Francesco Cavalli
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Pier Francesco Cavalli (Crema, 14 febbraio 1602 – Venezia, 14 gennaio 1676) è stato un compositore italiano, uno degli artisti più eminenti del XVII secolo.
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[modifica] Biografia
Nacque a Crema, nella Repubblica di Venezia, nel 1602. Il suo nome di famiglia era Caletti-Bruni e suo padre era maestro di cappella con questo cognome. Quello di Cavalli gli fu dato dal suo protettore, il nobile veneziano Federico Cavalli, che, dopo essere stato eletto governatore di Crema nel 1614, fece ritorno a Venezia nel 1616, conducendo con sé il giovane Caletti, le cui disposizioni per l'arte musicale avevano suscitato il suo interesse.
Ammesso il 18 febbraio 1617 come cantore alla cappella di San Marco col compenso di 50 ducati, ebbe la buona ventura di trovarsi sotto la disciplina di Claudio Monteverdi, allora maestro di questa celebre cappella. Si vede dai registri di questa chiesa che Cavalli vi entrò come Pietro Francesco Bruni cremasco.
Il 1 febbraio 1628 ebbe un nuovo ingaggio come tenore, col nome di Francesco Caletto, e fu sempre sotto questo nome che i suoi compensi furono portati a 100 ducati, il 1 gennaio 1635. Il posto di suonatore del secondo organo della stessa cappella era divenuto vacante per la morte di Pietro Berti ed un concorso fu indetto per la nomina del suo successore; Cavalli vi si presentò. I suoi concorrenti, tutti uomini di talento, erano Nicolas Fonte, Natale Monferrato e Jacques Arrigoni. I giudici si pronunciarono in favore di Cavalli, che fu iscritto, il 22 gennaio 1640, con il nome di Francesco Caletti, detto Cavalli.
Attraverso diversi aumenti, il suo salario fu progressivamente innalzato a 200 ducati, somma considerevole per quell'epoca. Già nel 1644 passò al primo organo, mentre Massimiliano Neri era secondo organista (come dimostra il salario comparativamente minore); quando quest'ultimo rinunciò all'incarico nel 1664 per entrare al servizio della corte di Colonia residente a Bonn, venne sostituito da Giovanni Battista Volpe detto "Rovettino", mentre il Cavalli continuò ad avere il medesimo compenso, quale primo organista. Infine, il 20 novembre 1668 il Cavalli fu chiamato ad essere il maestro della cappella ducale.
Pervenuto a quest'alta posizione, ne godette fino alla sua morte, il 14 gennaio 1676.
[modifica] Personalità artistica
Cavalli cominciò a scrivere per il teatro nel 1639 e la sua attività non conobbe soste per tutto un arco di 32 anni. Venezia aveva allora una grande abbondanza di rappresentazioni d'opera, che si facevano concorrenza l'un l'altra, potendo contare, di volta in volta, sui teatri di San Giovanni e San Paolo, di San Cassiano, di San Mosè, di Sant'Apollinare e di San Salvatore. Cavalli giunse a scrivere per questi teatri fino a cinque opere all'anno. Senz'altro, anche se non vi sono rimaste prove oggettive in merito, collaborò con Claudio Monteverdi nelle sua ultima opera L'incoronazione di Poppea. Consigliato da Francesco Buti, il cardinale Giulio Mazarino lo chiamò a Parigi in occasione del matrimonio di Luigi XIV e la sua opera Xerses fu rappresentata il 22 novembre 1660 nella galleria superiore del Louvre, ma non ebbe successo, probabilmente per una serie di ragioni: l'imperfetta conoscenza della lingua italiana, la scarsa abitudine dei francesi allo stile italiano, e non da ultimo per la precedente morte del Mazarino, che l'aveva chiamato e protetto.
Alla fine del 1669, Cavalli cessò di scrivere per le scene, ma scrisse o rivide per la pubblicazione una notevole mole di composizioni su testo sacro, pubblicate in due importanti raccolte. Si sa che coltivava ancora la musica nel 1672, epoca in cui Krieger lo vide a Venezia e prese da lui lezioni di composizione.
Pianelli dice (Dell'opera in musica, sez. III, c. 3) che Cavalli fu il primo a introdurre arie nelle opere, che fu nel Giasone che ne fece il saggio e che prima di lui la musica teatrale consisteva semplicemente in un recitativo grave in cui gli strumenti non suonavano che i ritornelli. Questa affermazione risulta piuttosto riduttiva: Cavalli ha nondimeno il merito di individuare e consolidare gradualmente la forma di quella che era divenuta negli anni 1630/50 la rappresentazione musicale di maggior interesse per il pubblico veneziano aristocratico e borghese e che verrà presa a modello nei maggiori teatri europei del suo tempo; di aver dato alle arie una struttura maggiormente funzionale, una forma più elegante, più accurata nei dettagli timbrici, più ricca d'armonia, di modulazioni e di strumentazione.
[modifica] Opere
(tutte rappresentate a Venezia)
- 1639 Le nozze di Teti e Peleo (libretto di O. Persiani)
- 1640 Gli amori di Apollo e Dafne (G.F. Busenello)
- 1641 La Didone
- 1642
- Narcisso et Ecco immortalati (O.Persiani, perduta)
- La virtù de' strali d'Amore (G.faustini)
- 1643 L'Egisto (G.Faustini)
- 1644
- La Deidamia (S.Herrico, perduta)
- L'Ormindo (G.Faustini)
- 1645
- Il Romolo e 'l Remo (G.Strozzi, perduta)
- La Doriclea (G.Faustini)
- Il Titone (G.Faustini, perduta)
- 1646 la prosperità infelice di Giulio Cesare dittatore (G.F.Busenello, perduta)
- 1648 La Torilda (P.P.Bissari, perduta)
- 1649
- Il Giasone (G.A.Cicognini)
- L'Euripo (G.Faustini, perduta)
- 1650
- La Bradamante (P.P. Bissari, perduta)
- L'Orimonte (N.Minato)
- 1651
- L'Oristeo (G.Faustini)
- La Rosinda (G.Faustini)
- L'Armidoro (B.Castoreo, perduta)
- La Calisto (Giovanni Faustini)
- 1652
- Veremonda, l'amazzone di Aragona (M.Bisaccioni)
- L'Eritrea (G.Faustini)
- 1653
- L'Helena rapita da Teseo (G.Badoaro)
- L'Orione (F.Melosio, Milano)
- 1654
- Il Serse (o Xerse, N.Minato)
- Il Ciro (G.C. Sorrentino, opera di compositore ignoto, rimaneggiata da Cavalli)
- 1655
- La Statira, principessa di Persia (G.F.Busenello)
- L'Erismena (A.Aureli)
- 1656 L'Artemisia (N.Minato)
- 1658
- L'Antioco (N.Minato, perduta)
- L'Hipermestra (Moniglia, Firenze)
- 1659 L'Elena (N.Minato)
- 1660 La pazzia in trono, ossia il Caligola delirante (D.Gisberti, perduta)
- 1662 L'Ercole amante (F.Buti, Parigi)
- 1664 Scipione Africano (N.Minato)
- 1665 Il Mutio Scevola (N.Minato)
- 1666 Il Pompeo Magno (N.Minato)
- 1667 L'Eliogabalo (A.Aureli)
[modifica] Discografia
- Nella Anfuso - Francesco Cavalli, CD Stilnovo 8811 - DIDONE Pagine scelte (Ms.XVII sec.)
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