Campomanfoli
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Campomanfoli | ||||||||
Stato: | Italia | |||||||
Regione: | Campania | |||||||
Provincia: |
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Comune: |
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Coordinate: | ||||||||
Altitudine: | 90 m s.l.m. | |||||||
Nome abitanti: | manfolesi | |||||||
Pref. telefono: | 081 | CAP: | 84083 | |||||
Sito istituzionale | ||||||||
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Campomanfoli è una delle 10 frazioni che costituiscono il Comune di Castel San Giorgio, in provincia di Salerno.
Indice |
[modifica] Geografia
Esso si trova nella parte nord del territorio comunale ai piedi del Monte Iulio e confina col Comune di Siano. Campomanfoli è strutturalmente legata alla distinta frazione di Aiello. Essa si compone di una zona "storica" (Capo Casale) che è arroccata alle falde del Monte Iulio, e di una zona più recente (intorno alla Chiesa della Madonna di Costantinopoli) che si caratterizza soprattutto per abitazioni unifamiliari.
[modifica] Storia
I ricercatori storici hanno individuato la denominazione Ad Campum Manfolum (Campomanfoli) solo negli anni successivi al 1000, tuttavia si narra che il nome Campomanfoli provenga dal nome del "custode degli elefanti" dell'esercito cartaginese di Annibale, che fu protagonista di una violenta distruzione della città di Nuceria Alfaterna (che ricomprendeva anche l'attuale Castel San Giorgio). È in epoca fascista, nel 1929, che il Genio Civile di Salerno costruì la vasca demaniale che è erroneamente chiamata "Vasca di Siano", pur trovandosi in realtà sul territorio di Castel San Giorgio.
[modifica] Tradizioni
Ad inizio estate, il martedì dopo la Pentecoste, nella frazione di Campomanfoli (ma ad onor del vero alla ricorrenza vi partecipa alla pari anche la frazione di Aiello) si tiene il tradizionale Volo degli Angeli in occasione della Festa di Maria Santissima di Costantinopoli. Una coppia di ragazze vestite da Angeli, con dei gigli in mano, sono sospese ad una corda e si elevano in onore della Vergine. Lentamente, per mezzo di carrucole, avanzano al centro della piazza per cantare l'inno sacro che si conclude con il lancio dei fiori. Al "Volo" si lega un altra tradizione, ovvero la Processione in cui le donne portano pesanti candele dipinte, ed il Menu gastronomico esclusivamente a base di pesce (una particolarità per un paese non bagnato dal mare). Tale ultima tradizione è dovuta al fatto che nel 1857 l'Arcivescovo di Salerno stabilì in una Bolla ufficiale che in occasione della ricorrenza non si dovesse mangiare carne. E tale Bolla fu accompagnata da un violento temporale che fece accrescere nei fedeli la convinzione del'ubbidienza a tale Volontà arcivescovile. Sull'onda della tradizione, ai devoti in cambio dell'offerta viene offerto un sacchetto con vermicelli, baccalà e mostaccioli.