Santucci

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La casata Santucci è un’antica famiglia la cui diffusione è avvenuta soprattutto nell’Italia centrale e le cui prime tracce si trovano in Toscana a partire dal 1400.

Dai documenti esistenti presso l’Archivio di Stato di Siena e la Curia arcivescovile della stessa Diocesi e di quelle confinanti sono state individuate in Tonni (piccola località del Comune di Sovicille presso Siena) le più lontane tracce certe della casata ed, in generale, la fonte di ogni ramo Santucci diffuso oggi nella provincia di Siena. Il documento più antico cita infatti la nascita di Mattio di Giomo Santucci, avvenuta il 21 marzo 1593. Giomo abitava in Tonni con quattro fratelli – Bartolomeo, Vincenzo, Pietro e Lorenzo – ed era figlio di Antonio, la cui nascita quindi si può far risalire intorno all’anno 1540.

La famiglia possiede uno stemma costituito da una croce di S. Andrea (rossa in campo blu) i cui bracci sono intercalati da quattro rose dorate. Lo stemma è sormontato da un elmo. Sotto lo scudo, una lista bifida reca il nome della casata e, nei risvolti, la scritta “S. Rocco MDCXXXIV” evidente ringraziamento per lo scampato pericolo recato dalla grande epidemia di peste in Toscana (1630 – 1633) importata dalla Germania dai Lanzichenecchi (e descritta dal Manzoni).

Il nome è derivato dal tardo latino Sanctus; più esattamente ci si legge il gusto canzonatorio tipicamente toscano di identificare la famiglia attraverso la loro principale caratteristica (Bellini, Bruttini, Montigiani, Bassetti …).

Troviamo altre tracce di questa casata a Firenze con l’illustre astronomo Antonio Santucci (morto nel 1613), a Lucca nel 1500 con il ciabattino Girolamo Santucci, accusato di eresia, a Perugia nel XVI secolo con un certo Bernabeo Santucci citato in un atto di compravendita, ad Urbino dove è nato Girolamo Santucci, Vescovo di Fossombrone nel 1469. Da citare anche il ramo Santucci di Velletri che discende da un Bartolomeo fiorentino e conduce fino al Conte Carlo il cui figlio, Luigi, fu Consigliere di Stato di Pio IX.