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Carlo Airoldi - Wikipedia

Carlo Airoldi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Carlo Airoldi
Immagine:CarloAiroldi.jpg
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Dati biografici
Nome Carlo Airoldi
Nato 21 settembre 1869
Origgio
Paese Italia
Nazionalità Italiana
Passaporto
Morto 10 giugno 1929
Milano
Altezza cm
Peso kg
Dati agonistici
Disciplina Atletica leggera
Specialità Maratona
Categoria
Record
Ranking °
Ruolo
Squadra
Ritirato
Carriera
Giovanili
Club professionistici  
Nazionale
Carriera da allenatore
Incontri disputati

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Palmarès
 

Carlo Airoldi (Origgio21 settembre 1869 – Milano10 giugno 1929) è stato un atleta italiano. Maratoneta, tentò, senza successo, di prendere parte alle prime Olimpiadi del 1896 ad Atene.

Indice

[modifica] La nebbia dei tempi

Carlo Airoldi è un personaggio tornato alla ribalta negli ultimi anni grazie alle scoperte di recenti fonti storiche, come alcuni diari di atleti che presero parte alle Olimpiadi del 1896, e alla pubblicazione, nel 2005, del libro La leggenda del maratoneta di Manuel Sgarella.

Precedentemente si conosceva poco di lui e ancora oggi risulta sconosciuto il luogo della sua morte. Lo stesso libro dello Sgarella è una delle pochissime fonti biografiche esistenti.

Tuttavia tra tutti i personaggi che hanno partecipato alle prime Olimpiadi di Atene, o che abbiano tentato di parteciparvi, è quello che si sta rivelando più interessante per diversi motivi tra cui le modalità del suo viaggio (tutti erano giunti in nave e in treno, ma Airoldi aveva fatto a piedi buona parte della strada) come anche le peculiarità dell'organizzazione di questa iniziativa, basata sulla ricerca di uno sponsor per sostenere il viaggio, a differenza degli atleti anglo-sassoni, ad esempio, che trovavano facili finanziamenti presso le università che frequentavano.

Inoltre Airoldi era uno dei primi rappresentanti di quella specialità sportiva che era nata con le Olimpiadi, la maratona, che vedrà ancora in seguito sfortunati ma bravissimi atleti italiani come Dorando Pietri.

La cronaca sportiva ha anche voluto vedere in lui una delle prime vittime delle manovre di giustizia sportiva mirate a favorire un atleta piuttosto che un altro, in quanto la Grecia puntava molto su un suo rappresentante come vincitore della maratona ed aveva tutti gli interessi ad escludere un atleta forte e temuto come Carlo Airoldi.

Carlo Airoldi appare nell'opera in tre atti 1896 - Pheidippides... corri ancora! di Luca Belcastro. In quet'opera si parla dei Giochi Olimpici del 1896 e anche della vicenda dell'Airoldi che, dopo aver percorso un lungo tragitto a piedi, apprende della sua esclusione ai giochi.

[modifica] Gli inizi

Carlo Airoldi nacque nel 1869 alla Cascina Broggio, a Origgio, da una famiglia contadina. I suoi genitori si chiamavano Luigi Airoldi e Annunciata Borroni.[1]

Incominciò a partecipare a gare nel territorio di Varese (la prima documentata si tenne a Gorla nel 1891[1]) per poi arrivare a gare nazionali e internazionali dove si batté con il suo maggiore rivale del tempo, il marsigliese Louis Ortègue. Nel 1892 trionfò nella Lecco-Milano; vinse in seguito la Milano-Torino.[1]

Divenne ben presto famoso come uno dei migliori fondisti della sua epoca. Il suo grande successo fu la vittoria alla Milano-Barcellona (settembre 1895), una gara di marcia in dodici tappe per complessivi 1.050 chilometri. Durante la gara, quando era a trenta chilometri dal traguardo, attese il suo avversario Louis Ortègue, che era ormai stremato, se lo caricò sulle spalle e tagliò per primo il traguardo. Tale vittoria gli fruttò la cifra di circa duemila peseta.[1]

Nel novembre 1895 sfidò Buffalo Bill, che in quei giorni era in Italia, a una gara di 500 chilometri: Airoldi sarebbe andato a piedi mentre Buffalo Bill a cavallo. Tuttavia Buffalo Bill rifiutò perché pretendeva di avere a disposizione due cavalli.[1][2]

Airoldi, oltre a essere un maratoneta, praticava altri sport a livello amatoriale come la lotta e il sollevamento pesi che lo aiutavano finanziariamente. Aveva anche un lavoro: era operaio di un importante fabbrica di cioccolata.[1][3]

[modifica] La I Olimpiade

Viaggio di Airoldi a piedi da Milano ad Atene
Viaggio di Airoldi a piedi da Milano ad Atene

Airoldi tentò di partecipare alla I Olimpiade di Atene nel 1896, con ottime prospettive di vittoria. Tuttavia aveva bisogno di denaro per arrivare nella capitale greca. I soldi vennero cercati presso il direttore del giornale milanese La Bicicletta, uno dei più noti dell'epoca, cui Airoldi propose di partecipare economicamente al viaggio, che si sarebbe svolto a piedi attraverso l'Austria, la Turchia e la Grecia. Un viaggio avventuroso che avrebbe obbligato l'Airoldi a percorrere settanta chilometri al giorno per trovarsi in tempo ad Atene.[1] Il giornale avrebbe documentato tutte le tappe del viaggio e avrebbe fornito il necessario supporto logistico.

Il giornale milanese accettò e il viaggio ebbe inizio. Le tappe da Milano a Spalato, passando per Trieste e Fiume, non presentarono problemi. Airoldi era intenzionato a dirigersi lungo le coste dalmate per passare da Cattaro e poi da Corfù. Tuttavia, prima di giungere a Ragusa, cadde e si ferì una mano, dopo essere stato costretto a trascorrere due giorni all'addiaccio.[4] Gli fu sconsigliato di attraversare l'Albania a piedi per giungere a Corfù, per cui si imbarcò su una nave austriaca che lo fece sbarcare a Patrasso da dove raggiunse Atene a piedi, seguendo i binari della ferrovia in quanto non esisteva altra strada.

Dopo questo viaggio avventuroso di ventotto giorni, Airoldi, tuttavia, non poté partecipare alla maratona. La vicenda è paradossale: recatosi a Palazzo Reale per iscriversi ai Giochi, venne ricevuto dal principe Costantino, presidente del Comitato Olimpico. Qui venne alla luce il premio in denaro ricevuto grazie alla gara Milano-Barcellona, ed Airoldi in base a ciò venne considerato un professionista e quindi non accettabile come atleta olimpico.[4] A niente servirono i telegrammi giunti dall'Italia da parte di associazioni e comitati sportivi: Airoldi non poteva partecipare e, già allora, non mancarono i dubbi circa la volontà da parte degli organizzatori di escludere un atleta così forte da una gara a cui i greci tenevano molto.[4]

Lovati, corrispondente de La Bicicletta, telegrafò da Atene la sera del 10 aprile. Ecco il testo del suo messaggio:[4]

« La corsa Maratona-Atene, che costituiva il classico avvenimento dei giuochi olimpici, ebbe luogo oggi. Vi parteciparono dieci concorrenti fra i quali però nessun italiano, avendo il Comitato mantenuto l'esclusione del nostro Carlo Airoldi.
Giunse primo il corridore greco Luis (sic), che coprì i 42 chilometri nel tempo davvero meraviglioso di ore 2,50.
L'arrivo del corridore allo Stadio fu accolto dal maggior entusiasmo del popolo greco, che portò in trionfo il vincitore
Non si sa ancora se Luis accetterà la sfida lanciatagli dall'Airoldi. »
(La Bicicletta - anno III - n. 32 (244) - pag. 1 - sabato 11 aprile 1896)

Airoldi non accettò mai la decisione e lanciò una sfida al vincitore della maratona che non fu mai raccolta.[4]

[modifica] Gli ultimi anni

Al ritorno in patria Airoldi tentò di battere il record di Spyridon Louis: fissò come data del tentativo il 31 maggio 1896; la strada prescelta sarebbe stata quella da 12 chilometri al di là di Cassano d'Adda, al Rondò di Loreto. Il quotidiano "La bicicletta" decise di assegnare all'Airoldi, in caso di successo, una coppa d'argento. Purtroppo le strade furono rese impraticabili dal gelo e dalle piogge primaverili e così il tentativo venne inizialmente rimandato alla metà di giugno. Il tentativo di battere il record di Spyridon Louis non ebbe più luogo. Stando alle dichiarazioni dei familiari dell'atleta, Airoldi avrebbe poi fatto un tentativo per battere questo record percorrendo i 40 km in 2 ore e 44 minuti.[4]

Continuò a gareggiare in Lombardia. Il 26 luglio 1896 corse la gara Melide-Lugano di 11 chilometri e a pochi metri dal traguardo mentre era in terza posizione si fermò per cedere il terzo posto al dodicenne corridore Luigi Lonardini.[4][5] A quei tempi nacque una vera e propria rivalità tra Airoldi e un altro corridore, Gamba. I due si sfidarono nella notte tra il 5 e 6 giugno 1897 sul tratto Milano – Cernobbio – Punta Villa Pizzo – Milano. Airoldi, oltre a vincere la gara, era intenzionato a battere il record di Radaelli che aveva percorso il tragitto in circa 12 ore. Alla fine a vincere la sfida (e a battere il record di Radaelli) fu Gamba che tagliò per primo il traguardo in 9 ore e 13 minuti mentre, stando alle dichiarazioni di alcuni ciclisti, Airoldi si fermò a 30 km dal traguardo.[6] Il 31 agosto 1897 partecipò al primo campionato pedestre italiano arrivando secondo dietro a Cesare Ferrari; in quell'occasione fu molto sfortunato perché fu costretto a correre gli ultimi chilometri con una scarpa rotta.[4][7]

Nel 1898 si trasferì in Svizzera per cercare lavoro. Prima della partenza la società Libertas Torino, per la quale era tesserato a partire dal dicembre 1896, gli conferì la fascia d'onore che venne esposta a Torino per alcune settimane nella vetrina di un negozio.[8] Il 4 settembre 1898 a Zurigo corse i 5.000 metri in 19:45. Il suo avversario in quella gara era un cavallo. Nel 1899 partecipò alla Parigi-Marsiglia prima di trasferirsi a Berna dove lavorò in un azienda produttrice di biciclette. Il 16 settembre 1900 vinse la Friburgo-Berna.

In seguito, dopo una breve permanenza a Milano, si spostò in Sud America a cercare fortuna. Qui, stando ad alcune fonti (come ad esempio il libro Storia dell’Atletica Italiana Maschile di Marco Martini), Airoldi si esibì, mentre era a Rio de Janeiro, a una prova di forza che consisteva nel trasportare un sacco di 450 kg per 100 m. Pare che a Porto Alegre rischiò di essere linciato dal pubblico per aver perso una sfida contro un cavallo. Rientrò in Italia nel 1902 e rimase nel mondo dello sport come organizzatore di gare e poi come dirigente di società sportive come ad esempio il Club ciclistico La Veloce di Legnano.[4]

[modifica] Note

  1. ^ a b c d e f g Carlo Airoldi - Olimpionico mancato pt. 1
  2. ^ La Bicicletta - anno II – n. 121 (201), sabato 23 novembre 1895, pag. 3
  3. ^ La Gazzetta dello Sport – anno II – n. 4 (30), lunedì 13 aprile 1896, pag. 3
  4. ^ a b c d e f g h i La vera storia di Carlo Airoldi Olimpionico mancato
  5. ^ La Bicicletta – anno III – n. 79 (280) –pag. 3, giovedì 30 luglio 1896
  6. ^ La Bicicletta, anno IV – n. 53 (384) – pag. 2 – Lunedì/Martedì,7/8 giugno 1897
  7. ^ La Bicicletta – anno III –n.91 (422) – pag. 4 – Sab. e Dom. 4-5 settembre 1897
  8. ^ La Bicicletta – anno V – n. 31 (489) – pag. 3, lunedì 18 aprile 1898

[modifica] Bibliografia

  • Manuel Sgarella, La leggenda del maratoneta, Varese, Macchione Editore, 2005. ISBN 8883402308.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni

  • sport Portale Sport: accedi alle voci di Wikipedia che parlano di sport


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