Psicologia umanistica
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La psicologia umanistica è un indirizzo psicologico, sorto negli Stati Uniti, secondo il quale non sono le pulsioni istintuali a motivare il soggetto, ma piuttosto il bisogno di conoscere, di esprimersi, di relazioni gratificanti e di autorealizzazione.
La psicologia umanistica affonda le sue radici nella versione americana del romanticismo e nel pensiero del filosofo Ralph Waldo Emerson. Essa prese avvio, in questo secolo, soprattutto tramite l'opera di Carl Rogers che, nel 1951, con la pubblicazione del libro “La terapia centrata sul cliente” ne illustrò i fondamenti teorico/pratici: la malattia mentale nelle sue varie forme altro non è che una distorsione dello sforzo che l’individuo compie per attuare le proprie potenzialità. Diversamente, se vi è corrispondenza tra gli attributi che il soggetto crede di possedere e quelli che effettivamente possiede, egli potrà svilupparsi in modo unitario, autonomo e soddisfacente. Su tale base il metodo suggerito da Rogers è la Terapia non direttiva e, nel tenere sempre conto delle tendenze vitali dell’individuo, si limita a creare nel paziente (accompagnandolo con empatia) le condizioni necessarie a favorirne la crescita.
Se Rogers rappresenta un esponente di spicco della Psicologia umanistica, molti altri possono essere annoverati tra i teorici di questo movimento, definito da Abraham Maslow la «Terza Forza» della psicologia, cioè un'alternativa alle due psicologie allora imperanti, la psicoanalisi classica e il comportamentismo positivistico. Oltre al già citato Maslow, forse il più brillante esponente di questo movimento, si sono messi in luce Jacob Levi Moreno, Erich Fromm, Fritz Perls, Alexander Lowen e molti altri.
Per certi versi, è difficile distinguere la corrente umanistica, marcatamente americana, dalla Psicologia esistenziale, di derivazione europea. In effetti, molti esperti, in riferimento alla Terza Forza, parlano in genere di Psicologia Esistenziale-Umanistica.
Indice |
[modifica] Un nuovo concetto di salute psichica
Qual è l'idea centrale che coagula l'operato di scuole e autori per tanti versi divergenti, nella grande corrente della Psicologia umanistica? Un nuovo concetto di "salute". L'individuo sano è colui che giunge alla propria "autorealizzazione", al pieno sviluppo delle proprie potenzialità, colui che 'diventa ciò che è', non il semplice adattato. Maslow afferma:
"In sostanza respingo deliberatamente la nostra presente, e troppo facile, distinzione tra malattia e salute, almeno per quanto riguarda i sintomi superficiali. Essere ammalati significa forse accusare sintomi? Ebbene, sostengo che la malattia può consistere nel non accusare alcun sintomo quando dovrei accusarlo. E la salute, significa esser privi di sintomi? Lo nego. Quale dei nazisti ad Auschwitz o a Dachau era in buona salute? Quelli con la coscienza tormentata, o quelli la cui coscienza appariva loro chiara, limpida serena? In quella condizione, una persona profondamente umana era possibile non avvertisse conflitto, sofferenza, depressione, furia e così via? In una parola, se mi direte di avere un problema di personalità, prima di avervi conosciuto meglio non sarò affatto certo se dovrò dirvi 'bene!' oppure 'mi dispiace'".
In questa direzione, lo stesso Autore, in Motivazione e personalità, ha descritto una serie di tratti che connotano le persone in via di autorealizzazione, cioè coloro che vanno oltre la 'normalità', coloro che sono realmente «sani». Questi individui manifestano caratteristiche che vanno da una più accurata percezione della realtà all'assenza di atteggiamenti difensivi e artificiosi, da una fondamentale semplicità e naturalezza ad una maggiore capacità di distacco e autonomia dall'ambiente, da un'intelligenza critica e creativa a una disposizione a instaurare relazioni più collaborative, ricche e liberanti, e così via.
[modifica] Bibliografia
- E. Fromm, Avere o essere?, Mondadori 1977
- A. Lowen, Il linguaggio del corpo, Feltrinelli 1978
- A.H. Maslow, Motivazione e personalità, Astrolabio 1973
- A.H. Maslow, Verso una psicologia dell'essere, Astrolabio 1971
- J.L. Moreno, Manuale di psicodramma: il teatro come terapia, Astrolabio 1985
- PERLS - HEFFERLINE - GOODMAN, Teoria e pratica della Terapia della Gestalt, Astrolabio 1971
- C. Rogers, Un modo di essere, Martinelli 1983
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[modifica] Collegamenti esterni
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