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Nevicata del 1985 - Wikipedia

Nevicata del 1985

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Milano, largo La Foppa (oggi piazzetta Vergani) sotto la neve
Milano, largo La Foppa (oggi piazzetta Vergani) sotto la neve

Con il nome di nevicata del secolo viene solitamente indicata una precipitazione nevosa che si abbatté principalmente sull'Italia settentrionale fra il 14 e il 17 gennaio 1985, provocando grandi disagi.

Indice

[modifica] Inverno 1984/85

[modifica] Condizioni climatiche generali

Per approfondire, vedi la voce Ondata di freddo del gennaio 1985.

L'inverno tra il dicembre 1984 ed il gennaio 1985 fu particolarmente rigido, caratterizzato da temperature sempre più basse, a causa di un'anomalia termica della stratosfera che provocò il congiungimento dell'anticiclone delle Azzorre con quello polare, permettendo la discesa di aria artica marittima sull'Europa .

[modifica] Il gennaio 1985

A partire dal 5 gennaio, una massiccia ondata di gelo proveniente dall'artico russo (più precisamente dal mare di Kara) raggiunse il mar Mediterraneo, avanzando con estrema velocità. Non si trattò quindi di aria polare continentale di origine siberiana, come ancora pensano molti.[citazione necessaria]

Nevicata nella notte del 15 gennaio a Milano
Nevicata nella notte del 15 gennaio a Milano

L'ondata di gelo in un primo momento provocò estese nevicate su Toscana, Umbria, Marche, Lazio (Roma compresa), Campania e anche, in misura minore, in Pianura Padana (sebbene non si trattasse di fenomeni eccezionali per il clima dell'Italia Settentrionale). A causa dell'inversione termica e dell'effetto albedo, le temperature minime in Toscana ed Emilia-Romagna raggiunsero e superarono i -20 °C.

Successivamente, tra il 14 ed il 17 gennaio 1985, una depressione centrata sul mar della Corsica[1] provocò quella che (assieme alle altre che seguirono nei giorni immediatamente successivi) è ancor oggi ricordata a Milano come la nevicata del secolo [2] o la nevicata dell'85, costituendo la nevicata più forte registrata a Milano nel XX secolo [3].

In una sola nevicata, che durò oltre 72 ore, caddero tra i 70 ed i 90 cm di neve. Il totale dei centimetri di neve caduti raggiunse livelli record: 20 centimetri a Genova, 50 a Udine e Vicenza, 60 a Biella, 80 a Bologna, 110 a Como, da 130 a 150 cm a Trento. A Milano, dopo 4 giorni e 3 notti di nevicata, il manto nevoso variava fra 70 e 100 cm di altezza.

[modifica] Conseguenze e curiosità

L'eccezionalità del fenomeno provocò caos e problemi in tutto il Nord Italia, impreparato ad una simile situazione (si pensi che la media delle precipitazioni nevose per l'intero inverno in Lombardia si assestava sui 15 cm di neve). Inoltre parte delle attrezzature antineve della metropoli lombarda erano state precedentemente inviate a Roma, ove la capitale era stata a sua volta bloccata, il 6 gennaio 1985, da una nevicata di dimensioni anomale per il luogo.

Milano restò bloccata per tre giorni, con le strade invase da bambini in slittino e buontemponi con gli sci. Alcune strade furono nuovamente rese agibili al traffico dopo l'intervento dei carri armati della caserma Perucchetti, ubicata entro la città, per cercare di liberare le strade principali urbane schiacciando e spostando la neve, coadiuvati da 650 militari di leva del terzo battaglione trasmissioni Spluga, del reggimento artiglieria a cavallo la Voloire, terzo battaglione logistico di manovra bersaglieri della brigata Goito,[4] tutti acquartierati in caserme entro la città o nei dintorni. Solamente le automobili con le catene montate sulle ruote erano in grado di circolare per le strade cittadine, la rampa di salita sul ponte della Ghisolfa venne bloccata per ore causa la sbandata di un autoarticolato scivolato sulla neve depositata sul manto stradale.

Per il carico eccessivo della neve crollò il tetto del velodromo Vigorelli e il nuovo palazzo dello sport, costruito nella zona di San Siro, venne completamente distrutto e mai più ricostruito. I tetti di molti altri edifici pubblici e privati crollarono a causa del peso della neve accumulata, mentre lungo le strade abbondavano i rami degli alberi che avevano ceduto per l'accumulo nevoso.

Le università restarono chiuse per una settimana.

L'amministrazione comunale milanese venne accusata di non aver provveduto a compilare in autunno la lista degli spalatori di neve occasionali da mobilitare per le emergenze neve, a questa accusa venne risposto che al solito appello annuale non vi era stata adeguata risposta di potenziali spalatori.

Gli accumuli della neve, raccolta entro il centro urbano da degli autocarri, vennero scaricati in campi periferici alla città, dove resistettero allo scioglimento fino a marzo, annerendosi sempre più col passare del tempo a causa dell'inquinamento cittadino.

L'evento è tutt'ora impresso nei ricordi di coloro che lo vissero anche perché, curiosamente, l'inverno successivo fu caratterizzato da scarsissime precipitazioni nevose, mentre addirittura negli anni successivi non se ne ebbero per lungo tempo.

[modifica] Ricordi dell'evento nella musica, letteratura e teatro

Il gruppo rock Bluvertigo intitolò il suo terzo album Zero - ovvero la famosa nevicata dell'85, in ricordo dell'ultimo momento in cui, a detta del complesso, la moderna ed attrezzata Lombardia andò in crisi.

All'interno dell'album Dopoguerra del gruppo metal italiano Klimt 1918 è presente la canzone Snow of '85, ambientata appunto durante questa famosa nevicata.

Piero Colaprico e Pietro Valpreda ispirati dalla nevicata hanno scritto un romanzo giallo La nevicata dell'85 [5] ambientato nella Milano bloccata dalla nevicata dell'85.

La vicenda di un altro romanzo giallo Asso di picche, scritto da Luciano Secchi, con protagonista il detective Riccardo Finzi si svolge anch'essa durante la nevicata.

Emilio Russo ha scritto Diario Anni Ottanta, un dramma teatrale ove sette personaggi sono bloccati causa la nevicata entro un bar a Milano [6]. L'opera è stata rappresentata al teatro Filodrammatrici di Milano durante la stagione 2006/2007.

[modifica] Le interpellanze parlamentari

Il blocco quasi generale della circolazione e degli aeroporti, causato dalla nevicata, fu oggetto di numerose interpellanze da parte di parlamentari, alla Camera dei deputati [7] durante la seduta del 16 gennaio 1985.

La risposta del Governo venne data sia dal Ministro dei trasporti Claudio Signorile che dal Ministro per il coordinamento della protezione civile Giuseppe Zamberletti.

Signorile osservò ...il carattere eccezionale, realmente eccezionale, delle precipitazioni e delle condizioni meteorologiche.... aggiungendo, a discolpa dei disservizi lamentati nelle interpellanze, che ... il riferimento al 1956 è solo parzialmente esatto, dal momento che, se genericamente la tendenza meteorologica è stata sul tipo di quella del 1956, l'intensità delle precipitazioni, la situazione delle temperature e la gravità delle conseguenze sono state nettamente superiori... fornendo inoltre paragoni con disservizi avvenuti in altri paesi europei in simili condizioni.

Zamberletti riferì che aveva ...disposto il trasferimento di unità del genio del IV corpo d'armata, della regione nord-est, in supporto alla realtà metropolitana lombarda e soprattutto della città di Milano... . Questi reparti erano posti a disposizione della Prefettura di Milano in coordinamento con i Sindaci locali.

[modifica] Altre nevicate importanti in Italia settentrionale

  • L'inverno tra il 1946 e il 1947 passerà alla storia come uno dei più freddi e nevosi di sempre per il nord Italia. Il mese di gennaio trascorse all'insegna del gelo causato da frequenti incursioni dell'anticiclone termico russo-siberiano in sede Europea. Molte importanti città del nord (Torino-Milano-Venezia) toccarono temperature minime inferiori ai -10°c nel corso della prima decade.L'osservatorio di Milano Brera registrò nel primo mese dell'anno temperature negative per tutti i 31 giorni,19 dei quali con temperatura massima sotto lo zero. La media mensile fù di -2,59°c inferiore alla norma. Ad inizio febbraio si verificò quella che fino al 1985 rimase catalogata come "La nevicata del XX secolo".Il continuo afflusso da est di aria fredda dei giorni precedenti aveva posto le basi per l'insataurarsi di un solido "cuscinetto di aria fredda" in pianura padana ideale per abbondanti nevicate. Il giorno 2 febbraio giunse da ovest un intensa perturbazione atlantica con minimo posizionato tra Inghilterra e Francia profondo 975Hpa.Il giorno 3 Milano fù interessata da una modesta nevicata di 10cm che si dovettero però sommare a quelli della notte successiva. Infatti tra le 19:00 di lunedi 3 e le 14:00 di martedi 4 nel capoluogo lombardo caddero 50 cm di neve che paralizzarono la vita cittadina. Gran parte del NW italiano rimase bloccato da una nevicata che lasciò al suolo a seconda delle zone 20cm - 80cm di neve.Si citano sempre gli inverni del '29,'56 e '85 ma uno dei più nevosi fù proprio quello del 1947 con accumulo finale di 116cm per la città di Milano.Il record spetta all'inverno del 1933 con 124,2cm.
  • Nel febbraio 1956 si registrò un'ondata di freddo eccezionale, accompagnata da intense nevicate: il 2 febbraio la Pianura padana scese sotto l'isoterma -15 °C a 850 hPa, mentre la -20 °C abbracciò interamente le Alpi e bufere di neve interessano tutto il nord e già il 4 febbraio tutte le precipitazioni, in atto su buona parte dell'Italia, erano oramai nevose; il 13 febbraio giunsero nuove correnti gelide dalla valle del Rodano determinando temperature rigidissime in quota che avvolsero tutto il nord e determinarono intense nevicate, ma gelo e precipitazioni insistettero ancora nei giorni successivi e nuove nevicate si ripeterono in particolare il 18 febbraio su tutto il centronord, e la neve continuò fino al 20 febbraio.
  • L'inverno tra il 1977 e il 1978 va ricordato per l'alto numero (almeno una decina) di eventi nevosi che furono registrati nell'Italia settentrionale [citazione necessaria]. Disagi si ebbero nelle località in quota per il pericoloso accumulo di neve sui tetti delle case.
  • Tra il 26, 27 e il 28 gennaio 2006, sempre nell'Italia settentrionale, si verificò un'altra nevicata eccezionale. La sua particolarità fu che, pur essendo meno abbondante e più breve di quella del 1985 - durò metà del tempo (36-40 ore) - fece registrare un'intensità e una velocità d'innalzamento del manto nevoso da primato. La regione più colpita fu la Lombardia, con accumuli di 40-45 cm a Milano e 60 cm a Como e Varese [citazione necessaria]; oltre al capoluogo regionale, vennero maggiormente colpite le zone della Brianza monzese e lecchese con 65/70 cm di neve. Anche il Trentino venne colpito dall'intensa nevicata: a Trento si superarono i 70-80 cm di accumulo, nella zona di Rovereto circa 50-60 cm e nella conca dell'alto Garda trentino oltre 40-45 cm.A detta di qualcuno [citazione necessaria] quest'ultimo evento può essere considerato come la nuova nevicata del secolo (il XXI secolo) e, al momento, la nuova nevicata del millennio (il 3° millennio).

[modifica] Note

  1. ^ Dinamica della nevicata sull'Italia settentrionale
  2. ^ Roberto Meda, Filippo Ricciardi, Gabriele Asnaghi, "1985-2005: vent’anni dalla nevicata del secolo a Milano", Nimbus n. 35-36, Società Meteorologica Italiana (SMI), 2005
  3. ^ Luigi Mariani, "Tutti i disastri minuto per minuto", in Lombardia Verde, anno 19 - n. 5 - luglio 2003 Regione Lombardia
  4. ^ Leonardo Coen, la Repubblica, pagina 9 - Mercoledì, 16 gennaio 1985
  5. ^ La nevicata dell'85 di Piero Colaprico e Pietro Valpreda Pag. 187, Edizioni Marco Tropea ISBN = 88-438-0308-3
  6. ^ I segreti di Milano Diario anni80
  7. ^ IX Legislatura - Discussioni - Seduta del 16 Gennaio 1985 Resoconto stenografico - Camera dei Deputati

[modifica] Bibliografia

  • Ogliari,Ricciardi,Meda,Asnaghi "Milano sotto la neve" Ed. Selecta, 2006

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni


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