Pietro Ramo
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Pierre de la Ramée (in latino Petrus Ramus, italianizzato in Pietro Ramo; Cuts, 1515 – Parigi, 24 agosto 1572) è stato un filosofo francese, antiaristotelico e calvinista, ucciso nella tragica "notte di San Bartolomeo".
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[modifica] Biografia
Proveniente da una famiglia povera, a prezzo di grandi sacrifici ottenne al Collegio di Navarra di Parigi il titolo di magister artium nel 1536 con la dissertazione Quaecumque ab Aristotele dicta essent commentitia esse (Esser falsa qualunque cosa detta da Aristotele), che provoca reazioni ostili nell’ambiente accademico parigino, allora tradizionalmente aristotelico.
Pubblicate nel 1543 a Parigi, anche le Aristotelicae animadversiones e le Dialecticae partitiones sive institutiones ad illustrissimam Lutetiae Parisiorum Academiam – quest’ultima, la sua opera più importante, fu ristampata a Lione nel 1553 col titolo di Institutionum dialecticarum libri tres - provocano l’indignazione dei professori tanto che lo stesso Francesco I gli proibisce d’insegnare nell’Università. Ramo è così costretto all’insegnamento privato fino a quando Enrico II, nel 1551, revoca le censure del suo predecessore e gli assegna la cattedra di filosofia ed eloquenza al Collegio di Francia, ma l’ostilità dei colleghi lo costringe ad abbandonare nuovamente l’insegnamento e a trovare ospitalità presso il principe di Condé.
Nel 1561 aderisce apertamente al calvinismo e si sottrae all’ostilità degli accademici parigini e alle turbolenze religiose in corso in Francia con lunghi viaggi a Ginevra, Losanna e Heidelberg. Nel 1570, in una tregua dei conflitti religiosi, torna ad insegnare a Parigi ma viene ucciso dai sicari del cattolico duca di Guisa nella famosa, tragica notte di San Bartolomeo.
[modifica] La dottrina
Il problema posto da Ramo è quello dell’instaurazione di un nuovo metodo dialettico, avendo ritenuto insufficiente quello aristotelico e scolastico. Il suo metodo – l’ ars disserendi, l’arte del ragionamento - si compone dell’ «invenzione», che è la ricerca degli argomenti per risolvere una determinata questione, e la «disposizione» degli stessi in modo efficace, secondo una successione razionale.
Poiché il pensiero si forma esattamente come si forma il linguaggio, in modo spontaneo e non seguendo regole imposte artificialmente dall’esterno, dal momento che esso risponde a una legge naturale unica e valida per qualunque materia, si tratta di studiare la morfologia e la sintassi delle lingue, e a questo scopo Ramo studiò il francese, il latino e il greco.
Il metodo del Ramo s’impose nell’Università di Cambridge dal 1580 e, per la sua natura antiaristotelica, favorì la ripresa degli studi platonici, ed è in generale alla base dello sviluppo del razionalismo in Francia.
[modifica] Bibliografia
[modifica] Altre opere
- Brutinae Quaestiones, Parigi 1549
- Rhetoricae Distinctiones in Quintilianum, Parigi 1549
- Pro Philosophica Parisiensis Academiae disciplina oratio, Parigi 1551
- Dialectique, Parigi 1553
- Gramere, Parigi 1562
- Scholarum physicarum libri octo, Parigi 1566
- Scholae in liberales artes, Basilea 1569
- Defensio pro Aristotele adversus Jacobum Schecium, Losanna 1571
- Grammaire de Pierre de la Ramée, lecteur du Roi en l’Université de Paris, Parigi 1572
- Collectaneae, praefationes, epistolae, orationes, Parigi 1577
- Commentarii de religione christiana, Francoforte 1577
- Scholae in tres primas liberales artes. Dialecticae, Animadversiones in Organum Aristotelis, Grammaticae, Rethoricae, Francoforte 1581-1594
- Ramae scholae et defensio Petri Rami contra Georgici Liebleri calumnias, Basilea 1582
[modifica] Studi
- C. Desmaze, Petrus Ramus, professeur au Collège de France. Sa vie, ses écrits, sa mort (1515 – 1572), Ginevra 1570
- G. Tonelli Olivieri, Ideale lulliano e dialettica ramista. Le Dialecticae Institutiones del 1543, in «Annali della Scuola Superiore di Pisa. Lettere e Filosofia», 22, 1992
- G. Oldrini, La disputa del metodo nel Rinascimento. Indagini su Ramo e sul ramismo, Firenze 1997
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