Medicina romana
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La medicina romana si connette alla medicina di altri popoli latini e alla medicina magica etrusca: si narra che i figli della Maga Circe, esperta in farmaci, divennero Principi etruschi, si trovano cenni in scritti di Eschilo e Teofrasto, mentre Esiodo parla della grande rinomanza dei medici etruschi (per esempio, le opere di canalizzazione provano la conoscenza dell'importanza che davano alle acque putride). La medicina romana è inizialmente solo sacerdotale, non c'era l'esercizio della professione medica, ma ogni pater familias conservava gli antichi costumi popolari. Con l'arrivo a Roma dei medici greci, (ostacolati per esempio da Catone custode proprio delle tradizioni romane) la medicina romana prende nuovi impulsi, nascono le prime scuole e gli esponenti più famosi sono Dioscuride (le sue opere con le prime nozioni di farmacologia) e Galeno da Pergamo nel II secolo, che possiamo considerare il fondatore della medicina sistemica: infatti se Ippocrate esprime nella medicina la sua concezione biologica-cosmica, Galeno gli contrappone la sua concezione morfologica-analitica. Galeno afferma la dottrina della patologia locale per cui ogni malattia di ogni organo costituisce un fattore a sé stante. Roma diviene comunque maestra di igiene sociale nel mondo: gli acquedotti, le terme, l'ordinamento dei parchi, la sorveglianza igienica sugli alimenti, le cloache e le leggi sanitarie a difesa della salute pubblica sono, attraverso le scuole, conosciute e rinomate in tutto l'impero; nel III secolo tutto l'insegnamento è riordinato, la medicina greca è applicata, codificata perfettamente, con evoluzione nelle regole igieniche; esistono ospedali anche militari, la classe medica ha una posizione importante nella società e nello stato, la medicina legale è importantissima nel complesso delle leggi e lo stato affida al medico la cura e la responsabilità della salute del cittadino. Anche il personale non-medico è formato e valorizzato (esistono i frictores e gli unguentari che applicano unguenti e fanno massaggi negli ospedali).
Con la caduta dell'impero romano decade anche la medicina romana, il Medioevo si delinea con le sue grandi epidemie e pestilenze e centinaia di migliaia di vittime. Con il sorgere del Cristianesimo, il culto di Esculapio-salvatore, è sostituito dal Cristo, medico dell'anima e del corpo: il Vangelo si rivolge agli ammalati e si parla di guarigione come di divino intervento. La medicina religioso-cristiana combatte le formule magiche e promuove le preghiere, l'imposizione delle mani e le unzioni con olio santo e studi e ricerche scientifiche vengono considerati inutili. L'influsso delle correnti mistiche orientali incontra questa medicina religiosa e si fonde in una medicina popolare che ricorre al culto di santi guaritori (antico e non dimenticato concetto), con il tempo e con l'influsso bizantino si trasformerà in medicina conventuale.