Pozzo sacro
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Le tombe dei giganti non sono le uniche vestigia che testimoniano lo spirito profondamente religioso della civiltà nuragica. I pozzi sacri e le fonti sacre sono altrettanto significativi e questi singolari monumenti - tra i più elaborati della Sardegna - riflettono in maniera sorprendente il senso architettonico di quelle popolazioni, testimoniando anche la grande importanza data alle sorgenti d’acqua, una risorsa essenziale e di primaria importanza per la vita su ogni isola.
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[modifica] Struttura architettonica
Erano infatti, essenzialmente, delle strutture destinate al culto delle acque e risalgono all'età del bronzo. La loro costruzione si ispira agli stessi principi architettonici del nuraghe con la parte più importante del tempio (chiamato anche a pozzo) costituita da un ambiente circolare con volta a tholos, nella quale veniva realizzato un foro nella parte più alta.
A differenza dei nuraghi e delle fonti sacre, però, l'architettura era prevalentemente ipogea, e la sua principale funzione era quella di raccogliere l’acqua che sgorgava dalla sorgente considerata sacra.
Una scala monumentale collegava questo spazio all’atrium del tempio stesso, situato a livello del suolo. Nella struttura fuori terra si trovano, addossati lungo i muri perimetrali, dei banchi di pietra sui quali venivano deposte le offerte e gli oggetti di culto. In alcuni siti sono stati ritrovati degli altari sacrificali e si è ormai certi che tutto l’insieme architettonico fu concepito per celebrare particolari riti propri del misterioso culto dell’acqua sacra.
[modifica] Datazione
I templi più datati furono costruiti alla maniera dei nuraghi e con blocchi di pietra non perfettamente squadrati. Ma con il passare del tempo, furono edificati con tecnica più raffinata e con grande accuratezza nella lavorazione, fino a raggiungere una perfezione e precisione stupefacenti, tanto che negli anni passati si ritenevano costruiti tra l’VIII ed il VI secolo a.C.
Le più recenti scoperte hanno però indotto gli archeologi a stimare che i templi dell’acqua sacra rimontano all’epoca in cui esisteva una stretta relazione tra i regni micenei della Grecia antica e di Creta e le popolazioni abitanti la Sardegna. Queste nuove estimazioni sono di due millenni anteriori a quelle effettuate durante i primi ritrovamenti.
[modifica] Funzione religiosa
I templi dell'acqua sacra, edificati attorno alle sorgenti, costituivano un luogo di pellegrinaggio e di cerimonie.
La cura con la quale sono stati edificati dimostra la notevole importanza che veniva loro attribuita e non è un caso se la loro funzione religiosa si è tramandata sino all’avvento del cristianesimo.
La penetrazione cristiana infatti - avvenuta durante il periodo bizantino - fu agevolata e resa possibile, soprattutto nell’entroterra barbaricino), grazie al sincretismo, la sostituzione degli idoli di pietra (betili o perdas fittas, fonti sacre), e dei riti allora legati essenzialmente alle espressioni della natura (sorgenti d'acqua, pioggia, pietre, fiumi), con i riti della nuova religione. Sono andati così distrutti un numero imprecisato di menhir, allora allineati o disseminati ovunque, ed in certe località - come a Perfugas - antichi templi pagani della civiltà nuragica sono stati scoperti esattamente sotto il giardino di una chiesa, a testimoniare la continuità sincretistica dei culti.
I templi di Santa Cristina (Paulilatino) e di Santa Vittoria (Serri) costituiscono ancora oggi luoghi di pellegrinaggio. Nei giorni di festa, i fedeli non esitano a percorrere lunghi tragitti per partecipare alle funzioni religiose nelle chiese. Queste cerimonie si svolgono in maniera più o meno identica sin dalla notte dei tempi e sono sempre seguite da danze collettive, canti e immancabili banchetti.
[modifica] Luoghi di culto e di incontro
Si suppone che in determinati periodi dell'anno, le varie tribù nuragiche di un determinato territorio, sia in tempi di pace che in tempi di guerra, si radunavano in questi luoghi comuni di culto.
Gli scavi archeologici hanno permesso di scoprire, nelle immediate vicinanze di molti templi dell'acqua sacra, numerose abitazioni. Queste casette nella loro struttura, non si discostano molto dalle abitazioni (cumbessias) che generalmente si trovano attigue alle innumerevoli chiesette sparse ovunque nella campagna sarda.
A Serri, nel tempio di Santa Vittoria, sono stati ritrovati molti di questi alloggi destinati ai fedeli che desideravano permanere nel santuario nei diversi giorni di festa, e sono state ritrovate abitazioni più lussuose per i dignitari civili o religiosi, e abitazioni più semplici per altri partecipanti. Sono state inoltre rinvenute sale per riunioni, per spettacoli, arene per le danze collettive e per le competizioni sportive, spazi destinati al mercato.
Secondo uno dei più grandi studiosi del mondo nuragico, il prof. Giovanni Lilliu, i templi come quello di Santa Vittoria, erano considerati terra di nessuno, luoghi dove regnava una tregua tra le tribù nuragiche.
« In questi luoghi, la ritrovata unità di lingua e di religione, il sostanziale unitario fondamento etico discendente dalle comuni origini mediterranee, proponevano l'apertura del gruppo tribale ad un certo discorso «federale», nell'occasione speciale della festa. Curiosa conversione, seppure effimera, per cui, in schemi urbanistici e modi diversi, vediamo realizzarsi nella Sardegna nuragica una sorta di «pansardità» in qualche modo affine a quella riconversione periodica in senso «panellenico» della divisione politica «greca», constatabile nei grandi e celebri santuari » | |
(Giovanni Lilliu, La civiltà in Sardegna nei secoli - Al tempo dei nuraghi, pag. 23)
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Tra gli innumerevoli ex-voto che i fedeli lasciavano nei luoghi di culto, sono state ritrovate innumerevoli figurine in bronzo ossia quelle incredibili realizzazioni artistiche della civiltà nuragica che si possono ammirare nei vari musei archeologici della Sardegna e del continente.
[modifica] Varie teorie
Secondo alcuni studiosi, i pozzi sacri furono costruiti seguendo un particolare orientamento astronomico. Secondo questa affascinante ipotesi, la luna nella sua massima declinazione (ogni 18 anni e mezzo) si specchierebbe esattamente dentro il pozzo attraverso il foro nella thòlos.
Seguendo questa teoria, attraverso le scalinate di accesso alla sorgente, il sole si rifletterebbe anch'esso in determinati pozzi sacri, durante gli equinozi primaverili ed autunnali, mentre in altri - invece - durante i solstizi estivi ed invernali. Si suppone che i riti periodicamente celebrati nei templi dell' acqua sacra, erano collegati alla fertilità della Dea Madre terrestre invocando anche l'intercessione della Luna considerata la Dea Madre celeste.
Ma i misteri sembrano non finire se si tiene conto di una recente scoperta fatta in Bulgaria dall' Archeologa Dimitrina Mitova Gionova. A Gârlo, frazione di Breznik, una località non lontana da Sofia, è stato rinvenuto un Pozzo Sacro del tutto simile a quello di Funtana Cuberta a Ballao. Inoltre l'antico nome della capitale bulgara era in origine Sardika o Serdika[1] [2]
[modifica] Siti più importanti
Questi straordinari monumenti sono disseminati su tutto il territorio della Sardegna e quelli attualmente conosciuti sono più di cinquanta. Ecco alcuni dei più importanti:
[modifica] Pozzi sacri
- Pozzo sacro San Salvatore a Gonnosnò
- Pozzo sacro Sa Testa a Olbia,
- Pozzo sacro Predio Canopoli a Perfugas,
- Pozzo sacro Santa Anastasia a Sardara,
- Pozzo sacro Santa Cristina a Paulilatino,
- Pozzo sacro Santa Vittoria a Serri,
- Pozzo sacro Milis a Golfo Aranci,
- Pozzo sacro Kukkurru Nuraxi a Settimo San Pietro
- Pozzo sacro Sa Funtana Coberta a Ballao,
- Pozzo sacro di Tattinu a Nuxis,
- Pozzo sacro di Coni a Nuragus
- Pozzo sacro Is Pirois a Villaputzu
- Pozzo sacro Su Putzu a Orroli
- Pozzo sacro Irru a Nulvi
- Pozzo sacro Santu Milanu a Nuragus
- Pozzo sacro Cucurru is Arrius a Cabras
- Pozzo sacro Serra Niedda a Sorso
[modifica] Fonti Sacre
- Fonte sacra Su Tempiesu a Orune
- Fonte sacra Li Paladini a Calangianus
- Fonti sacre di Gremanu a Fonni con annesso acquedoto nuragico
- Fonte sacra di Niedda a Perfugas
- Fonte sacra Noddule a Orune
- Fonte sacra di Puntanarcu a Sedilo
- Fonte sacra di Mitza Pidighi a Solarussa
[modifica] Collegamenti esterni
- Fonte e pozzo sacro di Su tempiesu - Orune (Nu) da Archeologiasarda.com
- Il pozzo sacro di Santa Cristina a Paulilatino (Or)
- Immagini del pozzo sacro di santa Vittoria a Serri
- Foto
- Sanctuario Nuragico S. Anastasia
- Pozzo Sacro Sant'Anastasia
- Photo gallery Pozzi e Fonti Sacre di Sardegna
- Archeologia e Poetica a Su Tempiesu
- Fonte Sacra Su Tempiesu descritta dallo scrittore Bruno Lombardi
- Sardegna - Sardika: il pozzo sacro nuragico in Bulgaria
[modifica] Bibliografia
- Demurtas S. u. Manca Demurtas L. Santa Cristina e i siti archeologici nel territorio di Paulilatino 1999.
- Pitzalis G.: Il pozzo sacro di Predio Canopoli. Bollettino di Archeologia Perfugas. 1991
- Lilliu, G. La civiltà dei Sardi dal neolitico all'età dei nuraghi. Torino - Edizioni ERI - 1967.
- Puddu M. G.: Recenti sondaggi di scavo a Santa Vittoria di Serri, In : "La Sardegna nel Mediterraneo fra il Bronzo Medio e il Bronzo Recente" Atti del III Convegno di Studi,
- Lilliu G. Sculture della Sardegna nuragica Verona 1962.
- Aa.Vv., Ichnussa. La Sardegna dalle origini all'età classica - Milano, 1981.
- Paolo Melis: Nuraghenkultur 2003. ISBN 88-7138-276-5
- Juergen E. Walkowitz: Das Megalithsyndrom. 2003. ISBN 3-930036-70-3