Riccardo II d'Inghilterra
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Riccardo II d'Inghilterra (Bordeaux, 6 gennaio 1367 – Pontefract, febbraio 1400) era figlio di Edoardo il Principe Nero, Principe del Galles, e di Giovanna di Kent.
Divenne erede al trono d’Inghilterra e fu fatto Principe di Galles quando il Principe Nero morì improvvisamente nel 1376. L’anno seguente morì anche suo nonno Re Edoardo III, lasciandolo sovrano a soli 10 anni.
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[modifica] La prima giovinezza
Giovanni di Gand, suo zio, governò per conto di Riccardo nei primi anni del suo regno e fu con la rivolta dei contadini del 1381 che Riccardo venne alla ribalta. Fu lui a dover negoziare con Wat Tyler e con gli altri capi ribelli e le loro schiere di migliaia di armati, cosa che indubbiamente richiese del coraggio per un ragazzo di soli 14 anni. Riccardo offrì il perdono ai capi della ribellione, offerta che fu revocata allorché questi alla fine furono arrestati e giustiziati. Rimane dubbio se Riccardo premeditò ciò sin dall’inizio o se fu costretto a rimangiarsi la parola data su pressione della parte militante della nobilità inglese. In un modo o nell’altro, tali tattiche scorrette ebbero l’effetto di disperdere le forze ribelli dalle strade di Londra, rispedendole nelle contee di provenienza e ponendo fine ai disordini. Il giovane re sembrò essere molto promettente. Appena divenne adulto, tuttavia, dimostrò un’impressionante incapacità a concludere accordi e compromessi, i quali erano un aspetto essenziale della politica e della diplomazia del 1300, portandolo infine alla rovina.
Il 22 gennaio 1383 si sposò con Anna di Boemia, figlia di Carlo IV del Sacro Romano Impero e di Elisabetta di Pomerania, ma non ebbero figli ed ella morì il 7 giugno 1394. Si dice che Riccardo le fosse stato devoto. Il 31 ottobre 1396 si sposò con la Principessa Isabella di Valois, figlia di Carlo VI di Francia ed Isabella di Baviera, ma il loro matrimonio fu parimenti privo di prole.
[modifica] Prima crisi del 1387-88
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Appena Riccardo prese il controllo degli affari di governo, estromise molti dei nobili affermati, quali Tommaso de Beauchamp Conte di Warwick, Riccardo Fitzalan Conte di Arundel e Tommaso di Woodstock Duca di Gloucester. Per il suo consiglio si rivolse invece ad un ristretto circolo di favoriti, uomini come il diletto Roberto de Vere Conte di Oxford e Michele de la Pole Conte di Suffolk, che Riccardo elevò alla dignità di conte e nominò Cancelliere d’Inghilterra. Probabilmente Riccardo ebbe una relazione amorosa con de Vere. I nobili che il monarca aveva snobbato, formarono il primo nucleo di un gruppo ostile, il quale si definì dei “Lord Appellanti”. Appare chiaro che il concetto basilare del loro appello fu di continuare la guerra contro la Francia, in opposizione alla politica pacifista di Riccardo; scopo che molti di loro inseguirono per tornaconto personale, piuttosto che per l’interesse della nazione.
Nel 1387 il parlamento inglese, sotto la pressione dei Lord Appellanti, richiese a Riccardo di rimuovere il suo impopolare consigliere. Quando questi si rifiutò, gli fu detto che essendo ancora un minore, avrebbe governato al suo posto un Consiglio di governo. Riccardo dispose l’arresto del Conte di Arundel, leader dei Lord Appellanti, ma il suo esercito, guidato da de Vere, fu sopraffatto dalle forze dei predetti Lord fuori da Oxford ed il sovrano fu imprigionato nella Torre di Londra. A questo punto gli impopolari consiglieri di Riccardo II furono eliminati (otto furono giustiziati per tradimento nel 1388 e gli altri furono esiliati) ed egli fu obbligato ad accettarne di nuovi. Il monarca fu spogliato di quasi tutta la sua autorità.
[modifica] Una pace fragile
Negli anni che seguirono, Riccardo sembrava aver recepito la lezione del 1387 e divenne più cauto nel trattare con i baroni. Nel 1390 fu organizzato un torneo per celebrare la maggiore età del sovrano e la ritrovata armonia da quando era tornato dalla Spagna Giovanni di Gand per guidare i Lord Appellanti. La squadra dei cavalieri di Riccardo, I Cervi, indossarono tutti il medesimo simbolo, un cervo bianco, che il sovrano aveva scelto per sé stesso. Riccardo inoltre accordò preferenza ad interessi signorili quali il buon cibo, insistendo che venissero usati a corte i cucchiai. Abbellì Westminster Hall con un nuovo soffitto e si dimostrò un erudito mecenate delle arti, dell’architettura e della letteratura. In questo senso può esser visto come un primo esempio di ciò che più tardi fu il principe modello del Rinascimento. I suoi gusti tuttavia precorrevano i tempi e molti cominciarono a vederlo come un altro Edoardo II, in qualche modo indegno dell’eredità militare dei Plantageneti, visti i suoi gusti raffinati. Riccardo fu privo della sete di battaglia di suo nonno: la campagna di Scozia del 1385 non fu decisiva e firmò una tregua di 28 anni con la Francia nel 1396, che risultò immensamente impopolare in patria, malgrado gli utili che la pace portò al regno.
L’impegno di Riccardo II verso la pace anziché la guerra può essere ravvisato anche nella sua prima spedizione in Irlanda nel 1394. Egli suggerì una politica assennata basata nel comprendere che i ribelli irlandesi erano stimolati dal malcontento provato nei confronti dei proprietari terrieri inglesi assenteisti e che forse i sediziosi avevano diritto a qualche risarcimento. Coloro i quali egli classificò come i “selvaggi irlandesi” (gli irlandesi indigeni che non avevano aderito alla causa ribelle), furono trattati con benevolenza e rispetto. Se tale politica non fosse stata stroncata dall’usurpazione del trono, è possibile che l’Irlanda si sarebbe potuta risparmiare secoli di lotta.
Nonostante la sua attitudine a pensare in maniera progressista per proteggere la cultura e le arti, Riccardo sembrò aver sviluppato un’ardente dedizione all’antico ideale del Divine Right of Kings, ossia il sentimento che egli doveva essere indiscusso e libero da vincoli nel modo in cui egli governava il regno. Egli divenne un accanito sostenitore della tradizione, insistendo nell’essere appellato “maestà” ed “altezza” e sedendo solo per ore indossando la corona; coloro che gli si rivolgevano dovevano mantenere lo sguardo abbassato in segno di deferenza. Dopo la morte della regina Anna, nel 1394, divenne ancora più rigido. Commissionò il primo ritratto reale, un evento molto solenne in cui egli guardava austero verso il basso. Nel dittico di Wilton, Riccardo fu ritratto insieme ai santi re anglosassoni Edmondo ed Edoardo il Confessore, il che rifletteva non solo la sua attitudine verso il proprio regno, ma anche la sua sincera devozione religiosa.
[modifica] Seconda crisi del 1397-99 e deposizione di Riccardo
Nel 1397 Riccardo decise di liberarsi dei Lord Appellanti che avevano limitato il suo potere, con il pretesto di una cospirazione nobiliare. Il sovrano dispose l’esecuzione del Conte di Arundel e l’esilio di Warwick, mentre Gloucester morì in prigionia. Libero finalmente di esercitare la sua autorità dispotica, epurò tutti coloro che reputava non completamente obbedienti al suo volere, conforme all'idea di divenire il principe scelto da Dio.
Riccardo era ancora privo di figli. L’erede al trono era il nipote Roger Mortimer, Conte di March, figlio della cugina del sovrano Filippa di Hainaut, unica figlia di Lionello di Anversa, terzogenito di Edoardo III. Dopo la sua morte per omicidio di Roger Mortimer nel 1398, erede presuntivo ne era il figlio settenne Edmondo Mortimer. Il sovrano tuttavia era più preoccupato per Enrico Bolingbroke, figlio ed erede di Giovanni di Gand, il quale era stato esiliato con un falso pretesto nel 1399. Dopo la morte di Giovanni di Gand, Riccardo confiscò anche le terre di Bolingbroke, distribuendole tra i suoi fidi. Alcuni storici hanno visto ciò come un atto pensato per portare maggior armonia in Inghilterra. Il patrimonio di Bolingbroke era immenso, vasto abbastanza da essere reputato come un piccolo stato all’interno di quello più grande d’Inghilterra e quindi un ovvio ostacolo sulla strada di un’unica e pacifica nazione. In ogni caso, Riccardo stava semplicemente seguendo la politica dei suoi antenati Enrico II ed Edoardo I nell’impadronirsi delle terre di potenti nobili per centralizzare il potere nella corona.
A questo punto Riccardo II partì per una campagna in Irlanda, permettendo a Bolingbroke di sbarcare nello Yorkshire, con un esercito fornito dal Re di Francia, per rivendicare le terre del padre. I modi dispotici del sovrano, fonte di preoccupazione e profondamente impopolari tra molti aristocratici, facilitarono Bolingbroke nel prendere il rapido controllo di buona parte dell’Inghilterra meridionale ed orientale. Bolingbroke in principio voleva unicamente la restituzione del suo patrimonio e la restaurazione del potere dei Lord Appellanti, accettando il diritto di Riccardo II ad essere re e di March a succedergli. Tuttavia quando il sovrano tornò sulla terraferma, in Galles, un’ondata malcontento si stava propagando in Inghilterra. Durante l’assenza del re, Bolingbroke, abbastanza benvoluto, fu incitato ad impossessarsi della corona.
Riccardo fu catturato al castello di Conway in Galles e portato a Londra, dove la folla lo bersagliò di rifiuti. Fu custodito nella Torre di Londra ed alla fine fu costretto ad abdicare. Su sua richiesta, fu portato davanti al parlamento, dove ufficialmente rinunciò alla corona e fu oggetto di 33 capi di accusa (incluse le sentenze di vendetta emesse contro i Lord). Non gli fu permesso di rispondere alle accuse. Il parlamento accettò quindi Enrico Bolingbroke (Enrico IV) come nuovo re.
Riccardo fu detenuto nel castello di Pontefract e probabilmente ivi assassinato (o fatto morire di fame) nel 1400. Morì intorno al 17 febbraio.
Il corpo di Riccardo fu esposto nella vecchia cattedrale di San Paolo, per far constatare a tutti l'effettivo decesso dell'ex sovrano, e fu sepolto nella chiesa di Kings Langley. La sua bara fu mal progettata, pertanto si dimostrò facile per i visitatori irriverenti di inserire le mani attraverso le varie aperture del feretro e manometterne il contenuto. Si dice che uno scolaro portò via la mandibola della salma. Voci che Riccardo fosse ancora in vita continuarono a circolare durante il regno di Enrico V, che decise di farne trasferire i resti molto solennemente nella sede definitiva dell’ Abbazia di Westminster, nel 1413.
[modifica] Il legame con Geoffrey Chaucer
Geoffrey Chaucer servì Riccardo II come diplomatico ed ispettore dei lavori eseguiti per conto del re. Il loro rapporto fu apparentemente fecondo. Nella decade antecedente alla morte di Chaucer, Riccardo gli elargì diversi regali e rendite, incluse 20 sterline all’anno di vitalizio nel 1394 e 252 galloni di vino all’anno nel 1397. Chaucer morì il 25 ottobre 1400.
[modifica] Bibliografia
- Harvey, John (1948), (Revised Edition 1959), London: Collins Clear Type Press.
- Schama, Simon, A History of Britain 1 3000BC-ad1603 At the Edge of the World?, London: BBC Worldwide Ltd, ISBN 0563487143
- Alison Weir (1998), Lancaster & York - The Wars of the Roses. Pimlico, ISBN 0712666745
Predecessore: Edoardo III |
Re d'Inghilterra 1377-1399 |
Successore: Enrico IV |
Signore d'Irlanda 1377–1399 |
Predecessore: | Duca d'Aquitania | Successore: |
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Edoardo IV | 1376-1390 | Giovanni II |
Monarchi pre-normanni
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Dinastia normanna
Guglielmo il Conquistatore - Guglielmo II - Enrico I - Stefano - Matilde
Dinastia plantageneta
Enrico II - Riccardo I - Giovanni - Enrico III - Edoardo I - Edoardo II - Edoardo III - Riccardo II - Enrico IV - Enrico V - Enrico VI - Edoardo IV - Edoardo V - Riccardo III
Dinastia Tudor
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Dinastia Stuart
Giacomo I‡§ Carlo I‡§ - Oliver Cromwell (Lord Protettore) - Carlo II‡§ - Giacomo II‡§ - Guglielmo III‡§∂¶ e Maria II‡§ (come co-monarchi Guglielmo & Maria) - Guglielmo III‡§∂¶ (proprio regno) - Anna‡§
* anche Re di Danimarca • + anche Re di Norvegia • ‡ anche Re d'Irlanda • § anche Re di Scozia • ∂ anche Principe d'Orange • ¶ anche Stadhouder d'Olanda, Zelanda, Utrecht, Guelders, Overijssel e Drenthe