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Cimitero di Bonaria - Wikipedia

Cimitero di Bonaria

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Coordinate: 39°12′39″N 9°07′29″E / 39.210833, 9.124722

« Qui i monumenti funerari sono di rara ricchezza. Bianche statue simboliche appaiono attraverso i cipressi neri e gli enormi mazzi di fiori, le corone, portate in occasione della recente festa dei morti, hanno conservato parte della loro freschezza. Non c’e niente di funebre in quest’asilo. Si può finanche credere che il culto eccessivo con cui si onorano i defunti ha per causa veritiera la passione per il lusso e l’orgoglio dello sfoggio. Le statue sono manierate: tale, per esempio, questa giovane donna, vestita con la ricercatezza più estrema, che si lancia, le mani giunte, incontro ad un morto rimpianto, raffigurato da un busto. Le iscrizioni funerarie, di stile ampolloso, sono incise con lettere d’oro, od in rosso, su cartelli di marmo bianco. E tutto questo profana la pace delle tombe. Non si ha il cuore stretto, in mezzo a tutta quest’orpellatura, in codesto luogo superficiale, per il pensiero dell’ora delle ultime separazioni. Il più umile, il più solitario dei cimiteri di paese s’addice maggiormente agli amari pensieri del brusco distacco, dell’eterna separazione, e per dirla con una parola: alla morte. [1] »
(Gaston Vuiller, Les îles oubliées: les Baléares, la Corse et la Sardaigne, impressions de voyage, 1893)
Il cimitero di Bonaria intorno al 1870; sulla sinistra si vede il monumento funebre a Giuseppina Ara dei conti Ciarella, mentre sullo sfondo si scorge il timpano della facciata della cappella neoclassica
Il cimitero di Bonaria intorno al 1870; sulla sinistra si vede il monumento funebre a Giuseppina Ara dei conti Ciarella, mentre sullo sfondo si scorge il timpano della facciata della cappella neoclassica

Il Cimitero monumentale di Bonaria si trova a Cagliari. Occupa una vasta area del colle di Bonaria, sul quale sorge anche il santuario mariano.


Indice

[modifica] Cenni storici

L'attuale cimitero sorge su un'area utilizzata come necropoli [2] gia dai punici, dai romani e dalle prime comunità cristiane di Cagliari; a testimonianza di ciò restano diverse grotte scavate nella roccia calcarea del colle, utilizzate anticamente come sepolture, dove sono stati ritrovati numerosi reperti archeologici oggi conservati nel museo di Bonaria. Il cimitero di Bonaria venne costruito nel 1828 ad opera del capitano del Genio militare Luigi Damiano e aperto dal 1 gennaio 1829. Trent'anni dopo venne ampliato su progetto di Gaetano Cima. Dal 1968 le sepolture si effettuano solo nel cimitero di San Michele, aperto nel 1940. Il cimitero monumentale di Bonaria, col suo ricco patrimonio storico e artistico, versa attualmente in stato di degrado.

[modifica] Descrizione

Monumento alla marchesa Luigia Nin; sullo sfondo si intravede un panorama di Cagliari, in cui si riconosce la collina del Castello
Monumento alla marchesa Luigia Nin; sullo sfondo si intravede un panorama di Cagliari, in cui si riconosce la collina del Castello

La parte più antica del cimitero è costituita dalla zona pianeggiante posta alla base del colle, disposta lungo il muro di cinta del viale Cimitero. Quest'area è organizzata in settori quadrangolari. Al centro si trova la cappella, in stile neoclassico, attorno alla quale si dispone il settore destinato alle sepolture dei bambini. I successivi ampliamenti portarono l'area cimiteriale ad estendersi fino alla cima del colle. Al cimitero si accede attualmente dall'ingresso principale, di recente costruzione, ubicato nel piazzale situato all'angolo tra il viale Cimitero e il viale Bonaria, edificato sul luogo dove sino al 1929 sorgeva la chiesa romanico pisana di Santa Maria de Portu Gruttis, detta anche di San Bardilio, risalente al XII secolo. Un altro accesso si trova nella parte alta del cimitero, dietro la Basilica, mentre diversi cancelli, generalmente chiusi, si aprono lungo il viale Cimitero.

Il cimitero di Bonaria contiene numerose testimonianze artistiche e le tombe di importanti personaggi, tra cui quelle del sindaco di Cagliari Ottone Baccaredda, dello storico Pietro Martini, del canonico e archeologo Giovanni Spano (le cui spoglie riposano in una tomba da lui stesso ideata e realizzata col reimpiego di reperti archeologici [3]). Interessanti i monumenti funebri e le cappelle realizzate tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo da artisti quali Giuseppe Sartorio, Tito Sarrocchi, Cosimo Fadda, Andrea Ugolini, Emanuele Giacobbe, Giovanni Pandiani e altri, in cui si trova una grande varietà di gusti e stili, dal neoclassico al Liberty, passando per il realismo e il simbolismo.

[modifica] Ingresso e quadrati di San Bardilio

L'attuale ingresso principale, con gli attigui alloggi del custode, vennero eretti nel 1985, destando non poche polemiche, dovute al dubbio gusto della pesante struttura cubica in cemento armato. Superato l'ingresso, sulla sinistra, si trova il muro, parallelo a quello di cinta, in cui trovano posto le lapidi di numerosi giovani soldati, morti nella prima guerra mondiale. Di fronte, seguendo il muro di cinta, si arriva alla cappella della famiglia Chapelle (1910) in cui trova posto un'imponente statua marmorea del profeta Ezechiele, opera del Sartorio.

Statua di donna nel monumento all'avvocato Giuseppe Todde
Statua di donna nel monumento all'avvocato Giuseppe Todde

A destra dell'igresso si trova invece un'area in pendio dove si trovano numerose cappelle e monumenti immersi nella vegetazione. Quest'area è delimitata sul lato sinistro dal viale Generale Sanna, così detto perché conduce alla tomba del generale Carlo Sanna, che comandò la Brigata Sassari durante la prima guerra mondiale. Il generale, morto nel 1928, riposa insieme alla moglie in un semplice sepolcro in granito rosa, opera di Filippo Figari. Vicino si trova il monumento a Francesca Warzee, moglie di un imprenditore belga, costituito da un gruppo scultoreo eseguito da Giuseppe Sartorio nel 1894, in cui è rappresentato un bambino (il figlio della defunta) mentre solleva la coperta che ricopre la madre, distesa su un letto, chinato come se volesse baciarle il viso.

Oltre il muro con le tombe dei caduti nella prima guerra si passa ai cosiddetti "quadrati di San Bardilio", ovvero due aree quadrangolari che prendono il nome dall'antica chiesa che sorgeva in questa zona sino al 1929. Le mura che delimitano i quadrati ospitano, tra le altre, la tomba di Ottone Baccaredda (1849 - 1921), celebre sindaco di Cagliari, promotore della costruzione del Palazzo Civico e del Bastione di Saint Remy. Anche la tomba dello storico Pietro Martini (1800 - 1866) aveva qui la sua collocazione e vi sarà ricollocata quando termineranno i lavori di restauro che interessano la parete che la ospitava. Nella parete di fondo, che segue il muro di cinta, si aprono otto arcate a tutto sesto che introducono ad altrettante cappelle di famiglia, alcune di esse fatiscenti. Interessante la cappella Birocchi - Berola, col soffitto ornato da nuvole e angeli in gesso e la cui parete di fondo è coperta da una tenda marmorea, scostata nel mezzo da un angioletto che, col dito della mano destra davanti alla bocca, sembra voler intimare il silenzio (sculture di Giuseppe Sartorio). La cappella Calvi ospita, oltre alle sculture del Sartorio, dipinti dell'artista riminese Guglielmo Bilancioni. Di fronte alla cappella Calvi è posto il monumento all'avvocato Giuseppe Todde, eseguito dal Sartorio nel 1897, caratterizzato dalla statua di una donna orante posta alla base di una stele cruciforme sormontata dal busto che ritrae il defunto.

[modifica] Campo santo vecchio e ampliamenti del 1835 e 1858

Monumento a Maria Anna Barrago dei conti Ciarella
Monumento a Maria Anna Barrago dei conti Ciarella

Oltre i quadrati di San Bardilio, tra la cappella e la porzione di muro di cinta in cui si apre l'antico ingresso principale, sono disposti i quattro quadrati che costituiscono il nucleo originario del campo santo. I quadrati ospitano sepolture a terra, con alcuni monumenti piuttosto rovinati, tra cui si trova quello posto sulla tomba di Giovanni Marghinotti (1798 - 1865). Degno di nota è il Genio alato sulla tomba di Giuseppina Ara dei conti Ciarella, scolpito da Agostino Allegri nel 1870. Il monumento al banchiere parigino Camille Victor Fevrier, opera di Giuseppe Sartorio del 1898, è costituito dal busto marmoreo del defunto sovrastato da un tendaggio sostenuto in alto da un angioletto.

Nelle mura che delimitano l'area del campo santo vecchio si dispongono cinquantuno cappelle, tra cui alcune appartenenti ad arciconfraternite cittadine, come la cappella dell'Arciconfraternita dei santi Giorgio e Caterina dei Genovesi (con sede nella omonima chiesa parrocchiale di Monte Urpinu), riconoscibile dallo stemma di Genova che campeggia all'esterno. Tra le cappelle di famiglia, quella della famiglia Barrago custodisce il monumento a Maria Anna Barrago dei conti Ciarella, scolpito nel 1880 da Giovanni Battista Villa, costituito da una bella statua marmorea della donna, morta a trentacinque anni. La cappella Nurchis ospita il monumento a Jenny Nurchis, del 1884, la cui statua marmorea, opera del Sartorio, rappresenta la donna vestita secondo la moda dell'epoca, in abiti resi dall'artista molto realisticamente, con grande attenzione per i particolari. Di un certo interesse è anche la cappella Cugia, con diverse sculture, tra cui il busto del colonnello Francesco Cugia, opera di Tito Sarrocchi, il monumento al generale Efisio Cugia e il gruppo scultoreo che rappresenta Caterina e Speranza Cugia, opere di Giovanni Pandiani.

Monumento a Maria Ugo Ortu
Monumento a Maria Ugo Ortu

In fondo al campo santo vecchio, in asse con l'ex ingresso principale, si trova il piccolo complesso costituito, al centro, dalla cappella, affiancata ai lati da due ambienti, anticamente utilizzati rispettivamente come cappella sepolcrale per gli arcivescovi di Cagliari e come obitorio. La cappella, in stile neoclassico, è dotata di facciata costituita da un timpano sostenuto da due coppie di lesene ai lati. Alla parete del retro della cappella si addossa il sepolcro dell'archeologo Giovanni Spano che, come dice l'iscrizione il latino, venne ideato dallo stesso Spano quando era ancora in vita. La tomba è costituita da un sarcofago romano rinvenuto dallo Spano proprio nella necropoli di Bonaria. Il sarcofago, retto da quattro colonne, è sormontato dal busto marmoreo che ritrae il defunto, opera del Sartorio.

Le aree ai lati e dietro la cappella sono occupate dai nove quadrati disposti negli ampliamenti dal 1835 al 1858. I quadrati più vicini alla cappella vennero destinati alla sepoltura dei bambini piccoli e contengono alcuni monumenti di forte impatto emotivo, come la scultura sulla tomba di Maria Ugo Ortu (morta all'età di due anni circa), composta da una semplice struttura architettonica, costituita da una stele spezzata a cui si affianca una breve balaustra (in trachite scura di Serrenti), dietro la quale è collocata una statua marmorea raffigurante la bambina, vestita di tutto punto, nell'atto di salutare chi sta oltre la balaustra (che simboleggia il confine fra la vita e la morte). L'opera venne realizzata nel 1891 dal Sartorio.

[modifica] Vecchio e Nuovo Campo Palme

Il Vecchio e il Nuovo Campo Palme (nome che deriva dalla presenza di questo tipo di piante) sono due settori, anch'essi organizzati in zone quadrangolari, frutto degli ampliamenti effettuati tra il 1858 e il 1906 che fecero raggiungere al cimitero l'attuale espansione verso nord. I due Campi sono tra i peggio conservati del cimitero, fatto che ha portato alla decisione di trasferire temporaneamente diverse salme al cimitero di San Michele.

Il nuovo Campo Palme, detto anche Orto delle Palme, si dispone nella zona in cui il muro di cinta di viale Cimitero e il muro di cinta a nord formano l'angolo. I monumenti che occupano i sei quadrati sono quasi tutti risalenti al primo trentennio del '900. Fa eccezione la lastra tombale sul sepolcro del militare francese Alexandre Charles Perrégaux (1791 - 1837). L'uomo venne ferito durante la spedizione di Costantina [4] e morì il 9 novembre 1837 mentre la nave che lo riportava in patria sostava al porto di Cagliari. La salma di Perrégaux venne in un primo momento sepolta vicino al lazzaretto di Sant'Elia e successivamente traslata a Bonaria.

Cappella di famiglia in cima a una delle ripide scalinate che conducono alla parte alta del cimitero
Cappella di famiglia in cima a una delle ripide scalinate che conducono alla parte alta del cimitero

A est, verso la parte alta del cimitero, si dispone il vecchio Campo Palme, diviso in sei quadrati, attorno ai quali si dispongono diverse cappelle. Uno dei quadrati venne destinato alle sepolture dei non cattolici e molte delle tombe che lo occupano furono qui trasferite dall'ex cimitero degli acattolici, detto "Cimitero degli Inglesi" che, fino al 1895, si trovava in via XX Settembre. Le cappelle di famiglia che si affacciano nel vecchio Campo Palme versano in gran parte in stato di abbandono e degrado, malgrado alcune ospitino interessanti sculture. All'interno di una cappella si trova la lapide che indica la tomba dell'artista Tarquinio Sini, morto a Cagliari nel 1943.

[modifica] Zona alta

La zona alta del cimitero, in cima al colle di Bonaria, ospita diversi filari di loculi e ossari, posti lungo il muro di cinta est e nelle pareti disposte ad esso parallele. Qui trovò sepoltura il beato Nicola da Gesturi, successivamente posto in un sarcofago nella chiesa dei Cappuccini, dove attualmente riposa. Qui si trova anche la tomba del tenore Piero Schiavazzi.

Nella parte alta del cimitero si trovano anche alcune cappelle. La prima ad essere edificata in cima al colle, nel 1898, fu quella della famiglia Onnis Devoto, ad opera di Giuseppe Sartorio. Interessante anche la cappella della famiglia Larco, progettata da Filippo Figari nel 1922. All'interno è custodita una tela, dipinta dallo stesso Figari, raffigurante la Deposizione. La tela suscitò polemiche [5] per la crudezza con cui l'artista dipinse la scena sacra: Giuseppe d'Arimatea è rappresentato come un becchino intento a scavare una fossa, la Maddalena appare discinta e il corpo di Cristo è rigido e livido.

[modifica] Iscrizioni

« Pittore esimio
D'animo leale d'auri costumi
Prediligeva la patria e ne era ornamento
Accademico di San Luca e dell'Albertina
Ebbe insegne d'onore dalle corti di Torino e Madrid
Provò amica la fortuna avversi gli uomini
Visse né agiato né felice
Nato a Cagliari a dì 17 Gennajo 1798
Compianto da tutti
Morì nel dì 20 Gennajo 1865
Gli amici
Innalzarono questa lapide
 »

L'iscrizione, ormai poco leggibile, si trova sul semplice monumento al pittore Giovanni Marghinotti. Il testo dell'iscrizione è riportato dallo Spano nella sua Storia del cimitero di Bonaria.


« Cattivo! perché non ti risvegli?! »

L'iscrizione accompagna il monumento funebre a Efisino Devoto, opera del Sartorio risalente al 1887, collocato nella cappella Devoto, che si affaccia nell'area del vecchio camposanto. La statua rappresenta un bambino, Efisino, che, seduto su una seggiola, sembra dormire.


« Pietro Magnini
da Gravedona sua patria
con doviziosa dote
volontà mente cuore
trasse in Sardegna
ove
dalla sua benefica indole
largamente propiziati
ubertosi frutti coglieva
quando di feroci armati predoni
addì 27 giugno 1876
in età d'anni 40
ne' pressi di Urzulei
sotto immani colpi
periva
 »

L'iscrizione accompagna il monumento funebre agli ingegneri Pietro Magnini e Ottone de Negri, collocato nell'area nel vecchio campo santo. I feroci armati predoni citati nell'iscrizione erano banditi che assalirono e uccisero i due uomini nelle campagne di Urzulei, dove si trovavano per i lavori di costruzione dell'Orientale sarda. Il monumento, opera del 1876 di Giacomo Bonati, recava rappresentato in un bassorilievo l'episodio dell'uccisione dei due uomini da parte dei banditi, raffigurati vestiti in abiti tipicamente sardi. La forte caratterizzazione etnica data ai banditi destò molte polemiche, tante che lo scultore si vide costretto a eliminare le immagini dei banditi dal bassorilievo, che da allora presenta scolpiti solamente i due ingegneri su di un calesse [6].

[modifica] Galleria

Altre immagini del Cimitero di Bonaria
Monumento a Efisino Devoto
Monumento a Efisino Devoto
Monumento a Camille Victor Fevrier
Monumento a Camille Victor Fevrier
Monumento a Jenny Nurchis all'interno della Cappella Nurchis
Monumento a Jenny Nurchis all'interno della Cappella Nurchis
Facciata della Cappella cimiteriale
Facciata della Cappella cimiteriale
Tomba di Giovanni Spano
Tomba di Giovanni Spano

[modifica] Note

  1. ^ Gaston Vuiller. Le isole dimenticate. La Sardegna . URL consultato il 21 dicembre 2007.
  2. ^ Cimitero Monumentale di Bonaria. URL consultato il 21 dicembre 2007.
  3. ^ Cimitero Monumentale di Bonaria. URL consultato il 21 dicembre 2007.
  4. ^ (FR) Alexandre Charles Perrégaux. URL consultato il 21 gennaio 2008.
  5. ^ Pittura e scultura del primo '900, p.123, cit. in bibliografia
  6. ^ Pittura e scultura dell'Ottocento, p.184 cit. in bibliografia

[modifica] Bibliografia

  • Giovanni Spano. Storia e necrologio del campo santo di Cagliari. Cagliari, 1869.
  • Giuliana Altea, Marco Magnani. Pittura e scultura del primo '900. Nuoro, Ilisso, 1995. ISBN 8885098398
  • Maria Grazia Scano. Pittura e scultura dell'Ottocento. Nuoro, Ilisso, 1997. ISBN 88-85098-56-8
  • Gian Paolo Caredda. Il camposanto cagliaritano di Bonaria: un abbandono monumentale. Scuola Sarda, 2007. ISBN 8887758174

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