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Palazzo del Reichstag - Wikipedia

Palazzo del Reichstag

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Coordinate: 52°31′07″N 13°22′34″E / 52.5186, 13.376

Palazzo del Reichstag - Sull'architrave frontale si trova la scritta "DEM DEUTSCHEN VOLKE" – Al popolo tedesco
Palazzo del Reichstag - Sull'architrave frontale si trova la scritta "DEM DEUTSCHEN VOLKE" – Al popolo tedesco

Il palazzo del Reichstag di Berlino venne costruito come luogo dove il Reichstag, il parlamento dell'Impero tedesco, si sarebbe riunito. Venne inaugurato nel 1894 e tornò ad essere la sede del parlamento tedesco nel 1999.

L'attuale parlamento tedesco si chiama Bundestag. Il Reichstag inteso come parlamento risale al Sacro Romano Impero e cessò di esistere negli anni della Germania Nazista (1933-1945). Nell'uso odierno, il termine tedesco Reichstag si riferisce quindi principalmente all'edificio.

Indice

[modifica] Storia dell'edificio

[modifica] Costruzione

Reichstag
Reichstag

La costruzione dell'edificio iniziò solo dopo il 1871. In precedenza il parlamento si era riunito in diversi altri edifici sulla Leipziger Strasse di Berlino; ma questi erano generalmente ritenuti troppo piccoli, così nel 1872, venne concluso un concorso architettonico con 103 partecipanti per l'erezione di un nuovo edificio. I lavori non iniziarono se non 10 anni dopo, a causa di vari problemi riguardanti l'acquisto del terreno per il palazzo e di discussioni tra Guglielmo I di Germania, Otto von Bismarck, e i membri del Reichstag su come si sarebbero dovuti eseguire i lavori.

Nel 1882, si tenne un altro concorso architettonico, cui parteciparono 189 architetti. Questa volta il vincitore, l'architetto di Francoforte, Paul Wallot, sarebbe riuscito ad eseguire il suo progetto. Il 9 giugno 1884, la prima pietra venne finalmente posata da Guglielmo I. Prima che la costruzione venisse completata, nel 1894, Guglielmo I morì (1888, l'Anno dei Tre Imperatori), e il suo successore, Guglielmo II di Germania, mise in discussione l'istituto del parlamento. L'edificio originale venne acclamato soprattutto per la costruzione di una originale cupola di vetro e acciaio, un capolavoro della tecnica dell'epoca.

[modifica] La prima guerra mondiale

Dopo la fine della prima guerra mondiale il Kaiser abdicò durante i giorni rivoluzionari del 1918, Philipp Scheidemann proclamò la costituzione della repubblica da una delle balconate del Reichstag il 9 novembre. L'edificio continuò ad essere la sede del parlamento della Repubblica di Weimar (1919-1933), e continuò a chiamarsi Reichstag.

[modifica] Il nazismo e la seconda guerra mondiale

Dopo la nomina di Adolf Hitler a Cancelliere del Reich, il 30 gennaio 1933, il palazzo venne incendiato (il 27 febbraio 1933), in circostanze ancora poco chiare (si veda Incendio del Reichstag). Questo fatto fornì una preziosa occasione ai nazisti per sospendere gran parte dei diritti civili garantiti dalla costituzione del 1919 tramite il Decreto dell'incendio del Reichstag.

Contrariamente al credo popolare, durante i 12 anni del Terzo Reich, il Palazzo del Reichstag non venne usato affatto per le sessioni parlamentari. Invece, le poche volte che il Reichstag si riunì, lo fece nel Kroll Oper, un ex palazzo dell'opera posto di fronte al Palazzo del Reichstag.

Questo vale anche per la sessione del 23 marzo 1933, nel quale il Reichstag cedette i suoi poteri in favore del governo nazista tramite il Decreto dei pieni poteri una delle fasi della cosiddetta Gleichschaltung, i passi legali attraverso i quali i nazisti presero il potere. L'edificio (che dopo l'incendio era comunque inutilizzabile) venne invece usato per presentazioni propagandistiche e, durante la seconda guerra mondiale, per scopi militari.

Il Palazzo venne ulteriormente danneggiato dalle incursioni aeree. Durante l'assedio di Berlino del 1945, divenne l'obiettivo principale dell'Armata Rossa, per ragioni non del tutto chiare, in quanto non aveva nessuna funzione politica, militare o strategica. Infatti, i nazisti avevano essenzialmente ignorato l'edificio.

La famosa foto scattata dal fotografo di guerra ucraino Evgenij Chaldej, che fissa l'istante in cui i soldati dell'Armata Rossa issarono la Bandiera Rossa dell'Unione Sovietica su una delle torri del palazzo, non fu scattata effettivamente il 2 maggio 1945 ma pochi giorni dopo l'effettiva entrata dei soldati nell'edificio.

Con la divisione della città nei due settori occidentale ed orientale, il palazzo rimase all'interno di Berlino Ovest, ma a soli pochi metri dal confine con il settore sovietico, dove nel 1961 venne eretto il famoso muro.

Durante il blocco di Berlino, un enorme numero di berlinesi si riunirono davanti all'edificio, il 9 settembre 1948, e il sindaco, Ernst Reuter, tenne un famoso discorso che si concluse con l'appello, Ihr Völker der Welt, schaut auf diese Stadt! (Genti del mondo, vegliate su questa città!)

[modifica] Il dopoguerra

Dopo la seconda guerra mondiale, il palazzo era sostanzialmente in rovine. Inoltre, non aveva una reale utilità, perché la capitale della Germania Ovest era stata situata a Bonn nel 1949. Nonostante ciò, nel 1956, dopo alcuni dibattiti, si decise che il Reichstag non sarebbe stato abbattuto, ma restaurato. Sfortunatamente, la cupola dell'edificio originale era saltata in aria. Un altro concorso venne indetto, e il vincitore, Paul Baumgarten, ricostruì l'edificio dal 1961 al 1964. Il valore artistico e pratico del suo lavoro fu oggetto di molto dibattito dopo la riunificazione tedesca. A causa delle disposizioni previste per Berlino dagli Alleati nel 1971 Vier-Mächte-Abkommen, al Bundestag, il parlamento della Germania Ovest, non era permesso di riunirsi formalmente a Berlino (anche se la Germania Est violava la disposizione poiché aveva comunque dichiarato Berlino Est la sua capitale). Fino al 1990, il palazzo venne usato solo per occasionali incontri di rappresentanza e per una mostra ampiamente lodata sulla storia della Germania, chiamata Fragen an die deutsche Geschichte (Domande alla storia tedesca).

[modifica] Dopo la riunificazione della Germania

La cerimonia ufficiale della Riunificazione tedesca, del 3 ottobre 1990, si tenne nel Palazzo del Reichstag, alla presenza del Cancelliere Helmut Kohl, del Presidente Richard von Weizsäcker, dell' ex-Cancelliere Willy Brandt e di molti altri. Fu un evento toccante, con grandi fuochi d'artificio, ricordato con tenerezza da molti. Il giorno dopo, il parlamento della Germania unita si riunì con un atto simbolico nel Palazzo del Reichstag.

Comunque, a quel tempo, il ruolo di Berlino non era ancora stato deciso. Solo dopo un feroce dibattito, considerato da molti una delle sessioni più memorabili del parlamento, il Bundestag concluse, il 20 giugno 1991, con una maggioranza esigua, che sia il governo che il parlamento venissero spostati a Berlino.

[modifica] L'ultimo restauro

Cupola del Reichstag
Cupola del Reichstag

Nel 1992, sir Norman Foster vinse un altro concorso architettonico per la ricostruzione dell'edificio. Il suo progetto vincente appariva molto diverso da quello che venne poi eseguito.

Prima dell'inizio della ricostruzione, il Reichstag venne "imballato" dall'artista bulgaro naturalizzato americano Christo, nel 1995, attraendo milioni di visitatori.

Durante la ricostruzione, il palazzo venne completamente svuotato, togliendo tutto ad eccezione dei muri esterni, compresi tutti i cambiamenti fatti dal lavoro di Baumgarten degli anni '60. I seggi del parlamento vennero trasferiti al Reichstag nell'aprile 1999. La ricostruzione viene ampiamente considerata un successo ed è diventata un'attrazione turistica anche perché il Reichstag, e soprattutto la grande cupola di vetro che è stata eretta sul tetto in memoria dell'originale del 1894, forniscono una delle panoramiche più attraenti per i visitatori di Berlino, dando una vista notevole della città, specialmente di notte. La cupola è aperta al pubblico, senza necessità di registrarsi, anche se le code per l'attesa possono essere molto lunghe, specialmente d'estate.

[modifica] Curiosità

Il fotografo Henning von Berg creò scandalo nel luglio 1999 quando fotografò sei uomini nudi sotto la cupola di vetro.

[modifica] Bibliografia

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni


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