Ferramonti

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Il campo di internamento di Ferramonti, nel comune di Tarsia (CS), è stato uno dei principali (come consistenza numerica) luoghi di internamento per ebrei, apolidi e slavi in Italia durante la seconda guerra mondiale.

Indice

1 Storia
2 Collocazione
3 Bibliografia
4 Film
5 Voci correlate

[modifica] Storia

Il campo era sotto la responsabilità del ministero dell'interno, e retto da un commissario di pubblica sicurezza, ma la sorveglianza esterna era affidata alla MVSN. Per l'opera di umanizzazione svolta dai funzionari di polizia che si avvicendarono al comando (Paolo Salvatore, Leopoldo Pelosio, Mario Fraticelli) verso le condizioni di vita degli internati, si verificarono vari attriti tra le autorità di polizia e la milizia, che comportarono problemi nei confronti dei funzionari stessi. In effetti gli unici morti di morte violenta all'interno del campo furono le vittime di un mitragliamento da parte di un caccia alleato che aveva scambiato il campo per una installazione militare. Dopo l'8 settembre 1943, il campo fu quasi subito liberato dall'avanzata alleata, venendo raggiunto dalle avanguardie britanniche il 12 settembre, e riuscendo pochi giorni prima a convincere una colonna nazista della divisione corazzata Hermann Goering a non entrare nel campo stesso inscenando una falsa epidemia di tifo.

[modifica] Collocazione

Il campo era posto nel luogo che attualmente ospita lo svincolo di Tarsia della autostrada A3 Salerno - Reggio Calabria. Questo ha fatto sì che, complice l'incuria di molti, buona parte del campo sia stata smantellata nel tempo. Attualmente la parte rimasta è stata sottoposta a vincolo e affidata ad un apposito museo, che ogni anno con l'aiuto del comune di Tarsia celebra il Giorno della memoria. Il museo occupa alcune sale esposizione, costruite ex-novo all'interno dell'area e contenenti materiale d'epoca o riproduzioni, alcune baracche facenti parte del campo preservate dalla distruzione e strutture di supporto.