periodo primario
Il periodo primario della sifilide è caratterizzato dalla comparsa del sifioma e di una linfoadenite satellite. Il sifiloma si presenta come un nodulo indolente di colore rosso-scuro il quale presenta una superficie rosa con un fondo rosso vivo dal quale fuoriesce un essudato sieroso contenente i treponemi. Ha forma tondeggiante od ovalare, margini nettissimi e regolari, bordi dolcemente declinati verso il fondo. Compare nel punto di penetrazione del batterio (in genere attraverso cute o mucose lese od escoriate) tre settimane dopo il contagio. Nel maschio la localizzazione più frequente è al solco balano-prepuziale. Nella donna invece è al collo dell'utero, quindi asintomatica e spesso ignorata. In genere, il sifiloma scompare spontaneamente nel giro di 7-20 giorni. Dopo circa una settimana dalla sua comparsa si sviluppa un'adenopatia satellite locoregionale: i linfonodi aumentano di volume e di consistenza e risultano in genere non dolenti. La diagnosi sospettabile può essere confermata dalla ricerca dei treponemi nell'essudato e dalla positività della sierologia (FTA-ABS). Va differenziato dall'ulcera molle, dall'herpes simplex e dall'aftosi.
[modifica] Periodo secondario
Il periodo secondario inizia circa sei settimane dopo la scomparsa della lesione primaria. È caratterizzato da un’"eruzione cutanea", dove per eruzione si intende la comparsa di piccole macchie chiamate sifilodermi, che si estendono su diverse parti del corpo. Possono essere color fior di pesco (roseola) o rosso rameico con collaretto desquamativo (sifiloderma papuloso). Anche queste manifestazioni scompaiono spontaneamente dopo qualche settimana. In più è frequente il riscontro di ragadi linguali e alopecia del terzo distale del sopracciglio. La malattia può entrare in uno stadio latente (assenza di sintomatologia) che può durare anche anni (5-20 anni), le spirochete che continuano ad albergare nell'organismo possono dare inizio allo stadio terziario della sifilide. Si considera che tale evento avvenga nel 25% dei casi non sottoposti a terapia antibiotica.
[modifica] Periodo terziario
Durante il periodo terziario, che inizia dopo la regressione della fase secondaria, la sifilide entra in una fase di latenza clinica. La sua durata può essere di qualche anno o indefinita. Al termine di questo periodo di apparente "calma", l'agente infettante si "riattiva" e può causare danni al sistema nervoso centrale, agli occhi, al sistema cardiocircolatorio, al fegato, alle ossa e alle giunture. I danni interni possono manifestarsi anche anni dopo la comparsa dei primi sintomi. A questo punto la sifilide può dirsi entrata a pieno titolo nel terzo stadio, anche se danni neurologici possono manifestarsi già nel corso del periodo secondario. Nel corso di quest'ultima fase il malato perde progressivamente la capacità di controllare i movimenti muscolari, possono verificarsi delle paralisi, confusione mentale, cecità graduale e demenza. Il danno può essere tanto serio da portare alla morte.
[modifica] Reazioni sierologiche
[modifica] Reazione di Wassermann
La reazione di Wasserman verifica la presenza dell’anticorpo anticardiolipina, che si trova nei soggetti infetti dopo circa 1-3 settimane dalla manifestazione della lesione primaria. Gli esami treponemici diventano positivi entro due settimane e sono estremamente sensibili; in caso di paziente infetto, danno valori positivi per lunghissimo tempo (spesso non si negativizzano mai), anche dopo terapia efficace. La reazione di Wasserman insieme al test di Nelson (che utilizza treponemi vivi) è ormai da considerarsi obsoleta essendo stata sostituita con test automatizzabili ed a più alto valore diagnostico. La reazione si esegue con cardiolipina di bue a cui viene aggiunto il siero del paziente. Se sono presenti gli anticorpi reaginici questi si legano alla cardiolipina. Si aggiunge il complemento fresco di cavia e questo si lega. Quando si aggiunge il sistema emazie-antiemazie(eritrociti e anticorpi agglutinanti gli eritrociti)non si ha l'emolisi,in caso contrario(se il test è negativo)mancando gli anticorpi reaginici il complemento si fissa sul sistema emazie-antiemazie dando luogo a emolisi.
[modifica] Altre reazioni
In sostituzione della classica reazione di Wassermann, sono ormai più spesso utilizzati test di concezione più moderna quali:
- test non treponemici:
- il test VDRL (Venereal Disease Research Laboratory),aggiunta di cardiolipina nel siero del paziente con reazione di flocculazione
- il test RPR (Rapid Plasmatic Reagin)
- test treponemici:
- il test FTA-ABS (assorbimento di anticorpi contro Treponema Pallidum fluorescenti)
- il test TPHA (emoagglutinazione per il Treponema Pallidum)
- il test MHA-TP (microemoagglutinazione per gli anticorpi contro Treponema Pallidum)
- il test ELISA (immunoenzimatico)
- test supplementari:
- il test IgM Elisa
- il test IgM FTA
- il test IgM Immunoblot
[modifica] Terapia
La terapia è a base di penicillina G benzatina (farmaco di elezione) solo nei pazienti allergici a questo farmaco si ricorre ad altri antibiotici a largo spettro come tetracicline, macrolidi e all'eritromicina. La terapia è più efficace se iniziata negli stadi precoci. Gli schemi terapeutici variano in rapporto alla durata della malattia, al termine del trattamento tutti i pazienti devono sottoporsi a periodici controlli per almeno un anno. Oltre a seguire il trattamento farmacologico, il paziente dovrà astenersi dall'avere rapporti sessuali finché non si sia verificata la completa guarigione delle lesioni causate dall'infezione.
[modifica] Storia
Mentre non è chiaro se la malattia provenisse dal nuovo mondo o fosse una versione più virulenta di una patologia già esistente, la prima epidemia conosciuta di sifilide sembra sia scoppiata a Napoli nel 1495, a seguito della calata del re francese Carlo VIII. Il ritorno dell'esercito francese verso nord diffuse la malattia in tutta Italia, e alla fine in tutta Europa giungendo sino in Oriente. La malattia venne quindi conosciuta in quasi tutta Europa col nome di mal francese tranne in Francia dove prese il nome di mal napolitain. I trattamenti a base di solo bismuto o arsenico, impiegati fino alla seconda guerra mondiale, sono oggi stati praticamente abbandonati a causa degli effetti collaterali (persino mortali), come danni ai reni, alla mucosa della bocca ed eritemi cutanei.
[modifica] Bibliografia
- Eugenia Tognotti, L'altra faccia di Venere. La sifilide in Italia dalla prima età moderna all'avvento dell'Aids - Presentazione di Giorgio Cosmacini, Franco Angeli Editore, Milano 2006.
- Alfonso Panuccio, L'infezione luetica. Infezioni sessualmente trasmissibili,ESADIA,ROCHE.
- Dermatologia e Venereologia, Pippione, Edizioni Minerva Medica
- candido voltaire
- Antonio Del Sorbo, Pompeo Donofrio, Maria Teresa La Forza. Atlante di Dermatologia Genitale. Edizioni Dermo, 2001.
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