Baccio Bandinelli
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Baccio Bandinelli pseudonimo di Bartolommeo Brandini (Firenze, 17 ottobre 1488 – Firenze, febbraio 1560) è stato uno scultore italiano.
Figlio di un famoso orafo fiorentino, fu mandato a studiare disegno e pittura, ma fu nella scultura che scoprì il suo talento, quindi si dedicò solo a questa arte.
Fu allievo di Giovan Francesco Rustici, subì poi l'influenza determinante di Michelangelo, di cui divenne imitatore e rivale. Giorgio Vasari riporta come la devozione verso il Buonarroti sfociasse in invidia, con l'episodio dei cartoni della Battaglia di Cascina, un affresco che Michelangelo avrebbe dovuto eseguire per Palazzo Vecchio, ma che non fu mai messo in opera. I cartoni erano esposti in Palazzo Medici e moltissimi giovani artisti andavano a studiarli e copiarli, tra i quali Baccio era uno dei più devoti, arrivando ad ottenere la chiave della stanza dove erano custoditi. Non riuscendo però ad arrivare nel disegno alla forza espressiva di Michelangelo egli prima sottrasse i cartoni tagliandoli in riquadri, poi gli distrusse in un accesso di rabbia durante i tumulti che seguirono il reinsediamento dei Medici del 1512.
Lavorò a Genova, dove gli venne commissionata ma non portò a termine la statua di Andrea Doria, mentre a Roma eseguì il modellino del San Michele da porre al culmine di Castel Sant'Angelo.
Le opere nelle quali l'emulazione di Michelangelo risulta più marcata (Ercole e Caco di Piazza della Signoria, 1534, Cristo morto sorretto da Nicodemo nella Santissima Annunziata) sono caratterizate da un gigantismo enfatico e strutturalmente debole; altre più autonome sculture, come rilievi del coro di Santa Maria del Fiore, considerati il suo capolavoro, e i disegni, su molti dei quali incisero i più celebri artisti del tempo, si affiancano per il loro raffinato virtuosismo alle coeve esperienze del manierismo più aulico.
Benvenuto Cellini fu un suo acerrimo nemico, sul piano personale, artistico e politico (Cellini, come Michelangelo, era un fautore della Repubblica, mentre Baccio era filomediceo). Tra i due volarono spesso insulti feroci: il Bandinelli in un accesso d'ira gli rinfacciò le sue attitudine omosessuali in Palazzo Vecchio, davanti al granduca Cosimo I stesso, mentre il Cellini per esempio nella sua autobiografia riporta una nutrita serie di critiche al suo Ercole e Caco, paragonandolo, tra l'altro, a "un saccaccio di poponi appoggiato a un muro", che avevano affiancare al David di Michelangelo. Quando Baccio eseguì un busto per Cosimo I (1540), poco dopo il Cellini si fece assegnare lo stesso incarico e fondendo un magnifico busto bronzeo, che però Cosimo sembrò gradire meno perché lo inviò a Portoferraio. Entrambe le opere si trovano oggi al Bargello.
[modifica] Opere principali
- Mercurio in marmo, Louvre (1511-12), circa 1,80 m.
- Ercolo in stucco, già alla Loggia dei Lanzi, opera perduta (1519), alta circa 5 m.
- San Pietro (1517) per la serie degli apostoli nei pilastri della cupola, circa 2,50 m.
- Orfeo con Cerbero, marmo, (1519), già a Palazzo Vecchio, oggi nel cortile di Palazzo Medici-Riccardi (opera firmata), 2,24 m senza piedistallo.
- Due giganti, giardino di Villa Madama, Roma, (1519) circa 4,80 m.
- Copia del Laocoonte in marmo (1520-1524) già al Cortile del Belvedere commissionata da Leone X come regalo per Francesco I di Francia; in realtà furono poi inviate altre antichità al re e il Laocoonte fu dirottato a Firenze per desiderio del cardinale Giulio de' Medici e oggi si trova agli Uffizi.
- Ercole e Caco, marmo, Piazza della Signoria (1534), circa 4,80 m.
- Monumento a Andrea Doria, marmo, Piazza del Duomo, Carrara (opera non scolpita tutta dal Bandinelli, 1537).
- Monumento a Giovanni delle Bande Nere (1540), commissionato dal figlio del condottiero, Cosimo I, oggi in Piazza San Lorenzo.
- Tombe per i Papi Leone X e Clemente VII, statue di San Pietro, San Paolo, San Giovanni evangelista e San Giovanni Battista, due rilievi tra le statue dei Papi (di altri artisti), tutte in marmo (fino al 1541), Santa Maria sopra Minerva, Roma.
- Lavori per il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio: statue di Clemente VII, Giovanni delle Bande Nere e Alessandro de' Medici, oltre alle statue del Granduca Cosimo I de' Medici e di Papa Leone X benedicente, queste ultime due finite dopo la morte dell'artista da Vincenzo de' Rossi, circa 2,00 m. ciascuna.
- Dio padre (1549) in chiosto della Basilica di Santa Croce.
- Lavori per Santa Maria del Fiore: altare principale, statue a tutto tondo di Adamo ed Eva (1551, ora al Bargello), bassorilievi in stile "stiacciato" (molto poco sporgenti) per il recinto del coro;
- Giove seduto, in marmo, per il giardino di Boboli (1556)
- Cerere e Apollo (1552-1556) per le nicchie della facciata della Grotta del Buontalenti nel Giardino di Boboli.
- Pietà nella Basilica della Santissima Annunziata, dove si dice che il Giuseppe d'Arimatea sia un autoritratto del Bandinelli stesso (nella stessa cappella l'artista è sepolto con la moglie Giacoma Doni).
- Altri lavori al Bargello: Noè (bassorilievo), busti ritratto di Eleonora di Toledo e di Cosimo I (1555), Venere, Leda, Ercole, Bacco Cleopatra e un busto di uomo ignoto.
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