Dialettica eristica
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La dialettica eristica è una tecnica dialettica utilizzata per sostenere le dispute con l'unico scopo di far prevalere le proprie ragioni su quelle dell'avversario, senza dare importanza alla verità in sé. In questo senso è più simile alla manipolazione che alla persuasione.
L'espressione proviene probabilmente da Platone, che utilizzò il verbo erizein (combattere) per definire l'arte di battagliare con le parole (eristikè tèchne) praticata dai filosofi sofisti[1].
Essi consideravano la verità dipendente dalle esperienze di ogni singolo uomo (Relativismo etico sofistico), e si servivano quindi delle parole per confutare qualsiasi tesi, prescindendo da ogni considerazione circa la sua verità, in forza del principio, già affermato dai Cinici e dai Megarici, secondo cui non esistono proposizioni errate. Qualsiasi cosa si enunci, infatti, non può affermare qualcosa che non è, altrimenti esso si ridurrebbe al suo contrario, un non dire. Pertanto qualsiasi cosa si dica, si dice cosa che è, quindi, vera.
Schopenhauer ne L'arte di ottenere ragione, contrariamente ad altri filosofi, in particolare Hegel, individua nell'eristica l'unica vera funzione della dialettica: ottenere ragione per fas et nefas (con metodi sia leciti che illeciti), riservando alla logica il compito di ricercare la verità.
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