Carcinoma mammario
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Il carcinoma mammario è un tumore maligno del tessuto ghiandolare della mammella.
Indice |
[modifica] Epidemiologia
È la quinta causa di morte più comune per cancro nel mondo, dopo il tumore del polmone, quello dello stomaco, quello del fegato e quello del colon-retto. Nel 2005, il carcinoma mammario ha provocato in tutto il mondo 502.000 morti (il 7% delle morti per cancro e circa l'1% delle morti totali). È inoltre il tumore maligno più comune nelle donne.
Il numero di casi di carcinoma mammario è aumentato in modo significativo a partire dagli anni '70, con i cambiamenti dello stile di vita nel mondo occidentale.
Dato che il tessuto della mammella è identico nella femmina e nel maschio, il carcinoma mammario può colpire anche quest'ultimo, sebbene sia alquanto raro.
[modifica] Storia
Il carcinoma mammario è senz'altro, tra le forme tumorali, quella descritta più anticamente nell'uomo. Sebbene non venisse ancora utilizzato il termine "cancro", pare che sia stato scoperto in Egitto intorno al 1600 a.C.; il celebre Papiro Edwin Smith descrive otto casi di tumori o ulcere della mammella che venivano trattate mediante cauterizzazione.
Per secoli, i medici hanno descritto casi simili nella loro pratica con la conclusione che non vi fosse trattamento alcuno in grado di guarire da tale malattia. Solo nel XVII secolo fu stabilito un legame tra il carcinoma mammario e i linfonodi dell'ascella. Il chirurgo francese Jean Louis Petit (1674-1750) e quello scozzese Benjamin Bell (1749-1806) furono i primi a rimuovere i linfonodi, il tessuto mammario e la parete muscolare.
Ciò portò successivamente al primo intervento chirurgico di mastectomia, eseguito nel 1882 da William Stewart Halsted; la "mastectomia radicale secondo Halsted" divenne così un metodo chirurgico molto conosciuto ed in voga almeno sino agli anni '70.
[modifica] Classificazione
Vi sono varie categorie cliniche e patologiche di carcinoma mammario che possono anche sovrapporsi l'un l'altra (per esempio il carcinoma duttale può essere anche infiammatorio).
- Carcinoma duttale, 65-90%
- Carcinoma lobulare, 10%
- Carcinoma mammario infiammatorio
- Carcinoma medullare della mammella, 5%
- Carcinoma colloide, 2%
- Carcinoma papillare, 1%
- Carcinoma metaplastico
- Carcinoma mammario triplo negativo
[modifica] Sintomatologia
Il carcinoma della mammella precoce si può presentare, in alcuni casi, con sintomi di dolore al seno (mastalgia) oppure con dolore dovuto ai noduli.
Grazie all'avvento della tecnica della mammografia, la malattia può essere spesso diagnosticata prima che compaia una vera e propria sintomatologia, a livello di noduli asintomatici rilevati dal mammogramma.
Possono essere presenti noduli al di sotto del braccio o al di sopra della clavicola.
Se il carcinoma si associa ad infiammazione della pelle, si parla di carcinoma mammario infiammatorio. In questa tipologia di cancro il tumore causa esso stesso una reazione infiammatoria della pelle che può portare a dolore, gonfiore, calore e arrossamento della mammella.
Eventuali variazioni nell'aspetto e nella forma del seno (in particolare del capezzolo), sono importanti indici di sospetto di carcinoma mammario. La Malattia di Paget del capezzolo, sindrome costituita da vari sintomi, con la pelle del capezzolo che si presenta eczematosa, può rappresentare una manifestazione sintomatologica tardiva di carcinoma mammario.
Alcune patologie benigne della mammella, come la mastopatia fibrocistica, la mastite, la mastalgia funzionale e il fibroadenoma sono tra le cause più comuni del carcinoma mammario e la comparsa di ogni nuovo sintomo deve essere attentamente segnalata dai pazienti e valutata dai medici in quanto può rappresentare il primo segno di comparsa della malattia, a qualunque età.
Talvolta, il carcinoma mammario si presenta come malattia metastatica la quale può causare sintomi differenti a seconda della localizzazione delle metastasi. I siti più comuni in cui appaiono le metastasi sono le ossa, il fegato, il polmone e il cervello.
[modifica] Fattori di rischio epidemiologici ed eziologia
Molto importanti per le malattia sono sia i fattori di rischio epidemiologici sia l'eziologia. Il primo studio sull'epidemiologia del carcinoma della mammella fu pubblicato nel 1926 da Janet Lane-Claypon che analizzò comparativamente oltre 500 casi di carcinoma mammario confrontandoli con altrettanti pazienti di un gruppo di controllo aventi il medesimo "background" in termini di stile di vita.
Oggi, la malattia, come tutte le altre forme di cancro, è considerata essere il risultato finale di numerosi fattori sia ambientali che ereditari:
- Lesioni al DNA, come le mutazioni genetiche. L'esposizione agli estrogeni è stata correlata sperimentalmente alle mutazioni che provocano il carcinoma mammario.
- Fallimento dell'immunosorveglianza che normalmente blocca i tumori maligni ad una fase precoce della loro storia naturale.
- Anomalia nel segnale dei fattori di crescita nell'interazione fra le cellule connettive e le cellule epiteliali, come ad esempio nel processo dell'angiogenesi necessaria a favorire la crescita di nuovi vasi sanguigni in prossimità di nuovi tumori.
- Difetti congeniti nei geni di riparo del DNA, come BRCA1, BRCA2 and p53.
Altri fattori di rischio sono:
- Sesso femminile
- Storia familiare di carcinoma mammario in parenti di 1° grado
- Moderato consumo di alcol
- Età > 50
- Stato sociale economico elevato
- Menarca < 12 anni
- Nord America, Nord Europa
- Nulliparità, gravidanza in età avanzata
- Terapia ormonale sostitutiva
- Anamnesi personale di tumore della mammella
- Obesità in postmenopausa
- Contraccettivi orali
- Storia familiare di un tumore mammario bilaterale
- Anamnesi personale di carcinoma ovarico o dell’endometrio
- Dieta
- Malattia proliferativa atipica della mammella
- Malattia proliferativa benigna della mammella
Nonostante l'identificazione di svariati fattori di rischio epidemiologico, la causa dell'insorgenza del carcinoma mammario rimane sovente sconosciuta. In altri termini, la ricerca epidemiologica fornisce informazioni sulla diffusione e sull'incidenza della malattia in una data popolazione, ma non per un singolo individuo. All'incirca il 5% dei carcinomi mammari di nuova insorgenza sono attribuibili a sindromi di tipo ereditario, mentre l'eziologia del restante 95% dei casi rimane ignota.
[modifica] Screening
Lo screening si fa dai 50 ai 69 anni per 2 motivi:
- Motivo epidemiologico: Il tumore mammario aumenta di frequenza dai 50 anni in su. Questo non esclude che comunque ci siano casi sotto i 50 anni anzi, proprio sotto i 50 anni ci sono più casi di tumori metastatici e sotto i 50 anni sono anche molto più aggressivi. Quindi se si sospetta un rischio per tumore sotto i 50 anni, ad esempio per familiarità, terapie ormonali o nulliparità, bisognerebbe fare ugualmente dei controlli.
- Il limite superiore è di 69 anni perché tutti gli studi di efficacia sono stati fatti in questa fascia di età, ma non c’è motivo di ritenere che lo screening sia inefficace al di sopra dei 69 anni e non c’è motivo per non farlo.
Lo screening riduce la mortalità di un 23-25%. Significa che 1 donna su 4 che fa screening viene guarita solo per il fatto che fa screening quindi che fa una diagnosi in fase preclinica; 1 donna su 4 non sarebbe guarita se non avesse fatto lo screening. Ogni medico poi deciderà, conoscendo le proprie pazienti, se far fare lo screening anche al di sotto dei 50 o sopra i 69 anni.
[modifica] Voci correlate
- Tumore della mammella
- Radial scar
- Autoesame della mammella
- Chirurgia della mammella
- Storia della mastectomia
[modifica] Collegamenti esterni
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