Mattia Flacio Illirico
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Mattia Flacio Illirico in latino Matthias Flacius Illyricus nacque il 3 marzo 1520 ad Albona, in Istria, con il nome di Matija Vlačić morì a Francoforte l'11 maggio 1575. Fu professore di lingua ebraica e greca a Wittenberg in seguito professore del Nuovo Testamento all'università di Jena. Fu un teologo luterano dissidente, elaborò una teologia che venne indicata con il suo nome: flacianismo.
[modifica] Vita
Trascorse l'infanzia e la giovinezza in Istria e a Venezia dove ricevette una formazione umanistica alla scuola di San Marco. Lo zio Baldo Lupetino francescano conventuale filo-luteranesimo che fu condannato a morte nel 1556 dalla Serenissima per le sue idee eretiche, lo convinse a completare i suo studi oltralpe, da prima per un anno a Basilea, poi a Tubinga e infine a Wittenberg dove fece la conoscenza, nel 1541, di Martin Lutero e Filippo Melantone.
Nel 1544 diventò professore di greco e ebraico in questa città. L'anno dopo si sposò ma la moglie morì poco tempo dopo. Subito dopo si risposò e da questa unione nacquero 18 figli.
Uomo di profondissima cultura e grande polemista, intraprese la stesura assieme a altri teologi riformati delle Centurie di Magdeburgo in tre volumi; una cronistoria in cui si ripercorre la storia della chiesa dalle origini, con l'obbiettivo di mostrare i tradimenti di Roma alla fede cristiana, pur evidenziando una minoranza di testimoni fedeli alla verità, tra questi i Padri della Chiesa e singoli personaggi lungo i secoli.
Flacio non ammetteva compromessi dottrinali con il Cattolicesimo. In questa polemica si oppone a Melantone che con gli interim, formule relativamente concilianti tra le posizioni protestanti e quelle cattoliche, che furono elaborate da Melantone e altri teologi come soluzioni provvisoria in attesa che si pronunciasse in modo autorevole un concilio.
Elaborò una teoria sul peccato originale che venne esposta durante una disputa svoltasi a Weimar nel 1560 con il teologo Victorin Strigel, Flacio enunciò che il peccato originale non era un accidente ma parte della stessa sostanza umana, ma questo lo portava in un vicolo cieco. O Satana era il creatore della sostanza o Dio era il creatore del peccato, come confutò il teologo Tilemann Hesshusen.
Le teorie di Flacio furono definitivamente condannate nella Formula di Concordia del 1577. Flacio scrisse tra il 1561 e il 1566 la Clavis Scripturae Sacrae o Clavis aurea dove egli affermava che la Scrittura era la sorgente pura del cristianesimo. Condizioni per affrontare questa difficile lettura erano una percezione della grazia di Dio, qualche conoscenza delle sue dottrine, la disponibilità alla preghiera e alla meditazione, con una volontà di leggerla in modo continuato e con l'accesso a una accurata traduzione del testo. Era lo Spirito Santo che permetteva al credente di interpretare le Scritture e che mostrava Gesù Cristo a chi voleva conoscerlo, appunto attraverso la Bibbia, sarebbe stato il libro stesso a illuminarsi al lettore. Il senso letterale doveva essere privilegiato la dove non era il testo stesso a usare figure del discorso o generi letterari diversi. Grazie a questo scritto, Flacio venne indicato come il fondatore della filosofia ermeneutica, l'arte dell'interpretazione dei passaggi poco comprensibili delle Sacre Scritture, pur restando affrancato al principio luterano della sola scriptura.
Secondo il filosofo tedesco Wilhelm Dilthey, Flacio esprime «il nocciolo di una teoria moderna per i procedimenti interpretativi», grazie alla sua attenzione per le caratteristiche del testo e con il suo rispetto per il testo ai fini della sua comprensione.
Fu cacciato da Francoforte nel 1567 per le sue polemiche nei confronti dell'Interim, riparò da prima a Strasburgo, da dove venne più tardi espulso per gli stessi motivi, passò gli ultimi anni girovago per la Germania.
Nel 1570 scrisse una Esortazione al serenissimo principe, in questa lettera egli esortava la Signoria a considerare le gravi degenerazioni del cristianesimo, le superstizioni e le idolatrie tollerate dalla chiesa di Roma, esortando a ricercare la verità nella Bibbia. Morirà l'11 marzo del 1575 a Francoforte.
[modifica] Opere
- De vocabulo fidei (1549)
- De voce et re fidei (1555)
- Catalogus testium veritatis, qui ante nostram aetatem reclamarunt Papae (1556)
- Confessio Waldensium (1558)
- Konfutationsbuch (1559)
- Ecclesiastica historia, integram Ecclesiae Christi ideam ... secundum singulas Centurias, perspicuo ordine complectens ... ex vetustissimis historicis ...congesta: Per aliquot studiosos et pios viros in urbe Magdeburgica (1559-1574)
- Clavis Scripturae Sacrae seu de Sermone Sacrarum literarum (1567)
- Glossa compendiaria in Novum Testamentum (1570)