Equisetum arvense
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Equiseto arvense |
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Classificazione scientifica | ||||||||||||||
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Nomenclatura binomiale | ||||||||||||||
Equisetum arvense L., 1753 |
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Nomi comuni | ||||||||||||||
Equiseto, Rasperella |
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L'Equisetum arvense è la più comune specie di equiseto in Europa.
Indice |
[modifica] Morfologia
I suoi fusti sterili appaiono verdi (fotosintetici) e ramificati (~60 cm). A scopo riproduttivo, sviluppa fusti fertili, non ramificati e dotati di strobilo (~30 cm) le cui spore giungono a maturazione nel periodo di Marzo-Aprile.
[modifica] Diffusione e habitat
È comune nei luoghi umidi di Europa e Asia. L'appellativo arvense denota la sua diffusione nei luoghi campestri, ed efettivamente non è infrequente trovarlo su terreni incolti o lungo i fossi.
[modifica] Utilizzi
[modifica] Proprietà erboristiche
A scopi omeopatici, il fusto sterile viene essiccato, triturato e polverizzato; in esso sono presenti acido silicico, saponina, flavonoidi e sostanze amare. Ha proprietà antiemorragiche, diuretiche, antitubercolari e remineralizzanti.
[modifica] Qualità culinarie
In passato, presso le famiglie contadine, i germogli venivano occasionalmente impanati e fritti o conditi con aceto. Può essere aggiunto a zuppe o minestroni come integratore di sali minerali.
[modifica] Altri usi
L'acido silicico presente negli equiseti veniva sfruttato nella lucidatura di oggetti in legno o metallo strofinandoli con i fusti. Essi erano pratici anche per la forma e l'elasticità, sicché erano sovente adoperati per la pulizia dell'interno di vasi e bottiglie.
[modifica] Bibliografia
[modifica] Altri progetti
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