Milovan Gilas
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Milovan Gilas (in serbo e in croato, Milovan Ðilas; grafia cirillica: Милован Ђилас) (Podbišće, 4 giugno 1911 – Belgrado, 20 aprile 1995) è stato un politico, scrittore e militante comunista jugoslavo.
La sua vicenda politica è strettamente legata alla storia dell’Europa nel dopoguerra e del comunismo europeo.
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[modifica] La vita
Di origini montenegrine, ancora giovane cooperò con il Partito Comunista Jugoslavo. Fu il braccio destro di Tito e uno degli attori principali della Resistenza jugoslava, nonché una delle personalità politiche più influenti della nuova Jugoslavia socialista. Al termine della Seconda guerra mondiale, venne nominato vice Primo Ministro della FNRJ, presidente del Parlamento e inviato dell’ONU.
A metà degli anni ’50 cadde in disgrazia: venne progressivamente allontanato dalla Lega dei Comunisti Jugoslavi (SKJ) e da tutte le cariche pubbliche. Subì alcuni processi e fu condannato più volte a pene detentive. Con l’estromissione dalla vita politica, ripiegò sull’attività di saggista e narratore, cooperando con giornali e riviste straniere. Seppure marginalizzato, Gilas rimase un soggetto politico attivo e perciò perseguitato. Divenne uno dei più noti critici del sistema sovietico, tanto sul piano nazionale che su quello internazionale. Dalla morte di Tito (1980) tali misure vennero allentate. All’inizio degli anni ’90 le opere di Gilas vennero tolte dall’indice dei libri proibiti. Morì a Belgrado nel 1995.
[modifica] Gli anni giovanili
Milovan "Ðido" Ðilas nacque il 4 giugno 1911 nel villaggio di Podbišce, presso Kolašin, in Montenegro. Il padre era un commerciante in vista, mentre la madre insegnante. Rimasto orfano del padre, andò a Berane, dove finì le scuole elementari e il liceo. Ai tempi del ginnasio iniziò a scrivere poesie e canzoni, che lo resero popolare presso gli studenti e i docenti. In contemporanea iniziò il suo attivismo per il movimento operaio locale. Dopo il diploma di ginnasio andò a Belgrado dove nel 1932 si iscrisse alla Facoltà di filosofia e diritto. Contemporaneamente si iscrisse allo SKOJ e allo KPJ, ossia l’allora illegale movimento comunista jugoslavo. Si occupò soprattutto della stesura e della diffusione di materiale propagandistico all’Università. Proprio per questo motivo venne più volte espulso dalla facoltà. Nel 1933 la polizia lo arrestò al mercato di Belgrado durante una manifestazione. Interrogato, torturato e seviziato, rimase alcuni giorni in carcere in attesa di processo. Il processo finì con la condanna a cinque anni di carcere.
Detenuto a Sremska Mitrovica [1], tradusse tre romanzi e dieci racconti di Maksim Gorkij su due sacchi pieni di carta igienica, poiché gli era stato vietato l’uso della carta. Tradusse anche il “Paradiso perduto” di John Milton. Qui rimase rinchiuso a lungo in un regime di rigida detenzione. Dopo un’attenuazione delle misure di trattamento venne rilasciato anzitempo nel 1936. Di ritorno dal carcere, convisse con un ex-compagno di studi nella periferia di Belgrado continuando a occuparsi di propaganda comunista.
Tra il 1936 e il 1938 nasce il sodalizio tra Gilas e Tito, che allora era il segretario generale del KPJ. Nel congresso di Zagabria del 1938, Tito affidò a Gilas il compito di organizzare le unità di volontari serbi per la guerra di Spagna. Nello stesso anno Gilas venne eletto membro del Comitato Centrale del KPJ (CK KPJ). Fu tra il ’38 e il ’40 che Gilas entrò a pieno regime nel KPJ, come dirigente, gestendo la filiale jugoslava del Partito Comunista Internazionale. Scrisse l’articolo Za cistocu i boljševizaciju Partije (ossia, “Per la pulizia e la bolscevizzazione del Partito”) di cui il completamento fu scritto da Tito. Collaborò con le riviste Naša Stvarnost, Sodobnost, Književni Savremenik, Mlada Kultura e altri. Nell’aprile 1941 il Terzo Reich, il Regno d’Italia e i loro alleati sconfissero l’Esercito Reale Jugoslavo e smembrarono il Regno di Jugoslavia. Tito mandò Gilas a Belgrado, per avvisare il KPJ dei sollevamenti popolari in atto. A Belgrado, assieme alla moglie Mitra Mitrović (con la quale combatté nella Seconda guerra mondiale) conobbe Rade Koncar e organizzò un sodalizio tra il KPJ e il movimento dei contadini di Dragoljub Jovanović.
[modifica] La Resistenza jugoslava
L’attacco tedesco del 6 aprile 1941 diede inizio alla resistenza. Nel congresso del 4 luglio Gilas venne eletto delegato del Partito comunista jugoslavo in Montenegro, dove fu mandato per debellare le forze di occupazione italiane. Queste il 12 luglio 1941 avevano proclamato un’entità fantoccio fascista, ossia lo Stato Indipendente di Montenegro, con a capo Sekule Drljević, ma guidata strettamente dall’autorità italiana con a capo un fidato di Mussolini, Alessandro Birolli. Il 13 luglio la controffensiva partigiana, guidata da Gilas, si scontrò con le forze italiane, liberando in poco tempo ampi settori del Montenegro. Nel ottobre ‘41 ritornò a Užice, che nel frattempo era stata liberata, dove gestì le edizioni del giornale Borba.
Con la caduta della Repubblica di Užice (novembre ’41) e la fuga dalla Serbia, il movimento partigiano attraversò un periodo di crisi. Tito (Comandante Capo) era in Bosnia, mentre Gilas si ritirò a Nova Varoš nella regione del Sangiaccato. Qui trascorse alcuni mesi in condizioni precarie, prima di raggiungere lo Stato Maggiore del Partito in Bosnia, nel mezzo dell’inverno 1942. Nel frattempo era divampata una guerra civile tra Partigiani comunisti e Četnici monarchici serbi. Nel marzo del ’42 partì alla volta del Montenegro, con il compito di sostituire i quadri dirigenti interni al Partito e riconquistare il Montenegro.
Ritornato in Bosnia, riprese a lavorare per Borba che veniva stampata nella Bosanska Krajina, nel villaggio di Drinići. Durante l’operazione Schwarz si ritirò assieme allo Stato Maggiore. Durante gli Accordi di marzo, era presente sotto il falso nome di Miloš Marković. A metà del 1944 venne mandato assieme al generale V. Terzić a Mosca, a capo di un’ambasceria dello Stato Maggiore. Dopo aver ricevuto alcune direttive di carattere politico tornò a Belgrado, nel novembre 1944.
A cavallo tra 1943 e 1944 i gruppi partigiani capeggiati da Hebrang avevano liberato e occupavano una parte cospicua della Croazia. Scoppiò una polemica interna al partito che accusava il movimento partigiano croato di essere troppo filo-croato. Gilas fu il principale detrattore di Hebrang e lo accusò di essere troppo indulgente con paveliciani e anticomunisti. Tra settembre e ottobre ’44 Hebrang venne destituito e sostituito da Vladimir Bakarić [2] . La liberazione di Belgrado (ottobre ’44), alla quale Gilas partecipò, sancì l’espulsione delle forze dell’Asse dalla Serbia. All’indomani della caduta di Hitler, Gilas e Tito si recarono a Mosca per sottoscrivere un accordo di mutua cooperazione tra Jugoslavia e URSS.
Nel governo provvisorio (Governo di coalizione Tito-Šubašić) dell’8 marzo 1945 Gilas divenne ministro del Montenegro. Dal febbraio 1946 fu Ministro senza Portafolio di diversi governi; rivestì durante tutto il dopoguerra cariche ai vertici dello Stato jugoslavo:
- Vice-Primo Ministro iugoslavo (1945-1954)
- Membro dello Stato Maggiore (Vrhovni štab)
- Luogotenente generale dell’Armata di Liberazione Nazionale (AVNOJ)
- Membro del Consiglio Esecutivo Federale (SIV, Savezno Izvršno Veće)
[modifica] A margine/Seconda guerra mondiale
- Guerra resistenza-1941: Oltre che membro dello Stato Maggiore, da allora in poi ricoprì tra le più alte cariche del Partito: gestì gran parte della propaganda, le linee di condotta del Partito e dell’Esercito, il ricambio dei quadri dirigenti nelle varie repubbliche, le questioni giuridiche intorno alla giustizia esecutiva.
- Guerra di resistenza/Montenegro: Sulla presenza di Gilas in Montenegro ci sono tesi discordi, che fanno soprattutto perno sui massacri comunisti verificatisi in Montenegro tra il 1941 e il 1942: alcune fonti sottolineano come sia stato Gilas il principale responsabile di questi massacri; altri sostengono che in questo periodo Gilas fosse altrove (Bosnia). Altri ancora tendono a sottolineare come nove giorni prima dell’esplosione dei combattimenti in Montenegro (13 luglio 1941), Gilas avesse pronunciato una serie di direttive in cui sottolineava la necessità di preservare: la libertà personale, la libertà di fede religiosa, la libertà di pensiero e parola, l’immunità della proprietà, la libertà di organizzazione, riunione e scambio di idee, la legalizzazione di tutti i partiti democratici, la libertà di voto (per la prima volta nella storia della Jugoslavia, anche le donne possono eleggere ed essere elette), l’obbligo di presentare gli indiziati davanti al tribunale dopo 48 ore dopo la cattura, e la presenza obbligatoria della avvocato.
- Bleiburg: Le fonti sono tendenzialmente concordi nell'escludere la partecipazione di Gilas ai massacri di Bleiburg.
- SKJ-1942: Gilas lavorò anche ai documenti dello Stato Maggiore e all’emittente radio “Slobodna Jugoslavija”. Suo fu l’articolo “La questione nazionale in Jugoslavia alla luce della guerra di liberazione popolare” che venne diffuso in Montenegro, Erzegovina e Slovenia.
[modifica] Conflitto Stalin-Tito
All’apertura del Cominform nella Polonia occidentale, rappresentò il KPJ assieme a Edvard Kardelj.
All’inizio del 1948 ricevette una chiamata da Mosca, per partecipare ad alcune discussioni sull’Albania. Al colloquio erano presenti Stalin, Bulganin, Vasilevski e Antonov. Gilas vi si recò assieme a Svetozar Vukmanović-Tempo e Konstantin Koča Popović, alti funzionari dello KPJ. La sua missione a Mosca durò fino al marzo 1948.
Ma quando Mosca pubblicò alcune lettere compromettenti, Gilas lavorò alla risposta da parte del CK KPJ. Erano così scoppiate le tensioni tra Stalin e Tito che avrebbero portato la Jugoslavia a staccarsi dal blocco sovietico. Gilas cooperò in questo periodo con il Partito comunista jugoslavo, oltre che come editorialista di Politika e Borba. Gilas divenne uno critici principali dei tentativi di Stalin di portare la Jugoslavia sotto un controllo più diretto di Mosca. Inizialmente i comunisti jugoslavi, nonostante la rottura con Stalin, mantennero una linea intransigente. Ma presto (anche a seguito di una campagna di epurazione antistalinista) iniziarono a perseguire una politica di socialismo indipendente che sperimentarono con l’autogestione dei lavoratori in imprese statali. Gilas fu uno dei promotori di questa politica, ma presto iniziò un processo di evoluzione e deviazione da questa linea. Data la sua posizione di spicco nell’apparato di propaganda jugoslavo, avviò una piattaforma per nuove idee. Lanciò così un giornale, Nova Misao (“Il Nuovo Pensiero”), nel quale pubblicò una serie di articoli dal sapore progressivamente sempre più liberalista. Venne visto per un certo periodo come il più probabile successore di Tito. Nel 1954 fu vicino a divenire il Presidente della Jugoslavia.
[modifica] Conflitto Tito-Gilas
Gilas cominciò a lavorare a pieno regime con Borba l’11 ottobre 1953, pubblicando degli articoli nei quali trattava alcuni dei problemi cruciali del Partito, delle sue riforme e dello sviluppo futuro della Jugoslavia. Ci furono in tutto 17 articoli di questo tipo che vennero pubblicati oltre che per Borba anche per “Nova misao”.
Questi articoli suscitarono accese discussioni e dibattiti sia nello SKJ sia a livello di masse popolari. Uno degli articoli più discussi portava il titolo Anatomija jednog morala, ossia “Anatomia di una morale”.
In questo articolo Gilas attaccava apertamente il comunismo in quanto sistema. Tre giorni prima del penultimo articolo di Gilas (7 gennaio 1954) Borba pubblicò una sorta di limite agli articoli di Gilas, voluto dal Comitato esecutivo del CK SKJ. Venne sottolineato come gli articoli di Gilas abbiano creato disordine all’interno del SKJ, di come questi articoli siano direttamente contrari alle direttive del VI Congresso del SKJ e che sono distruttivi per tutto il sistema politico jugoslavo.
Milovan Gilas dichiarò al Comitato esecutivo che avrebbe interrotto la pubblicazione dei suoi articoli. Tuttavia era già tardi, poiché il Comitato esecutivo aveva già indetto un vertice straordinario dove si sarebbe giudicato il caso eccezionale di Milovan Gilas. Gilas venne a conoscenza di questa convocazione il giorno stesso della seduta.
A Belgrado si tenne il 16 e 17 gennaio 1954 il Terzo vertice straordinario CK SKJ dedicato al caso di Milovan Gilas. Uno dei punti del vertice titolava così: “Il caso Milovan Gilas e l’attuazione delle decisioni del VI congresso SKJ”. Il vertice fu aperto da Tito che criticò pubblicamente gli scritti di Gilas. Sottolineò come Gilas avesse attaccato la Lega dei Comunisti Jugoslavi (SKJ), come avesse tentato di istigare all’anarchia, e come avesse predicato la democrazia pura e facendo ciò come avesse denigrato lo SKJ. Durante la seduta fu criticato Vladimir Dedijer in quanto direttore del giornale Borba e quindi complice di Gilas. Alla fine della seduta Gilas non reagì, giacché sapeva che la sua sorte era già segnata.
Il vertice stabilì che le interpretazioni di Milovan Gilas erano in nuce contrarie alla linea politica stabilita dal VI Congresso SKJ; che queste interpretazioni avevano indotto l’agitazione e la confusione in tutto il Partito; che le interpretazioni avevano colpito esclusivamente il Partito; e facendo ciò aveva cercato di infrangere l’ideale unità dell’intero SKJ.
Il vertice escluse Milovan Gilas dalla SKJ, lo allontanò da qualsivoglia funzione pubblica interna al Partito e lo punì con un ultimo ammonimento. Nel dicembre 1954 Gilas diede un intervista al New York Times nel quale sosteneva che il Paese era governato dai più grandi reazionari. In seguito a ciò, prese il via una processo giudiziario segreto a Belgrado, nel quale venne preso in causa anche Dedijer, in quanto simpatizzante di Gilas. Gilas venne condannato a un anno e mezzo di prigione con la condizionale; lo stesso per Dedijer. Il 13 gennaio 1955 Gilas rassegnò le proprie dimissioni scritte da presidente del Camera dei Deputati; qui argomentò che da allora non si sarebbe più considerato membro del SKJ e che di sua spontanea volontà rinunciava a esserne socio. Nonostante il precedente ammonimento, Gilas pubblicò "Nova klasa i analiza komunistickog sistema".
Ai tempi del carcere (Sremska Mitrovica 2) venne privato della medaglia di eroe nazionale, che aveva ricevuto verso la fine del 1945; il tribunale militare gli tolse il grado di generale-colonnello della JNA in riserva; oltre tutti i riconoscimenti che aveva guadagnato ai tempi della guerra.
[modifica] La carcerazione (1956-1966)
Escluso da qualsiasi incarico pubblico, Gilas guadagnò una fama internazionale grazie ai suoi scritti. All’epoca della rivoluzione di Budapest sostenne apertamente la rivolta dei magiari, in un intervista del 24 ottobre 1956. Venne subito messo sotto sorveglianza e il 27 novembre ’56 il tribunale lo condannò a tre anni di reclusione per “presa di posizione contro gli interessi jugoslavi”. Venne recluso a Sremska Mitrovica, da cui uscì nel 1958. Ma nello stesso 1957 diede alle stampe Nova Klasa (La nuova classe), che gli costò altri due anni di reclusione (1957-1961). Anche dopo l’uscita dal carcere, mantenne ferme le sue posizioni critiche verso il Partito. In carcere finì di scrivere Istorija Crne Gore e Razgovori sa Staljinom (“Dialoghi con Stalin”). Quest’ultimo testo assieme ad altri scritti per i media stranieri, gli valse un secondo processo. Venne condannato a tredici anni di carcere, di cui poi ne scontò quattro (1962-1966). Uscì dal carcere il 31 dicembre 1966, sposando subito dopo Štefica Gilas [3], che gli sarebbe rimasta vicina fino alla morte. Nel 1967 partì per gli Stati Uniti (dove rimase per un certo periodo) e scrisse a Tito, annunciando i pericoli della divisione della Jugoslavia, dati dalla tendenza delle repubbliche all’autonomia.
[modifica] Gli ultimi anni
Alla fine del 1967 Gilas viaggiò negli Stati Uniti, dove trascorse la maggior parte del tempo come docente ospite all’Università di Princenton. Di ritorno in Jugoslavia, si stabilì a Belgrado in via Palmotic 8. Continuò a criticare il Partito e sostenne le agitazioni studentesche del 1968 in Jugoslavia.
Durante il disfacimento della Jugoslavia negli anni ’90, Gilas si oppose alla svolta nazionalista del paese e alle sue spinte centrifughe. Nonostante i decenni di attività dissidente, continuò a vedersi come un comunista e continuò a credere nel comunismo. Prima della morte perse la vista da un occhio. Lasciò disposizioni affinché venisse sepolto secondo il rito serbo-ortodosso, con il sostegno dei sacerdoti e fu uno dei rari casi di ex-comunista sepolto secondo i riti religiosi. Morì il 20 aprile 1995, nel suo appartamento a Belgrado. È sepolto nella tomba di famiglia nel villaggio natale di Podbišce.
[modifica] L’opera
L’opus letterario di Gilas contiene una considerevole parte di testi dall’impronta politica che sono passati alla storia. Alcuni studiosi (per es. Beckovic) hanno però tenuto a mettere in rilievo come Gilas non fosse stato uno scrittore ideologico. Dopo le prime esperienze letterarie giovanili (traduzioni, saggi, composizioni poetiche), si dedicò soprattutto all’attività di propaganda. Dal ’36 al ’56 Gilas fu soprattutto giornalista, saggista e uomo politico. Dopo il processo del ’56 si dedicò quasi esclusivamente all’attività di saggista politico. Dal ’56 fino al ’95 la sua produzione di scritti aumentò notevolmente, sia sul versante saggistico-giornalistico, sia su quello narrativo, dove produsse alcuni romanzi di matrice real-socialista. I libri di Gilas furono a lungo vietati in Jugoslavia. L’interdizione venne tolta all’inizio degli anni ’90. Uno dei più fermi sostenitori di questo processo di riabilitazione di Gilas fu l’accademico Matija Beckovic. Nel blocco occidentale invece la figura di Gilas riscosse un largo consenso che durò fino alle soglie della guerra negli anni ’90.
L'opera narrativa è da ascriversi alla stagione del realismo socialista europeo: le vicende della Resistenza vengono collocate entro il più vasto panorama storico della Jugoslavia e dei Balcani.
Tra i celebri saggi di Gilas è da ricordare Nova klasa (“La nuova classe”). Pubblicato nel 1957 negli Stati Uniti, il saggio denunciò la degenerazione burocratica della società comunista. Il libro venne indicato dal New York Times tra i 100 libri più significativi del XX secolo. Il tiraggio arrivò a 3.000.000 di copie. Dieci anni dopo ne pubblicò la continuazione, Nesavršeno društvo. In Nova klasa si contestava il fatto che il comunismo in Europa Orientale non fosse affatto egualitario e stesse portando alla creazione di una nuova classe di privilegiati, un’oligarchia di burocrati di partito, che godevano di vantaggi materiali dalla loro posizione. Gilas quindi non credeva più nella necessità del partito unico, fondamentale durante la guerra, ma superfluo in tempo di pace. Gilas spiegava il ruolo del terrore nel sistema sovietico con la polizia segreta. Dopo Zemlja bez pravde (1958), nel 1961 venne incarcerato per aver pubblicato Razgovori s Staljinom.
La radice dello scontro tra Gilas e Tito sta proprio nelle idee di Gilas su come dovesse essere organizzata la Jugoslavia Socialista. Nei suoi saggi Gilas esplorò il rapporto che intercorse tra Comunismo e Stalinismo, e quello tra Comunismo e Partito. La sua ricerca ideologica proseguì nell’impostazione di un nuovo modello di socialismo, che sfociò nel principio dell’autogestione jugoslava.
[modifica] Cronologia delle opere
- Nova Klasa. Kritika savremenog komunizma (“La nuova classe”; Londra, 1957)
- Zemlja bez pravde (“Terra senza giustizia”; 1958)
- Razgovori s Staljinom (“Dialoghi con Stalin”; Belgrado, 1962)
- Crna Gora(“Montenegro”; 1963)
- (“Il lebbroso e altre storie”; 1964)
- (“Njegoš: Poeta, Principe, Vescovo”; 1966)
- Nesavršeno društvo (“Una società imperfetta”; Londra, 1969)
- (“La pietra e le violette”; 1970)
- Ispod boja (“La battaglia perduta”; Chicago, 1970)
- Secanje jednog revolucionara (“Ricordi di un rivoluzionario”; Oxford, 1973)
- Delovi iz životnog vremena (“Frammenti di vita”; Chicago, 1975)
- Revolucionarni rat (“La guerra rivoluzionaria”; Londra, 1980)
- Tito-Prica iznutra (“Compagno Tito – La storia da dentro”; Londra, 1980)
- Disintegration of Leninist Totalitarianism (Disintegration of Leninist Totalitarianism, a cura di Irving Howe, New York, Harper and Row, 1983. Edizione rivista: "Tolitarianism in Our Century", 1984.)
- Ideje iz zatvora (“Idee dal carcere”; Londra, 1986)
- Uspon i pad (“L’ascesa e la caduta”; Washingron, 1986)
- (“Se la memoria non m'inganna”; 1987)
- Pad Nove Klase (“La caduta della nuova classe”; Belgrado, 1994)
- Milton John, Izgubljeni raj, traduzione di Milovan Gilas, KIZ Altera, Belgrado, 1989.
[modifica] Studi critici e storiografici
- Cemović, Momčilo, Zašto, kako i koliko smo se zadužili, Belgrado, 1985. Cemović è stato un politico jugoslavo, membro dello CK SKJ. Si è occupato soprattutto dell’operato di Gilas tra 1941 e 1944, nel periodo bellico, focalizzando sulla questione dei combattimenti in Montenegro e sulla funzione di Gilas in questa circostanza.
- Dedijer, Vladimir, Veliki buntovnik Milovan Đilas: prilozi za biografiju, Belgrado, Prosveta, 1991.
- Đorgović Momčilo, Đilas: vernik i jeretik, Belgrado, Akvarijus, 1989.
- Marković, Dragan e Kržavac, Savo, Zašto su smenjivani - Politicke krize u Jugoslaviji (“Perché venivano sostituiti – Crisi politiche in Jugoslavia”), Belgrado, Narodna knjiga,1987.
- Milić Miodrag, Rađanje Titove despotije: prilog fenomenologiji jugoslovenske revolucije, Harrow, Naša reč, 1985
- Voslenski, Michael, La nomenklatura: la classe dominante in Unione sovietica(1970), traduzione di Simona Martini Vigezzi, Milano, Longanesi, 1980. L'edizione inglese (Londra, 1990) ha un'introduzione a cura di Gilas stesso.
- Zinaić, Rade, Crucified Wilderness: The Tension Between Tradition and Modernity in the Djilasian Void, 2002.
- Zulfikarpašić, Adil et al., The Bosniak, Londra, Hurst, 1998. Il titolo complete è The Bosniak/Adil Zulfikarpasic; in dialogue with Milovan Djilas and Nadezda Gace with an introduction by Ivo Banac . Adil-beg Zulfikarpašić è un uomo politico e scrittore bosniaco. Si è occupato prevalentemente del problema bosniaco.
- Milovan Đilas (1911-1995). Zbornik radova, a cura di Bečković Matija, Belgrado, GIP Kultura, 1996. Bečković è uno scrittore e accademico serbo; si è occupato dell’opera letteraria di Gilas.
- Vojna Enciklopedija-Tom 2 (Borda-Enc), Belgrado, 1959.
- Zbornik dokumenata i podataka o narodnooslobodilackom ratu jugoslovenskih naroda, tomo III, libro 1, pag. 9-12. [4]
[modifica] Voci correlate
- Aleksandar Rankovic
- AVNOJ
- Borba
- Cominform
- Edvard Kardelj
- Josip Broz Tito
- Lega dei Comunisti di Jugoslavia
- Mose Pijade
- Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia
- Vladimir Dedijer
[modifica] Note
- ^ Si narra che una notte fu seviziato a tal punto che il giorno dopo non riusciva a stare in piedi. Seguì uno sciopero della fame e il manifestarsi, alla fine del 1934, dei primi disturbi cardiaci.
- ^ fonte: Cviic Christopher, Rifare i balcani, Bologna, Il Mulino, 1993
- ^ Con Štefica Gilas ebbe un figlio, Aleksa Gilas, che divenne uno dei politici guida del blocco democratico in Serbia
- ^ Zbornik dokumenata: raccolta di testi sulla Resistenza jugoslava. L’indirizzo bibliografico è di riferimento per la questione dei combattimenti in Montenegro. I documenti evidenziano come Gilas avesse dato una serie di disposizione dal taglio democratico. Ciò vorrebbe comprovare la sua sostanziale estraneità ai massacri avvenuti in Montenegro.
[modifica] Collegamenti esterni
- (HR) Nota biografica su Gilas: rapporto Gilas-Andrija Hebrang.
- (EN) Nota biografica su Gilas
- (SR) Nije bio ideološki pisac di Matija Beckovic, NIN, 30 marzo 2006.
- (EN) Thoughts About Serbs di David Binder, Sloboda n.1773, 25 giugno 2000.
- (EN) Remembering Milovan Djilas di David Pryce-Jones
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