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Antonio Bassolino - Wikipedia

Antonio Bassolino

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Bandiera Campania
Stemma Campania
Presidente della Regione Campania
Antonio Bassolino
Luogo di nascita Afragola, NA
Data di nascita 20 marzo 1947
Luogo di morte
Data di morte
Titolo di studio Scuola Media Superiore
Professione Politico
Partito politico Partito Democratico
Coalizione
Data incarico dal 2000
Predecessore Andrea Losco
Successore in carica
Coniuge

Antonio Bassolino (Afragola20 marzo 1947) è un politico italiano.

Indice

[modifica] Cenni biografici

All'età di 17 anni, si iscrive alla federazione giovanile del Partito Comunista Italiano. Nel 1970 è eletto consigliere regionale e nominato segretario della federazione di Avellino nel 1971 sino al 1975. Nel 1976 viene nominato segretario della Campania sino al 1983. Nel frattempo, nel 1972 è immesso nel comitato centrale del partito. Nel 1980 è nominato responsabile della commissione per il Mezzogiorno e in seguito di quella per il Lavoro.

Nel 1987 è eletto alla Camera nella circoscrizione di Catanzaro ed entra nella commissione bicamerale Lavoro. Nel 1990 gli viene affidata la commissione mass media. Al congresso di Rimini svolge un ruolo di mediazione tra i sostenitori e gli avversari della transizione da PCI a PDS.

Nel 1992 è rieletto deputato e fa parte della commissione parlamentare commercio e turismo.

Nel 1993 il partito lo invia a Napoli come commissario della federazione, travolta dagli scandali di tangentopoli e viene candidato a sindaco. Supera il principale avversario, Alessandra Mussolini, al ballottaggio del 5 dicembre 1993. La sua maggioranza porta a termine il mandato e nel novembre 1997 viene rieletto con il 72,9% dei voti al primo turno.

Nell'ottobre 1998 Massimo d'Alema lo mette a capo del Ministero del lavoro, ma nel giugno 1999, poche settimane dopo l'omicidio di Massimo D'Antona, suo consulente giuridico, Bassolino decide di abbandonare il mandato di Ministro e torna a Napoli. Nel 2000 abbandona l'incarico di Sindaco e si candida alla presidenza della Regione Campania. Nonostante le polemiche per aver lasciato Napoli in favore di incarichi di politica nazionale, non placate pur dopo le dimissioni da Ministro, viene eletto con la maggioranza assoluta dei voti (54,3%).

Ha ricevuto il premio "Gold star" dall'Associazione dei giornalisti europei per la promozione turistica e culturale della città di Napoli.

Ha pubblicato i saggi "Mezzogiorno alla prova" (1980) e "La repubblica delle città" (1996) e ha svolto attività pubblicistica orientata ai temi dell'occupazione e della criminalità organizzata, e del Mezzogiorno.

Viene rieletto presidente della giunta della Regione Campania, il 3 e 4 aprile 2005, con il 61,6% dei voti.

È coniugato con Anna Maria Carloni eletta al Senato nella XV legislatura.

[modifica] Vicende giudiziarie

[modifica] Il primo rinvio a giudizio e la condanna

Il 31 luglio 2007 è stato richiesto il rinvio a giudizio dalla Procura della Repubblica di Napoli per i presunti reati che avrebbe commesso durante il periodo tra il 2000 e il 2004 come commissario straordinario per l'emergenza rifiuti in Campania. Durante l'udienza preliminare .[1][2] In effetti i PM Noviello e Forleo hanno contestato che l'emergenza rifiuti è stata l'occasione per far guadagnare cifre «inimmaginabili » a chi lavorava negli anni scorsi al commissariato straordinario, dove durante la gestione Bassolino i subcommissari hanno ricevuto compensi pari anche a novantacinquemila euro al mese. Il governatore della Campania, i vertici di Impregilo e alcuni ex rappresentanti del commissariato si sarebbero letteralmente arricchiti: il subcommissario Vanoli percepiva un milione e cinquantamila euro all'anno, i subcommissari Paolucci e Facchi, compensi tra gli ottocento e i novecentomila euro. La stessa situazione si sarebbe verificata anche quando commissario era il prefetto Corrado Catenacci, che in una intercettazione telefonica si lamentava con l'interlocutore, perché il suo stipendio era di cinquemila euro mensili, mentre due tecnici della struttura commissariale intascavano cifre pari a un miliardo di lire all'anno. Sostiene la Procura che «più durava l'emergenza più si guadagnava», e quindi la gestione commissariale non avrebbe avuto affatto interesse a superare la crisi. Di qui le molte inadempienze contestategli — soprattutto non aver messo a norma gli impianti cdr che producono un materiale inutilizzabile come combustibile nel futuro inceneritore di Acerra e in qualunque altro inceneritore — e di cui, secondo i pm, Bassolino era a conoscenza perché il suo ruolo di commissario era un ruolo «amministrativo» e aveva quindi «giuridicamente l'obbligo di controllare». Quella cattiva gestione commissariale consentì all'Impregilo di far finire in discarica non il 14 per cento dei rifiuti prodotti, così come prevedeva il piano, ma il 49 per cento, intasando gli impianti e creando quella che i pm chiamano la «fame di discariche» attuale. Una crisi che costa all'Italia pesanti sanzioni dall'Ue (che ha avviato una nuova procedura di infrazione per le troppe discariche abusive in tutto il Paese).

Nel dicembre del 2007 era arrivata la condanna dei magistrati contabili napoletani: Antonio Bassolino, all’epoca in cui era commissario straordinario all’emergenza rifiuti, istituì, senza averne alcun titolo, un call center per fornire ai napoletani informazioni di natura ambientale, sprecando così ingenti risorse pubbliche, sottraendole all’emergenza rifiuti. Il danno erariale patito dallo Stato è stato quantificato dai giudici della procura regionale della Corte dei Conti della Campania in tre milioni e duecentomila euro, che Bassolino ora dovrà risarcire.[3][4] Il legale di Bassolino ha comunicato che il suo assistito ritiene infondate le accuse e che è già stato presentato ricorso alla sentenza che quindi attualmente è sospesa.[5]

[modifica] Il secondo rinvio a giudizio e la richiesta di dimissioni

Nel febbraio 2008 viene rinviato a giudizio su richiesta della Procura di Napoli con ipotesi di reato che vanno dalla frode in pubbliche forniture, alla truffa ai danni dello Stato, abuso di ufficio, falso e reati ambientali, nel periodo in cui era Commissario Straordinario per l'emergenza rifiuti.[6] Il processo avrà inizio presso il Tribunale di Napoli il 14 maggio. Nell'ambito di questo stesso procedimento è stato disposto un sequestro cautelativo dei beni di Bassolino. In tale circostanza si è scoperto, paradossalmente, che l'on. Bassolino risulta nullatenente.

In seguito al rinvio a giudizio numerosi esponenti politici nazionali e locali, in modo trasversale agli schieramenti politici, hanno rinnovato l'invito a Bassolino a presentare le sue dimissioni dalla carica di Governatore della Campania [7]. Gianfranco Fini, interpretando il pensiero politico della forze di centro-destra ha parlato di «situazione insostenibile», auspicando le dimissioni, mentre Antonio Di Pietro non ha manifestato «nessun dubbio sul fatto che Antonio Bassolino debba dimettersi.» Lo stesso Walter Veltroni, leader del Partito Democratico (di cui Bassolino è esponente), durante la campagna elettorale per le elezioni anticipate 2008, parlando della vicenda, ha dichiarato che «di fronte a vicende così amare per lui l'unica cosa sia affidarsi alla sua coscienza civile». Il leader della Sinistra Arcobaleno Fausto Bertinotti ha affermato che in Campania «un intero ciclo è finito, bisogna tornare rapidamente alle elezioni per colmare uno iato che c'é tra i cittadini e le istituzioni». Bassolino dal canto suo, agli inviti alle dimissioni, ha replicato negativamente: «Ho la coscienza a posto e le mani pulite, non ho fatto nulla di male».

[modifica] Critiche

È stato criticato perché la Regione Campania ha effettuato operazioni economiche ritenute svantaggiose con la Banca UBS, presso cui lavora il figlio Gaetano Bassolino, all'interno del settore che si occupa degli investimenti delle pubbliche amministrazioni. Il consulente finanziario della trasmissione Report (trasmessa il 14 ottobre 2007) ha affermato che l'operazione è costata alla Regione Campania 28 milioni di euro[8] di costi impliciti, trasferendo però questo debito sulle gestioni future.

All'inizio del 2008 è tornato al centro di feroci polemiche a causa della nuova emergenza dei rifiuti nella regione Campania e nella provincia di Napoli in particolare. Il Ministro Di Pietro ne ha chiesto pubblicamente le dimissioni attraverso il suo blog.[9] Il 7 aprile 2008 annuncia l'intenzione di ritirarsi anticipatamente nel 2009 (il mandato scadrebbe nel 2010).[10]

A seguito della frase che l'Espresso pubblica, riferita da Mastella al consuocero Carlo Camilleri "Allora hai capito o no? O ci danno una cosa o non esiste più per me Bassolino. Perché gli faccio un mazzo quadrato che non hai neanche idea. A partire dalla giustizia... Perché io so i cazzi come stanno. Glielo spieghi ad Andrea?" ha avuto inizio un'indagine ispettiva sul patrimonio di Bassolino.[11]

[modifica] Onorificenze

Cavaliere di Gran Croce Ordine al merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria

Cavaliere di Gran Croce Ordine al merito della Repubblica Italiana

— Roma, 30 giugno 2003

[modifica] Note

  1. ^ «Rifiuti, Bassolino va processato». Corriere, 1-8-2007. URL consultato il 1-8-2007.
  2. ^ Rifiuti, chiesto rinvio a giudizio per Bassolino "Mi si accusa senza prove né indizi". Repubblica, 31-7-2007. URL consultato il 1-8-2007.
  3. ^ Corte dei Conti - Sezione Giurisdizionale per la Regione Campania - sentenza 6 - 27 dicembre 2007, n. 4174
  4. ^ Emergenza rifiuti: la Corte dei conti presenta il conto a Bassolino. Panorama.it, 04-01-2008. URL consultato il 04-01-2008.
  5. ^ Corte dei conti, Bassolino condannato per il call center ambientale fantasma. Corriere del Mezzogiorno, 28 dicembre 2007
  6. ^ Bassolino rinviato a giudizioASCA, Agenzia Stampa Quotidiana Nazionale
  7. ^ Richiesta di dimissioni L'Unione Sarda, 2 Marzo 2008
  8. ^ IL BANCO VINCE SEMPRE
  9. ^ Bassolino si dimetta. URL consultato il 05-01-2008.
  10. ^ Bassolino: tra un anno lascio. ANSA.it, 7 aprile 2008
  11. ^ Bassolino, lo rovino. URL consultato il 17-02-2008.

[modifica] Collegamenti esterni

Predecessore: Ministro del Lavoro della Repubblica Italiana Successore:
Tiziano Treu 1998 - 1999 Cesare Salvi I
II
III
IV
V
VI
VII
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IX
X
con
con
Tiziano Treu {{{data}}} Cesare Salvi
Predecessore: Presidente Regione Campania Successore: [[Immagine:{{{immagine}}}|30x30px]]
Andrea Losco 2000 - 2005 Antonio Bassolino I
Antonio Bassolino 2005 - (in carica) II
III
IV
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VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Andrea Losco {{{data}}} Antonio Bassolino
Altre lingue


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