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Locomotiva FS E.430 - Wikipedia

Locomotiva FS E.430

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

E.430
LOCOMOTORE ELETTRICO

Locomotiva FS E.430 per servizio merci
Anni di progettazione
Anni di costruzione 1900
Anni di esercizio 1901-1928
Quantità prodotta 2 unità
Costruttore Ganz-Mavag
Dimensioni 10.306 x ???? x ???? mm
Capacità
Distanza dal Piano del ferro
Scartamento {{{Scartamento}}}
Interperno 4630 mm
Passo dei carrelli 2000 mm
Peso in servizio 48,2 t
Massa aderente 48,2 t
Massa vuoto
Rodiggio Bo+Bo
Diametro ruote motrici 1400 mm
Distribuzione
Rapporto di Trasmissione
Potenza oraria 440 kW su 4 motori
Potenza continuativa
Sforzo trazione massimo
Sforzo all'avviamento
Velocità massima omologata 36 km/h
Alimentazione 3.000 Volt 15 Hz trifase
Autonomia
Numero di cilindri {{{Cilindri}}}
Diametro dei cilindri {{{Diametro Cilindri}}}
Corsa dei cilindri {{{Corsa Cilindri}}}
Pressione massima {{{Pressione massima}}}
Superficie caldaia {{{Superficie caldaia}}}

La Locomotiva E 430, inizialmente denominata RA 34 è una locomotiva a corrente alternata trifase

Indice

[modifica] Storia

La locomotiva elettrica E.430 rappresenta il primo vero e proprio esempio di motrice da treno, a livello mondiale, alimentato a corrente trifase. Venne costruita per conto della Rete Adriatica, che allora aveva l'esercizio delle linee ferroviarie della Valtellina dalle Officine di costruzioni ferroviarie ungheresi Ganz (per la parte elettrica) e dalla Reale Fabbrica di Macchine di Stato Ungherese (per la parte meccanica), allora tra le poche e più avanzate fabbriche del mondo nel settore elettrico ferroviario.

Le locomotive ebbero la numerazione 34.1 e 34.2 sotto la gestione della Rete Adriatica. Acquisite nel 1905 dalle Ferrovie dello Stato cambiarono la numerazione in 0341-0342 e nel 1914 ebbero quella definitiva 430.1 e 430.2 .

Dato che linee della Valtellina furono le prime in Italia ad impiegare la corrente elettrica trifase per la trazione dei treni le E 430 vi vennero utilizzate sin dall'inizio. La Rete Adriatica aveva commissionato l'intero progetto di elettrificazione alla ditta Ganz di Budapest, una delle più quotate dell'epoca; gli impianti furono realizzati sotto la supervisione e secondo il progetto dell'Ing Kalman Kando, uno dei pionieri della trazione trifase in Italia.

I lavori di elettrificazione erano cominciati nel 1897, con l'istituzione di una commissione governativa che aveva deciso di sperimentare differenti sistemi di elettrificazione: uno ad accumulatori (linee Bologna-San Felice e Milano-Monza), uno a corrente continua e terza rotaia a 650 V (Milano-Varese), ed infine il sistema trifase sulle linee valtellinesi

Le prove delle linee elettriche aeree a 3000 - 3.300 V, frequenza 15 e 16,7 Hz, alimentate dalla centrale di produzione di Campovico vennero eseguite tra il 26 luglio 1902 (ma su questo dato c’è incertezza con il 1901) e il 4 settembre dello stesso anno, mentre l’esercizio sulle linee Lecco- Colico- Chiavenna e sulla Colico- Sondrio iniziò ufficialmente il seguente 15 ottobre

Il servizio passeggeri venne affidato ad un parco di 10 automotrici elettriche del gruppo RA 320, mentre quello merci venne affidato alle due locomotive del gruppo RA 34, marcate 34.1 e 34.2 (poi E.430 FS).

Queste ultime, costruite dalla stessa Ganz e Mavag nel 1901 e aventi potenza di 440 kW e prestazione di 300 tonnellate, potevano vantare caratteristiche ben superiori a quelle delle locomotive a vapore del tempo.

Le automotrici elettriche invece si dimostrarono di potenza insufficiente al traino di treni viaggiatori e successivamente smotorizzate vennero trasformate in carrozze passeggeri (Classe RBz).

Dal 1928 vennero rimosse dalle linee valtellinesi e portate alle stazioni di Bolzano e Fortezza, dove dall'anno successivo vennero utilizzate come shunter per la manovra dei carri in transito verso il Brennero.

[modifica] Tecnica

Le locomotive del gruppo 430 erano composte da due semicasse vincolate in modo permanente tramite una giuntura a soffietto snodata, che creavano un ambiente unico destinato alla cabina.

La cassa superiore era realizzata per chiodatura, bullonatura e rivettatura di lamiere: non essendo allora ancora sviluppati i sistemi di rivettatura a raso, le teste dei chiodi e degli inserti sono ben visibili sulla cassa.

La visibilità frontale era assicurata da tre pannelli in vetro sui due frontali, più quattro per ogni lato. Non erano però previsti tergicristalli o sistemi di pulizia. In compenso sulla parte anteriore del pancone erano montati due ingombranti fari a lampada, più un terzo posto al centro del cofano.

Ogni semicassa portava un carrello rigido, composto da due sale (ovvero da due assi da due ruote ognuno) e ammortizzato tramite due coppie di balestre.

I motori, da 150 cavalli ognuno erano montati direttamente sui singoli assi, per un totale di quattro impianti installati a bordo. Le sale erano accoppiate al motore mediante assi cavi coassiali, con due sistemi di parallelogrammi articolati. I motori erano coperti nella parte superiore da due cofani prominenti e inclinati verso le estremità, dotati di quattro portelli ognuno per la manutenzione (evento tutt'altro che infrequente)

La captazione di corrente era assicurata da due Trolley a stanga costituiti da tralicci in sbarre di ferro e tiranti, dall'aspetto di "antenne" caratteristico dei mezzi trifase, e controllati tramite gruppi di quattro molle cilindriche l'uno.

[modifica] Le linee della Valtellina percorse dall' E.430

  • Linee elettrificate nel 1901-1902
    • Colico-Sondrio: inaugurata il 16 giugno 1885
    • Colico-Chiavenna: inaugurata il 9 settembre 1886
    • Lecco - Bellano : inaugurata il 1 luglio 1892
    • Bellano - Colico: inaugurata il 1 agosto 1894
  • Ulteriori elettrificazioni:

[modifica] Esemplari conservati

  • L'unità E.430.001 è conservata nel Museo della Scienza e della Tecnica "Leonardo da Vinci" di Milano. Si tratta dell'unità un tempo in servizio nella stazione di Fortezza
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