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Gregorio Allegri - Wikipedia

Gregorio Allegri

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Gregorio Allegri

Gregorio Allegri (Roma1582 – Roma17 febbraio 1652) è stato un compositore italiano.

Indice

[modifica] Biografia

Prete e compositore della famiglia del Correggio, nacque a Roma verso il 1582. Fu allevato da Giovanni Maria Nanini con Antonio Cifra e Pier Francesco Valentini. Essendogli stato accordato un beneficio nella cattedrale di Fermo, fu inizialmente impiegato in questa chiesa come cantante e compositore. Fu durante questo tempo che pubblicò i suoi concerti a due, tre e quattro voci e i suoi mottetti a due, tre, quattro, cinque e sei voci.

La reputazione che gli diedero queste opere, gli procurò l'onore di essere chiamato dal papa Urbano VIII che lo fece entrare nel collegio dei cappellani cantori e nella cappella pontificia il 6 dicembre 1629. Vi rimase fino alla sua morte che arrivò il 17 febbraio 1652 e fu inumato a Santa Maria in Vallicella nella cripta del collegio dei cantori della cappella vaticana. Andrea Adami, dice che Allegri era di una bontà rara. molto caritatevole, e che visitava ogni giorno i prigionieri per soccorrerli con quel poco di cui poteva disporre.

[modifica] Considerazioni sull'artista

Se si considera il brano che ha dato la celebrità ad Allegri (il miserere) non vi si troverà né tratti brillanti di melodia, né armonia ficcante e nuova, né effetti sconosciuti ai tempi in cui viveva l'autore, ma un velo di tristezza profonda sparso su tutta l'opera, un eccellente ordine delle voci e il ritmo ben cadenzato delle parole, ne fanno nondimeno uno dei pezzi più originali dell'epoca in cui apparve e quello forse, malgrado la sua apparente semplicità, che racchiude le maggiori difficoltà d'esecuzione. In una sala da concerto, al chiuso di una camera, tutte queste bellezze passano quasi inavvertite, ma in chiesa, e soprattutto in Vaticano, possono essere ascoltate non senza emozione.

[modifica] Opere

Le opere stampate di Allegri sono:

  • Il primo libro di concerti a due, tre e quattro voci - Roma, Soldi - 1618
  • Il secondo libro di concerti a due, tre e quattro voci - Roma, Soldi - 1619
  • Gregorii Allegri romani Firmanae ecclesiae beneficiati motecta duarum, trium, quatuor, quinque, sex vocum, liber primus - Soldi - 1620
  • Gregorii Allegri romani Firmanae ecclesiae beneficiati motecta duarum, trium, quatuor, quinque, sex vocum, liber secundus - Soldi - 1621

Alcuni mottetti di Allegri sono stati anche inseriti da Fabio Costantini nella raccolta che ha per titolo: scelta di motetti di diversi eccellentissimi autori a due, tre, quattro e cinque voci Roma, 1618. Un gran numero di composizioni inedite era conservato a Roma nell'archivio di Santa Maria in Vallicella e nel collegio dei cappellani cantori della cappella pontificia. L'abbate Baini cita particolarmente un mottetto e una messa a otto voci Christus resirgens ex mortuis. Esistevano, inoltre, due collezioni preziose conservate nel collegio romano, con il titolo varia musica sacra ex bibliotheca Altaempsiana, iussu J.D. Angeli ducis ab Altaemps collecta che contengono diverse composizioni di Allegri, segnatamente, concerti per più strumenti. Kircher ne ha tratto un brano pubblicato nella sua musurgia (tomo I, p. 487). Si trovavano poi in partitura, presso la biblioteca musicale dell'abbate Santini, delle Lamentazioni per la settimana santa e degli Improperii a due cori, il mottetto Salvatorem expectamus a sei voci, i salmi dixit dominus e beatus vir, e infine i mottetti domine Jesu Christe e libera me, domine tutti composti da Allegri.

[modifica] Il Miserere

Ma è soprattutto al miserere a due cori (l'uno a quattro, l'altro a cinque voci) che si cantava a Roma, nella Cappella Sistina durante la settimana santa che Allegri deve la reputazione di cui gode. Questo Miserere è uno di quei brani di cui non si comprende l'effetto alla sola lettura, per via della grande semplicità che vi regna, ma esisteva nella cappella pontificia una tradizione esecutiva eccellente che ne faceva risaltare i meriti, dandogli una sfumatura religiosa ed espressiva di cui non ci si può far l'idea senza averlo sentito. La reputazione di questo brano l'aveva fatto in qualche modo considerare sacro.

Mozart lo ricopiò sentendolo cantare, il dottor Burney ne ottenne una copia a Roma e lo pubblicò a Londra nel 1771, Choron l'ha inserito nella sua Collection des pièces de musique religieuse qui s'exécutent tous les ans à Rome durant la semaine sante. Lo stesso professore ha fatto eseguire, nel 1830 le prime sei strofe e l'ultima di questo Miserere nei concerti spirituali dell'istituzione reale di musica religiosa che dirigeva. Gli appassionati che poterono assistere a questo concerto ebbero modo di farsi un'idea di questa composizione che prima di allora non si era mai sentita a Parigi

L'aneddoto seguente prova che l'accuratezza nell'esecuzione che esisteva un tempo nella cappella sistina è indispensabile per valorizzare il Miserere di Allegri. L'imperatore Leopoldo I, grande amatore di musica, ne aveva fatto chiedere una copia al Papa, tramite il suo ambasciatore a Roma, per uso della sua cappella imperiale. La richiesta gli fu accordata. Il maestro di cappella pontificio fu incaricato di fare questa copia che fu inviata all'imperatore. I più grandi cantanti si trovavano allora a Vienna e furono pregati di collaborare all'esecuzione ma, qualunque fosse il loro merito, siccome ignoravano la tradizione, il brano non produsse altro effetto di quello di un falso bordone ordinario.

L'imperatore credette che il maestro di cappella avesse eluso l'ordine inviandogli un altro Miserere, se ne lamentò ed il preteso colpevole fu cacciato, senza ascoltare le sue giustificazioni. Infine questo poveruomo ottenne di poter patrocinare egli stesso la sua causa e di spiegare a sua santità che la maniera di cantare questo Miserere in una cappella non poteva esprimersi con note né essere trasmesso in altro modo che con l'esempio. Il Santo Padre, che non aveva conoscenze musicali approfondite, penò molto a comprendere come uno stesso pezzo potesse produrre effetti così diversi, tuttavia ordinò al suo maestro di scrivere la sua difesa che fu invita a Vienna con soddisfazione dell'imperatore.

[modifica] Gli altri miserere

Per completare la storia del Miserere di Allegri è forse opportuno dar qui un estratto della notizia dell'abbate Baini sulla cronologia dei miserere cantati nella Cappella Sistina (memorie su Palestrina che contiene alcuni fatti curiosi che si cercherebbero invano altrove.

Due volumi manoscritti dell'archivio della cappella, numerati da 150 a 151 su di un lato, racchiudevano tutti i Miserere cantati nella cappella pontificia dai tempi più remoti, ad eccezione del primo, eseguito in falso bordone nel 1514 sotto il pontificato di Leone X e che non fu giudicato degno di entrare nella raccolta. Nel 1517 Costanzo Festa che era appena stato accolto come cantore nella cappella, scrisse due versetti di un Miserere uno a quattro voci, l'altro a cinque ed è questo il primo che s'incontra nella raccolta. Il secondo è di Luigi Dentice, gentiluomo napoletano, autore dei due dialoghi sulla musica, uno della teorica, l'altro della pratica, etc... Napoli 1533. Questo brano è alternativamente a quattro e cinque voci. Il terzo, di cui non si hanno che due versetti a quattro voci, è di Francysco Guerrero di Seviglia, vengono quindi altri due versetti a quattro e cinque voci di Palestrina.

Il quinto Miserere è di Teofilo Gargano, che fu aggregato al collegio dei cantori della cappella il 1° maggio 1601. Il sesto Miserere è di Giovanni Francesco Anerio. Felice Anerio è l'autore del settimo. Quest'autore è il primo che scrisse l'ultimo versetto usando nove voci. L'ottavo, molto inferiore ai precedenti, è di autore sconosciuto. Il nono Miserere era formato dai già citati due versetti di Palestrina con l'aggiunta di altri due versetti a nove voci di Giovanni Maria Nanini. Il decimo, a quattro voci, con un ultimo versetto ad otto voci, è di Santo Naldini romano aggregato al collegio il 23 novembre 1617. L'undicesimo, a quattro voci e l'ultimo versetto ad otto, è di Ruggiero Giovannelli, aggregato il 17 aprile 1599. Il dodicesimo, alternativamente a quattro e cinque voci con l'ultimo versetto a nove, è quello di Allegri. L'uso di scrivere Miserere per la Cappella Sistina cessò da questo momento, perché quello di Allegri fu trovato così bello che non si credette di poter far di meglio. Nondimeno egli lo corresse a più riprese e cambiò più volte l'ordine delle parti per ottenere effetti migliori. Fu in seguito rivisto e perfezionato da diversi cantanti e compositori che vi aggiunsero tutto ciò che credevano più adatto a rendere l'esecuzione soddisfacente.

Questo brano si cantava nelle mattine del mercoledì e del venerdì santo. Il giovedì c'era l'uso di cantare tanto il Miserere di Felice Anerio, quanto quello di Naldini. Più le bellezze dell'opera di Allegri erano gustate, più si provava noia e disinteresse a eseguirne di altre. Nel 1680 si ottenne da Alessandro Scarlatti che ne scrivesse uno nuovo per il servizio della cappella, ma la composizione deluse le aspettative, fu però adottato per rispetto alla reputazione del suo autore ed eseguito il govedì santo con quelli di Anerio e Naldini. Nel 1714 Tommaso Bai, maestro di cappella del Vaticano, scrisse un nuovo Miserere alternativamente a quattro e cinque voci, con l'ultimo ad otto, sul modello di quello di Allegri e questa composizione fu ritenuta tanto bella che da allora si cessò di cantare il Miserere di Anerio e di Scarlatti, per eseguire solo quelli di Allegri e Bai, nelle tre mattine delle tenebre dal 1714 al 1767. Nel 1768 Giuseppe Tartini, celebre violinista, fece dono alla cappella di un Miserere di sua composizione di versetti a quattro e cinque voci e l'ultimo ad otto, la cui musica era diversa ad ogni versetto. Fu eseguito lo stesso anno, ma non poté reggere il confronto con quelli di Bai e Allegri e fu rigettato per sempre. Nel 1777 Pasquale Pisari su richiesta dei cantori della cappella, compose un nuovo Miserere con tutta la musica dei versetti differente, come già aveva fatto Tartini e necondivise la sorte, di modo che, dal 1778 al 1820, i miserere di Bai e Allegri furono i soli ad essere eseguiti. Dietro espressa preghiera di Pio VII, l'abbate Baini nel 1821 ne scrisse uno diverso ancora che fu giudicato degno d'essere eseguito insieme a quelli dei due antichi compositori.

[modifica] Collegamenti esterni


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