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Luigi Tenco - Wikipedia

Luigi Tenco

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

« Mi sono innamorato di te perché non avevo niente da fare. Il giorno volevo qualcuno da incontrare, la notte volevo qualcosa da sognare. »
(Mi sono innamorato di te, 1962)


Luigi Tenco

Nazionalità Italia
Genere Pop, Folk
Periodo attività 1959 - 1967
Strumento {{{Strumento}}}
Etichetta {{{Etichetta}}}
Band attuale {{{Band attuale}}}
Band {{{Band precedenti}}}
Album pubblicati 4
Studio 4
Live {{{Numero album live}}}
Raccolte 0
Sito ufficiale
Si invita a seguire lo schema del Progetto Musica

Luigi Tenco (Cassine21 marzo 1938 – Sanremo27 gennaio 1967) è stato un cantautore italiano o, come lui stesso amava definirsi, compositore.

La sua morte, attribuita generalmente a suicidio mentre si trovava a Sanremo per partecipare al Festival della canzone italiana, è stata a lungo avvolta da un velo di mistero.

È sepolto nel cimitero di Ricaldone.

Indice

[modifica] Biografia

[modifica] Gli inizi

Non conobbe mai il padre, Giuseppe, che morì in circostanze mai del tutto chiarite prima che lui nascesse. Alcune voci[1] affermano che Giuseppe non fosse comunque suo padre, ma che Luigi fosse invece il frutto di una relazione extraconiugale della madre, Teresa.

Trascorse la prima infanzia tra Cassine e Ricaldone (paese originario della madre) fino a che, nel 1948, la famiglia si trasferì in Liguria, dapprima a Nervi e poi a Genova, dove la madre aprì un negozio di vini. Frequentò, con discreto profitto, dapprima il liceo classico per poi trasferirsi al liceo scientifico.

Durante quegli anni fondò un gruppo musicale, la Jerry Roll Boys Jazz band (composta da Danilo Dègipo alla batteria, Bruno Lauzi al banjo, Alfred Gerard alla chitarra ed egli stesso al clarinetto). Seguì la costituzione del gruppo i Diavoli del Rock con Roy Grassi e Gino Paoli.

Iscrittosi alla facoltà di Ingegneria, passò poi a quella di Scienze Politiche. In questo periodo entrò a far parte del Modern Jazz Group di Mario De Sanctis. Con Marcello Minerbi e Luigi Coppola fondò un trio, definito scherzosamente Trio Garibaldi, che durò solo una ventina di giorni.

Il suo esordio discografico col gruppo I Cavalieri risale al 1959. Il gruppo - del quale facevano parte Gianfranco Reverberi, Paolo Tomelleri, Enzo Jannacci e Nando De Luca - incise il 45 giri Mai, seguito da un altro singolo, Mi chiedi solo amore. Fu in questo periodo che Tenco adottò lo pseudonimo di Gigi Mai.

[modifica] Cronologia degli eventi

Nel 1961 uscì il suo primo 45 giri inciso come solista e con il suo vero nome, intitolato I miei giorni perduti. Nel 1962, cominciò una breve esperienza cinematografica, con il film La cuccagna di Luciano Salce, pellicola nella quale cantò il brano "La ballata dell'eroe", composta dall'amico Fabrizio De André.

Sempre negli anni sessanta strinse un'amicizia importante con il poeta anarchico genovese Riccardo Mannerini.

Il primo 33 giri di Tenco uscì proprio quell'anno; conteneva successi quali Mi sono innamorato di te e Angela, ma anche Cara maestra che non fu ammessa all'ascolto dalla Commissione per la censura (per quest'ultimo brano fu allontanato dalle trasmissioni RAI per due anni).

Nel 1963 si ruppe l'amicizia con Gino Paoli, a causa della relazione di questi con la giovane attrice Stefania Sandrelli, che Tenco non approvava.

Nel settembre dello stesso anno le sue canzoni Io sì e Una brava ragazza furono nuovamente bloccate dalla censura. Poco prima aveva abbandonato la casa discografica Dischi Ricordi per la Jolly.

Nel 1965, dopo vari rinvii che aveva ottenuto, partì per il servizio militare, che completò tuttavia in gran parte con ricoveri ospedalieri.

L'anno successivo stipula un contratto con la RCA Italiana ed incide Un giorno dopo l'altro, che diventa sigla dello sceneggiato televisivo Il commissario Maigret. Altri successi dell'epoca sono: Lontano lontano, Uno di questi giorni ti sposerò, E se ci diranno, Ognuno è libero.

A Roma, conobbe la cantante italo-francese Dalida, con la quale ebbe, sicuramente, una storia d'amore.

Luigi Tenco sul palco di Sanremo durante l'esecuzione di Ciao amore ciao
Luigi Tenco sul palco di Sanremo durante l'esecuzione di Ciao amore ciao

E sempre in questo periodo collabora con il gruppo beat The Primitives, guidato da Mal, per i quali scrive, in collaborazione con Sergio Bardotti, il testo italiano di due canzoni: "I ain't gonna eat my heart anymore", che diventa il grande successo "Yeeeeeeh!", e "Thunder'n lightnin", tradotta in "Johnny no!" e contenuta nell'album del gruppo Blow Up.

Nel 1967 si presentò (qualcuno sostenne a suo malincuore) al Festival di Sanremo con la canzone Ciao amore ciao, cantata, come si usava a quel tempo, da due artisti separatamente (in questo caso si trattava dello stesso Tenco e di Dalida).

Secondo alcune testimonianze pare che inizialmente Tenco non apprezzasse Ciao amore ciao, ma Dalida riuscì a convincere il cantautore a portare quella canzone al Festival.

Questo particolare lascia un velo di ironia della sorte tra il cinico e il macabro per tutto quanto avvenne dopo. Il brano di Tenco non venne apprezzato dal pubblico e non fu ammesso alla serata finale del Festival, classificandosi al dodicesimo posto nel voto popolare. Fallito anche il ripescaggio, dove fu favorita la canzone La rivoluzione di Gianni Pettenati, pare che Tenco fu preso dallo sconforto.

[modifica] La tragica morte

Rinchiusosi nella sua camera in una dependance dell' Hotel Savoy, venne successivamente trovato morto proprio dalla stessa Dalida. Il corpo riportava un foro di proiettile alla testa. Venne trovato un biglietto vergato a mano - che più perizie calligrafiche hanno poi consentito di attribuire allo stesso Tenco - contenente il seguente testo:

« Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt'altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda "Io tu e le rose" in finale e ad una commissione che seleziona "La rivoluzione". Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi. »

Questo ovviamente, sul momento, fece pensare al suicidio come unica spiegazione di quell'assurda morte. Tanto più che Tenco aveva acquistato una pistola l'anno precedente per difesa personale. Tuttavia, per molti decenni, sono sussistiti molti dubbi sulle cause reali della sua morte: ad esempio, il corpo fu ritrovato con una ferita da arma da fuoco alla tempia sinistra: particolare, questo, molto strano perché Tenco non era affatto mancino. Inoltre non fu mai ritrovato il proiettile che ne causò la morte.

Per questo e per altri motivi, dopo anni di pressioni esercitate da una parte della stampa, il 12 dicembre 2005, dopo ben trentotto anni, la procura generale di Sanremo ha disposto la riesumazione della salma per tentare di stabilire la verità una volta per tutte, e cioè se Tenco si era realmente suicidato o, come molti hanno ritenuto per anni, era stato assassinato per motivi da approfondire ulteriormente.

Il 15 febbraio 2006 il Caso Tenco è stato, in via ufficiale, definitivamente chiuso. Una nuova analisi sulla salma di Tenco, infatti, ha suffragato la tesi che il cantante è morto per suicidio, non potendo formulare alcuna altra ipotesi anche perché, contrariamente alle aspettative, non è stato ritrovato il proiettile nel cranio. Nonostante ciò, ancora molti sostengono tesi alternative al suicidio.

[modifica] I tributi

Inaugurazione del Museo Tenco
Inaugurazione del Museo Tenco

Diversi sono stati i tributi a Tenco nati nel corso degli anni da colleghi cantautori, amici, musicisti ed estimatori. Tra i più interessanti e significativi:

  • Preghiera in gennaio di Fabrizio De André, pubblicata per la prima volta nel 1967, con la quale il cantautore onora l'amico scomparso concedendogli un posto in paradiso.

Signori benpensanti
spero non vi dispiaccia
se in cielo, in mezzo ai Santi,
Dio, fra le sue braccia,
soffocherà il singhiozzo
di quelle labbra smorte,
che all'odio e all'ignoranza
preferirono la morte
Il testo, da decenni, viene incluso in numerose antologie scolastiche di letteratura.

  • Nicola Di Bari canta Luigi Tenco, disco del '71 nel quale Nicola, che aveva conosciuto Tenco nel periodo Jolly diventandone amico, interpreta suoi brani come Lontano lontano o Cara maestra. È inoltre presente una canzone inedita di Tenco, intitolata Il mondo gira, la cui musica è scritta da Giampiero Reverberi.
  • Festival di Francesco De Gregori, dall'album Bufalo Bill del 1976, nella quale viene difesa l'umanità di Luigi ("qualcuno ricordò che aveva dei debiti, mormorò sottobanco che quello era il motivo. Era pieno di tranquillanti, ma non era un ragazzo cattivo") e messa in risalto la facilità con cui, dopo la tragedia, si è fatto a gara per essere suoi amici ("si ritrovarono dietro il palco, con gli occhi sudati e le mani in tasca, tutti dicevano: "Io sono stato suo padre!", purché lo spettacolo non finisca").
  • Danza di una ninfa, disco della cantante jazz Ada Montellanico e del pianista Enrico Pieranunzi, edito da Egea nel 2005, nel quale vengono musicate per la prima volta 4 canzoni inedite di Tenco: Da quando, Mia cara amica, O me, Danza di una ninfa sotto la luna. Ed è proprio quest'ultima la canzone più bella secondo il sito internet Jazzitalia, che la definisce "raffinata, colta", eterea, una perfetta fusione tra musica e parole.

Come nel mito
distruggi il pensiero
e sulla sabbia
disegni un perché

  • Tenco, brano scritto dal cantautore rock Luca Masperone e selezionato nel 2008 per la Stanza dello Scirocco (programma di teatro in onda su radio Life Gate). Nel testo, Luca definisce Tenco "una lettera d'avulso", giocando sul triplo significato del verso: la lettera può essere intesa come riferimento all'ultimo messaggio lasciato da Luigi prima di morire, oppure come lettera dell'alfabeto unica e originale, e come tale non capita fino in fondo. O ancora come lettera che il mondo di allora ha, superficialmente, rispedito al mittente.
  • Nel 1972 Amilcare Rambaldi a Sanremo costituisce il Club Tenco con lo scopo di riunire tutti coloro che, raccogliendo il messaggio di Tenco, si propongono di valorizzare la canzone d'autore. Dal 1974, in suo onore, al Teatro Ariston di San Remo è stato istituito dal Club Tenco il Premio Tenco, manifestazione a cui hanno partecipato i più grandi cantautori degli ultimi decenni.
  • A Ricaldone, Tenco viene ricordato ogni anno, in estate, tramite la manifestazione L'Isola in collina, con la puntuale partecipazione di cantautori più o meno affermati.

Sempre nella stessa località, il 20 luglio 2006 è stato inaugurato il Centro di Documentazione Permanente Luigi Tenco, prima struttura museale in Italia dedicata a un cantautore.

  • Nel 1999 è stato allestito lo spettacolo teatrale "Solitudini - Luigi Tenco e Dalida", presso il Teatro Greco di Roma, scritto e diretto da Maurizio Valtieri.
  • Molto commosso il ricordo di Luigi Tenco nell'autobiografia dell'amico Bruno Lauzi. [2]..
  • Il Club Tenco nel novembre 2007 gli dedica l'intera edizione della Rassegna a lui intitolata, il Premio Tenco, ed il volume "Il mio posto nel mondo. Luigi Tenco, cantautore. Ricordi, appunti, frammenti" (BUR) curato da Enrico de Angelis, Enrico Deregibus e Sergio Secondiano Sacchi.
  • Anche Antonello Venditti, nella canzone Tradimento e perdono (dall'album del 2007 Dalla pelle al cuore) gli rende omaggio.
  • Nel 2008 i Cluster, nel programma X-factor hanno riproposto "mi sono innamorato di te" in una versione a "cappella"

[modifica] Note

  1. ^ Aldo Fegatelli Colonna, Luigi Tenco. Vita breve e morte di un genio musicale, ISBN 8804500875, pag. 23-25
  2. ^ Bruno Lauzi, Tanto domani mi sveglio, Autobiografia in controcanto Gammarò editori pag. 49-51 e 67-70 Durante la serata finale del festival del 2007 Renato Zero riporta a San Remo "Ciao Amore, Ciao" (all'interno di un medley di tributo a Tenco).

[modifica] Voci correlate

[modifica] Bibliografia

  • Luigi Tenco. Una voce fuori campo, di Luca Vanzella e Luca Genovese (con prefazione di Mario Luzzatto Fegiz). La vita e la morte di Luigi Tenco raccontate a fumetti (Becco Giallo, 2008)

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni


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