Cervus elaphus corsicanus
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Cervo sardo |
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Cervus elaphus corsicanus |
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Stato di conservazione | ||||||||||||||||||
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Classificazione scientifica | ||||||||||||||||||
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Nomenclatura trinomiale | ||||||||||||||||||
Cervus elaphus corsicanus Erxleben, 1777 |
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Il cervo sardo (Cervus elaphus corsicanus) è una sottospecie del cervo europeo (Cervus elaphus), dunque anch'esso un mammifero ruminante dell'ordine degli Artiodattili; il nome scientifico richiama la sua prima osservazione in Corsica, ma questo splendido animale viveva ormai soltanto in Sardegna. Alla fine degli anni novanta è stato reintrodotto anche in Corsica.
Fino a non molto tempo fa se ne temette seriamente l'estinzione (alla fine degli anni '60 fu inserito nella IUCN Red list of Threatened Species con una popolazione stimata probabilmente inferiore ai 100 esemplari). Negli anni '70 il primo censimento attendibile stimò una popolazione superstite di 250-300 esemplari. Questa popolazione era frazionata in due nuclei, dislocati nei monti del Sulcis e del Sarrabus, ai quali si aggiungevano pochi esemplari confinati nell'areale di Montevecchio - Costa Verde.
La salvaguardia dall'estinzione di questa specie ha la sua pietra miliare nella metà degli anni '80, con l'acquisizione della Riserva di Monte Arcosu da parte del WWF Italia.
L'opera di tutela dell'associazione, affiancata dall'attività di allevamento e ripopolamento attuata dall'ex Azienda Foreste Demaniali della Sardegna, ha permesso di allontanare lo stato d'emergenza consentendo l'incremento della popolazione nel territorio del Sulcis e la sua reintroduzione negli areali del Sarrabus e del Monte Linas e, recentemente, nella stazione forestale del Monte Lerno (Pattada) e in Corsica. Sono in corso da anni tentativi di ripopolamento di altre aree, in particolare nella Barbagia e nel Gerrei. Nell'opera di salvaguardia sono coinvolti diversi organismi pubblici o privati. Alle azioni dell'Ente Foreste della Sardegna, dell'Università di Cagliari, del WWF Italia si affiancano gruppi di volontari o associazioni che operano in contesti locali. Dal 1989, a Guspini opera l'associazione ELAFOS, che si occupa della salvaguardia di questa specie nell'areale di Montevecchio - Costa Verde, eseguendo un censimento annuale della popolazione.
Attualmente il rischio di estinzione è stato allontanato: un censimento del 2005 stima una popolazione di oltre 6.000 esemplari allo stato libero, distribuita in tre areali non contigui della Sardegna meridionale:
- Sulcis: quasi 2.600 esemplari, di cui 1.000 nella Riserva di Monte Arcosu e 1.500 nei territori contigui delle foreste demaniali di Gutturu Mannu, Monte Nieddu e Is Cannoneris.
- Sarrabus: oltre 2.000 esemplari.
- Areale di Montevecchio - Costa Verde e Monti dell'Iglesiente: quasi 1.500 esemplari, di cui 1.250 nell'areale di Montevecchio e i restanti nel Monte Linas.
A questi si aggiungono circa 400 esemplari confinati nei recinti faunistici dell'Ente Foreste, fra cui Monte Lerno, attualmente ripopolata.
Il venir meno dello stato d'emergenza non consente ancora di calare l'attenzione, poiché le cause che lo espongono a pericolo (bracconaggio, incendi boschivi, depauperamento del patrimonio forestale) non sono state del tutto rimosse. Oggi è fra le specie particolarmente protette a livello nazionale (art. 2 L. 157/92) e regionale (art 5 L.R. 23/98).
[modifica] Bibliografia
- Deer Specialist Group 1996. Cervus elaphus corsicanus. In: 2007 IUCN Red List of Threatened Species. IUCN 2007.
- Associazione ELAFOS. Atti di convegni sul Cervo Sardo e attività di ricerca e censimento.
- Sardegnaambiente.it Censimento del Cervo Sardo 2006
[modifica] Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene file multimediali su Cervus elaphus corsicanus